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Liguria e Basso Piemonte

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Alassio ‘perde’ mons. De Canis, arriva don Corini (laurea Sacra Scrittura e lingue bibliche). Don Paolo presidente Oneglia Fbc


Capita anche ai cronisti più capaci di prendere un ‘granchio’, vale a dire non valorizzare la notizia. Ebbene è quanto accaduto il 15 aprile quando i due quotidiani locali (Il Secolo XIX, La Stampa e i social più diffusi) hanno pubblicato lo scontato ‘addio’, da parroco di Sant’Ambrogio di Alassio dal 1984, dell’ottantenne mons. Angelo De Canis, origini a Lavina (Rezzo), seminarista ai tempi d’oro delle vocazioni, con rettore mons. Contestabile di Pornassio, vescovo Raffaele De Giuli. Solo poche righe dedicate al successore, don Gabriele Maria Corini, 43 anni, origini a Loano come il vescovo di Ventimiglia, mons. Tonino Suetta. Don Corini che dopo questa esperienza pastorale, ha tutte le carte in regola e qualcosa di più, per aspirare alla porpora cardinalizia. E’ direttore dell’ufficio per la Pastorale della cultura della diocesi, docente di ebraico e Antico Testamento alla Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale (Milano), autore di volumi dall’anno giubilare della misericordia ad oggi e alcuni con la prefazione del card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede.

Immagine d’archivio di Silvio Fasano: il parroco di Alassio, mons. Angelo De Canis, benedice il ‘peccatore’ Marco Melgrati

Non c’è dubbio che Alassio con il parroco De Canis perde un pezzo di storia, come ha scritto su La Stampa, Giò Barbera. L’annuncio, atteso dicevamo da un paio d’anni, l’ha dato lui stesso ai fedeli durante la messa prefestiva. Quattro anni fa aveva celebrato il 50° di sacerdozio. Una meritatissima pensione, si direbbe anche se è difficile immaginare un sacerdote con la sua forza e vitalità, ritirarsi in un angolino. Non solo, la carenza di preti rende sempre indispensabili finchè madre salute lo consente, al servizio della comunità religiosa. Un po’ come accade con monsignor Mario Ruffino ad Oneglia che, abbiamo già scritto, ha lasciato per limiti di età (78 anni), studi in seminario ad Albenga con lo stesso De Canis e sia consentita un’intrusione, pur con qualche anno in meno, compagni con Luciano Corrado, giornalista pensionato, con don Giovanni Grasso, già parroco di Oneglia, poi in Curia quindi a Gorra, don Giancarlo Aprosio, parroco a Villanova e responsabile diocesano delle Confraternite (oltre un’ottantina), don Rosso (già vice parroco a Loano) ora infermo nella terra natia imperiese, don Fusta (cuneese, ex parroco di San Nicolò a Pietra Ligure). Gli anni in cui insegnavano gli ultimi professori ancora in vita: mons Sappa (Rezzo), già parroco del Sacro Cuore di Albenga, ora a riposo a Sanremo, mons. Gerini e don Caviglia (entrambi di Vessalico), ospiti di due case di riposo a Diano Marina e Loano.

Il giornalista ha riportato, inoltre, che tra le voci c’era pure quella che don De Canis fosse sostituito dall’alassino mons. Brancaleoni, ex vicario generale che di fatto ha preferito seguire il ‘declino’ consequente al ‘dimissionamento’ del vescovo Mario Oliveri, di cui era braccio destro. Per ora don Giorgio resta rettore di Santa Maria in Fontibus ad Albenga. E continua a rimanere a disposizione dei sacerdoti nelle ricorrenze delle celebrazioni patronali o di particolari feste come quella della Madonna della Neve di Upega dove c’è un piccolo santuario enclave della parrocchia di Montegrosso Pian Latte e che ogni anno, nella prima settimana d’agosto, vede affluire fedeli dell’alta Valle Arroscia. Da aggiungere che don De Canis è rettore del Santuario della Madonna della Guardia (Alassio) dove non si è risparmiato per  lavori di mantenimento e ristrutturazione. In passato era stato vice parroco a Diano Marina e a Loano.

Prof. Don Gabriele Maria Corini nuovo parroco di Alassio dal prossimo settembre

La rilevante novità resta la designazione decisa dal vescovo Borghetti di don Corini nella prima e storica parrocchia della Città del Muretto. Don De Canis lascia un’eredità che non ha mai dato adito a spettacolarizzazione, polemiche, prese di posizione sconvenienti, mai entrato a gamba tesa in alcuni momenti difficili per il coinvolgimento di un altro sacerdote in un  clamoroso scandalo a sfondo sessuale nei confronti di una ragazzina, con il carcere, eco stampa a livello nazionale e non solo, la sentenza di colpevolezza definitiva in Cassazione (assolto invece dalla giustizia del Diritto Canonico). Don Angelo che ha sempre mantenuto un rapporto cordiale con i sindaci, i politici, Alassio dei ricchi e degli umili.  Sempre presente a ricorrenze, feste, cerimonie, anniversari. Insomma, al di là dei giudizi che possono anche contrastare, un pastore che lascia di se un buon ricordo e non è poco.

