La Liguria presenta in forma diversa diversa e più estesa in tutto il ponente il fenomeno delle incisioni rupestri simile a quello di Monte Bego, situate in territorio francese ove vi sono in quattro valli circostanti la montagna migliaia e migliaia di incisioni all’interno di un territorio adatto alla pastorizia e segno di una antica cultura delle popolazioni liguri.
di Danilo Bruno
Questo fenomeno, seppure in forma ridotta, si trova pure all’interno del territorio finalese in tre luoghi di maggiore importanza denominati:”Ciappu de Cunche” e “Ciappu dei Ceci”, “Ciappu du sale “che si trovano molto ben descritti nel sito del Museo Diffuso del Finale (www.mudifinale.com).
Si tratta figure stilizzate antropomorfe, rettangoli o lunghe linee con vaschette o vaschette singole (coppelle) , che non hanno una specifica funzione o almeno essa deve essere in qualche modo attribuita poiché proprio il Ciappu de Cunche non ha nelle vicinanze alcun tipo di deposito archeologico,che possa facilitare la datazione delle figure anche se la somiglianza con quelle del Monte Bego e di altri simili siti può facilitare la datazione all’Età del Ferro.
Questa datazione deve essere ovviamente presa con molta cautela poiché non si hanno notizie sicure sul periodo culturale dell’Età dei Metalli nel Finalese per consentire una simile attribuzione.
Nei pressi poi si trova un riparo con una seduta e altre nicchie alle pareti in cui si possono prefigurare i segni di una lavorazione antropica riferibile ad altre tipologie di monumenti megalitici,di cui vi sono tracce non immediate ma presenti in tutto il territorio ligure dalle Cinque Terre (Tramonti) al Passo della Mezzaluna (Triora).
Nelle incisioni vi sono ancora tre elementi curiosi da rilevare:
“Ciappu de Cunche“, diviso per ragioni di comodità in: a) e b) presenta numerose strutture adatte alla raccolta dell’acqua (coppelle, vasche,canalette), che è presente pure negli altri due siti e fa veramente pensare ad un rudimentale sistema per la conservazione delle acque;
) Clarence Bicknell ( 1842-1918), importante figura di botanico,pastore anglicano della comunità inglese di Bordighera, esperantista e studioso dell’archeologia ligure, segnalò
le incisioni al massimo esperto dell’archeologia ligure di inizio novecento: Arturo Issel (1842-1922),. Questo dato merita attenzione poiché,oltre alla curiosità scientifica delle due persone interessate,la vicenda pone l’accento sull’ interesse culturale suscitato da simili complessi rocciosi;
c) vi sono poi incisioni di età moderna (un trenino, un vapore,…) ed altre scritte,che attestano una continuità di frequentazione del luogo in età medievale e moderna ma anche la continuità di espressione della popolazione ligure,che trovava su simili ciappe la possibilità di esprimere la propria formazione culturale , pur avendo ormai perso memoria e relazione sulle ragioni dei segni incisi sulla roccia ed in particolare in quelle particolari zone e complessi rocciosi.
Oggi purtroppo le rocce e le incisioni sono a serio rischio di degrado,come ben è evidenziato sul sito del Museo dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri,che lo gestisce.
Vi si legge infatti:
“Deve essere assolutamente evitato il transito con biciclette o scarponi sulla superficie incisa”.
Qui purtroppo si apre la riflessione dell’assenza di un soggetto gestore unico e terzo rispetto ai singoli comuni,che non possono ( e….non voglio usare altri verbi) tutelare adeguatamente tutto il territorio,mettendo a sistema e cercando di favorire tutte le esigenze.
Se fino al secolo scorso le rocce delle Ciappe sono state incise, se esse fanno parte del nostro patrimonio storico- culturale bisognerà trovare un adeguato sistema di tutela prima che di valorizzazione affinché ciò che si è conservato fino ad oggi possa continuare inalterato e studiato negli anni a venire.
Io credo che occorra l’immediata istituzione del Parco del Finalese allo scopo di garantire una adeguata tutela dei siti naturali,antropici storici, del paesaggio e della cultura dei territori da cui far discendere una disciplina intelligente della attività di arrampicata sportiva, delle mountain bike, … per giungere ad una complessiva valorizzazione del territorio.
Il Parco può anche costituire il “valore aggiunto” post – pandemico per un territorio , che deve uscire da un profondo stato di crisi per promuovere una crescita equilibrata fra entroterra e costa.
In primo luogo il Parco potrebbe essere costruito dal basso con un approccio “bottom up” se i Comuni di Finale Ligure, Borgio Verezzi,Calie Ligure, Rialto,Orco Feglino, Spotorno, Vezzi Portio e Noli,invece di continuare a ripetere il ritornello di favorire le “attività outdoor” decidessero una volta per tutte di inserirne la pratica all’interno di uno strumento di tutela e di crescita sostenibile come il Parco Regionale del Finalese.
Danilo Bruno