“Quella della MondoMarine non è una crisi produttiva ma una defaillance finanziaria alla quale i lavoratori sono del tutto estranei”. Le parole di Luca Valente, elettricista e membro della RSU degli storici cantieri savonesi non lasciano spazio a dubbi: “La MondoMarine rimane, ad oggi, il cantiere navale più grande del Savonese, l’unico in grado di costruire uno yacht di grandi dimensioni interamente al proprio interno. Di più: è una realtà produttiva che – oggi è ancor più domani, con la nuova piattaforma Maersk e il prevedibile incremento dei traffici – potrebbe costituire l’officina navale del comprensorio savonese pure per le bettoline, i rimorchiatori, pescherecci e le imbarcazioni da lavoro, anche perché attualmente solo il nostro cantiere possiede le risorse tecniche e un bacino di alaggio attrezzato per portare imbarcazioni fino a ottocento tonnellate di stazza direttamente dallo scalo al mare e viceversa”. Leggi anche il comunicato stampa RSU alla vigilia dell’assemblea pubblico a Palazzo Sisto del 31 agosto.Tutto questo rischia di sparire per cause che con la produzione non hanno nulla a che vedere. “Per raccontare la storia recente della MondoMarine – continua Valente – conviene partire da settembre del 2015 quando, con l’imponente investimento di marketing da parte dell’azienda in occasione del centenario della nascita degli storici cantieri Campanella e con il bacino pieno di natanti in costruzione, tutti si aspettavano uno sforzo dell’azienda presieduta dal 2013 da Alessandro Falciai per un ulteriore sviluppo dell’attività. Il centenario, invece, ha portato sfortuna: da li sono cominciati i guai. E’ successo che, a causa di difficoltà – ci hanno detto- nei finanziamenti bancari i lavori sul SaraStar (un 60 metri in costruzione) e sulle altre navi hanno iniziato a rallentare; l’armatore Michele Tecchia (trader petrolifero di Sotrama), a sua volta, ha ridotto i pagamenti per l’avanzamento dei lavori, le ditte in subappalto hanno deciso di sbarcare e la crisi si è avvitata su sé stessa. La situazione è precipitata all’inizio 2017 quando Tecchia ha risolto il contratto con la MondoMarine e ha portato lo yacht in un cantiere di Viareggio. Gli altri lo hanno imitato e ad oggi, l’unica nave ancora presente all’interno degli ex Campanella è un 40 metri in costruzione per il quale l’armatore giapponese ha già chiesto il risarcimento.”
La situazione attuale è pesantissima: i 61 dipendenti della MondoMarine rimasti sono attualmente in CIG ordinaria a zero ore; i pochi servizi essenziali vengono svolti a rotazione. A luglio l’azienda è stata ammessa al concordato preventivo in continuità ed ai commissari scelti dal tribunale sono stati concessi 60 giorni (divenuti 90 con la sospensione estiva) per trovare nuovi acquirenti. Il termine scade il 5 ottobre e, a meno di colpi di scena o di un prolungamento del termine, l’alternativa è solo il fallimento. “Il paradosso è che in sei mesi è stato smantellato un cantiere navale in piena produzione, che potrebbe riprendere fin da domani a pieno regime e la cui sorte invece è oggi appesa ad un filo, anche perché al concordato sono legate le sorti delle concessioni dello spazio acqueo e del terreno demaniale”. L’autorizzazione scade il 31 dicembre e l’Autorità Portuale (che pure, quando una società cinese sembrava interessata al cantiere, si era detta pronta a rinnovare per 25 anni) sta ora alla finestra. “I cinesi sembrano scomparsi e la Port Authority aspetta le manifestazioni di interesse e un piano industriale coerente per concedere il rinnovo”.
Per spiegare a tutti i termini della situazione i lavoratori della MondoMarine hanno deciso di chiamare la popolazione ad una assemblea pubblica giovedì 31 agosto, alle ore 17:30, nella Sala Rossa del Comune di Savona. Alla riunione, oltre agli esponenti del mondo istituzionale, politico, imprenditoriale e sindacale, sono stati invitati anche i 29 lavoratori dei Cantieri di Pisa. “I nostri colleghi pisani si trovano in una situazione, se possibile, ancora peggiore: l’azienda dopo quattro anni di cassa integrazione guadagni, è stata rilevata da un bando del tribunale pisano da MondoMarine oltre due anni fa, senza peraltro che da allora vi sia stata una ripresa effettiva dei lavori. I nostri problemi sono comuni e il nostro obiettivo è mantenere unito il fronte della lotta sindacale. Chiediamo per tutti la salvaguardia occupazionale e la continuità dell’attività cantieristica navale, un settore che in provincia di Savona ha già pagato dazi troppo pesanti. Per questo, tutti insieme, cerchiamo il sostegno delle forze produttive e di tutta la popolazione. Il management attuale (a partire dall’amministratore delegato Giuseppe Dilorenzo e dal general manager Simone Marconcini) ha nel cassetto molti asset, ossia nuove piattaforme per riattivare la produzione: il problema non è il lavoro ma la volontà di convincere le banche, i fornitori, in una parola: i creditori (che già nel passato sono stati scottati da scelte aziendali che con la produzione non avevano nulla a che vedere) a fornire le risorse per rilanciare la società“.
