Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Loano: il parroco scrive ‘a quel tale che crede di voler bene alla sua città…gettando fango’


Tratto da TRUCIOLI.IT del 19 luglio 2018   «….Il bene vince sempre nella devota Loano, la “Loro” Loano. Qui, le celebrazioni religiose per le vie della città assomigliano più ad un corteo fantozziano, una sorta di sfilata felliniana dove amministratori locali con cortigiani al seguito, marciano solennemente animati da un ‘profondo spirito cristiano di fratellanza e carità’, invocando la Provvidenza celeste, certi del perdono alla fine dei loro giorni. Ave Maria in cambio di “like”. (Articolo che, ad oggi, 26 luglio, è a 868 visualizzazioni – lettori)

Topi e Crocifissi ? I primi ahimè, pur essendo anch’essi creature di Dio, non godono della stessa devozione dei secondi che, se pur oggetti inanimati, vengono letteralmente presi d’assalto dai Vip della politica locale in coda per farsi immortalare in compagnia del feticcio. Una foto con Dio in terra oggi è spot elettorale.»

LETTERA DI DON EDMONDO BIANCO  PARROCO DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Don Edmondo Bianco, parroco a Loano, a ds della foto, ad una cerimonia funebre officiata da mons. Antonio Suetta, loanese, vescovo della diocesi di Ventimiglia

C’era una volta, come c’è ancor oggi, una schiera di Farisei, che stando al di fuori, puntavano il dito contro Gesù perché stava con i peccatori, folle innumerevoli di peccatori che siamo noi, una folla che lo seguiva tra le tribolazioni e in umiltà, gente che in Gesù ritrovava la gioia, una folla che lo osannava od anche tradiva. Gesù stava e sta in mezzo a questa umanità, non è venuto a spegnere il lumicino fumigante (della nostra fede) neppure il lumicino del suo più acerrimo nemico (il lume, con la sua fragile fiamma, era posto accanto all’imputato e quando il giudice spegnava la fiamma, ne era decretata la condanna…) no, Gesù non agisce così. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.” (Gv 3,16-17)

Lo scorso 19 luglio, sulla pagina on-line di “TRUCIOLI – Blog della Liguria e del Basso Piemonte”, è comparso un articolo, di cui sopra ne ho riportato uno stralcio, che ora anima i dibattiti ai crocicchi e ai tavolini del bar, denso di livore e chiacchiere. Quelle chiacchiere che non piacciono né al Signore, né a papa Francesco, né ad alcuno dai buoni sentimenti; una valanga di cattiverie uscite da una penna come da una latrina. Eppure anche chi ha scritto è amato dal Signore (come lo erano i farisei) e spero che un giorno se ne accorga per rasserenare il suo animo, perché da come scrive si vede che non vuole costruire o rimediare situazioni che certamente, a parer suo, non vanno bene. Tra le righe dell’articolo si percepisce quel gusto diabolico di seminare zizzania …

L’articolista, per scagliarsi contro i politici loanesi (e non voglio ‘difenderli’ perché per me sono come tutti gli altri, parte di quella folla che può osannare o tradire, che devono fare bene il proprio dovere come lo devono fare tutti, perché a Chi vede nel segreto, – e non sono certo io, né tu che hai scritto l’articolo – a Lui, spetta il giudizio) ha usato parole offensive verso la semplice devozione e fede di tanti che ancora, il Signore, la Madonna e i Santi, li onorano e invocano col desiderio di conversione per un rinnovato cammino di santità. Al Signore e ai Santi si affidano consapevoli delle proprie fragilità, certi della Grazia che il Signore sa, desidera e può donare.

Lo ripeto: mi fanno male queste parole perché non sono rispettose, non costruiscono, non portano da nessuna parte buona ma solo amareggiano e … non sono vere! Tu che scrivi, penso che sia cristiano, battezzato … forse praticante? Spero non un praticante ‘baciapile’, non ce ne facciamo niente di un perbenista! Se hai qualche buona idea (che viene dal Vangelo), o se hai da rivolgere al fratello una correzione, fallo, ma come ci ha insegnato Gesù: nella carità.

I miei predecessori parroci, Mons. Lanteri e don Pino, con più capacità teologica e dialettica, avrebbero ‘tuonato’ su affermazioni del genere. Io, parroco di oggi, non accetto che il Crocifisso venga posto accanto ai topi o trattato da ‘feticcio’, e per motivi personali o politici venga strumentalizzato per gettare fango.

Quando il crocifisso ti scorre accanto, caro scrittore del vergognoso articolo, traccia un bel segno di croce, non è un segno magico o scaramantico, ti ricorderai che Egli ti accompagna sempre, lungo la tua strada segnata dalle tante croci della vita quotidiana, e vedrai che quel Crocifisso (certo, non quello inanimato dell’effige) ti dice ancor oggi tutto il suo Amore, e forse te lo dice per mezzo di un poveretto, che non scherza con i santi, che è li, in processione, e prega con devozione, anche per te.

Chi ha scritto l’articolo si firma ‘Lo Spiffero’. Quando mai uno spiffero ha fatto del bene! Come minimo ti procura un bel torcicollo! Senza scherzare, vediamo di trovare un po’ di pace e di armonia, tutti, perché se andiamo avanti così non ci saranno né vinti né vincitori ma solo sconfitti, feriti incapaci di godere di tutti quei beni che, anche in Loano, il buon Dio ci ha donato.

