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Giorgia Meloni a Bruxelles: luci e ombre


Una più marcata dirittura europeistica di Giorgia Meloni? Luci ed ombre della prima visita ufficiale della nuova Premier a Bruxelles.

di Antonio Rossello

Mentre a Roma il suo governo di coalizione ancora indugia sui dossier più critici, lo scorso giovedì 3 novembre, a Bruxelles, in un clima di grande concordia, la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha mosso i suoi primi passi all’estero. La leader si è dichiarata pienamente soddisfatta dopo aver inanellato in poche ore gli appuntamenti con Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Charles Michel, i vertici delle tre istituzioni del Capitale europea: il Parlamento, la Commissione e il Consiglio.
Altrettanta soddisfazione ha manifestato, in un tweet, la von der Leyen, riferendosi in particolare all’Ucraina, all’energia e alla questione dei migranti. Viene espressa certezza circa la volontà dell’Italia di continuare a svolgere un ruolo centrale nel processo decisionale dell’Unione Europea da parte dell’entourage della Metsola. Secondo altri alti funzionari europei, il nostro Paese si manterrà un partner leale e orientato a soluzioni all’interno dell’UE.
Con questo viaggio, la Meloni ha dichiarato di aver voluto di persona negare, presso le alte cariche europee ,una narrazione avversa che era stata costruita su di lei e sul suo nuovo esecutivo, lanciando un segnale politico forte per dimostrare che Roma non si pone in una prospettiva conflittuale nei confronti dell’Unione Europea. Gli analisti delle maggiori testate internazionali hanno in generale commentato in termini positivi, ma non è mancata qualche perplessità.
Alcuni media nazionali hanno tuttavia hanno espresso preoccupazioni siccome la convergenza pare più di facciata che di sostanza, ad eccezione dell’ unico punto sul quale si è registrata totale intesa tra i padroni di casa e l’ospite: il sostegno all’Ucraina. Su capitoli scottanti quali energia, migranti, Pnrr: la Meloni avrebbe per ora incassato sorrisi in Ue, portando a casa solo una sfilza di “no”.
Evidentemente, anche a Bruxelles la neo premier è attesa alla prova dei fatti. Nel cuore delle istituzioni comunitarie nessuno fa sconti all’esecutivo italiano appena insediato. Se la presidente del consiglio italiana si aspettava di poter far davvero cambiare idea ai vertici europei con un solo appuntamento, forse dovrà rivedere i suoi conti.
La situazione geopolitica complicata può essere stata la causa questo iniziale cambio di passo rispetto a determinate affermazioni euroscettiche che avevano caratterizzato Giorgia Meloni, quando ancora era a capo dell’opposizione parlamentare italiana, cioè soltanto qualche mese fa. Se la sua nuova politica pare ora assumere i toni di un sovranismo limitato, i prossimi mesi saranno cruciali per cogliere eventuali ulteriori segni di questo mutamento.

Antonio Rossello


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A. Rossello

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