Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Diffamazione al Pm antimafia: condanne a Sallusti e Sgarbi, ora rischiano il carcere


Alessandro Sallusti non è soltanto il direttore del ‘battagliero’ quotidiano (Il Giornale) della famiglia di Silvio Berlusconi. E’ ospite fisso (anche per gli ascolti) di numerose trasmissioni televisive, in particolare L 7 dell’editore del Corriere della Sera Urbano Cairo, presidente del Toro. Il Gruppo Corsera, in questi giorni, al centro di uno sciopero causa tagli ai dorsali con desk a Padova. Le edizioni coinvolte sono quelle del Trentino e dell’Alto Adige, di Bologna, il Corriere del Veneto (con le 4 edizioni di Venezia e Mestre, Treviso e Belluno, Vicenza, Padova e Rovigo) e di Verona. Sallusti che questa volta fa notizia (l’abbiamo letta solo attraverso l’ANSA) dopo una condanna, in primo grado, per diffamazione nei confronti di Nino Di Matteo, tra i magistrati più noti per la lotta alla mafia. Condannato anche il ‘re delle gazzarre’ tv e tornato neo onorevole Vittorio Sgarbi con il suo classico ‘capra’. Leggi anche la sentenza della Cassazione: c’è differenza sostanziale a scrivere indagato o imputato. Condannati Ezio Mauro, ex direttore di la Repubblica ed il giornalista Daniele Mastrogiacomo (2007  vittima di un rapimento in Afghanistan ad opera dei talebani). Leggi anche: l’ex ministro della giustizia Castelli (Lega Nord) a processo per diffamazione, dopo 14 anni reato prescritto.

Il dr. Di Matteo, a Palermo, accompagnato dalla scorta armata

Nel 2012 il direttore Sallusti aveva schivato la galara perchè graziato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ora se venissero confermate in secondo  grado e in Cassazione le condanne rispettivamente a 3 mesi e a 6  mesi di reclusione per Alessandro Sallusti e Vittorio Sgarbi per  un articolo sul magistrato palermitano Nino Di Matteo, il  direttore de ‘Il Giornale’ e il critico d’arte dovrebbero   scontare la pena in carcere, qualora non chiedessero una misura  alternativa alla detenzione, come l’affidamento in prova. Il  giudice di Monza, infatti, a differenza di quanto si era appreso in un primo momento, non ha applicato la sospensione condizionale.

Alessandro Sallusti direttore de Il Giornale e volto noto della televisione generalista volto no

Nel 2012 Sallusti venne condannato per

Vittorio Sgarbi, neo parlamentare di FI, il critico d’arte più gettonato d’Italia

diffamazione a 14 mesi  di reclusione dalla Cassazione e, dopo aver scelto di non   chiedere l’affidamento, finì ai domiciliari e poi l’allora  presidente della Repubblica Napolitano gli concesse la grazia.  Dopo la condanna, tra l’altro, l’allora procuratore di Milano  Bruti Liberati intervenne anche contro la linea dell’Ufficio   esecuzioni per far applicare la cosiddetta ‘doppia sospensione’ della pena che portò ai domiciliari e non al carcere previsto il  direttore de ‘Il Giornale’. (ANSA).

 

LIBERTA’ DI STAMPA E CRONACA GIUDIZIARIA,

ATTENTI A SCRIVERE  ‘INDAGATO O IMPUTATO’, C’E’ DIFFERENZA SOSTANZIALE

22.5.2018 – Importante decisione della Cassazione in tema di libertà di stampa e di cronaca giudiziaria: costituisce diffamazione a mezzo stampa presentare falsamente al pubblico in un articolo giornalistico una persona come imputata, anziché come indagata. A distanza di ben 16 anni e mezzo dai fatti la prima sezione civile della Suprema Corte con ordinanza n. 12370 del 18 maggio 2018 ha così definitivamente condannato l’ex direttore del quotidiano La Repubblica Ezio Mauro e l’inviato Daniele Mastrogiacomo a risarcire complessivamente 43 mila euro all’ex ambasciatore d’Italia in Albania Paolo Foresti proprio perché falsamente presentato ai lettori come imputato, anziché come indagato in un’inchiesta della Procura della Repubblica di Frosinone.  Questo é il principio di diritto affermato dai supremi giudici: «Integra diffamazione a mezzo stampa, per l’insussistenza dell’esimente del diritto di cronaca giudiziaria, l’attribuzione ad un soggetto nell’ambito di un articolo giornalistico della falsa posizione di imputato, anziché di indagato, in quanto il giornalista riferisca di un ‘avvenuta richiesta di rinvio a giudizio, in luogo della reale circostanza della notificazione dell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari di cui all’art. 415-bis cod. proc. pen., non potendo detti atti reputarsi equivalenti, dal momento che quest’ultimo, a differenza del primo, non comporta esercizio dell’azione penale ed ha lo scopo di consentire all’indagato l’esercizio del diritto di difesa con la possibilità di un approfondimento delle stesse indagini».

Leggi i fatti e la motivazione……

L’EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CASTELLI (LEGA NORD) SCCATTA LA PRESCRIZIONE DOPO 14 ANNI

A distanza di 14 anni si chiude per prescrizione in Cassazione il processo per diffamazione a carico dell’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli. Era accusato di aver denigrato in tv l’on. Oliviero Diliberto. Cassazione 1^ Sezione penale Sentenza n. 22862 del 22 maggio 2018 (Presidente Mariastefania Di Tomassi, relatore Assunta Cocomello)

Leggi la motivazione della sentenza……

 


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