Loano, 22 luglio 2018,  Il parroco di San Giovanni Battista, Loano

Don Edmondo Bianco

RISPONDE ‘LO SPIFFERO’ – Buongiorno Don Edmondo, ho letto e riletto la Vostra epistola almeno 50 volte, forse più. Anche in questo momento, mentre cerco di trovare le parole per risponderLe, tra una frase e l’altra, rileggo ancora. Nella sua invettiva lei menziona Gesù, il vescovo, il papa ed infine Dio. Non posso competere. Non né ho le capacità. Potrei, forse, confidare nella fallacia dell’essere umano, certo di essere moralmente più cristiano di molti papi e vescovi che per volontà di Dio (a quanto sembra) hanno commesso in passato crimini irripetibili.

Non posso, invece, competere con Dio che, a quanto pare, apprendo oggi, essere anche lui dalla Vostra parte, indignato al punto da utilizzare un suo rappresentante, lei Don Edmondo, per ammonirmi pubblicamente e, sempre tramite Lei, che intercede con questa missiva per conto del creatore dell’universo, Dio mi sta dando del bugiardo. Allora, Don Edmondo, parliamo da uomini, o se preferisce, da creature di Dio, così come lo sono i topi, le pietre ed il fango, perché anche il fango è indiscutibilmente nella grazia di Dio. Guardiamoci virtualmente negli occhi, qui i casi sono due: se Dio non è distratto, è disinformato. Tuttavia, essendo Dio un essere perfetto, per la teoria della compossibilità, deve inevitabilmente includere anch’Egli difetti, imperfezioni, mancanze.

Dio perdonerà entrambi, abbia fede. Perdonerà Lei per avermi augurato un torcicollo e, scherzi a parte, perdonerà me, perché avrei potuto, dovuto, rispondere alla sua lettera con parole più dure, più cristiane.
Guardiamo il lato positivo, da buoni cristiani. Sono felice, senza sincera ironia, di sapere che il parroco che Dio ha mandato come suo ambasciatore qui a Loano, è un uomo buono, vicino ai suoi fedeli, in prima linea per difendere l’immagine del paese che lo ospita. Grazie, i  fedeli hanno bisogno di sacerdoti come Lei, che si interessano, documentandosi, sulle vicende quotidiane di cronaca e politica locale, intervenendo personalmente, come in questo caso, per difendere la verità e combattere i nemici della collettività e della verità dei fatti, peraltro non smentiti, né con richiesta di rettifica.
Fiducioso che il suo sarà il primo di molti interventi costruttivi nell’interesse dei più deboli per redarguire chi,  come me, tenterà in futuro di fare male alla #SuaLoano. Che poi, detto tra noi, lontano dai riflettori, io non ho ancora capito di chi è questa Loano…misteri della fede….Con stima ed affetto sincero.
Lo spiffero 
E risponde Luciano Corrado, coordinatore volontario di trucioli.it e parrocchiano. Credo sia corretto non interferire nella risposta dell’autore dell’articolo che ha scelto di firmare con lo pseudonimo come accade, da sempre, nella storia dei mass media. Don Bianco, conosciuto, apprezzato, stimato (mai chiacchierato) per l’impegno pastorale,  il sacrificio umano e quotidiano, la rettitudine che lo contraddistingue nella vita di ‘pastore’ (pubblica) e nel privato. Cita Mons. Lanteri, origini brigasche e montanare; forse a lui, bambino, non era toccato fare il pastore vero, né la transumanza. E’ stato insegnante  di Lettere in Seminario e ricordo quando scrisse (1966), una lettera  di precisazioni a proposito di un mio articolo (allora davvero agli esordi) sulla Settimana Ligure, aggiungendo che se avessi studiato di più, in Seminario, non sarei incorso in errori grammaticali. Peccato, il Suo dotto testo ne conteneva due. Mons Lanteri riposi in pace dopo aver lasciato un’eredità ai famigliari con due alloggi di nuova costruzione realizzati in un palazzone di Piazza Mazzini, fronte mare. Tanti altri parroci sono morti in autentica povertà, scelte di vita e di coerenza. Don Lanteri che un parrocchiano, ora giornalista in pensione, incontrò casualmente in un hotel spagnolo accompagnato da una profumiera assai conosciuta, all’epoca, in città. Don Pino ? Siamo stati compagni di Seminario, sono stato solidale (in palese minoranza) quando affrontò con coraggio e piuttosto isolato, la controversia legale e giudiziaria, annosa, del danno causato alla storica e monumentale cupola della chiesa parrocchiale, con il rifacimento della copertura, il restauro interno, comprese le molte tele in essa conservate.
Improvvidi lavori di scavo per la costruzione di garage interrati in piazza Italia sono stati la causa (secondo perizie d’ufficio ed una sentenza) di un cedimento che aveva imposto la chiusura della chiesa prepositurale di San Giovanni Battista, il duomo di Loano. Lavori autorizzati dal Comune nonostante lettere (e incontri), al sindaco allora in carica, per conoscenza alla giunta. Mai divulgati da don Zunino per non aizzare polemiche.
La sentenza del tribunale, a firma del dr. Alberto Princiotta, che condannava la società proprietaria e titolare dell’operazione edilizia (uno dei soci al centro di un misterioso giallo, forse lupara bianca…..) è stata riportata solo da trucioli.it (1.693 visualizzazioni). Non è un vanto pubblicare tutte le notizie di rilevanza sociale, nel caso in questione era un dovere e significativo trovarsi soli a fare informazione. Il titolo era: “Loano la parrocchia vince la causa. Finbox condannata a 100 mila € di danni” ( vedi….). Avevamo appreso che la sentenza sarebbe stata appellata a Genova. Non si è più letto nulla. Non interessa ? Non sempre il silenzio è d’oro se investe un’intera comunità. A Loano succede spesso anche questo. E chi non si allinea finisce nel ‘banco dell’asino’ ed oggetto di delegittimazione. Per alcuni, forse la maggioranza, va bene così sull’onda di quel detto “e vissero felici e contenti”.

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