Per don Corini sarà un ‘test’, una prova pastorale importante, pur se non decisiva per la carriera, le umane aspirazioni, le doti. Lascia la parrocchia di Lusignano dove è destinato don Brancaleoni, per la blasonata Alassio. Città con tutte le sue contraddizioni, tra ricchezze, dolce vita e disuguaglianze diffuse, sacche di povertà, emarginazione che quasi sempre restano nell’ombra della dignitosa vita degli ‘ultimi’. E dove il sindaco dr.Enzo Canepa ha indossato lo scettro per dire “no all’ospitalità di migranti” per non danneggiare il turismo, non mettere a rischio la salute pubblica (sic!), problemi di ordine pubblico nella cittadina rivierasca con il maggiore numero di uomini in divisa tra carabinieri, commissariato di polizia, vigili urbani.

Don Corini che ha presentato il libro “Chi non serve, non serve. Il volto bello dell’amore cristiano secondo Papa Francesco”. Nell’occasione era intervenuto S. E. Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia e biblista; moderatore della serata era stato il dott. Eraldo Ciangherotti, collaboratore della pagina diocesana dell’Avvenire, combattente a limite della moderazione nella veste di esponente di spicco di Forza Italia e consigliere comunale di opposizione, anche provinciale.

Il testo di don Corini è il terzo volume di una serie, edita dalla casa editrice San Paolo, dedicati, dall’anno giubilare della misericordia ad oggi, ad approfondire, attraverso i testi della Sacra Scrittura, le preziose indicazioni che Papa Francesco ha consegnato in merito alla riforma della Chiesa. Una pubblicazione che arriva dopo la “Sciatica del cuore”, dedicato alla riflessione sulla misericordia di Dio, e dopo “Non rimanere caduti”, in cui venivano riprese le malattie dell’amore cristiano indicate dal Santo Padre alla Curia Romana e che presenta le dodici coppie di virtù, definite dal Papa stesso come “antibiotici” contro i pericoli che ostacolano il cammino di fede.

La prefazione del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede, che ricorda come “…la pubblicazione rispecchi un sussidio pratico nell’approfondimento delle virtù necessarie per quanti svolgono il loro servizio nella Curia Romana, come pure per ogni discepolo del Signore che desidera rendere un fruttuoso servizio alla Chiesa”.

Gabriele Maria Corini (nato nel 1975), canonico della diocesi di Albenga-Imperia, si è licenziato in Scienze Bibliche e Archeologia presso il prestigioso Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e ha conseguito il Dottorato in Teologia Biblica alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (Milano). Membro dell’Associazione Biblica Italiana è docente di ebraico e Profeti – Scritti nella stessa Facoltà Teologica di Milano, oltre a direttore dell’ISSR di Albenga-Imperia e dell’Ufficio Regionale per l’Educazione, Scuola e Università della regione Liguria.

Tra le sue pubblicazioni ricordiamo ancora : La «nuova» alleanza in Moab. Israele tra memoria ed identità (Edizioni Glossa 2010); L’amico dello sposo. Storia di un’amicizia straordinaria con Carlo Maria Martini (Edizioni In Dialogo 2013); presso Paoline Editoriale Libri Non di solo pane. Parole ed Eucaristia, alimento nel cammino (2007) e Educati all’amore. Itinerario biblico (2010). Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Contro la sciatica del cuore. Spunti biblici sulla divina misericordia (2015).

L’Ufficio per la Pastorale della cultura esprime l’impegno della comunità diocesana nella promozione della cultura in tutti i suoi aspetti, nella piena consapevolezza che “la cultura è il campo vitale sul quale si gioca il destino della Chiesa e del mondo” (Giovanni Paolo II). Compiti dell’Ufficio per la pastorale della cultura sono:

  1. La riscoperta e la riproposta del pensiero e dell’opera di pensatori, artisti, letterati e scienziati che nella loro attività hanno radicato la loro ispirazione nel fatto cristiano.
  2. Proposta di conferenze, incontri, tavole rotonde su tematiche artistico-letterarie, filosofiche e scientifiche, storiche, libro-forum e cineforum; concerti e mostre d’arte: valorizzazione della storia e della cultura locale.
  3. Individuazione di alcuni centri sul territorio diocesano che possano costituire un punto di irradiazione.
  4. Ricognizione e mappatura dei “Centri Culturali”, “Circoli Culturali”, Associazioni presenti sul territorio diocesano. Conseguente monitoraggio sulle iniziative avviate dai suddetti organismi.
  5. Collegamento con il Pontificio Consiglio per la Cultura e con il Servizio Nazionale C.E.I. per il Progetto Culturale.
  6. Collegamento con l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
  7. Promozione di iniziative volte alla diffusione e conoscenza del Magistero della Chiesa.

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