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Liguria e Basso Piemonte

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Colpo di scena, svincolo alberghi in alloggi o residence. La Corte Costituzionale: ‘Illegittima la Legge Burlando’ perché ignora ‘l’attività economicamente insostenibile’. Sentenza con risvolti nazionali


La Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge regionale sugli alberghi varata all’epoca della prima giunta del presidente Claudio Burlando (gruppo DS-Uniti nell’Ulivo). La motivazione: “Un regime eccessivamente rigido”. Una sentenza che avrà risvolti anche a livello nazionale.

La tesi illustrata in una dichiarazione di Burlando presidente: “Non possiamo assistere impunemente al fatto che il patrimonio alberghiero di questa regione venga trasformato progressivamente in seconde case. Dopo 26 anni finalmente si affronta il problema della classificazione alberghiera”.

E l’assessore all’Urbanistica Carlo Ruggeri: Negli ultimi anni ogni 100 alberghi 25 sono stati chiusi per trasformarsi in seconde case”.

Sono trascorsi 17 anni è la Caporetto si è consumata e si consuma oltre ogni previsione. Nel ponente ligure soprattutto, contrariamente al Levante, si è prima assistito alla chiusura delle cosiddette ‘pensioni’ famigliari, spesso ricavate in edifici realizzati in alloggi; anno dopo anno la dismissione dell’attività si è estesa agli edifici sorti come alberghi (da 2 a 3 stelle). Da ultimo una vera e propria ‘tragedia alberghiera’ ha travolta i 4 stelle, spesso sorti sul litorale, fronte mare.

Un fenomeno che si è accentuato con la seconda ondata di cementificazione: migliaia e miglia di ‘seconde case’, un mercato che da qualche anno vive l’apice del ‘boom immobiliare’ e non risparmia, chi più e chi meno, il tessuto economico e sociale delle località a vocazione turistica. La prima conseguenza è stata la perdita di posti di lavoro nelle strutture ricettive e di pari passo la dequalificazione della clientela, il periodo di apertura delle strutture ricettive che, salvo rare eccezioni, si è ridotto da maggio a settembre e in alcuni week end festivi che producono effetti poco esaltanti. Dal divario tra boom di ospiti e necessità di ricorrere ad assunzioni provvisorie di personale, fino all’ingolfamento della viabilità autostradale e dell’Aurelia, la rincorsa al parcheggio che non è mai sufficiente. Ma la conseguenza, forse più deleteria, per un territorio schiacciato tra mare e collina, resta quella del crollo del turismo qualificato, della costante impennata del ‘mordi e fuggi’, dell’abissale divario che si è creato tra chiusure di hotel e le mosche bianche di nuovi alberghi. Forse la dequalificazione ha trascinato nel baratro anche numerosi centri storici che erano caratterizzati da una sostenuta presenza commerciale. Oggi si assiste alla desertificazione, alla perdita di valore a danno dei proprietari delle mura, all’invasione di attività da parte di operatori extracomunitari con i loro bazar che si sta cercando di regolamentare, quanto meno dei centri storici.

La Consulta dichiara incostituzionale la legge regionale sugli alberghi.

