Spostamento della linea FS: entro il mese di Ottobre si svolgerà a Pietra il Consiglio comunale chiesto dall’opposizione affinché il Comune, tutto unito, esprima osservazione contraria al tracciato progettato che devasterebbe la zona archeologica della regione “Corte”.
di Mario Carrara
Allora: è dimostrato in modo inconfutabile che la zona delle “Corte” o “Corti” di Pietra Ligure tiene celate, da almeno venti secoli, le vestigia di un villaggio romano risalente al l / ll secolo d.C.
Non sono degli appassionati dilettanti di storia a darcene notizia, bensì le ricerche archeologiche già effettuate in passato da archeologi che hanno fatto la storia dell’archeologia in Liguria, come il prof. Nino Lamboglia e, più recentemente, in modo clamoroso, negli anni ’90, quando furono fatti gli scavi nella circostanza del passaggio del metanodotto. Infatti, fu proprio in quest’occasione che si trovò: “di tutto“…; e questo “di tutto” andava dalle macerie di muri di case, alle tombe, alle tegole, alle monete, alle suppellettili, alle anfore, agli orci…, ecc. Tutti questi ritrovamenti sono stati raccolti e documentati in modo preciso dalla Sovrintendenza della Liguria. La stessa Sovrintendenza, vista la grande importanza del luogo, sotto il profilo storico archeologico, lo suddivise in tre zone in cui il “rischio archeologico” era evidente: “basso“, “medio” ed “alto rischio“; ebbene, proprio perché il tracciato del metanodotto sarebbe andato ad interferire proprio con la zona considerata “ad alto rischio” archeologico, la Sovrintendenza impose lo spostamento del tracciato stesso del metanodotto in una diversa posizione, più marginale e ristretta, comunque priva di rischi archeologici.
Tutte queste cose sono documentate ed attestate in un libro che fu pubblicato dalla stessa Sovrintendenza e redatto dai suoi responsabili ed esperti collaboratori: “Dalla villa al villaggio“, Erga edizioni, 1999, dedicato espressamente allo scavo del sito archeologico di età romana ed altomedievale di località “Corti“.
Quindi, quanto è ancora nascosto e sepolto nel sottosuolo della zona delle “Corte” o “Corti” si sa per certo che ci sia ed esista: attende solo di essere scavato, riportato alla luce, studiato.
Non certo di essere devastato e distrutto.
È la stessa Sovrintendenza a dirci anche, con precisione, a che profondità scavare per trovare quelle vestigia romane, cioè: a PIÙ di 5 metri
di profondità. Profondità giustificata dagli ammassi alluvionali continuamente rovesciati in zona, nel corso dei secoli, dalle inondazioni dei due torrenti confinanti (Op.cit.: “Dalla villa al villaggio“, pag. 14). Chi avesse
già effettuato carotaggi o esplorazioni del sottosuolo della zona ad una profondità inferiore a quella indicata degli oltre 5 metri, avrebbe fatto uno scavo fine a se stesso, perché non avrebbe potuto trovare nulla.
Ora, il problema delle vestigia archeologiche sepolte, viene prepotentemente al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica perché proprio lì il nuovo progetto di spostamento a monte e raddoppio della ferrovia prevede il passaggio della nuova linea e, proprio lì, prevede l’ubicazione della nuova “Fermata ferroviaria”. Siccome, tutte queste opere sono realizzate su “impalcato“, per sostenerle si dovranno erigere imponenti piloni che affonderanno la loro base ben in profondità nel terreno, molto probabilmente devastandolo con tutto quello che racchiude. Un patrimonio che, quindi, dopo esser stato conservato per duemila anni, andrà perduto per sempre. Si badi bene: nel sito di “Corte” non è mai stata intrapresa una sistematica campagna di scavo archeologico, ma, nonostante questo, gli archeologi stessi, sia, nel passato remoto, i più antichi, che i più recenti, si sono sentiti di attestare l’esistenza di un sito archeologico importante. D’altronde, l’abitato di Pollupice, il cui toponimo è ricordato in strade di ognuno dei paesi di questa parte di Riviera e la cui ubicazione è stata invano cercata per secoli, non potrebbe essere proprio il villaggio sepolto sotto la terra di “Corte“, di cui attesta l’esistenza la scheda archeologica sul sito, elaborata dalla Sovrintendenza? Per ora questo non possiamo saperlo con certezza matematica, però, sulla base dei pesanti indizi esistenti, possiamo anche supporlo. Un “domani“, se quel sito venisse sconvolto dai lavori della nuova linea ferroviaria, non lo sapremmo mai più. E per sempre.
È per tutto questo che ha senso chiedere che il Comune di Pietra Ligure, come istituzione rappresentata dal suo Consiglio comunale, solleciti la presentazione di un’osservazione contraria al progetto del tracciato della nuova linea ferroviaria. Non è un capriccio, ma una richiesta basata su dati ed elementi fondati e dimostrati: desunti da atti della stessa istituzione preposta a salvaguardare il patrimonio culturale.
Ora: è possibile evitare che tutta la situazione paventata si possa produrre? Certo che sì! Basta traslare la linea indicata da quel progetto in una posizione “ancor più
a monteĺ” rispetto all’originaria previsione della linea stessa e che non abbia interferenze con tutta la zona del sito archeologico.
