Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Imperia sorride, Scajola sindaco del fare,
pranzo da ‘mani pulite’ e mito dell’onestà
Finalmente smacchiato il politico simbolo
ma è silenzio stampa sull’editore puro


Italicum, Porcellum, Rosatellum? No, ben 14 inchieste con assoluzione piena. E tutti a tavola a festeggiare un ‘grande’: Claudio Scajola, 70enne. Contro di lui hanno usato tanti grimaldelli, falliti. Nel giorno dell’incoronazione a candidato sindaco di Imperia (un ritorno) riuniti ‘mani pulite’ e ‘mito dell’onestà che non tramonta’. Quasi tutti uomini e dell’area di Forza Italia. Con qualche curiosità ‘gelosamente’ taciuta ai lettori dei due media locali più autorevoli (La Stampa e Il Secolo XIX). Tra i commensali, di rimpetto a ‘u ministru’, sedeva il cav. Francesco Zunino, ‘re di Imperia Tv’, lo strumento di informazione più diffuso e popolare dell’imperiese, delle vallate. I bravi cronisti dell’evento hanno elencato i nomi più rappresentavi,  ‘dimenticando’ l’unico editore televisivo  imperiese. Perchè ? Non siamo invece in grado di fare l’elenco di assenti ‘illustri’: il notaio Franco Amadeo, figlio di quell’on. Aldo Amadeo di Mendatica, fu presidente provinciale Coldiretti. Era però presente Claudio Baudena, braccio destro nello studio notarile, ex assessore a Imperia con la giunta Scajola. Assente Enzo Teodoro Amabile. Altri assenti avevano fatto visita, in precedenza, a Villa Ninina.

In primo piano di profilo l’editore di Imperia Tv, cav. Francesco Zunino ai tavoli dell’azienda Il Cascin di Orzeno d’Oneglia

I diligenti cronisti del ‘pranzo di alto livello’ ha detto lo stesso Scajola (vedi…..) hanno dunque ignorato la presenza dell’editore puro Zunino (nella foto di profilo, vicino al potente sindaco di Pieve di Teco), oltre 30 anni di impegno, investimenti, successo, forza mediatica che conta. Perchè ignorarlo ? A chi giova ? Scuola di giornalismo modello cinese o sovietico ? C’è invece chi ha ricordato, come Rodolfo Leone, che Claudio è il politico più importante che ha la provincia di Imperia dal regno d’Italia in poi e ci sarà un futuro”. Non c’è politico imperiese con una popolarità capillare, oltre i confini liguri, provinciali, regionali. Il Bel Paese conosce Claudio Scajola, dalla Sicilia all’Alto Adige. Dopo il ‘volo eterno’ di Sandro Pertini, Paolo Emilio Taviani, Scajola raffigurato in una copertina dell’Espresso, del settembre 2011, col titolo: “A ogni paesino il suo padrino‘. Il Piemonte, allora, aveva Roberto Cota, il Lazio il ‘cassiere rosso’ Ugo Sposetti, la Campania Giuseppe De Mita nipote di Ciriaco ex segretario nazionale Dc, ex presidente del Consiglio, novantenne sindaco di Nusco; la Sicilia Domenico Scilipoti showman. Motivo di quella copertina ? Scajola, era scritto, “ in occasione della posa della prima pietra del nuovo ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga disse: ” Qui è stata fatta una scelta intelligente, non ci saranno doppioni, né sprechi di risorse”. 

E invece ? Pietra Ligure, con il Santa Corona, rimarcava il settimanale nell’inchiesta giornalistica, è un grande ospedale, punto di riferimento di tutto il ponente. Ad Albenga hanno costruito un doppione. Si ignorava tuttavia chi aveva realizzato quell’opera milionaria, le imprese che si erano aggiudicate i lavori, i piccoli artigiani subappaltatori che non riuscendo a farsi pagare ricorrevano ai decreti ingiuntivi, proteste plateali, tre o quattro fallirono. Operava il Gruppo di Andrea Nucera, oggi latitante a Dubaj; il Gruppo Delle Piane di Savona. Le cronache di allora descrivono l’agguerrita sindaco leghista di Albenga, Rosy Guarnieri, il marito medico era ai vertici dell’Asl. “Ha riunito i primi cittadini  di altri 20 piccoli comuni del circondario… la riorganizzazione sanitaria è diventata subito lotta di campanile…i due ospedali stanno li, a meno di 15 minuti di Aurelia e di autostrada, di ferrovia, l’uno dall’altro. Oltre  al pronto soccorso, i reparti fotocopia sono tanti”.

