Era giovedì 9 febbraio di 30 anni fa. Il Secolo XIX titolava: “Salta la deroga edilizia. Chiesa ‘abusiva’, il parroco nei guai, Manifesto Pci svela una storia che doveva restare segreta”. Il servizio a firma dell’allora corrispondente del comprensorio loanese, Alessandra Costante, oggi firma di punta nella redazione centrale e con ruoli di primo piano nel sindacato dei giornalisti. Come è andata a finire? Ministero nel mistero, con i nostri poveri mezzi non siamo riusciti a cavarne un ragno dal buco. C’è chi, tra i politici del terzo millennio, ammette di “non averne mai sentito parlare” e comunque di “non ricordare”. E se la pratica fosse stata sanata ? Bisognerebbe cercare nell’archivio. Nei nostri appunti risulta che a metà degli anni due mila aveva fatto una verifica chiedendo informazioni all’ex sindaco, memoria storica per eccellenza e ci rispose: “Lascia perdere la chiesa ” e ridendo, “se non è stata ancora regolarizzata, ma non credo, ci penserà il padreterno. Che ne pensi. Giusto o no sia così….”.
Certamente potrebbe saperne di più, anche in chiave giuridica, l’avv. Enrico Nan, quattro volte parlamentare e che allora era il più giovane componente del consiglio comunale per il partito liberale. La cronaca ricorda che quell’ordine del giorno proposto dal gruppo consiliare comunista si svolse con una presenza con un pugno di consiglieri. Nan disse: “Non ero presente per incompatibilità e lo avevo già annunciato pubblicamente in precedenza”. E il sindaco, compianto dr. Mario Robutti, socialista, rispondeva con un no comment alle accuse del Pci. E il sacerdote responsabile della chiesa abusiva don Carlo Lamberti ? Alle prime avvisaglie aveva preceduto tutti e si era dimesso. Pressato dalla giornalista: “Signor sindaco sarà costretto a denunciare il parroco, don Luigi Rembado, che ha costruito senza le necessarie autorizzazioni. Ancora Robutti sindaco: ” Non posso pronunciarmi, bisogna avere le carte davanti”.
E carte esistono ancora ? Chi le ha viste. Rembado, poi monsignore, figura popolarissima e benvoluta della storica famiglia dei Rembado ed affezionatissimo zio di Augusto, compianto, al quale è intitolata la sala consiliare per la sua professione meritoria da corrispondente giornalista prima del Secolo XIX e poi della Stampa, talmente affezionato al suo paese da rinunciare alla promozione di redattore che lo avrebbero portato a lavorare nella redazione di Savona o Torino. Il consiglio comunale doveva varare una ‘deroga urbanistica’ per la concessione edilizia, ma il gruppo democristiano è stato il primo ad abbandonare l’aula tra le proteste del Pci.
E se fosse stata successivamente regolarizzata facendo ricordo ad uno dei condoni edilizia di cui è ricco il nostro paese ? Chi avrebbe potuto mai opporsi ? E per quale ragioni i comunisti che a Pietra non appartenevano ai ‘mangiapreti’ decisero di mettere in difficoltà la maggioranza. Di quel gruppo consiliare nessuno è più in vita, ma forse dopo questo curioso revival potremmo trovare qualche porta aperta in più. E poter scrivere che non esiste una chiesa macchiata dell’onta dell’abusivismo dilagante nel Bel Paese. Solo il Liguria, ma non si è più le richieste complessive di tutti i condoni ammontavano ad oltre un milione di domande. Qualcuna è ancora sulla strada dell’iter ? Lo ignoriamo, speriamo non sia il caso di San Giuseppe di cui abbiamo festeggiato proprio ieri la ricorrenza.