La legge sugli alberghi della Liguria viola gli articoli 3 e 41 della Costituzione, lo stabilisce la Consulta, raccogliendo i dubbi sollevati dal Tar della Liguria e la dichiara illegittima. La norma della Liguria infatti “impone un regime eccessivamente rigido, che ostacola ingiustificatamente la possibilità per l’imprenditore di uscire dal mercato dell’ospitalità turistica anche quando l’attività risulti economicamente insostenibile”, motivano giudici della Corte Costituzionale.
Ad essere dichiarata illegittima dalla Consulta è la norma regionale che prevede rigidi vincoli d’uso agli immobili a destinazione alberghiera, più precisamente all’articolo 2, comma 2, della legge regionale ligure n. 1 del 2008, modificata nel 2013 dalla legge n. 4, che negava ai proprietari la possibilità di richiedere lo svincolo dell’obbligo alberghiero anche in presenza di comprovate ragioni economiche.
La norma era stata varata all’epoca della prima giunta Burlando (in carica da 2005  al 2010)–11 giugno 2015.) Il presidente aveva la delega alla “Pianificazione e Controllo strategico, Partecipazioni regionali, Coordinamento affari internazionali, Rapporti con la Ue e programmi comunitari, Rapporti istituzionali, Stampa, Comunicazione“(deleghe che ha ricoperto anche nel suo secondo mandato). Assessore al turismo dal 2005 al 2010: Luca Sanguinetti. Assessore all’Urbanistica: Carlo Ruggeri, già Pci, sindaco di Savona dal 1998 al 2005.
Nel secondo mandato di Burlando ((2010-2015), assessore al turismo era l’albergatore di Finale Ligure Angelo Berlangieri, attuale sindaco. Risale al 2013 l’ulteriore restrizione del vincolo con la legge n. 4. L’assessorato all’Urbanistica e alla Pianificazione Territoriale era retto dal vice presidente Marylin Fusco.
Berlangieri, il personaggio che strada facendo ha raggiunto molte vette nella vita socio economica e manager della provincia di Savona. Già all’epoca dell’esordio al governo regionale poteva esibire: direttore generale dell’Agenzia di Promozione Turistica “In Liguria”dal 2006 al gennaio 2010; nella sua Finale Ligure, presidente dell’Associazione albergatori  assessore al Turismo e alle Attività Produttive, presidente del Consiglio Comunale. Vicepresidente vicario dell’Unione Albergatori di Savona e dell’Ebit (Ente bilaterale industria turistica). Poi eletto alla carica di presidente degli albergatori aderenti a Confindustria. E’ stato presidente dell’Unione Industriali della Provincia di Savona membro della Camera di Commercio.
Nel dettaglio, i giudici costituzionali hanno sottolineato come la normativa censurata impedisca “qualsiasi valutazione caso per caso, escludendo in radice la possibilità di riconvertire un immobile a un uso diverso, pur in presenza di un progetto motivato e supportato da dati oggettivi”.
La Consulta giudica irrazionale e controproducente l’effetto della legge, ancorché l’obiettivo della norma, secondo l’intento della Regione, fosse il potenziamento dell’offerta turistica. La Corte Costituzionale ha anche evidenziato che la norma regionale “sacrifica in modo sproporzionato la libertà economica dei singoli, negando loro margini di flessibilità imprenditoriale e possibilità di adattamento al mercato”.
Un vincolo così tassativo, viene spiegato nella sentenza “non è compatibile con un ordinamento che già prevede strumenti per prevenire abusi nel ricorso allo svincolo d’uso”.
La Corte Costituzionale approfitta di questa sentenza per richiamare le Regioni al rispetto dei principi costituzionali anche nella regolazione dell’uso del territorio e nella pianificazione turistica, invitando a bilanciare gli interessi pubblici con quelli legittimi dei privati. E sottolinea che la decisione è “destinata ad avere effetti anche su altri contesti regionali dove norme simili sono ancora in vigore”.

2/DAL SITO UFFICIALE DELLA REGIONE LIGURIA – “Sono stati (ALL’EPOCA NDR) presentati numerosi emendamenti, 20 dei quali dalla maggioranza. La legge vuole soddisfare le esigenze di sviluppo qualitativo e quantitativo del mercato turistico e garantirne l’utilità economica e la funzione sociale”.

