Alcune questioni ”grandi”, se non “fondamentali” per l’avvenire di ciò che ne sarà di Pietra Ligure, sono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica da qualche anno a questa parte perché stanno creando contrasti e contrapposizioni, o, semplicemente, perché sono cronicamente irrisolte.
di Mario Carrara*

Su alcune di esse, la maggioranza dei Pietresi sembra si sia assuefatta ad una sorta di placida accettazione o, meglio, rassegnazione che non ci possa essere nulla di diverso e meglio da ciò che è, anche se certe “criticità” sono sotto gli occhi di tutti perché semplicemente “eclatanti’. Infatti, con alcune di esse i Pietresi (e non solo loro…) devono fare i conti, “picchiandoci di naso” tutti i giorni. Di che cosa stiamo parlando, visto che chi amministra la città ha vinto le elezioni soltanto un anno fa? Stiamo parlando degli argomenti “divisivi” che, per la logica dell’ “abbiamo vinto noi e facciamo quello che vogliamo” stanno continuando a dividere la società civile di Pietra Ligure.

Bollette dell’acqua e depurazione non fatta: altro che “tema divisivo”! Qui, si sta parlando di un’Amministrazione comunale che, sollecitata a sostenere le ragioni e le lamentele dei propri cittadini, sembra, invece, prendere, ogni volta che può, le parti della società gerente i servizi idrici. Infatti, quest’ultima continua a pretendere di far pagare in bolletta i costi della depurazione delle acque, la quale lo stesso Sindaco De Vincenzi, in passato, dichiarò che veniva fatta solo per il 30% del territorio pietrese, mentre il restante 70% ne rimaneva escluso. Non solo: ma lo stesso Sindaco fu tra i mandanti di una diffida scritta dall’avv. Lorenzo Cuocolo, legale di fama e docente universitario, contro la stessa società affinché quest’ultima adempisse i propri impegni di realizzare il collegamento con il depuratore di Borghetto S.Spirito, senza il quale non ci può essere alcuna depurazione. Ovviamente, l’acqua dei reflui che non viene depurata va a finire in mare. Le conseguenze si possono vedere anche nel mare del Comune con la bandiera blu. Il bello è che la società gerente i servizi idrici continua imperterrita a inserire i costi della depurazione nelle bollette, come se la facesse compiutamente al 100%, mentre essa stessa, in propri scritti, dichiara che non la può fare, in tempi e per quantità che non precisa mai quali siano.

Eppure, fa pagare la depurazione per somme che arrivano anche oltre il 55/60% sul costo finale delle bollette. stesse. Orbene: tutto questo per dire che il Sindaco ha preso di nuovo posizione a favore delle ragioni della società contro quelle dei cittadini, votando contro e bocciando la richiesta di appoggio ad una diffida contro la medesima società presentata dall’avv. Margherita Gallo per un’associazione di consumatori pietrese, affinché venissero da subito sospese le iscrizioni degli importi della depurazione nelle bollette, fintantoché tutte le utenze non fossero state regolarmente collegate al depuratore.
Ecco, di questo problema ne è consapevole ogni utente che paga l’acqua, ma molti, pur mugugnando perché pagano “l’ingiusto”, si dimostrano assuefatti a questa situazione e piegano la testa e pagano. E appoggiano il Sindaco che, a sua volta, senza pudore, appoggia la società che li costringe a pagare quanto non dovrebbero.
PS.: Che fine hanno fatto le due diverse diffide citate più sopra? Quella dell’avv. Prof. Cuocolo, incaricato da De Vincenzi & c. per fornire assistenza legale ai Comuni di Pietra, Tovo, Borgio, Giustenice e Magliolo nei riguardi della “Servizi Ambientali” e quella dell’avv. Gallo contro la Servizi Ambientali per i costi della depurazione nelle bollette?
Allora: la prima diffida, quella dell’avv. Prof. Cuocolo, incaricato da De Vincenzi & c. per la cifra di €. 10.784, di cui €.4.702,16 a carico, complessivamente, di Tovo, Borgio, Giustenice e Magliolo e tutto il resto, cioè €. 6.081,84 della sola Pietra Ligure, è stata fatta finire, alla chetichella, nel “dimenticatoio”: di essa, dopo i titoli di propaganda strombazzati sugli organi d’informazione, non se ne è saputo più nulla. È finito tutto a “tarallucci e vino”? L’avv. Prof.Cuocolo risulta, com’è giusto, che sia stato regolarmente pagato del suo onorario.
