Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Erli e Neve: una neonata preistorica di 10 mila anni fa. Ecco le 60 conchiglie gasteropodi forati che ornavano il corpo


Nella grotta “Arma Veirana” nel territorio di Erli (entroterra di Albenga) non molti anni fa è stata condotta una campagna di scavo che ha portato alla luce la tomba di una bambina di 40 giorni risalente a 10.000 anni fa: unico esempio (fino a oggi) in Europa. La bimba è stata ribattezzata Neve.

di Tiziano Franzi

Gli archeologi al lavoro nell’Arma Veirana”

Il ritrovamento è importantissimo, oltre che per l’età del soggetto, anche per il corredo con il quale è stata sepolta, indice forse della sua appartenenza a un gruppo famigliare di prestigio nella comunità preistorica locale. Il piccolo corpo di appena 40 giorni era stato addobbato con un ricco corredo funerario composto da oltre 60 perline in conchiglie forate Columbella rustica, quattro ciondoli, sempre forati ricavati da frammenti di bivalvi Glycimeris glycimeris e un artiglio di gufo reale.

Il tutto a formare una sorta di marsupio nel quale la piccola è stata adagiata prima della definitiva sepoltura.

Cosa rappresentava questo indumento di conchiglie e ocra rossa a simulare il sangue che accompagnava le defunte? Forse una semplice protezione dall’erosione del tempo, oppure un oggetto sciamanico che permetteva di restare in contatto con i vivi, o ancora, un auspicio di rinascita?

Qualunque sia la risposta è indubbio che il suo rinvenimento ha contribuito a ripensare alla considerazione che una creatura di pochi giorni poteva avere anche in tempi così remoti nel proprio nucleo di affetti famigliari, e non solo. Gli studiosi del team scientifico che ha realizzato tale scoperta hanno dichiarato: “Capire il significato culturale e comportamentale ci permette di indagare un eccezionale rito funerario della prima fase del Mesolitico, un’epoca di cui sono note poche sepolture, e testimonia come tutti i membri della comunità, anche le piccole neonate, erano riconosciute come persone a pieno titolo e godevano in apparenza di un trattamento egualitario…”

Ricostruzione della collocazione sepolcrale della piccola Neve

Dal mio libro “Le tribù liguri nella preistoria”:

Neve: una neonata di 10.000 anni fa

Il piccolo corpo era addobbato con un ricco corredo funerario composto da oltre 70 perline in conchiglie forate (Columbella rustica), da quattro pendenti, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi (Glycimeris sp.), nonché da un artiglio di gufo reale, ma deposto separatamente, in una fossetta a lato; a fianco del corpo è stata rinvenuta anche una piccola lama in selce.

Il sito è particolarmente importante anche a livello nazionale, perché è stato abitato sia da individui della specie Uomo di Neanderthal (circa 50.000 anni fa), sia da individui della specie Homo Sapiens e Sapiens Sapiens (da circa 10.000 anni fa).

Il ritrovamento di Neve rivela una società di cacciatori-raccoglitori che ha seppellito con la massima cura una componente del clan appena nata, permettendoci così di indagare su un rito antichissimo e sugli aspetti comportamentali e simbolici a esso legati.

I resti ossei ritrovati, la calotta cranica, parte della scapola e dell’omero, parte delle costole e delle vertebre toraciche, indicano che il corpo era in posizione supina, la testa rivolta verso occidente e i piedi a oriente; lo sviluppo dei denti, oltre ad aver fornito l’età della morte, ha rivelato episodi di stress che hanno colpito il feto o la madre a circa 47 e 28 giorni prima della nascita forse per carenza di cibo che hanno influito sul regolare sviluppo del feto.

l sito della tomba di Neve
Collocazione dei resti nella tomba di Neve

Neve era riccamente adornata: una linea di grani di conchiglia e tre pendenti recuperati sopra la spalla destra e la regione toracica superiore, suggerisce che questi fossero cuciti su un cappuccio e 20 delle conchiglie di Columbella rustica coprivano la regione addominale, forse a cingere la vita e il busto. La maggior parte delle conchiglie presenta significativi segni di usura, il che fa supporre a un loro uso prolungato, come per esempio l’essere state indossate da adulti; la bambina dunque ha ricevuto le conchiglie dai membri del clan come corredo funerario.

Probabilmente le conchiglie del suo corredo funebre, tutte forate nello stesso modo, ornavano o chiudevano una sorta di marsupio in cui era stato protetto il corpicino. 

Conchiglie gasteropodi forati che ornavano il corpo di Neve

Le analisi ricavate dalle gemme dentarie, hanno messo in luce la dieta alimentare della madre che si cibava di carne ma non di pesce o di molluschi confutando l’ipotesi che le conchiglie rappresentassero uno scarto alimentare. Queste Columbella rustica erano dunque un oggetto prezioso, che andava trovato, lungamente lavorato e che forse veniva usato come scambio fra comunità o segno di appartenenza anche spirituale.

L’artiglio di gufo reale, deposto in una fossetta a parte, può fare pensare a un sacrificio di animale, come del resto documentato in altre sepolture di adulti, anche in Liguria, dove accanto allo scheletro del defunto sono stati rinvenuti resti di volatili come piccioni, gufi, aquile e altri.

La presenza della piccola lama in selce, particolarmente affilata, ha fatto inoltre supporre che si possa trattare dell’attrezzo con cui era stato tagliato il cordone ombelicale della neonata.

La scoperta getta luce sul modo in cui veniva considerato un neonato dalle popolazioni meridionali del primo Mesolitico: poiché la sepoltura sembrerebbe analoga a quelle di individui adulti, si potrebbe dedurre una considerazione egualitaria dei membri della comunità, indipendentemente da età e sesso; la ricchezza e la particolarità del corredo funebre fanno ipotizzare infine che si sia trattato della figlia del capo clan, di un sacerdote/sciamano o di una figura eminente nell’organizzazione sociale del gruppo. 

Tiziano Franzi


Avatar

T.Franzi

Torna in alto