Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

L’ultimo pellegrinaggio dell’avvocato: da Stellanello, a Moglio, a Loano. Il vescovo: il paradiso ti accolga, la tua voce sia di conforto


Tarcisio Rossi da giovane seminarista era il portiere prediletto, si tuffava nella polvere del campo di calcio sterrato alla guisa di un grillo. Tarcisio, dopo il diploma di maturità classica, figlio di contadini, lasciò il seminario per frequentare l’Università fino alla laurea in Giurisprudenza e ‘specializzarsi’ nel contenzioso tributario;  diventare punto di riferimento dell’Associazione commercianti (Confcommercio) di Alassio e del sindacato provinciale dei Bagni Marini. Legale di fiducia di partite Iva, capace di affrontare casi difficili, complessi, processi, arrighe. Quando ha deciso di lasciare l’avviato studio alassino, ha continuato a consigliare, collaborare, mettere a frutto il bagaglio di esperienza e saggezza. A Loano è rimasto attivo quale presidente del Consiglio parrocchiale, in passato consulente volontario nella Curia Diocesana. A Loano c’è chi l’avrebbe voluto sindaco, ma non aveva la stoffa da ‘politico di professione’. Fu vicino alla Democrazia Cristiana e scosso, scettico, per la deriva morale, etica e anti meritocratica, rissosa, di certa politica.

L’avvocato Tarcisio Rossi, in secondo piano in occasione di un funerale a Loano, in primo piano l’avv. Mario Rembado, ex sindaco della città

Tarcisio Rossi se ne è andato a 77 anni e ai suoi funerali nella parrocchia di San Giovanni Battista, a pochi passi dalla sua casa, dal Municipio, si sono ritrovati per l’ultimo saluto  centinaia di persone. Una chiesa affollata come raramente accade. Sono arrivati dalle vallate del Merula, del Centa, del Varatella, del Maremola, del finalese, dal levante savonese. E non è frequente la partecipazione di un vescovo, monsignor Antonio Suetta, presule della diocesi di Ventimiglia – Sanremo, loanese, amico e estimatore di Tarcisio. Il vescovo l’ha ricordato, raccontato, descritto, ripercorrendo gli ultimi anni di malattia, il dolore, la fatica, la nostalgia, la fede che illumina. La morte non è l’ultima parola lungo la vita dell’uomo, è un passaggio, il  pellegrinaggio fino a Cristo. Il vescovo Suetta che ricorda i tratti caratteriali di Tarcisio, sapeva appassionarsi, immedesimarsi, capace anche di essere polemico quando si trattava di difendere le sue idee. “Mi ha sempre colpito la sua serenità – ha proseguito il vescovo – , la visione positiva delle cose e verso le persone non c’era solo il rispetto, ma la benevolenza. La sua voce risuona in questa chiesa per salutare gli amici, con parole cariche di affetto, mai di spavalderia, mai di arroganza, bensì di orgoglio buono, di autentica fierezza. Era radioso quando parlava della sua famiglia, della parrocchia, lo ricordo ai funerali di don Lanteri, don Parodi. Ricordo il suo impegno, il suo cuore, la sua locanda è stata la sua casa e la sua parrocchia; ha dato esempio con scelte di fedeltà, solidarietà e grande passione nella professione forense”.

L’avvocato Tarcisio Rossi quando i primi sintomi della malattia iniziavano a dargli problemi. Origini paterne a Stellanello: tre fratelli e due sorelle. Tarcisio con papà e mamma hanno abitato nella frazione Moglio di Alassio dove conducevano una tenuta agricola in mezzadria. Un zio da parte paterna è stato parroco di Aurigo

Un famigliare ha ricordato Tarcisio prezioso esempio di vita. Lui con origini dall’umile mondo contadino (il papà di Tarcisio, famiglia numerosa, era nato ed abitava nella frazione San Damiano di Stellanello ndr): uomo di equilibrio, carisma, sacrifici, che se necessario sapeva lottare da leone, che ha seminato tanto e i frutti della sua opera sono copiosi; era capace di trasmettere forza e saggezza, capace di ritirarsi per non fare ombra ai figli, ai collaboratori, non voleva essere ingombrante. Tarcisio che dietro un’espressione a volte burbera, sguardo severo, aveva bontà ed altruismo. “Grazie per averci insegnato l’umiltà, il rispetto del prossimo, dei più deboli  e  dei bisognosi. Riposa in pace”.