Tutto dimenticato. E oggi ? Gran parte del nuovissimo ospedale di Albenga, realizzato con soldi pubblici e con generosi lasciti di benefattori, per non restare semivuoto è stato affidato per la seconda volta ai privati. La prima volta al Gruppo di Alessio Albani, genero di Delle Piane (ora sono divisi, si è separato pure dalla figlia dell’imprenditore – industriale, ex presidente provinciale di Confindustria), la seconda  volta la gara l’ha vinta il Policlinico di Monza che gestisce il nuovo mega ospedale di Biella e altri in Lombardia, Piemonte. Fresca infine la notizia che l’intero ospedale, con quello di Cairo Montenotte e Bordighera, saranno affidati a ‘mani e interessi’ privati.

Il Santa Corona che con il mitico prof. Lorenzo Spotorno, mago dell’anca, calamitava pazienti dalla Liguria e da molte regione italiane, di fatto ha depotenziato il reparto fiore all’occhiello, tra accuse neppure velate di dirigenti medici che hanno lasciato per altre strutture ospedaliere private o convenzionate. Altri tagli e razionalizzazioni sono in vista, le liste di attesa non sono diminuite. Una visita dal ginecologo a pagamento ? Tre mesi in fila per lo studio privato, nel pubblico si attende molto di più.

L’abbraccio di Scajola e Gianni Massa, padrone di casa

Torniamo a ‘Scajola day 2018‘, alla ‘cantina Cascin’, sulle bellissime colline di Oneglia baciate dal sole e dall’operosità dell’uomo. Intanto merita una degna presentazione il padrone di casa, diventato, a sua volta, un personaggio – imprenditore della terra di primo piano nel panorama ponentino. Non solo perché è il primo cliente pubblicitario di quell’Imperia Tv che Gianni Massa, oste per l’occasione, ha sempre spronato a sostenere, dalla costa alla montagna, nell’interesse della comunità e di una voce libera. Massa che ha realizzato un’azienda modello, che si è aggiudicato ambiti riconoscimenti, anche se le guide nazionali del vino più prestigiose e qualificate sono piuttosto ‘avare’. Massa che ha studiato da perito chimico al Ferrini di Albenga, fondato dall’indimenticato don Giacomo Lasagna.

Massa con un passato di fiduciario nella segreteria dell’on. Manfredo Manfredi di Pieve di Teco, ex presidente della Provincia, ex sottosegretario al Tesoro. Massa referente in valle, quando Claudio Burlando era al vertice della Regione Liguria. Massa che ha comprato la tenuta agricola della famiglia Viani (autotrasporti) ed ha saputo fare buon uso dei finanziamenti pubblici.  Cantina modello, capace di ospitare il centinaio di fedelissimi di Claudio Scajola che ha pubblicamente ringraziato per l’ospitalità. Massa che a Diano Castello ed in altri tre centri della Riviera, fino a Pietra Ligure, ha l’assistenza delle caldaie Vaillant.

Scajola, Adolfo, Fossati, Sappa

Per restare nel mondo dell’imprenditoria, al pranzo del ‘benvenuto sindaco’, c’era Giacomo Marchisio, dell’omonima industria di Pieve di Teco, azienda in costante espansione e crescita, affidabilità e serietà. Ha superato otto anni di crisi nazionale, assicura profitti e posti di lavoro in una ‘valle di lacrime’: Arroscia.

