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Liguria e Basso Piemonte

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Un ricco armatore italo-svizzero interessato a rilevare Il Secolo XIX. In redazione (centrale e provinciali) 11 pensionamenti, 5-6 regolarizzazioni


Il Secolo XIX “dimagrisce”. 11 giornalisti in pensione e vuole sbarcare a Piccapietra la corazzata Msc di Aponte. Tempi di sacrifici per la nuova direttrice Aloia, appena arrivata da Repubblica con l’uscita di un caporedattore centrale, del capo di Cultura e Spettacoli e la decapitazione della redazione di Chiavari, l’unica ancora in grado di portare copie.

In assenza di dati ufficiali, quelli ufficiosi indicano in 18 mila le copie complessive vendute nelle edicole liguri e del basso Piemonte, quante la sola redazione di Savona ‘vendeva’ mediamente negli anni migliori.

Gianluigi Aponte tratta con John Elkann: vuole rilevare Il Secolo XIX. Il ricco armatore sembrerebbe propenso a entrare nel panorama dell’editoria italiana iniziando con un giornale locale.

Da Ita a Italo: dopo l’ex Alitalia, l’armatore miliardario Gianluigi Aponte guarda alle ferrovie e all’editoria

Da qualche tempo circolano voci riguardo all’interesse del ricco armatore Gianluigi Aponte nel prendere in mano le redini del quotidiano storico genovese “Il Secolo XIX”. Attualmente sotto l’egida di Gedi, società editrice controllata da Exor (la holding della famiglia Agnelli-Elkann) e proprietaria di testate come Repubblica e La Stampa, “Il Secolo XIX” si trova al centro di speculazioni sulla possibile vendita da parte del gruppo.

Tale mossa – scrive Il Fatto Quotidiano – potrebbe rappresentare il vero progetto di Aponte, originario di Sorrento e residente in Svizzera, imprenditore di successo nel settore navale, logistico, ferroviario e aereo. L’uomo sembrerebbe propenso a entrare nel panorama dell’editoria italiana iniziando con un giornale locale, con l’obiettivo di estendere successivamente la sua influenza, motivo per il quale avrebbe avvicinato John Elkann. Una possibile area di espansione potrebbe essere proprio il gruppo Gedi, che, nonostante smentite ufficiali, sarebbe, secondo voci di mercato, aperto a valutare offerte.

Dopo la fase di grande concentrazione editoriale derivante dalla fusione con il vecchio Gruppo Repubblica-L’Espresso guidato dalla famiglia De Benedetti, sono emerse successive cessioni, coinvolgendo testate come La Città di Salerno, Il Tirreno, le gazzette emiliane (Gazzetta di Reggio, la Gazzetta di Modena e la Nuova Ferrara), la Nuova Sardegna, i giornali del Nordest (Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova di Venezia e Mestre, Il Corriere delle Alpi, Il Messaggero Veneto, Il Piccolo, la testata online Nordest Economia), oltre a testate storiche come MicroMega e L’Espresso.

Se le voci venissero confermate, un altro editore “impuro” si unirebbe al panorama dell’informazione italiana. Aponte, con interessi in vari settori, tra cui il porto di Genova, è noto per giocare un ruolo predominante nel traffico crocieristico, controllando importanti segmenti con il colosso MSC (sponsor tra l’altro di Milan e Napoli) e la gestione delle stazioni marittime. Ha anche una presenza significativa in altri settori portuali e si è espanso nei treni con l’acquisizione di Italo, possiede una compagnia di aereo cargo e ha interessi in compagnie di navigazione come Moby e Tirrenia.

Oltre a ciò, le società di Aponte sono tra i principali beneficiari del rifacimento della vecchia diga foranea, un progetto fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). A livello locale, Aponte ha esteso la sua influenza all’aeroporto di Genova, dove il suo stretto collaboratore, Alfonso Lavarello, è attualmente a capo. Alcune delle società di Aponte hanno anche finanziato la campagna elettorale del governatore ligure Giovanni Toti.

NOTA DI TRUCIOLI.IT – Nel frattempo nella redazione centrale del più diffuso quotidiano ligure è in programma un intervento di ‘regolarizzazioni’  e sfoltimenti redazionali. Ovvero pensionamenti, ‘cassa integrazione’ (?). Tra nomi di capi e redattori: Onofrio, Albanese, Pettinaroli, Costa, Galeotti, Plebe, Pin, Donzella, Raffa, Bracco (lavorava alla redazione La Stampa di Torino, dopo l’unificazione dei due quotidiani nelle cronache provinciali liguri).

La più ‘colpita’ appare la redazione di Chiavari che con Savona, nei tempi di maggiore diffusione del giornale 140-180 mila copie vendute nelle edicole, erano trainanti in termini di copie. Chi non ricorda i capi redazione storici come Federico Canale e Paolo Cavallo. In complesso le ‘uscite’ dovrebbero essere 11  a fronte di cinque ‘regolarizzazioni’ di chi già opera praticamente a tempo pieno. Tra chi aveva raggiunto la pensione anche il compianto Giovanni Ciolina vice dopo l’unificazione Secolo XIX-Stampa nella redazione di Savona. Quindi il totale avrebbe dovuto essere di 12 (uscite) e 6 (entrate). In quel caso potrebbe essere ‘regolarizzata’, dopo una lunga attesa e ripetute promesse (vedi precedente direttore) la ‘mastina’ Silvia Campese (Savona).

Il clima che si respira  al Secolo XIX per chi mantiene qualche contatto, da ex collega di redazione, è di un generoso impegno e rinnovamento. Accade con il cambio della guardia al Secolo XIX (ottobre 2023), il giornale diretto da Stefania Aloia, prima direttrice donna del quotidiano. Qualche appunto semmai, al di là dell’organico che resta il fattore primario, è quello di una tendenza, soprattutto nei titoli, di una lettura ultra femminista (?) che forse non raccoglie molti consensi in una redazione di maschi.


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