Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Finale-Andora. Raddoppio sì? Non c’è che una strada: ricorso al TAR


Spostamento a monte della linea F.S. Le indagini archeologiche sembra non siano state fatte come avrebbero dovuto! Ecco perché il Ministero della Cultura ha dato parere favorevole al progetto di spostamento a monte F.S., quindi: su un presupposto apparentemente erroneo o viziato!

di Mario Carrara

Non c’è che una strada: il ricorso al T.A.R.


Finalmente, abbiamo reperito la documentazione relativa all’aspetto dell’indagine archeologica del progetto di spostamento a monte della linea ferroviaria.

Esso è un punto fondamentale del progetto stesso perché ne è suo presupposto essenziale. Dall’esame della documentazione, ci sembra anche che ne rappresenti il suo “punto debole“. Specie per quanto riguarda la zona di Pietra Ligure, dove il tracciato ferroviario e la nuova fermata previsti, andrebbero ad investire proprio un sito archeologico già tutelato: quello di regione “Corti” o “Corte“.

Ma nella nostra analisi e nelle considerazioni che esprimeremo andiamo con ordine; esaminiamo le prescrizioni impartite dal CIPE, proprio sugli aspetti archeologici “preventivi” all’esecuzione del progetto.

2.QUADRO PRESCRITTIVO SUGLI ASPETTI ARCHEOLOGICI NELLA DELIBERA CIPE 2006

1. “In fase di progettazione definitiva e realizzativa, tutti i tratti a cielo libero dovranno essere indagati preventivamente con saggi di scavo (aree definite ad alto rischio nello studio preliminare) o prospezioni (aree a medio e basso rischio), da concordarsi con gli Uffici della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria.

2. “In corso d’opera, le gallerie scavate in zone carsiche dovranno essere controllate per verificare l’eventuale intercettazione di cavità d’interesse archeologico; l’area corrispondente alla stazione di Pietra Ligure e quella sottostante al castello di Andora dovranno esser scavate archeologicamente in via preventiva. Inoltre, nel caso vengano eseguiti lavori di scavo nel piazzale antistante la stazione di Finale Ligure, anche questa zona dovrà esser oggetto di un’indagine archeologica preventiva“.

Queste sono le prescrizioni relative alle indagini archeologiche preventive, stabilite da osservarsi prima di realizzare un’opera pubblica gigantesca come la nuova linea ferroviaria, spostata a monte (unicamente) per raddoppiarne i binari. Ripetiamo: la linea ferroviaria viene spostata a monte sul presupposto che non si possa mettere un altro binario a fianco di quello che c’è già nella sede attuale. Eppure, la linea ferroviaria tra Finale ed Andora vede, da anni, la tratta tra Loano ed Albenga, già bell’e che raddoppiata. Per cui il raddoppio sarebbe da farsi solo tra Finale e Loano e tra Albenga ed Andora; il totale del binario in più da aggiungere, da affiancare a quello che c’è già è di Km.21. Siccome, dicono, non si può, allora si sposta tutto e si fa una linea tutta nuova di Km.32, con due nuove coppie di rotaie che percorreranno ben Km.25,3 di gallerie, la soppressione di diverse stazioni e il guadagno in termini di tempo, rispetto ai tempi di percorrenza attuali, di ben 12 minuti! Il tutto è stato calcolato, come preventivo iniziale, costerà la cifra di €.2.500.000.000, che, c’è da immaginare verosimilmente, saliranno a tre miliardi e più, visto come vanno queste cose in Italia.

Per fare quest’opera verranno espropriate proprietà come 238 case, 293 magazzini, 14 laboratori, 56 fabbricati ad uso produttivo, 1 stalla, 1 luogo di culto e la bellezza di 2.749.785 mq di terreni.

Inoltre, quasi sicuramente, si devasterà un sito storico-archeologico di inestimabile valore; stiamo parlando del sito di regione “Corti“, compreso tra i torrenti Scarincio e Maremola a Pietra Ligure che, catastalmente, si estende anche nel territorio di Giustenice; esso, pur non essendo ancora stato scavato compiutamente nella sua interezza, è già stato dichiarato degno di ben due vincoli di carattere archeologico imposti il 25/1/1997 ed il 26/4/2018: si badi bene, non “vincoli generici” ma espressamente per tutelare un “abitato di età romana“, così è scritto dalla Sovrintendenza.

