Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La trappola autostrada tra Savona e Genova
signor Procuratore, cerchi le responsabilità


Ci sarà ancora qualcuno che ricorda le tragedie abituali sull’Autostrada della morte, la Savona – Torino, realizzata ai tempi di Fiat e degli Agnelli ‘padroni incontrastati’ del vapore. Oltre 870 vittime in tre decenni, migliaia di feriti, una trappola senza fine. Ci volle l’intervento di un giovane sostituto procuratore, Antonio Petrella, il 22 marzo ricorrono 26 anni dalla scomparsa (aveva 46 anni, due figli, una moglie funzionario di polizia) che chiese il sequestro, proprio alla luce di un rapporto richiesto dal magistrato alla polizia stradale. Di fronte a questa evenienze furono avviati non solo provvedimenti drastici (condizioni del manto stradale, segnaletica, limiti di velocità, divieti di sorpasso corsia unica nei tratti più pericolosi), ma si decise di iniziare il raddoppio. Non sappiamo quali siano gli strumenti che potrà mettere in campo il dr. G.B. Ferro; non sappiamo se abbia dato incarico ad un consulente o alla polstrada che del resto, come noto, riceve le auto ed il carburante dalla società autostradale concessionaria. C’è solo da auspicare che non ci vogliano altre vittime o la strage. Come si teneva conto dei numeri da ‘guerra’ della SV- TO ‘killer’, non sarebbe male poter conoscere le statistiche della SV – Genova, mentre da Imperia l’ex ministro Claudio Scajola, rinnova, se ce ne fosse bisogno, la richiesta per l’Albenga – Carcare – Predosa. L’Autofiori ‘scoppia’ ad ogni week end, l’A10 è  una trappola, con ripercussioni a catena sulla vecchia Aurelia.

Al Sostituto Procuratore della Repubblica
Dott Giovanni Battista Ferro, abbiamo appreso che Lei ha aperto un fascicolo conoscitivo riguardante la pericolosità dell’autostrada tra Albisola e Celle Ligure, continua fonte di incidenti, specie coinvolgenti mezzi pesanti.

Il Comitato che presiedo, nato nel 2007, ha come breve slogan “siamo cittadini del comprensorio Varazze, Celle Ligure, Albisola Superiore, Albissola Marina, Savona, Quiliano, Vado Ligure; vogliamo informare e promuovere manifestazioni con l’obiettivo di discutere sui problemi del traffico locale e trovare soluzioni percorribili; essere di stimolo, collaborare con le istituzioni (comuni, provincia, regione) affinchè i gravi problemi causati da un traffico da troppo tempo non più sostenibile, possano trovare soluzione in tempi brevi”.

Purtroppo la politica locale ha mancato gravemente ai suoi compiti istituzionali nel prendere decisioni al riguardo della viabilità, a sollecitare i livelli politici superiori per trovare soluzioni adeguate. Le nostre proposte sono andate tutte “al vento”, nonostante abbiamo coinvolto ed anche ottenuto delibere da parte dei Consigli Comunali di quasi tutti i comuni della provincia di Savona. Non basta fare delibere: bisogna sostenerle con decisione!  A titolo di paragone, in Calabria, la famigerata autostrada famosa per la sua incidentalità è stata adeguatamente messa in luce dalle amministrazioni locali, ed oggi hanno una autostrada completamente nuova e sicura.
Io personalmente, prima della fondazione del Comitato Casello Albamare Albisola Savona, nel 1990 proposi di realizzare un nuovo tratto di autostrada tra i caselli di Savona-Vado e Celle Ligure, più a monte e prevalentemente in galleria,  e dismettere ad uso Aurelia bis il tratto autostradale in essere. Perchè tale proposta? Intanto perchè l’autostrada era inglobata nelle città, tortuosa, pericolosa, inquinante, senza corsie di emergenza, con curve pericolose, con gallerie fuori norma UE, insufficiente a sostenere il traffico. Secondariamente perchè serviva una Aurelia bis in quel tratto, e l’autostrada esistente si prestava con molta facilità a tale scopo, con frequenti e facili punti di accesso.
Per questa mia proposta ho avuto solo l’appoggio dell’allora direttore delle Infrastrutture della Regione Liguria. Ma non essendo un “politico” tutto è finito lì.
Che cosa hanno invece fatto i “politici”? Come Lei ben sa hanno “moltiplicato” le corsie tra Albisola e Celle Ligure, eliminando la scarsa corsia di emergenza sulla destra, spostando la linea di demarcazione a destra ed a sinistra quasi aderente ai guardrails e muri, e realizzando al posto di “due corsie normali”, “tre corsie molto strette”! Gallerie fuori norma UE: esisteva un’indicazione con un cartello gigantesco che invitava ad uscire dall’autostrada. E’ stato rimosso! Tutto a posto? Non credo! Se i TIR “toccavano” le gallerie prima, che fanno adesso? Viaggiano in centro strada? Oltre ai pericoli messi in luce dai frequentissimi incidenti, non è da dimenticare che viaggiare in auto, purtroppo quasi aderenti agli “altissimi” guardrails di destra o di sinistra, comporta una forte limitazione alla visibilità in curva, con conseguenza minor sicurezza.
A seguito degli incidenti recenti la “politica” ha preso ancora decisioni sbagliate. I limiti di velocità imposti, l’autovelox, ed il radar non impauriscono i TIR che continuano a percorrere l’autostrada incuranti di queste misure, ed in ogni caso la “strada” è sempre la stessa.
Il nostro Comitato da anni ha messo in luce questi problemi e cercato di trovare soluzioni, ma la politica locale, la prima a doversi interessare di queste emergenze, non ha preso in carico il problema se non con decisioni di facciata e non risolutive.
Purtroppo alle mancanza della “politica” deve supplire la Magistratura.  E ben venga la Magistratura!
Auspico che il suo intervento possa far prendere quelle decisioni indispensabili per la vita di questo territorio: questa autostrada è praticamente l’unica strada percorribile di questo territorio morfologicamente e geograficamente difficile. Se l’autostrada è fuori uso si paralizza buona parte della vita economica di almeno mezza regione. Auto e TIR invadono le viabilità normale delle città provocando una “paralisi” indotta supplementare.
Di questo i Sindaci non sembrano preoccuparsi. Ma le responsabilità di chi sono ?
A Sua disposizione, Le porgo Cordiali Saluti,
Comitato Casello Albamare
il Presidente, Paolo Forzano

IL COMMENTO DELL’ING. ROBERTO BORRI

Lodevole pensare ad una modalità alternativa alla gomma, tuttavia non si deve giammai dimenticare che il servizio di trasporto è finalizzato allo spostamento di merci e non dei loro ingombranti contenitori, specie se trattasi di mezzi stradali.
Per tutto quanto differisca dal collettame, il sistema a casse mobili, disponibili nella misura unificata da venti e da quaranta piedi, fornisce una valida soluzione: la cassa può viaggiare con qualsiasi mezzo, senza che il mezzo stesso sia, a sua volta, trasportato da un altro.
Occorre, invece, ripristinare quegli scali merci, posti anche in località importanti, scelleratamente lasciati all’incuria o smantellati, nonché ritornare al servizio a carro singolo ed a collettame su ferro.


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P. Forzano

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