Il quotidiano “La Stampa” di martedì 26 e venerdì 29 novembre documenta, anche con fotografie, la definitiva realizzazione delle paratie mobili anti alluvione installate nei tre varchi pubblici di possibile inondazione del centro storico da parte del torrente S.Antonio. Trattasi di un’opera positiva di indubbio valore per la prevenzione, così come la prevista messa in sicurezza dei circa 90 varchi (finestre, porte, sfoghi igienici ecc.) presenti lungo l’intero percorso del rio da piazza Aldo Moro a mare. Peccato che l’autorevole giornale riporti dichiarazioni anonime. Infatti non si capisce bene chi è la figura istituzionale che le parla visto che si cita genericamente il “Comune”. Chi sarà: il comandante dei vigili, il segretario generale, il capo dell’ufficio tecnico, l’addetto alle relazioni con il pubblico ?
Come mia abitudine, intendo portare a conoscenza dell’opinione pubblica, a volte distratta, la consistenza di certe dichiarazioni fatte da “ignoti” appunto, che se valutate attentamente, dimostrano che non tutto è stato previsto per evitare il peggio dopo un’eventuale caduta anomala di pioggia, e ciò significa che ci troviamo di fronte ad una prevenzione limitata. Ricordate, ad esempio, le insistenti piogge di marzo 2011, non forti, ma che hanno portato a franare la collina di S. Michele? Con tanto di permesso a costruire rilasciato in tutta fretta nel 2000/1 ( Sindaco Pino Niccoli) dopo aver sradicato il bosco di gaggie.
Si continua ad ignorare la pericolosità dei “tappi” esistente sui cinque sfoghi a mare delle acque di Corso Italia. Gli anziani nolesi di oggi, i “bindoli” di un tempo che fu, ricorderanno come e quando si giocava a nascondersi nei cunicoli costruiti sotto l’Aurelia, quelli che servivano per convogliare verso la spiaggia le acque piovane di Corso Italia. Cunicoli modificati riducendo la capacità di sfogo per allungare lo scivolo a mare.
Ma di questo già tanto si è scritto e documentato, compreso il “sospiro di sollievo” così ben descritto in una dichiarazione del Sindaco alla stampa alla fine della mareggiata del Novembre 2011 (s.e.o.): “meno male che ha smesso di piovere, altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere”. Di quella mareggiata si sono quantificati i danni alle strutture della Cooperativa Pescatori (non ancora risarciti, anzi…), non si conoscono, invece, l’ammontare dei danni all’interno delle strutture balneari private più esposte a mare; sarebbe interessante conoscere il costo annuale degli interventi della pala meccanica e degli uomini del Comune per pulire e scavare sotto l’apertura a mare dei cinque tombini che regolarmente vengono ostruiti ogni qual volta la prima ondata di mareggiata raggiunge la base dello scivolo.
Due le cause: accanito ripascimento degli arenili, errata progettazione con relativa modifica dello scivolo prolungato verso il mare. Vedere per credere! Sarebbe il completamento di un’operazione di salvaguardia come quella descritta dal “Comune” nei due articoli del quotidiano, almeno accennare al problema che è sotto l’occhio di tutti.
In caso di forti piogge, con il torrente rinchiuso nel suo alveo, le acque che cadono sull’abitato e convogliate nell’imbuto di Corso Italia troveranno sfogo solo esondando sull’Aurelia. Nessuno ne parla, intanto, come sempre, storia recente insegna, i responsabili solitamente riescono a non essere perseguiti.
Sempre per non dimenticare, il 14 dicembre scade il quarto anniversario dell’evacuazione forzata delle abitazioni di via Belvedere. Intanto nel Palazzo di giustizia savonese si attende ancora il responso da parte della Cassazione sul ricorso della Procura di Savona contro la sentenza assolutoria emessa dal G.U.P. nei confronti di otto persone con richiesta di rinvio a giudizio; quella civile per ora, e per un palazzo, ha accordato la terza proroga alla chiusura delle indagini peritali con scadenza a marzo 2014.
ADDIO AD ANGELO REPETTO E A GUERRIN
Angelo Repetto, una persona mite, riservata, di poche parole, risposte assennate, forse l’ultima memoria storica della Noli, quella genuina, appassionato di musica, da sempre il “tamburino” delle due bande musicali nolesi, muratore e contadino, ci ha lasciato. Aveva 90 anni.
Addio pure, a distanza di un giorno, a Guerrin, chef anche in Noli. La sua professionalità ha contribuito, durante il suo lungo periodo di gestione del ristorante Nazionale, a mantenere alto il prestigio, la qualità di eccellenza di sempre di questa attività, perla storica nolese della culinaria.
Carlo Gambetta