Ma le soluzioni prospettabili sono 3:
La prima:
La traslazione della linea in posizione “più a monte“, rispetto al tracciato di progetto. In questo caso, si tratterebbe di rinunciare alla “fermata ferroviaria”. E motivi per questa “rinuncia” ce ne sarebbero anche altri oltre a quelli “archeologici…“; in primis, il fatto che alla “fermata” che, quindi, con due soli binari non sarebbe una “stazione” vera, si fermerebbero pochissimi treni al giorno e solo locali-regionali, magari un paio al mattino ed un paio alla sera, come oggi si fermano alle fermate di Borgio o di Quiliano Vado. Rendendo, quindi, questa struttura megalitica sostanzialmente priva di ogni ragione d’esistere perché non garantirebbe neanche il servizio per i pendolari.
Ma è la stessa distanza della fermata, che sarebbe raggiungibile solo con un mezzo a creare problemi. Problemi risolvibili, “a parole“, con un servizio efficiente di mezzi pubblici “navetta” anche nelle ore notturne. Quindi, un servizio “all’italiana“, facile a dirsi, meno facile a farsi davvero… Ed a farsi in modo efficiente e soddisfacente.
Ipotesi di spostamento: “ancora più a monte”
La seconda:
Mantenere il tracciato della linea fs attuale, ma interrandola e raddoppiandola al di sotto della stessa linea attuale, lasciando in superficie tutte le attuali stazioni, che sarebbero utilizzabili tramite ascensori.
Una soluzione ipotizzata da ingegneri norvegesi, che dovrebbe essere studiata, in particolare, se fattibile per tutto il percorso interessato da Finale ad Andora o solo per ipotizzabili tratte limitate dello stesso.
Infatti, si tenga sempre presente che il binario unico è rimasto solo nel tratto Finale – stazione di Loano, per poco più di soli 9 km, poi dalla stazione di Loano in avanti è già raddoppiato.
Inoltre, per la contiguità col mare e l’interferenza sicura con i rii sotterranei, sarebbe da studiare la profondità alla quale dovrebbe essere interrata la linea.
Uno dei vantaggi indubbi di un’opera siffatta sarebbe il mantenimento della linea dove è ora, vicino ai centri abitati, che funzionerebbe come funzionano le metropolitane nelle grandi città; inoltre, “l’impatto” si ridurrebbe a zero, sparirebbero tutti gli attuali passaggi a livello e la vecchia, attuale linea in superficie potrebbe essere destinata a diverse utilità di collegamento pubblico. Un’incognita, per ora, visto che non sono stati studiati, restano i costi.
La terza:
3) Il mantenimento della linea FS nell’attuale tracciato.
Come ripetesi, sarebbero da raddoppiare solo 9,1 km dell’attuale binario unico, da Finale a Loano, ma a questo si potrebbe provvedere sia col raddoppio vero e proprio dov’è tecnicamente fattibile, sia con il ripristino dei binari di scambio a servizio delle stazioni, per consentire il passaggio dei treni più veloci sulla linea. Binari che sono stati, insensatamente eliminati da tutte le stazioni alcuni anni fa, causando l’attuale caos e disservizio pressoché ogni giorno.
I vantaggi di questa soluzione sarebbero: il mantenimento delle stazioni attuali nelle loro potenzialità (solo due anni fa sono stati fatti, ex novo, i sottopassaggi ai binari della stazione di Pietra), le stazioni sarebbero vicine ai centri edificati della città e continuerebbero pienamente ad espletare il servizio per i pendolari e studenti (se l’attuale numero di treni non fosse ulteriormente ridotto). I passaggi a livello potrebbero tutti esser eliminati con la costruzione dei sottopassaggi.
I costi di tutta l’opera del raddoppio in sede sarebbero enormemente più bassi.
Infatti: l’esame ed il raffronto tra i costi dell’intera realizzazione dello spostamento a monte e quelli del riutilizzo dell’attuale linea è impietoso ed imbarazzante.
Mentre per lo spostamento a monte vengono ipotizzati ben 2 miliardi e mezzo di euro (che proprio oggi si viene a sapere che non sono disponibili), verosimilmente aumentabili, viste le opere previste, a tre o tre miliardi e mezzo di euro, il raddoppio sull’attuale sede (non quello interrato…), facendo i conti della serva,
difficilmente supererebbe i 400 milioni di euro (42 milioni per tutti i 14 sottopassaggi a circa tre milioni di euro l’uno), più il costo del raddoppio in sede dei 9 km tra Finale e Loano, che laddove fosse tecnicamente difficile da farsi potrebbe essere ovviato col ripristino del binario in più “di scambio” nelle stazioni (Borgio? Pietra?), ben difficilmente farebbero superare la cifra ipotizzata di 400 milioni di euro, che non sono mai i 3 miliardi e rotti che, alla fine, occorreranno per fare quell’opera mastodontica dei 30 chilometri tra Finale Ligure ed Andora.
Ecco perché il Consiglio comunale di Pietra Ligure, che richiesto dall’opposizione, si dovrà tenere entro la fine di Ottobre proprio espressamente sul punto dell’osservazione contraria al progetto ed, in particolare, al parere positivo espresso dal Ministero della cultura, non è solo importante, ma decisivo: sia per quello progetto, sia per la conservazione delle vestigia archeologiche esistenti e minacciate, sia per l’avvenire stesso del servizio ferroviario per la città di Pietra Ligure.
Mario Carrara
(consigliere comunale della lista Indipendente per Pietra)
La nuova fermata di Pietra Ligure in progetto
