Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Vado Ligure, l’ultimo saluto al democristiano galantuomo. Testamento etico del prof. Veirana che dal Cda Carisa uscì a testa alta


L’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale di Porto Vado che Gianni Veirana, 70 anni, frequentava in gioventù. “Lo ricordo quando ero vice parroco – dice il celebrante don Giulio Grosso – e oggi ci ritroviamo. Gianni impegnato, con spirito critico e costruttivo, nella solidarietà, per una società più giusta. Un impegno civile con tanta capacità intellettuale. Era orgoglioso di sentirsi della nostra comunità che da lui tanto ha ricevuto e tanto ha dato”. Veirana, insegnante di lettere, che con la sua timidezza, modestia, umiltà, ha dato soprattutto esempio di integrità, coerenza, rigore morale. Nella vita pubblica è stato vice segretario provinciale Dc, corrente di Carlo Donat Cattin, ha fatto parte del Cda della Carisa quando era il primo istituto di credito della provincia. E quando il vertice della banca fu coinvolto in un’inchiesta giudiziaria, Veirana non si dette pace finché fu scagionato e non esitava ad ammonire i cronisti che trattando la vicenda dimenticavano quel proscioglimento.

Gianni Veirana ha fatto parte del Cda Carisa e vice segretario provinciale Dc ai tempi di Carlo Donat Cattin

Gianni Veirana prima di tutto e di ogni cosa la famiglia, la scuola, e nella vita civile l’onorabilità, l’onestà. Non accettava, da galantuomo in politica e con ruoli pubblici, di essere neppure sfiorato dal malaffare, intreccio di interessi a questa o quella lobby. Un politico come non ce ne sono stati molti nel savonese che non correva per il potere, semmai a servizio della comunità e dei più deboli. “Un cristiano – ha ricordato il celebrante – che non ha mai tradito i suoi ideali e per i quali combatteva”. E’ stato consigliere nella Comunità del Giovo. Tra i colleghi di partito ancora in vita e che come Gianni non sono traghettati sotto un’altra bandiera partitica, c’è chi ricorda la ferita che lo tormentava per l’inchiesta giudiziaria Carisa. “Non si dava pace, voleva uscirne a testa alta – osserva Carlo Cerva, presidente onorario di ‘A Campanassa’, con incarichi di primo piano nell’allora Dc regionale e provinciale – , posso sbagliare, ma Gianni proprio in quel periodo ebbe seri problemi di salute, un infarto”.

I fiori in omaggio alla salma del prof. Gianni Veirana nella chiesa parrocchiale di Porto Vado

Il prof. Veirana che si è spento senza soffrire nella casa di campagna a Ponzone (AL) dove trascorreva, con la famiglia, molti mesi ed era impegnato per ristrutturare l’immobile dell’amata figlia. Era domenica mattina, la nebbia. Gianni è uscito in giardino a rastrellare. “L’ho visto rientrare in casa, era tranquillo. Ha dato un colpo di tosse. Quando dopo una ventina di minuti sono rientrata anch’io, non dava più segni di vita. Tutto inutile, anche i soccorsi tempestivi”. Ricorda la moglie Rosemma. E’ probabile, dice un amico medico presente alle esequie, che “l’insufficienza cardiaca possa sfociare in edema, quando il nostro cuore non riesce più a smaltire i liquidi”. Una morte improvvisa, dunque, per nulla annunciata da segni premonitori.

Con il prof. Veirana l’anziano cronista di provincia ha mantenuto un rapporto di stima e collaborazione. Ci siamo incontrati l’ultima volta la mattina del 4 agosto scorso. Trucioli.it aveva pubblicato una foto dei ‘vecchi tempi’ con personaggi savonesi e Gianni non ha avuto difficoltà ad identificarli quasi tutti. Più volte la sua penna, mai per interesse personale, ci ha aiutato: è stata utile la sua limpida ed incorruttibile coscienza critica. Severo anche sul fronte dell’informazione locale, quella che definiva ‘la più amata dai savonesi’ e magari su questo o quel tema, a suo avviso, stava dalla parte sbagliata, non approfondiva, peccava di memoria. Non ha avuto tentennamenti anche quando ha lasciato uno dei primi siti on line della città col quale collaborava, pur senza apparire. Non amava mettersi in mostra e non si sottraeva al fatto che le sue notizie, a volte critiche e punzecchianti, trovavano un riscontro di verità. Non era tra quelli che ti dava una notizia per secondi fini. E quando era il caso si muniva  di macchina fotografica e trasmetteva le immagini testimonianza di questa o quella ‘vergogna’, di questa o quella opera incompiuta, del degrado.

La preghiera e la benedizione di don Giulio Grosso, con la vedova Rosemma e la figlia Livia, prima del viaggio di Gianni Veirana alla volta del camposanto

Gianni, attento e scrupoloso osservatore della vita pubblica di Savona e provincia, memoria storica, con un impegno e una vocazione per l’arte, la musica classica, la letteratura. Il suo pungolo l’ha messo in pratica quasi fino all’ultimo da blogger dietro le quinte, mai per insultare, semmai lucido e rigoroso, per non dimenticare che esistono ancora persone rette e oneste, come accadeva ai tempi della ‘sua’ Democrazia Cristiana che, rimarca l’anziano Franco Bartolini, presente alle esequie su una carrozzella, era un partito che insegnava e praticava dei principi, oggi sempre più inusuali. Il testamento morale di Gianni che ha saputo trasmettere e far partecipe l’adorata figlia Livia.

Addio Gianni, personaggio d’altri tempi, ci hai insegnato e testimoniato quanto sia importante fare politica con la schiena dritta, senza rincorrere il potere temporale ed elettorale. L’edonismo del denaro. (L.C.)

Tra i primi ad arrivare nella chiesa di Porto Vado, il prof. Franco Bartolini, per tre volte è stato presidente della Carisa Spa e amico, estimatore di Veirana. L’incontro con Piero Santi, assessore, democristiano verace “e lo sono tutt’ora”. “I democristiani di un tempo avevano almeno dei principi, degli ideali,” ha ricordato l’87enne cittadino di Quiliano, nato a Roma e che oltre alla scuola, aveva tra i suoi hobby la vigna, l’olio. Produceva ottimo Vermentino e Granaccia, e bianco del vitigno autoctono Verdea, molto raro e quasi introvabile, pregiato per il vino secco e morbido.
L’incontro dopo le esequie di Veirana: il saluto tra ‘ex democristiani’ doc: il prof. Bartolini con il rag. Carlo Cerva, presidente emerito della Campassa, già vice segretario regionale Dc e consigliere comunale a Savona negli anni ’80.
L’incontro del dr. Agostino Torcello, dopo le esequie, con il presidente Bartolini. Torcello, medico pneumologo, ha condotto per anni una tenace battaglia, con il collega Paolo Franceschi, per l’inquinamento ambientale della Tirreno Power di Vado, trovando in Gianni Veirana un convinto e coerente sostenitore. Nella foto con il presidente Cerva e l’ing. Mario Lagasio, tra gli amici di vecchia data di Gianni, tra i primi ad accorrere a Ponzone alla notizia della morte, ex consigliere comunale democristiano
Il dr. Agostino Torcello, da sempre fiero ambientalista nella lotta per la salute dei cittadini dall’inquinamento della centrale di Vado Ligure, saluta, insieme all’ing. Mario Lagasio, il presidente Franco Bartolini, con qualche commento ‘verace’.

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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