L’altra diffida, quella dell avv. cassazionista Gallo, la quale ha offerto il suo ingegno ed il suo tempo per redigere la diffida a favore dei diritti dei cittadini, è stata bocciata in Consiglio comunale dai rappresentanti dei cittadini. O meglio: dalla maggioranza “Devincenziana” dei rappresentanti dei cittadini. Bello, eh..? Tanto si doveva per dovere d’informazione, perché i cittadini queste cose ….non le sanno.
Forse che a molti Pietresi piaccia soffrire?
Tributi comunali al massimo
Non è che De Vincenzi si limiti ad appoggiare le società che chiedono soldi non dovuti ai cittadini Pietresi, perché ce ne mette “del suo”, come Sindaco, nel chiedere soldi ai suoi concittadini. Come? Spremendo al massimo i cittadini con le aliquote dei tributi comunali tutte tenute, appunto, al massimo.
Una riprova? L‘IMU: all’11,40 x mille; l‘ADDIZIONALE SULL’IRPEF: allo 0,80; la TARI per la quale, neanche negli anni del COVID, sono mai state concesse riduzioni generali delle tariffe, a differenza di quanto facevano altri Comuni, l’Imposta di soggiorno di nuovo aumentata per il 2025.. Tutto ciò ha portato, ovviamente, in questi anni il Comune ad attivi di bilancio multimilionari. Dopo anni come il 2022: 5.532.194 euro di attivo, il 2023: 6.629.534 euro di attivo, ora siamo arrivati alla cifra strabiliante di 7.024.860 euro di attivo del 2024!!! Fatte le debite proporzioni per un Comune di 8000 abitanti, un po’ come fossimo uno sceiccato arabo. Molti diranno: be’, sì, ma con tutti questi soldi di attivo, guarda quanti lavori si fanno! Ebbene, no! Perché i lavori fatti in giro sono, per la maggior parte finanziati con soldi della Regione o dello Stato, (benignamente concessi solo dalla Regione Liguria di centrodestra, dal 2019 al 2024: ben 13.651.197 euro!), mentre, invece, la stragrande parte dello stesso attivo viene accantonata, quindi, è inutilizzabile dal Comune. Per dare un’idea di quanto stiamo affermando, degli oltre 7 milioni di “attivo” di bilancio, la parte cosiddetta “disponibile”, per cui il Comune ne fa ciò che vuole è di soli €. 335.174! E allora!? A cosa serve avere le tasse al massimo se intanto i loro proventi non si possono utilizzare per fare delle opere ma vengono accantonati? Non sarebbe meglio non spremere i cittadini così tanto per aver così poco in cambio e puntare solo al pareggio del bilancio? In questo caso avremmo una pressione fiscale senz’altro meno pesante ed i cittadini “respirerebbero”, finanziariamente parlando, meglio. Ma nonostante queste cose siano state dette e denunciate più volte in Consiglio comunale, sembra che a molti cittadini Pietresi vada bene così.
Forse che a molti Pietresi piaccia soffrire?
Mattoni e cementi armati.
E che dire del fatto che Pietra Ligure non sia dotata di un piano regolatore urbanistico? L’ultimo approvato risale al 17 Febbraio 1995. Ovviamente, è decaduto e con esso sono decaduti tutti i vincoli che conteneva. Ma Pietra Ligure vive il paradosso, forse unico in tutta la Regione, di avere la redazione dello stesso piano affidata allo studio di un pool di tecnici da 23 anni, che, finora, non ha prodotto nessun risultato concreto. Questo ha causato una sostanziale “deregulation” per cui, non essendoci più regole fisse e predeterminate, si sta assistendo, da qualche tempo, al proliferare di edificazioni di ogni tipo ed in ogni dove, ma, per lo più, tutte “ammalate” o caratterizzate dalla sindrome del “gigantismo”. Le case diventano palazzi; i palazzi diventano ecomostri. Nessuno è più sicuro che, ad esempio, la casetta a fianco della sua non diventi un megacondominio di svariati piani. In una situazione senza il piano regolatore la conseguenza non può essere che quella, cioè l’incertezza su tutto: tutto può essere o non essere consentito. Forse il fatto che ci siano dei tecnici che finora, pur non avendo tirato fuori un “ragno dal buco”, siano incaricati di redigere il piano regolatore potrebbe costituire l’escamotage per cui la Regione Liguria non abbia ancora commissariato Pietra Ligure, sostituendosi al Comune e facendo essa stessa quello che il Comune sta dimostrando, a occhi vedenti, di NON essere in grado di fare, oppure di NON voler deliberatamente fare. Forse, in quest’ultimo caso, per avere le mani libere di fare quel che che si vuole? Come, in effetti, sta succedendo? Forse che anche la Regione Liguria sia “connivente”, nel senso