Si dirà, Claudio Scajola che dai tavoli della ‘fratelli Carli‘ ha ‘ripiegato’ a Cascin. Ma al suo fianco può vantare la fedeltà, nonostante le disgrazie, della ‘nomenclatura’ (non quella del vecchio e nobile Pci) che ha scritto pagine di storia politico amministrativa imperiese dell’ultimo mezzo secolo. E non stupisce più di tanto se tra i commensali non manca qualche  affiliato (alcuni in sonno) alle due maggiori obbedienze massoniche: Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù, spesso in guerra, ma capaci di unire in politica e in affari. Un paio possono vantare la massima carica nell’ambito locale e regionale : ‘maestro venerabile’ e grado 33. Nell’imperiese e fino alla Costa Azzurra, ci sono inoltre fratelli delle cosiddette ‘logge spurie’ (al maschile e al femminile), introdotte in gangli della pubblica amministrazione, enti locali, uffici statali, ospedali, piccola imprenditoria, banche.

LA VENDETTA DI SCAJOLA – Vittorio Coletti, imperiese Doc, firma di spessore e appuntamento domenicale per i lettori dell’edizione ligure de La Repubblica, è tra coloro che hanno dedicato più articoli, approfondimenti, a ‘Sciaboletta‘: ora critici, ora di ammirazione non nel senso del ‘divo’. Gli altri sono David, Menduni, Preve, La Corte che invano ha invitato il ‘leader’ al suo ‘Irriverente’, rubrica settimanale di Imperia Tv col crescente vento in poppa.

In primo piano il sindaco di Pieve di Teco, Alessandro Alessandri, acconto all’editore Zunino di Imperia Tv

Coletti ritiene che Scajola sia sceso in campo da futuro sindaco di Imperia con la “ soddisfazione di rompere le uova nel paniere al suo nemico Toti, da cui è stato liquidato come un molesto guastafeste”. Inoltre: “con la gratificazione di vedersi ancora molto stimato dalla sua città”. E qui bisognerebbe distinguere tra il popolo degli ‘adulti’ e quello dei ‘giovani’.

C’è chi non ha avuto remore ad inserirsi nell’organico dell’astro nascente emigrato in Liguria, ovvero Totigiornalista, ex direttore del Tg 4 berlusconiano, che ha siglato un ‘patto di ferro’ con l’altro ramo degli Scajola (Marco è assessore e fermato per un soffio, a cose praticamente fatte, dall’ingresso in Parlamento), ma pure con l’ala leghista più forte e radicata di Edoardo Rixi che accoglie anime importanti della fratellanza massonica, nonostante l’articolo 8 dello statuto, voluto dal padre Bossi, ‘vieta’ l’appartenenza ai ‘liberi muratori’. E non è un legame secondario, basterebbe osservare alcuni ‘quadri’ provinciali e regionali; il giuramento massonico, i processi massonici di cui si ignorano da sempre la sorte e le sentenze.

Coletti fa l’ipotesi che ‘u ministru’ possa giocare la carta delle elezioni europee: direttamente con il ‘sommo pontefice’ del partito, quel Berlusconi che è uso rimangiarsi le promesse.  “Anche perchè – osserva lo scrittore accademico -,  in Europa il Cav. deve sistemare un’altra antica nemica e concorrente di Scajola, Lucia Ronzulli potentissima amministratrice della sua agenda politica”.  Scajola senior ha il pallino in mano e l’armata totiana la cui presenza è da record nelle apparizioni a Rai 3 Liguria e a Imperia Tv;  che si è abituata a stravincere in tutte le competizioni, vedi Genova, La Spezia, Savona, Borghetto S. Spirito, ma ora stoppata, a Imperia, deve fare i conti con l’Asterix ponentino.

Ancora Coletti : ” Scajola gode di un rinnovato credito nella sua Imperia…dovuto al fallimento dell’amministrazione semicivica di Capacci (imprenditore interessato al mondo dei social ndr). Scajola riabilitato da 14 procedimenti giudiziari finiti con l’assoluzione. Se è vero che un avviso di reato non significa ‘colpevolezza’, semmai lo strumento dello stato di diritto per accertare la verità giudiziaria, è altrettanto vero che nel Bel Paese si tramuta in gogna mediatica e pubblica. Un micidiale tritacarne e triste chi ci capita. Anche se può anche accadere si tramuti in veicolo di salvezza e vittoria, vedi i 24 processi (con assoluzione, uno per remissione di querela del giudice G.B. Ferro) a Marco Melgrati, architetto, ex sindaco, ex capogruppo in Regione, che tornerà da trionfatore a primo cittadino di Alassio alle prossime comunali.