Massimo Macciò
La MondoMarine, divisione nautica del “Gruppo Mondo” è stata fondata nel 1978 da Ferruccio ed Elio Stroppiana, titolari dell’azienda di Gallo d’Alba famosa per la realizzazione di pavimentazioni civili e sportive.
Specializzata nella costruzione di yacht in vetroresina, la MondoMarine
all’inizio degli anni 2000 ha rilevato gli storici Cantieri Campanella di Savona (il battesimo ufficiale dei nuovi cantieri si è avuto il 27 luglio del 2002).
A maggio 2013 la MondoMarine è passata nelle mani di Alessandro Falciai, l’imprenditore livornese già amministratore delegato di Gmt SpA e di Millenium Partecipazioni Srl, e da novembre del 2016 presidente del Monte dei Paschi di Siena.
COMUNICATO STAMPA DELLA RSU
La RSU e le maestranze Mondomarine (ex cantieri Campanella) intendono far conoscere la loro problematica lavorativa alla cittadinanza di Savona, alle Istituzioni pubbliche e a tutte le organizzazioni sociali, politiche e religiose presenti nel tessuto Savonese.
Purtroppo, come è già successo in passato, il cantiere navale Campanella, oggi Mondomarine, è nuovamente sull’orlo del fallimento, scongiurato, per ora, dalla domanda di concordato in continuità al tribunale di Savona che ha dato 90 giorni all’ azienda per risolvere le sue inadempienze finanziarie.
Ben 3 commissari giudiziali sono stati nominati dal Giudice per la complessità della situazione debitoria in cui oggi versa il cantiere. L’anno scorso di questi tempi avevamo il cantiere pieno di lavoro con barche in costruzione e in refitting. Da allora nel giro di 6 mesi (precisamente dopo Natale), il cantiere ha annunciato una crisi finanziaria – di liquidità, ci hanno spiegato i vertici aziendali – che non permetteva di pagare i fornitori e quindi di assicurare il completamento delle commesse in fase di costruzione (un 60m., un 54m. e un 40m.).
Infatti, date le inadempienze, le denunce, le ingiunzioni di pagamento e i vari pignoramenti ci siamo visti portare via, ad una ad una, le imbarcazioni in fase di costruzione che i vari armatori hanno deciso di far completare ad altri cantieri, sia all’estero sia in altre parti d’Italia.
Piano piano, mentre la situazione continuava a peggiorare, ci siamo sentiti dire che i nostri stipendi erano a rischio. Naturalmente con l’appoggio dei sindacati abbiamo rivendicato i nostri diritti, ma dopo proteste, assemblee e scioperi siamo arrivati alla richiesta della C.I.G.O. (Cassa integrazione ordinaria a zero ore) esclusi i servizi essenziali, e successivamente alla presentazione del Concordato presso il Tribunale di Savona.
Stessa sorte hanno avuto le maestranze dei Cantieri navali di Pisa, da qualche anno rilevati da Mondomarine che li ha trascinati allo stesso punto da dove erano rimasti. e cioè in cassa integrazione.
Ci hanno fatto credere che l’azienda, con 3 marchi di eccellenza (Mondomarine, Campanella e Cantieri di Pisa) potesse competere sul mercato della nautica a tal punto da impensierire i più importanti cantieri olandesi.
Effettivamente dai nostri cantieri navali sono usciti dei veri e propri gioielli del mare, quindi le potenzialità ci sono ma…il problema è chi sta al timone.
Per malagestione o per speculazioni varie, e magari calcolate con largo anticipo a nostra insaputa, oggi circa 600 lavoratori, fra diretti e indotto, si trovano in difficoltà economiche con prospettive incerte, mentre la città di Savona rischia di perdere un fiore all’occhiello della nautica.
Ci auguriamo che arrivino al più presto imprenditori seri, competenti e con voglia di far crescere e sviluppare una realtà così storicamente legata a Savona.
Molti di noi, lavoratori della cantieristica navale, si identificano col proprio lavoro che svolgono con passione ed orgoglio da generazioni.
Anche per questo motivo non permetteremo ad imprenditori ed investitori scellerati e senza scrupoli di cancellare un sito produttivo storico di questa importanza per Savona e per l’Italia.
Chiediamo, pertanto, la solidarietà di tutta la cittadinanza affinché la cantieristica navale savonese abbia un futuro anziché andare in estinzione.
Rappresentanza sindacale unitaria Mondomarine – Savona