che abbassi gli occhi per non guardare questa situazione che è evidente a tutti? S’intende, che non ci troviamo in una situazione di anarchia totale, dove ognuno fa quel che vuole e gli conviene. C’è, infatti, chi domina la situazione, nel senso di avere sotto il suo diretto controllo tutto il settore edile ed urbanistico della città. È uno che ha ben “le mani in pasta”, nell’autentico significato etimologico di quest’espressione (vedi vocabolario), nel senso che da sempre tratta la materia ed ora anche la domina: il Sindaco geometra: prima, per circa 40 anni come geometra dell’ufficio edilizia del Comune, poi nell’ultima ventina, circa, come Sindaco e sempre detentore della delega all’urbanistica. Uno, quindi, abituato ed aduso alle trattative con impresari e costruttori. Ma, uno che, in quanto tale, non può dire di non avere responsabilità per quanto sta succedendo nell’edilizia della città. Non può dire che sono gli altri i responsabili perché questo settore l’ha sempre tenuto lui saldamente nelle sue mani. Come non può dire che non sia sua responsabilità se i tecnici incaricati di redigere il piano regolatore siano, sostanzialmente, da 23 anni pagati senza produrlo. Non è un caso unico in tutta la Liguria, questo? E così, la bella cittadina di Pietra Ligure, fuori dal suo centro storico, si sta trasformando in un immenso quartiere di condomini di seconde case, degno solo delle periferie delle grandi città. Una situazione che forse produce la somma gioia “lavorativo-affaristica” di quelle quattro o cinque imprese immobiliaristiche che spadroneggiano nel mercato.
Forse che a molti Pietresi piaccia soffrire?
La viabilità paralizzata o ingessata.
Il 16 Gennaio 2021, data di entrata in vigore del senso unico sul lungomare, coincide con l’inizio dell’era delle code sulla via Aurelia. Prima non c’erano mai state. Senz’altro non c’erano mai state nelle dimensioni e nella frequenza cronica di oggi. Subito dopo l’entrata in vigore di questo scellerato provvedimento si sono susseguite petizioni di migliaia di firme sul web: respinte al mittente perché senza valore; poi, petizioni a norma di Statuto comunale, anch’esse, pur di “valore” ma lo stesso bocciate. Quindi, numerose mozioni consiliari presentate proprio da chi sta ora scrivendo, con le quali si richiedeva il ripristino del doppio senso di marcia sul lungomare: bocciate! Altre mozioni chiedevano l’adozione di provvedimenti “sperimentali” o “temporanei” per almeno verificare se, col ripristino del doppio senso sul lungomare, le code sull’Aurelia sarebbero terminate o diminuite. Niente: bocciate anche queste con la scusa che le code erano, volta a volta, provocate dai: ponti turistici, dal maltempo, dal caldo, dalle scuole, dai lavori sull’autostrada. Figuriamoci! Vi immaginate se, avendo, per ipotesi, accettato di ripristinare anche solo per un breve periodo il doppio senso sul lungomare, fosse risultato che era proprio lì la causa delle code sull’Aurelia? Sarebbero state smentite tutte le fandonie accampate per dire di no: i lavori sull’autostrada, il caldo, il freddo, ecc. Ora, lavori sull’autostrada NON ce ne sono, ma le code di auto, sull’Aurelia, praticamente tutti i giorni, sì. Eppure, pur finendo “in coda”, c’è chi si ostina a dire che non è colpa del senso unico del lungomare…, che il Sindaco non ne ha colpa…, ecc. Eppure, alle ultime elezioni c’era chi aveva proposto provvedimenti che sarebbero stati presi da subito per eliminare la paralisi del traffico sulla via Aurelia ed il conseguente impoverimento economico e sociale del centro storico. Eppure, la maggioranza ha preferito votare per chi voleva che questa situazione permanesse e continuasse. Eppure, pensiamo, tanti, forse tutti, quelli che hanno votato il Sindaco De Vincenzi, il vero artefice di questi provvedimenti viabilistici in quanto tuttora detentore della delega alla viabilità, in coda sull’Aurelia, almeno una volta, ci saranno ben finiti?! No?
Forse che a molti Pietresi piaccia soffrire?
Area del cantiere navale.
Nel 2015 è stato definitivamente approvato il progetto cosiddetto di “Colaninno”, che prevede tanti palazzi, un grande edificio ad albergo, un cantiere navale ridotto, un porto, niente spiagge. Se avessero voluto, se volessero ancor oggi, avrebbero potuto fare i lavori per attuarlo. Eppure in dieci anni, di quel progetto non hanno piantato un chiodo.
