Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Povero ponente ligure? I migliori talenti cercano lavoro altrove. E si depaupera la classe dirigente locale. I doveri della Camera di Commercio


Povera terra mia, “come un treno che viaggia senza meta e senza guida verso l’ignoto”!

di Gian Luigi Taboga*

Il 14 dicembre 2021 Enrico Lupi imperiese  veniva riconfermato all’unanimità presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria per il mandato 2021-2026. “Inizia oggi una nuova sfida nel segno del fare squadra che vede la Camera di Commercio porsi come interlocutore autorevole per le imprese, i territori, le istituzioni, il rilancio – diceva Lupi –. Questo mandato vede una diminuzione del numero dei consiglieri, da 33 a 25: trasformiamo questo in un valore, in una maggiore coesione, lavorando insieme al di là del ruolo statutario. La nostra Camera rappresenta circa centomila imprese che vanno da Ventimiglia a Sarzana”.
Questi i miei obiettivi: “Creare e sostenere iniziative di rilancio economico post pandemia, aiutare le imprese a dialogare con una pubblica amministrazione moderna ed efficiente e, grazie al patrimonio statistico che possiede, orientare i processi di crescita dei territori in sinergia con associazioni imprenditoriali e amministrazioni locali, regionali e centrali”. Oggi a quasi due anni di distanza sarebbe utile ascoltare la testimonianza del presidente degli industriali Savonesi, Berlangieri e dei rappresentanti delle maggiori forze economiche savonesi ed imperiesi. Il sindacato. Gli ordini professionali più rappresentativi. Dove stiamo andando ? Quali risultati raggiunti dalla presidenza Lupi? (r.t)

Non è una battuta, ma una amara constatazione  che dovrebbe farci  riflettere tutti  per reagire adeguatamente.

Il Ponente della Liguria sta attraversando un momento di gravissima crisi  sociale, economica, politica e culturale che trova le sue radici in cause remote quali la devastazione ambientale e la progressiva dissoluzione di un tessuto economico differenziato  e basato  su  industria, commercio, agricoltura e artigianato. E la classe dirigente ? E quella politica ? Senza dimenticare le spopolate aree montane, sempre più depresse.

L’aver giocato le proprie carte, dando l’assoluta priorità al business delle seconde case ed a un conseguente turismo  da fine settimana  o di giornata, ha esposto l’economia locale ai capricci del mercato, alla speculazione e al suo inesorabile decadimento.

Altra causa remota e di natura sociale, è l’invecchiamento e la decrescita della popolazione che sta privando il nostro territorio della spinta propulsiva dei giovani. Purtroppo i migliori talenti cercano altrove la loro collocazione, depauperando sia numericamente che qualitativamente quella che dovrebbe essere la futura classe  dirigente locale.

Purtroppo alle cause sopra accennate si sono aggiunte quelle più recenti e disastrose, quali la pandemia, le alluvioni, le frane, la siccità, la crisi idrica  e  la guerra, con tutte le conseguenze di carattere energetico, inflazionistico e chi più  ne ha più ne metta!

La mancanza di una programmazione per affrontare simili situazioni e l’inesistenza di una classe dirigente locale adeguata, ci ha condotto in un “cul de sac “ dal quale sarà molto difficile uscire.

E’ scemata a livelli insufficienti l’azione dell’associazionismo, che non trova una adeguata coesione per organizzare proteste e fare proposte unitarie presso le sedi degli Enti competenti in materia.

Ci stiamo domandando perché  la Camera di Commercio delle Riviere di Liguria non ha ancora preso  iniziative adeguate onde affrontare una congiuntura economica così difficile e pericolosa per le imprese e per gli utenti/consumatori. Forse potremo saperlo dalla convocazione di un Consiglio Camerale a cui, ci piace ricordarlo, anche il pubblico può assistere. Per quello che possono le Associazioni dei Consumatori sono disponibili a dare il loro contributo, chiedendo in cambio solo maggiore attenzione per quelli che sono interessi primari e diffusi dei cittadini tutti.

*Per ASSOUTENTI Savona Gianluigi Taboga.


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