La stessa Sovrintendenza che, per preservare quel sito archeologico, negli anni ’90, non esitò ad imporre lo spostamento del tracciato del metanodotto, che era rappresentato da una striscia lunga e stretta, oggi da il parere favorevole, da parte del Ministero della Cultura, alla ben più invasiva e devastante opera ferroviaria che attraverserà tutto lo stesso sito archeologico in questione, con un viadotto sorretto da imponenti piloni infissi profondamente nel terreno.

Qui c’è da chiedersi: com’è stato…, com’è possibile questo atteggiamento “contraddittorio” della Sovrintendenza e del Ministero della Cultura, che “prima” tutelano severamente il sito archeologico, imponendo lo spostamento del tracciato del metanodotto ed imponendo vincoli di tutela, e “poi“, cioè oggi, concedono il passaggio del percorso, con opere imponenti ed impattanti, sullo stesso sito archeologico? Cos’è cambiato dal 1990 ad oggi? Se è cambiato qualcosa, lo è ma in senso più restrittivo, perché nel 2018, è stato imposto il secondo vincolo! Allora come si spiega questo atteggiamento apparentemente “incongruente” e di “manica larga“? Eppure, essi, Ministero e Sovrintendenza, non possono essere del tutto ignari dell’esistenza di tali vestigia romane. Infatti, nelle prescrizioni archeologiche della delibera del CIPE, parlano espressamente dell’area corrispondente alla stazione di Pietra Ligure, che coincide in pieno con la zona archeologica, anche se quest’ultima non la citano nemmeno, come esistente. Tuttavia, viene “prescritto” che, “in corso d’opera” essa dovrà “esser scavata archeologicamente in via preventiva. Solo: “in corso d’opera“? Quindi, “a progetto approvato“?! Quando i lavori sono già partiti? Ma com’è possibile una cosa del genere?! Se in corso d’opera verranno trovate le rovine dell’abitato romano, cosa faranno Ministero e Sovrintendenza? Faranno interrompere i lavori della galleria da Finale a Pietra il cui tracciato “sbuca” proprio lì per farci la fermata e li faranno “deviare”? Quindi, ne imporranno, a lavori già in corso“, la modifica del tracciato, come fecero col metanodotto negli anni ’90? Non sembra proprio possibile una cosa del genere con la costruzione della nuova ferrovia. E non solo: non si potrà neanche disporre l’interramento dei siti scavati, come fanno di solito, perché essi verranno solo per la gran parte distrutti!
A quel punto potranno essere prese solo delle fotografie e portati via i reperti più significativi, ma l’opera ferroviaria non si potrà fermare ed il sito archeologico verrà distrutto.

Approfondiamo l’esame della documentazione e delle cartografie delle indagini archeologiche eseguite nel sito di regione “Corti“, di cui buona parte di esso è già vincolato. Bene. Non ci è parso di riscontrare che per un sito tutelato da due vincoli archeologici e per il quale già sussiste una letteratura edita dalla stessa Sovrintendenza che considera parte di esso, appunto, “ad alto rischio archeologico“, le indagini preventive archeologiche siano state compiute da funzionari archeologi del Ministero, quindi della medesima Sovrintendenza; bensì dell’Azienda stessa che sta progettando i lavori: Italferr. Una cosa del genere ci sembra un’enormità perché l’indagine non riguardava “un’esplorazione alla cieca” su terreni dal passato ignoto o privi d’importanza, bensì luoghi già oggetto di approfonditi studi storico-archeologici. Non sarebbe stato più appropriato che luoghi del genere fossero stati indagati preventivamente da archeologi “pubblici” del Ministero competente? I quali avrebbero fornito maggiori garanzie sull’espletamento dell’incarico? Comunque…: viene scritto che tutta l’area dove passerà la nuova linea raddoppiata e dove si realizzerà la fermata FS è stata indagata da 18 scavi, carotaggi“, tutti delle dimensioni: 7x7x2. L’ultima cifra è quella più importante: riguarda la profondità dei carotaggi: 2 metri! Hanno scavato fino a due metri di profondità.


I siti dei carotaggi: contornati da un cerchio bianco, quelli dovevano stati trovati reperti.

