Trucioli

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Savona/ Una guerra da discutere


“Nella corrosione delle democrazie liberali si trovano gli elementi dell’aggressività delle autocrazie. Il modello di economia e di società venuto fuori dalla crisi del 2008 e dal tramonto della globalizzazione può trovare, alla fine, come punto di rottura la guerra, e l’Europa si trova priva di rappresentanza politica”.

di Franco Astengo

Sia pure in una forma semplificatoria e arbitraria può essere così sintetizzato il senso del dibattito svolto il 15 marzo su iniziativa di chi scrive questa nota, da Sergio Acquilino e Sergio Tortarolo.

Una discussione alla quale hanno contribuito interventi sviluppati da diversi punti di vista in una pluralità di opinioni accomunate dalla volontà intellettuale e politica di costruire informazione e coscienza nell’opinione pubblica in un momento in cui sembrano prevalere le tendenze belliciste e di schieramento alimentate da una informazione e/o disinformazione.

L’informazione/disinformazione sta davvero rappresentando il punto debole di una società complessa in assenza di adeguati soggetti.

Una società ormai in larghissima parte priva di riferimenti politici.

In sostanza il senso del dibattito è stato quello di un tentativo di elaborazione di un contributo utile per fronteggiare il disorientamento che aleggia nel dibattito pubblico.

Non sono sufficienti le pur meritorie iniziative per la pace e le indispensabili opere di solidarietà che si stanno sviluppando da più parti: appare in grave ritardo la politica intesa non come fatto ideologico o meramente amministrativo ma come fattore di aggregazione sociale e costruzione, nel profondo del tessuto sociale, di opinioni condivise.

La guerra rimane sempre l’espressione di una “violenza per il potere” che non prolunga la politica con altri mezzi, ma si sovrappone per soffocarla.

La nostra espressione d’intenti non può comunque che partire da alcuni punti fermi:

1) la Russia non è l’URSS, in termini geopolitici e di ascendenze statuali. Va quindi sgombrato il campo con decisione a riferimenti di quel tipo (Armata Rossa, rivoluzione contro i bolscevichi e amenità del genere);

2) l’attuale governo russo è un governo di estrema destra illiberale e autoritario i cui riferimenti in Italia sono stati, prima, Forza Italia e più specificatamente Silvio Berlusconi (parte di quella che è stata definita “l’Internazionale Trumpista”) e successivamente non soltanto la Lega ma l’intero governo giallo – verde comprendente, magna pars, quel M5S che adesso si vorrebbe facesse parte di un “campo largo” di centro – sinistra e cui principali esponenti si sono prontamente trasformati da entusiasti sottoscrittori della “via della seta” a interlocutori dei gilet gialli francesi e, adesso, in atlantisti di nuovo conio nell’evocazione di Adenauer, Schumann e De Gasperi.

Inoltre la possibilità di un compromesso deve necessariamente assumere piena consapevolezza di un punto: la situazione strategica impone una realistica considerazione sul fatto che gli obiettivi del governo ucraino non possono coincidere – in questo momento – con una concreta soluzione di pace tale da allontanare lo spettro di un conflitto globale.

Assieme ai promotori sono intervenuti nella discussione: Elio Ferraris, Antonio Vallarino, Stefano Bosio, Livio Di Tullio, Alberto Delfino, Vito D’Ambrosio, Donatella Ramello, Fulvio De Lucis.

In apertura è stato letto un messaggio sul tema della Pace e dei diritti umani trasmesso da Marco Anselmo (tra i primi obiettori di coscienza a Savona) : testo frutto, a suo tempo, di un dialogo con il compianto don Silvio Delbuono.

Franco Astengo

 


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F.Astengo

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