Però, in merito a questa stessa area, hanno scritto, o meglio, hanno disegnato tanto e …di tutto. Su riviste patinate ed accattivanti abbiamo visto progetti avveniristici, nei quali la bravura di chi disegnava e colorava faceva diventare bella e piacevole anche l’idea sconsiderata di riempire di cemento un’area sul mare come quella, secondo la parola d’ordine: “Più cemento che si può”. Abbiamo letto e poi divulgato quelle che sembravano le vere intenzioni di chi su quell’area avrebbe potuto costruire e che non corrispondevano al fatto di voler realizzare il progetto approvato nel 2015, già di per sé stesso ben impattante, ma di …fare di più: molto di più.
Un’amministrazione comunale responsabile avrebbe troncato sul nascere simili “appetiti” o smanie, nel senso di dire: “Guardate: qui, a Pietra, non c’è trippa per gatti. Fate il progetto che è già approvato, che è già tanto ma nessuno ve lo può impedire, anche se è molto contrastato”. Invece…. Invece, secondo quell’andazzo che di questi tempi va di moda a Pietra Ligure, secondo cui “tanto cemento armato è bello” e di cui abbiamo parlato più sopra, non si sono scoraggiate con decisione certe “velleità” cementifere, ma, anzi, si è andati congiuntamente, Comune e costruttori insieme, a fare “la promozione” di nuovi progetti edificatori per quell’area. Ciò accadeva il 18 Aprile del 2024 al cinema teatro comunale, quando venne illustrato quello che avrebbe dovuto essere il nuovo progetto per l’area del cantiere, in sostituzione dell’attuale. Ma, forse, l’altra preoccupazione, quella “vera”, era di rassicurare l’opinione pubblica, prossima a votare di lì a poco, che “quei” progetti, visti sulle riviste edite dalla stessa società costruttrice e da noi divulgati, non erano mica una roba vera, una roba seria…, erano solo delle idee progettuali di fantasia, roba da studenti…, che anche se portavano la firma di studi di architetti prestigiosi, li avevano fatti, chessò io.., magari per tenersi in esercizio, a tempo perso… o magari li avevano fatti i figli minorenni degli architetti per essere invogliati alla professione… Questo accadeva il 18 Aprile 2024, perché, probabilmente, subito dopo c’erano le elezioni ed è legittimo il sospetto che, forse, la vera intenzione fosse di rassicurare gli elettori che la lista di De Vincenzi non voleva interventi edilizi mastodontici, bensì quello molto più rassicurante visto ed illustrato al cinema da Sindaco e proprietà, che era la sostanziale fotocopia di quello già approvato…
Oggi, siamo ad Agosto del 2025, ad oltre un anno abbondante dopo quella presentazione, ma in Comune quello, che era stato definito il “vero” progetto, per di più anche “pronto”, non si è ancor visto. Perché?
Quella del 18 Aprile 2024 al cinema, si ha il sospetto che si stia rivelando sempre più nient’altro che una “passerella elettorale”, fatta in piena campagna elettorale, forse per condizionare l’opinione pubblica sul voto, in cui sembrerebbe proprio che la società costruttrice si sia prestata a far da sostegno al Sindaco uscente, che gestiva la materia edilizia, per far sì che tornasse ad essere Sindaco rientrante.
Visto che, quindi, quel progetto era solo una roba di fantasia, poi finita nel nulla da cui proveniva, è difficile allontanare il dubbio che, inserito nel pieno di una campagna elettorale, non abbia influenzato e condizionato il voto immediatamente successivo. Tenuto anche conto che De Vincenzi, in quel momento, non era un “semplice candidato”, ma un “candidato Sindaco in carica”. Cosa non da poco, ai fini della “visibilità elettorale“, o no?
Eppure, eppure.. le alternative c’erano. Ma i Pietresi, in maggioranza, hanno votato come hanno votato. E bisogna democraticamente rispettare il risultato elettorale.
E, vista la situazione attuale dell’area del cantiere: ….Forse che a molti Pietresi piaccia soffrire?
Queste riflessioni vengono poste dopo oltre un anno dalle elezioni comunali. Elezioni che hanno rischiato di vedere correre una sola lista.
Ma, senza contendenti, poi, ci sarebbe stata un’Amministrazione comunale senza più controlli, che avrebbe spadroneggiato in lungo ed in largo e sarebbe stata totalmente libera di imporre a tutti il suo volere e di fare e disfare quello che voleva.
Ma non è così: chi ha il coraggio di parlare, di controllare svolgendo il proprio ruolo e di esprimere il proprio pensiero restando fedele al mandato di tanti Pietresi, finché a Dio piacerà, c’è ancora.
*Mario Carrara, consigliere comunale di opposizione
31 Luglio 2025