Domanda: e come avrebbero potuto trovare qualcosa se la stessa Sovrintendenza
attesta che per trovare le vestigia archeologiche bisogna scavare a oltre 5 metri di profondità, per via dell’accumulo, in venti secoli, di sabbie, terra e detriti alluvionali portati dalle inondazioni? Bruno Massabò, all’epoca archeologo e funzionario della Sovrintendenza, nel libro edito dalla stessa Sovrintendenza della Liguria, “Dalla villa al villaggio“, 1999, a pag. 14, indica, con precisione, a che profondità scavare per trovare quelle stesse vestigia romane, testuale: “Alcuni saggi di verifica hanno permesso di confermare l’esistenza di alcune di queste strutture; il loro pessimo stato di conservazione, unitamente al notevole spessore dello strato di interro che le ricopre,
superiore ai cinque metri
, indica che, dopo l’abbandono, la parte
centrale dell’insediamento, posto a breve distanza dalla confluenza del Maremola con lo Scalincio, fu gravemente
sconvolta dalle alluvioni dei due torrenti“.

Quindi: a 2 metri era ben difficile trovare qualcosa!

Eppure, chi ha compiuto l’indagine attesta che su 18 dei carotaggi effettuati, in ben quattro si sono trovati reperti archeologici! A soli due metri di profondità!

Ecco, testuale, quanto è riportato nella relazione di Italferr circa gli scavi nei siti indagati: “Per quanto riguarda la verifica preventiva dell’interesse archeologico, nell’ambito dello sviluppo del PD, sono stati eseguiti 18 saggi di verifica archeologica, di dimensioni 7x7x2 m di profondità ad eccezione della trincea 25-26 di 12x5x2m, ubicati in corrispondenza del tracciato (S1; S3-S8) e delle opere accessorie (S19-23; TR25-26; S27-28). Di questi, i saggi 6-8-21-22 sono risultati
positivi, restituendo un tratto di acciottolato stradale (S21), resti di strutture murarie isolate (S6 e S8), e allineamenti di ciottoli di incerta interpretazione (S22)
“.

Cosa avrebbero trovato se, correttamente, avessero scavato ad oltre 5 metri? Risposta: quasi sicuramente il villaggio romano del quale la Soprintendenza ha attestato l’esistenza e che negli anni ’90 intendeva tutelare.

Questo è!

Ora, come agire per tutelare questo bene dalla sua distruzione che se “la pratica” procede così nel suo iter, appare certa? Il Consiglio comunale di Pietra Ligure, il 28 Ottobre scorso, ha approvato all’unanimità la volontà di presentare osservazioni contrarie sia al progetto di spostamento a monte, considerato in sé e per sé, sia nei confronti del parere favorevole del Ministero della Cultura allo stesso progetto. Il parere favorevole ministeriale è presupposto essenziale di tutto il progetto. Il Comune chiederà, come il Consiglio comunale ha deciso, che la linea ferroviaria venga traslata “ancor più a monte“, in modo da non attraversare il sito archeologico e non distruggerlo o danneggiarlo, oppure di prendere in considerazione ipotesi innovative di raddoppio nella sede attuale delle tratte che ancora non lo sono.

Vedremo, cosa il Ministero della Cultura risponderà al riguardo. Se, tuttavia, esso ignorasse o respingesse questa giusta richiesta, non rimarrà altra soluzione che ricorrere al T.A.R. e, ricorrendo la fattispecie del successivo “danno grave ed irreparabile” che da un’opera del genere sarebbe conseguenza, chiedere la sospensione
dell’esecutività del relativo provvedimento.

È chiaro che, se il T.A.R. concederà la “sospensiva“, il provvedimento non riguarderà solo la tratta di spostamento progettata per Pietra Ligure, ma si estenderà all’intero progetto. E si bloccherà tutto.

Vedremo se il Comune, come Istituzione, vorrà esso stesso costituirsi in giudizio e proporre il ricorso.

In ogni caso,  se il Comune di Pietra Ligure, non intendesse adire  la giustizia amministrativa, noi, come gruppo consiliare indipendente o con altre associazioni o semplici cittadini saremo determinati a presentarlo. Se necessario, per sostenere le spese legali e giudiziarie conseguenti faremo dei banchetti in piazza, in cui apriremo delle sottoscrizioni pubbliche aperte al contributo di tutti. Ma siamo convinti che si debba fare così: gli elementi, tanti e validi, per ottenere giustizia li abbiamo e li faremo valere.

Il momento decisivo è questo!

Mario Carrara, consigliere comunale del gruppo consiliare Indipendente per Pietra

6 Novembre 2025



Relazione indagine archeologica. ..Parere del Ministero della Cultura al progetto F.S

Sulla sinistra vi è il frontespizio della relazione concernente l’indagine archeologica al progetto di spostamento a monte della linea FS; sulla destra, il frontespizio del parere favorevole del Ministero della Cultura al medesimo progetto. Il primo è il presupposto del secondo

 

 


M.Carrara

M.Carrara

Torna in alto