Per Coletti, ” Scajola oggi appare agli occhi dei suoi sconcertati concittadini come un perseguitato che però, contrariamente a tanti altri big della politica, non ha rifiutato la giustizia, non è fuggito dai processi, si è persino umiliato a Reggio Calabria a confessare il suo debole per una bella signora ( che non è sua moglie), pur di difendersi dall’insensata accusa di concorso in associazione mafiosa. Scajola che ha speso più in avvocati che nella chiacchierata ristrutturazione della mega villa Ninina. Da ultimo, per ColettiScajola potrebbe ancora essere trascinato nel processo della storia: dal suo ruolo di ministro degli Interni durante il G 8 di Genova, alle sirene malefiche del Cavaliere”.

Coletti ricorda le condizioni di Scajola 23 anni or sono, quando resistette alla seduzione di Silvio e si candidò ostinatamente a sindaco di Imperia come democristiano, perdendo lui e facendo perdere Forza Italia, si pentì subito dopo convertendosi sulla via di Arcore dove ottenne traguardi insperati. E, potremmo aggiungere, dando un grosso dispiacere a quel padre nobile della Dc e suo testimone di nozze che fu Paolo Emilio Taviani. Il cronista ricorda quell’ultimo incontro pubblico che Taviani, ormai fuori dalla stanze del potere esecutivo, tenne all’hotel Garden Lido di Loano, presenti una ventina di fedelissimi del Savonese. “La scelta dell’amico Scajola che ho tenuto a battesimo, mi addolora, mi preoccupa,  perchè so abbastanza del personaggio Berlusconi…”. In quella stessa circostanza l’ex ministro dell’Interno, della Difesa, confidò ai presenti quali erano i tre maggiori poteri che comandavano in Italia, da baluardo e vedetta.

“Oggi Imperia – prosegue Coletti – è pronta a tornare a Scajola, nella speranza che il decisionismo di Sciaboletta sia meglio del traccheggi amenti di Capacci. E Scajola può prendersi la rivincita, anche sui suoi maggiori nemici, quelli interni a Forza Italia. Tra di essi, in Liguria, il potente e velenoso Toti che lo detesta e insolentisce. Toti buon viso a sgradito gioco…non sarà facile per lui fermare il vecchio leone, azzoppato dagli anni e dai troppi processi, ma ancora pieno di ardori e furori polemici”. Toti che a Marco Menduni del Secolo XIX dichiara: “ Ho sentito i vertici di Forza Italia e gli ha chiesto (a Scajola) l’esatto opposto di quanto sta facendo. Non possiamo vivere nel culto del passato, né esistono uomini per tutte le stagioni. Fare politica vuol dire anche saper fare passi indietro”.

GLI AMICI A TAVOLA –  Diego David del Secolo XIX e Andrea Pomati su La Stampa di cui è collaboratore e capo redattore attivissimo di Imperia TV, hanno elencato le presenze. Alla destra di Scajola, Luigi (Ginetto) Sappa, consulente del lavoro, ex sindaco di Imperia, nipote di don Sappa che dopo aver insegnato in Seminario ad Albenga (i ceffoni non li risparmiava), essere stato parroco al Sacro Cuore nella città delle Torri, trascorre una serena vecchiaia a Sanremo e l’unico sua meta è Rezzo, paese natale. Alla sinistra di Scajola,  l’ex parlamentare ed ex assessore ai Trasporti in Regione, già Udc, Vittorio Adolfo, con villetta a Nava, vacanze preferite in Sardegna, al suo fianco il genero, avvocato Giuseppe Fossati, capogruppo in consiglio comunale di ‘Imperia riparte’.  Al lato di Sappa, l’ex presidente della Provincia,  avv. Gianni Giuliano, che era solido ricordare: “io non perdo una festa patronale del nostro entroterra perchè sono cosa rappresenta per la laboriosa comunità locale”.  Della delegazione di Sanremo facevano parte Gianni Rodà e Umberto Bellini, il presidente del consiglio comunale Diego Parodi.  Ad avviso di David, “scarna, invece, la presenza  degli imprenditori, oltre a Gianni Massa, Giacomo Marchisio di Pieve di Teco, Camillo Schiavetti dell’omonimo gruppo, Ghirardelli del settore estintori ed infortunistica.”

