Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Lettera / Non dimenticate Ponti di Pornassio, le due locande, due produttori di vini e di eccellenze, il minimarket che resiste


Ponti di Pornassio, quel puntino dimenticato.

Sono Alessandra Lorenzi e  scrivo da Ponti di Pornassio, paese lungo la provinciale che porta a Mendatica, Montegrosso e prima delle frane anche a Monesi. Seguo con piacere il vostro settimanale, che molta voce dà ai disagi profondi vissuti dall’Alta Valle Arroscia. Devo confessare , mio malgrado, che leggendo l’articolo di questa settimana sul Tesoro della Valle Arroscia, con rammarico, ho constatato l’assenza di Ponti di Pornassio lungo il percorso da Pieve di Teco a Montegrosso.

Vero è che a risiedervi ormai siamo un piccolo manipolo di un’ottantina di anime, ma vero è che,nonostante la crisi generale e la disastrosa desertificazione turistica post alluvione, possiamo vantare due attività di bar e ristorazione, LA LOCANDA DELLO SCOIATTOLO, della mia famiglia, e IL PARCO L’OMBRELLONE ora gestita da una ragazza piena di entusiasmo. Possiamo contare sulla presenza di un piccolo minimarket, e di una azienda agricola GIANAN che, oltre a produrre ottimo vino, si dedica anche alla coltivazione delle olive e dell’aglio di Vessalico, ma anche alla preparazione di squisite marmellate e confetture. Senza dimenticare infine la rinomata e plurimiata cantina Fontacota.

Siamo piccoli, non abbiamo sponsor e neppure dato i natali a personaggi illustri, ma abbiamo la passione per i posti in cui viviamo e per il lavoro che facciamo. Se facciamo notizia o no sta a voi deciderlo, io vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro una buona giornata.

NOTA DI TRUCIOLI – E’ tutto vero quanto scrive l’attenta lettrice. E’ vero che senza malcelato orgoglio, come documenta il nostro archivio, diamo tanto spazio all’alta Valle Arroscia e ci siamo occupati ripetutamente delle problematiche di Ponti di Pornassio, con punte di lettori da record, ovvero molte migliaia di cittadini hanno letto .

C’è un motivo nella nostra ostinazione. Qui, grazie a Monesi turistica, l’economia e le ricadute nel tessuto sociale, avevano creato una virtuosa catena, nonostante lo Stato, la Regione e la Provincia, soprattutto sul fronte infrastrutture e viabilità, investimenti non da elemosina, non abbiano avuto molta attenzione e sensibilità nei fatti. Di parole, promesse ed annunci, sono pieni i nostri taccuini. Dobbiamo dare atto, nonostante i limiti umani, di ognuno di noi del resto, che il sindaco di Pornassio, Emilio Fossati, non è mai stato del coro, anche se non è un talebano che impugna l’arma. Nella realtà politica disastrata del Bel Paese, occorre anche l’arma della diplomazia.

Conosciamo il grande divario e le disuguaglianze tra la Riviera opulenta ( i suoi bilanci e sprechi) ed il povero entroterra da tutti ammirato per le sue straordinario bellezze, a cominciare dall’aria che si respira, non inquinata da strade ed autostrade cariche di veleni da combustibile per motori. Un entroterra che però non beneficia delle sue ‘calamità naturali’ (non parliamo di quelle idrogeologiche), ma delle conseguenze disastrose dello spopolamento quasi inesorabile a leggere i numeri. Si fa poco o nulla anche sul fronte fiscale per incoraggiare i resistenti e volenterosi. E’ una zona depressa da anni, ma priva di provvidenze e di una legge speciale, sia essa statale, sia regionale. E’ vero, inoltre, che una montagna spopolata non ha più forza elettorale, ma dovrebbe essere compito dell’informazione libera e dei giornalisti, non reticenti, non dimenticare gli ‘ultimi’, i più svantaggiati. E’ quanto cerchiamo di perseguire con le nostre umilissime forze di montanari che combattono sul fronte. Non è la guerra dei 15 – 18 che molti nostri avi hanno combattuto e si sono sacrificati con la vita. E’ una lotta di civiltà che dobbiamo ai sacrifici inenarrabili degli antenati,  alle generazioni a venire, contro la desertificazione e l’abbandono. (l.c.)


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