I contenuti del disegno di legge: Alberghi, villaggi alberghi e motel sono soggetti a vincolo di destinazione d’uso ed entro un anno i Comuni ne effettuano il censimento, distinguendo tra strutture ricettive di qualità o per le quali è possibile valorizzazione, ed altre inadeguate, la cui presenza sul mercato è insostenibile e che possono quindi essere liberate dal vincolo. In entrambi i casi il Comune adotta apposita modifica dello strumento urbanistico vigente. A tale procedura partecipano i soggetti interessati. Il censimento è da interpretarsi in senso dinamico. Il mancato censimento da parte dei Comuni abilita i soggetti interessati a chiedere l’intervento della Regione in via sostitutiva. Per chi ha ottenuto la trasformazione dell’albergo in residenza, sono previsti aumenti di costi di costruzione che vanno a confluire in un fondo regionale a sostegno degli investimenti di quelli impegnati nel processo di valorizzazione. Per gli alberghi di capienza superiore a 50 posti letto, anziché 25 camere come invece prevedeva la legge prima dell’emendamento di oggi, il cambio d’uso è subordinato alla stipula di una convenzione che assicura che una percentuale pari al 30 per cento della superficie residenziale sia riservata a prima casa per i residenti. La norma transitoria incentiva il recupero di alberghi chiusi da almeno quattro anni all’entrata in vigore della legge: i Comuni possono prevedere la parziale trasformazione d’uso fino al trenta per cento della superficie complessiva in funzioni non turistico ricettive, se il proprietario contestualmente si impegna a riqualificare e riattivare la funzione alberghiera del restante 70 per cento per almeno vent’anni.
La legge è stata illustrata dal relatore di maggioranza, Michele Boffa (L’Ulivo): Il testo approdato il Consiglio, riformulato e approvato, riesaminato e riapprovato dalle commissioni, differisce positivamente dall’originale per una serie di emendamenti che la stessa Giunta e la maggioranza hanno ritenuto necessari a seguito della lunga fase di consultazione che ha coinvolto tutti i soggetti interessati superando alcune perplessità emerse e rendere più esplicita la volontà della maggioranza di centro sinistra di sostenere la qualificazione ed il rilancio del turismo in Liguria.
Gianni Plinio (Alleanza nazionale), ha aspramente criticato la legge e in particolare la presentazione di 20 emendamenti della maggioranza questa mattina in aula. Plinio: E’ stata fatta un’operazione di chirurgia plastica nella notte che ha trasformato un mostro in un mostriciattolo, politico, giuridico e amministrativo, con vizi di illegittimità e incostituzionalità. Nonostante i rattoppi del chirurgo plastico Burlando, la legge continua ad essere incostituzionale ed illegittima. Condanna gli albergatori a fare il loro mestiere per l’eternità e non serve al potenziamento dell’offerta alberghiera. Si ledono le prerogative dei Comuni in materia urbanistica, nonostante i belletti apportati sull’articolato.
Matteo Marcenaro (Udc), ha definito ideologica la legge sottolineando che le modifiche ed in particolare gli emendamenti presentati in aula dalla maggioranza di fatto accolgono i rilievi che da molti mesi vengono evidenziati dalla minoranza e dalle associazioni di categorie: Anche in questo provvedimento è intervenuto come commissario straordinario il presidente Burlando. Soltanto ieri sera c’è stato un incontro con le categorie che dovevano già essere audite da tempo. Perché la maggioranza non ha pensato prima di apportare le modifiche che venivano sollecitate con forza? Positivo che sia stato accolto anche un emendamento che accoglie la richiesta dell’Ance (associazione costruttori edili) in virtù del quale i Comuni possono liberare le strutture alberghiere dal vincolo di destinazione d’uso. Se hanno più di 50 stanze possono farlo con il vaglio della Regione.
Franco Orsi, Forza Italia: Gli emendamenti della maggioranza recepiscono alcune delle cose sulle quali la minoranza aveva svolto l’opposizione più dura. Gli emendamenti rendono migliore la legge che, rispetto al testo originario, risulta straordinariamente annacquata. Alla fine il vincolo d’uso sugli alberghi si è trasformato in vincolo superabile con il piano regolatore. La legge, inoltre, consente la trasferibilità del bonus camere, come io stesso avevo proposto. Di fatto si è diminuita, nei casi di cambio di destinazione d’uso degli alberghi, la percentuale destinata all’edilizia convenzionata. Ma non si può trattare al stesso modo comuni turistici della costa e più svantaggiati dell’entroterra. Esiste un pezzo di Liguria dove non c’è pressione edilizia e che andrebbe aiutata. Sui campeggi le due leggi proposte dalla Giunta, quella sugli alberghi e quella sulle attività turistico ricettive, sono contraddittorie e obbliga un albergatore a svolgere l’attività per tutta la vita.
Gino Garibaldi (Forza Italia): Questa legge è stata proposta con una ideologia a sfondo comunista e invasiva. Non capisco cosa la maggioranza voglia dimostrare agli operatori del turismo.
Alessio Saso (Alleanza Nazionale): Dopo mesi che il consiglio regionale è bloccato su questa legge, la montagna partorisce un topolino. Beninteso, il centro destra condivide gli obiettivi di fondo di rilanciare il turismo, ma non le modalità con le quali questo obiettivo viene perseguito.
Claudio Burlando, presidente della Giunta regionale, ha così replicato alle accuse del centrodestra: Non possiamo assistere impunemente al fatto che il patrimonio alberghiero di questa regione venga trasformato progressivamente in seconde case. Questa legge non è incostituzionale e non ha nulla di ideologico. Dopo 26 anni finalmente si affronta il problema della classificazione alberghiera. Il dialogo con gli albergatori c’è stato, è stato positivo, abbiamo accolto molte delle loro proposte, ma non abbiamo rinunciato alle nostre intenzioni di fondo: dare impulso al turismo ligure e salvaguardare il nostro patrimonio alberghiero. Una seconda casa viene occupata in media 20 giorni l’anno un albergo può essere usato anche per 200. Capisco che non tutti possono essere d’accordo con questa politica, ma c’è un vantaggio generale che va salvaguardato: per sostenere alberghi e turismo occorre dare un salutare scrollone.
L’assessore all’urbanistica Carlo Ruggeri ha aggiunto: Negli ultimi anni ogni 100 alberghi 25 sono stati chiusi per trasformarsi in seconde case. E’ un problema non solo sociale ma anche economico e del tipo di turismo che vogliamo per la nostra regione: difficilmente si va in vacanza in un posto vivo solo a ferragosto, Natale e Pasqua. I Comuni ed i gestori si devono comportare tutti allo stesso modo, evitando ciò che accade oggi: alcuni comuni sono virtuosi e in altri si è depauperato il patrimonio alberghiero. I Comuni che già non hanno alberghi vincolati come tali devono individuare le procedure per arrivare ad avere una classificazione. Se hanno alberghi fanno due scelte: o trovano le modalità per aiutare alberghi grazie ai sostegni economici che la Regione intende mettere in campo, e nel contempo individuano quegli alberghi che non hanno più le caratteristiche per stare sul mercato svincolandoli dalla destinazione d’uso.


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