Tra i presenti il dinamico sindaco  di Pieve di Teco, geom. Alessandro Alessandri, volto noto a Imperia Tv, al suo ultimo mandato e per il quale si  ipotizza  la promozione al seggio regionale. L’entroterra ? Con una sola eccezione per M5S, con un candidato all’uninominale residente a Pieve di Teco, Federico Manfredi Firmian, docente universitario a Parigi, resta ‘dimenticato’, alle politiche 2018, quanto a presenza di candidati del territorio. Un’esclusione che da l’idea reale, prova del nove, del ‘peso politico’ delle nostre valli, dei nostri monti, con la locomotiva Monesi inginocchiata da oltre un anno, in crisi nera almeno da 20. Un entroterra montano ignorato quanto a candidati, pur avendo talenti importanti, qualificati, meritocratici; si pensi all’ex sindaco ed attuale vice sindaco di Mendatica, Emidia Lantrua, insegnante in pensione, che ha avuto ruoli provinciali e comprensoriali e la schiena dritta; si pensi al prof. Paolo Ramella, docente a Imperia, pensionato, origini a Mendatica. Candidati delle valli povere per dimostrare il ‘valore della montagna’ depressa, ma con un ruolo tutto da valorizzare nella realtà socio – economica e turistica del ponente ligure. Come tutti, a parole, sostengono, meno nei fatti. E con tanti rivieraschi originari delle montagne liguri. Se ne ricorderanno al seggio ?

Torniamo al Cascin. Altro sindaco presente Renato Adorno di Rezzo, il collega di Aurigo e vice presidente della Provincia Luigino Dellerba. Sergio e Gianluca Lanteri, Franco e Giovanni Amoretti (ex assessore regionale al Turismo), Simone Vassallo, Giovanni Lazzarini, l’avvocato penalista e consigliere comunale forzista Erminio Annoni,  Piero Camiolo, Angelo Musso e Antonio Gagliano, il presidente dell’Imperia Calcio, Fabrizio Gramondo con il dirigente Daniele Ciccione, Marco Savini, Antonello Matosso, Luciangela Aimo, Luca e Nicola Falciola.

Tra gli assenti, i media imperiesi fanno notare Luca Lanteri, oggi quarta gamba del centro destra; non c’era un big dell’imprenditoria e del passato politico che contava, Ivo De Michelis che però aveva già fatto visita “tra i cento di villa Ninina’.  Erano indicati tra gli esclusi eccellenti: Filippo Maria Bistolfi, Simone Baggioli, l’ex sindaco di Sanremo Maurizio Zoccaratro. Infine sempre tra i presenti, i  “collaboratori storici di Scajola: Giacomo Raineri, Sergio De Niccola, Mario Donato, Gianni Singra, Nicolò Fiore  presidente della Consulta degli studenti, Luca Volpe.

Claudio Scajola accompagnato dai figli: Lucia, giornalista a Panorama ed inizialmente in predicato per una candidatura fuori regione al Parlamento; Pier Carlo Scajola che a  35 anni, nel luglio 2015, ha sposato Anna Semeria, 33 anni, pure lei imperiese, e a celebrare il matrimonio, al Santuario di Montegrazie, il cardinale Giovanni Battista Re, amico della famiglia Scajola-Verda. Piercarlo imprenditore e che risultava socio di Agena Srl, di lui si ricorda una ferma protesta: “Come é possibile che certe inchieste giudiziarie possano contaminare, oltre che la salute e la credibilità delle persone implicate, anche il normale percorso e lo sviluppo di una comunità?