Al centro della foto la vedova Marcellina con i famigliari all’uscita della chiesa

Tarcisio circondato, stretto forte, dall’affetto della compagna di una vita, moglie e mamma esemplare, Maria Teresa (Marcellina), i figli Luca, Andrea, Rita e Giovanna, le nuore Maria Cecilia e Luisella. Ad accogliere, accompagnare, salutare il feretro anche due fratelli del defunto,  Giorgio vigile ad Alassio, una terzo Raffaele è morto; due sorelle, una contitolare di un rinomato ristorante a Gazzo d’Arroscia; c’era l’ex sindaco di Andora, avv. Francesco Bruno; il compagno di Seminario, mons. Angelo De Canis, parroco ad Alassio e che ha concelebrato con il vescovo Suetta; il parroco  don Edmondo Bianco, origini ad Andora ed il vice parroco; c’era la Confraternita delle Cappe Turchine di cui Tarcisio era membro. Per un uomo di fede e di cultura non era invece presente nessun rappresentante dell’amministrazione comunale (vedi a fondo pagina segnalazione di un lettore), né ex sindaci di Loano, ma vogliamo credere che come altri conoscenti abbiano reso omaggio alla salma durante il rosario e la veglia, con le condoglianze ai famigliari.

Ai funerali era palpabile l’ammirazione, la riconoscenza, l’elogio di tante persone. Molte, non tanto tempo fa, avevano partecipato ai festeggiamenti dei 50 anni di matrimonio tra Marcellina e Tarcisio: 130 commensali per un giorno di gioia vera e di orgoglioso ringraziamento al creato. Un avvenimento da album dei ricordi, ma senza risonanza mediatica nello stile di papà Tarcisio.

Con Tarcisio ci hanno visti uniti gli anni del Seminario, con il fulgido esempio di insegnanti sacerdoti eroici, d’altri tempi si direbbe: don Galdolfo professore di greco che ogni mattina, a piedi, all’alba, raggiungeva da Albenga attraverso i sentieri  e i boschi la parrocchia di Marta (Villanova d’Albenga) e tornava per l’inizio delle lezioni alle 9,15; don Ferrari, insegnante di Latino, che si privava del pane per inviare offerte ai primi missionari in Africa. Gli anni in cui il Seminario diocesano contava 54 seminaristi, dalle medie alla teologia, figli nella stragrande maggioranza di famiglie umili, dalla Riviera alla montagna. A presto, caro Tarcisio, spero anch’io di rivederti, riprenderemo nelle nostre confidenze a percorrere il cammino celeste.

Luciano Corrado

L’ingresso del feretro nella chiesa parrocchiale con il vescovo Suetta ed il parroco don Edmondo Bianco

L’arrivo in chiesa, sorretto, di Ernesto Piccinini, un figlio (deceduto) aveva sposato una figlia di Rossi. Piccinini presidente di Doria Nuoto la maggiore associazione agonistica di Loano e che gestisce il palazzetto dello sport, è stato vice sindaco di Borghetto, per la Dc, negli anni ’70.

PS. Ci è stato doverosamente segnalato che, come emerge dalla foto che ritrae il presidente Ernesto Piccinini, di profilo, si può riconoscere il vice sindaco di Loano, Luca Lettieri. Volentieri diamo atto della presenza, ci auguriamo in rapprese nza dell’amministrazione civica e della corretta osservazione del lettore.


L.Corrado

L.Corrado

Torna in alto