Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Novità al Fatto Quotidiano di Travaglio
Notizie in pillole e più inchieste.
A La Stampa varato il piano dei tagli
che tutela i redditi più bassi (121 sì, 40 no)


Nell’editoriale il direttore Marco Travaglio annuncia l’arrivo di ‘Un Fatto nuovo’. Meno rilievo alle notizie, riprese in pillole perchè già ‘masticate’ dal web,  e più spazio a inchieste, storie, analisi, commenti, interviste, dibattiti, fact checking.. Inoltre nuove rubriche.Alla Stampa di Torino con 121 voti favorevoli, 40 contrari, 15 astenuti, una scheda bianca (Hanno votato 177 giornalisti su 206 aventi diritto) approvato l’accordi sindacale per la riduzione dei costi e tagli. Un anno di solidarietà al 15% alle collaborazioni sopra 80€. Tutelati i redditi più bassi. Intanto Carlo Verdelli (ex direttore di repubblica torna al Corriere della Sera).

Ecco il ‘nuovo Fatto’ raccontato da Travaglio- Che senso ha un giornale di carta nell’èra del web? Perché mai aspettare il giorno dopo per conoscere le notizie del giorno prima che tutti, o almeno molti, hanno già ricevuto in tempo reale? Ce lo domandavano in molti già nel 2009, quando con Antonio Padellaro, Peter Gomez, Marco Lillo e un pugno di altri colleghi ci imbarcammo nella folle impresa del Fatto Quotidiano. E ce lo domandavamo anche noi. La risposta, per chi c’era, è nota: 30 mila abbonati al buio, sulla fiducia, prima di vedere il nostro giornale. E almeno il doppio di acquirenti dopo l’uscita nelle edicole.

Da allora sono trascorsi 11 anni, il web gratuito e il digitale a pagamento hanno preso sempre più piede e si sono mangiati più della metà dei fatturati della carta stampata e delle edicole, nonché i tre quarti dei distributori. Eppure Il Fatto è più vivo che mai, con 50 mila acquirenti stabili (e almeno il quadruplo di lettori abituali) fra abbonati e habitué dell’edicola, una società editoriale multimediale guidata da Cinzia Monteverdi che, anziché tagliare sul personale come fanno altri, si tiene stretto il “capitale umano” e ci investe nuove risorse.

Qualche mese fa, finiti i festeggiamenti del decennale, quando nessuno immaginava lo tsunami da Covid, ci siamo detti che era il momento di pensare a un Fatto nuovo. Non solo nella grafica, ma anche nell’offerta dei contenuti, per tenere il passo con i tempi che cambiano: con l’esigenza sempre più diffusa di un giornale più chiaro, leggibile, esclusivo, originale e sorprendente. Meno legato al flusso delle notizie del giorno prima, già masticate dai siti e dai social, dai tg, dai talk show e dalle rassegne stampa, e più ancorato ai “fatti del Fatto”. Cioè ai nostri scoop, inchieste, storie, analisi, commenti, interviste, dibattiti, fact checking.

Un esempio, per capirci: l’altro giorno il deputato Ricciardi ha scatenato reazioni furibonde, alla Camera e fuori, col suo atto d’accusa al “modello Lombardia”. L’indomani era impossibile che qualcuno non ne sapesse nulla, visto che fra il pomeriggio e la sera precedenti se n’era parlato dappertutto: in questi casi, se saremo bravi e mentalmente elastici, il nostro compito del giorno dopo non sarà di fornire una “ribollita” del déjà vu, ma una breve sintesi dell’accaduto seguita dai nostri approfondimenti, ascoltando voci favorevoli e contrarie alla tesi del deputato e indagando (come han fatto Maddalena Oliva e Davide Milosa) i principali errori commessi tutt’oggi dalla Lombardia. Solo così offriremo ai lettori un valore aggiunto rispetto a ciò che già si sa o che gli altri non dicono.

Le notizie in pillole le troverete nella sezione “Zoom”, quelle esclusive nel “Focus”, le letture più ampie nel “Radar”: queste e altre novità scoprirete da martedì, distribuite su 24 o su 20 pagine a seconda dei giorni, insieme a nuove rubriche e iniziative, alle pagine di politica, cronaca, economia (l’inserto speciale del mercoledì passa al lunedì), esteri, “secondo tempo”, lettere e commenti.

Ma, dicevo, mentre il nostro art director Fabio Corsi e la sua squadra lavoravano al nuovo progetto grafico e noi giornalisti ai nuovi contenuti (a proposito: grazie a tutta la redazione per il magnifico lavoro durante la quarantena e soprattutto al nostro condirettore Ettore Boffano, tornato dalla pensione per qualche mese per aiutarci nell’operazione-rilancio), il mondo intorno a noi cambiava un’altra volta a causa della pandemia.