Andrea Pomati, nella cronaca de La Stampa,  scrive che Ginetto Sappa ha consegnato a Claudio un quadro che riproduce una lapide del 1589 che si trova a Parasio, sulla quale è inciso: “Viva del buon Garibbo il chiaro nome che al suo paese le franchiggie ottenne e di gabelle gli sgravò le some”. Una sorta di programma elettorale ante litteram, con l’accenno alla squisito cremino alla panna con lamponi di Monesi, frutti di bosco delle Navette e biscottini di Prelà. Con Scajola che conclude: “La mia non è un’autocandidatura, ma la risposta alle istanze della comunità”.  Applausi scroscianti e prolungati, abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle.  Pomati cita il servizio di catering, curato da Rosy del Pepito. Offerto da chi ?

Poco importa, il pensiero, invece, va alle parole che si sono ascoltate dal candidato sindaco di Imperia Scajola, a Imperia Tv e Rai 3 Liguria. Sacrosante e che bisognerebbe far proprie in ogni comunità: “La città ha bisogno di riunire e non dividere...”. “La lista Arancione è Toti, Forza Italia è un’altra cosa…”. “Non si può più rinviare lo spostamento della ferrovia Andora – Finale e bisogna mettere mano all’autostrada Albenga – Carcare – Predosa”. ” Il servizio pubblico di trasporto urbano ed extraurbano, a Imperia, è inesistente, deve essere celere ed efficiente. La città ha bisogno di decoro, pulizia, ordine, sicurezza.”

Certo, qualche interrogativo è utile porselo, soprattutto in terra imperiese. Ci sono e resistono i dinosauri che hanno conquistano potere e lo detengono da decenni ? Chi ha praticato il buon o il mal governo che ha cambiato la vita di tanti imperiesi, di tante aziende grandi e piccole ? Chi ha saputo, in questi anni, oggi più che mai,  risolvere le paure e non cavalcarle per conquistare consenso elettorale ? C’è chi sostiene che a Imperia (solo li ?) è importante che non vinca un esponente del modello Toti.  L’ex ministro ha spronato, anzi si è detto convinto che non è proprio il caso di spendere soldi nel ballottaggio, “occorre vincere al primo turno e ce la faremo!”  Altri applausi.

Poco importa che un Gianni Berrino, avvocato, assessore regionale ai Trasporti e….di Fratelli d’Italia dichiari: “Per noi continua ad essere vincente il modello che fa riferimento al presidente Giovanni Toti“. E non c’è solo il Berrino ponentino, che dire di un generale, già ‘figlioccio politico’ di Claudio, quell’Angelo Vaccarezza, punto di forza e di riferimento nel Savonese, capogruppo forzista e che “dallo staff di Berlusconi hanno chiesto di candidarmi al Senato, nel collegio di Genova centro, dove è candidata il ministro della Difesa, Roberta Pinotti,… io ho ubbidito in accordo con Toti, poi vedremo…..

Per concludere. Non siamo al tramonto dei miti e dell’onestà cara alle generazioni che ci hanno preceduto (si pensi a Pertini, Taviani, Natta, Lucifredi), non bisogna ‘turarsi il naso’, scriveva Indro Montanelli, ma rispondere colpo su colpo all’inciucio, al crescente degrado istituzionale, alla latitanza dai seggi di tanti elettori, a cominciare dai giovani, i meno motivati, i più delusi. Edoardo Rixi, vice presidente leghista della giunta regionale, già sicuro parlamentare, nell’ultima intervista a Imperia Tv ha riservato all’entroterra della Valle Arroscia, per 6 volte, “un entroterra bellissimo“, destinato a risorgere, creare occupazione per i giovani, grazie ai finanziamenti pubblici (vedi.-….-). Auguri !

Luciano Corrado

QUANDO DAVANTI ALLE EDICOLE I TITOLONI METTEVANO IN CROCE E ALLA GOGNA

E DALL’ESPRESSO DEL SETTEMBRE 2011: QUI NUOVO OSPEDALE DI ALBENGA

 

 

 

 

 


L.Corrado

L.Corrado

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