E il panorama imprenditorial-editoriale veniva sconvolto da nuovi sommovimenti, con lo spadone della nuova razza padrona sbattuto sul tavolo di “Stampubblica” e, di riflesso, della politica. I valori costituzionali della salute e dell’eguaglianza, che parevano tornati al centro della vita pubblica, sono finiti di nuovo in un angolo a suon di diktat della Confindustria e dei suoi gregari politici e giornalistici, ansiosi di “riaprire tutto subito” e poi di mettere le mani sui soldi pubblici (statali ed europei) della ricostruzione. Un clima mefitico che ci ha ispirato lo slogan della nostra campagna promozionale: “Per non tornare alla ‘normalità’ di prima”.

Intanto, non saprei dire se per merito nostro o per demerito altrui, accadeva un piccolo miracolo: proprio mentre la gente era chiusa in casa, i nostri acquirenti in edicola e i nostri abbonati digitali aumentavano a vista d’occhio. E nuove firme importanti si avvicinavano al Fatto come a una scialuppa di salvataggio: alcune le avete già viste, altre le scoprirete da martedì in edicola.

Infine c’è la nuova offerta digitale, per gli abbonati online vecchi e nuovi (attenzione alle offerte post-Covid a prezzi molto convenienti): un pool di nostri giornalisti, coordinato da Salvatore Cannavò, invierà newsletter quotidiane e settimanali con contenuti supplementari a quelli della carta, alcuni gratuiti e altri a pagamento sul sito ilfattoquotidiano.it, oltre alla versione digitale del nostro mensile Millennium diretto da Peter Gomez e ai programmi di Loft (la nostra tv diretta da David Perluigi). Noi ce l’abbiamo messa tutta. Voi ci direte se ne sia valsa la pena. Grazie.

CARLO VERDELLI (EX DIRETTORE DI REPUBBLICA)

TORNA AL CORRIERE DELLA SERA

Il Corriere della Sera annuncia il ritorno di Carlo Verdelli tra le grandi firme del quotidiano. A poche settimane dall’addio alla direzione di Repubblica, Verdelli, che già in passato aveva ricoperto importanti ruoli nel gruppo Rcs, prima come vicedirettore del Corriere della Sera e direttore di Sette e, successivamente, in qualità di direttore de La Gazzetta dello Sport, riprenderà la storica collaborazione con il Corriere della Sera, dove firmerà a partire dal 1° giugno.

«Un caloroso bentornato a Carlo», afferma Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera. «Un giornalista di grandissimo valore, e un amico, che siamo felici di poter nuovamente avere tra le nostre firme certi che, come già avvenuto in passato, saprà arricchire con importanti editoriali e contributi originali le nostre pagine».

«Il Corriere della Sera – aggiunge Urbano Cairo, presidente di Cairo Communication e di Rcs MediaGroup – da sempre si è distinto per la sua capacità di essere espressione dei più grandi giornalisti del Paese, come è Carlo Verdelli, al quale vanno il mio benvenuto e gli auguri di buon lavoro». (Ansa)

 

LA STAMPA ACCORDO SINDACALE PER RIDURRE I COSTI:

1 ANNO DI SOLIDARIETA’, FORFETIZZAZIONE STRAORDINARI E TAGLIO COLLABORAZIONI
(Da Primaonline comunicazione) Accordo sindacale che alla Stampa  di Torino pone fine a una trattativa iniziata a settembre, durante la quale i giornalisti del quotidiano torinese hanno scioperato quattro giorni e per oltre due settimane non hanno firmato il giornale.

L’intesa, raggiunta il 21 aprile durante la direzione di Maurizio Molinari, è stata confermata con il nuovo direttore Massimo Giannino e approvata dall’assemblea di redazione con 121 voti favorevoli, 40 contrari, 15 astenuti, una scheda bianca. Hanno votato 177 giornalisti su 206 aventi diritto.
Con l’accordo scatta un anno di solidarietà al 15% (l’azienda aveva inizilamente richiesto il 18%). La percentuale scenderà alla settima uscita definitiva dalla redazione. L’intesa prevede la forfettizzazione degli straordinari fatti nel 2019 (60% per gli art 1, 70% per i contratti depotenziati degli assunti dopo il 28 marzo 2013) e le ‘domeniche compensate’ (una ogni 3 gli art 1, una ogni 5 i depotenziati).
Un accordo che, quindi, tutela i redditi più bassi. Saranno inoltre stabilizzati tre giornalisti che fino ad oggi hanno lavorato con contratti a termine, mentre un art. 12 (corrispondente) della Cronaca verrà assunto a tempo indeterminato entro fine anno. Congelati anche gli otto trasferimenti da Roma a Torino annunciati dall’azienda.

Tagli alle collaborazioni: le spese vengono ridotte di altri 450 mila euro entro la fine di quest’anno. Tutti i compensi, il cui importo unitario supera gli 80 euro, vengono tagliati del 15%.


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