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Savona, il ‘metodo russo sindaco’ da sindrome imitatoria di civismo politico


Il successo elettorale che ha portato Marco Russo ad assumere l’incarico di Sindaco di Savona (frutto di una positiva impostazione progettuale e della costruzione di una larga alleanza di stampo democratico-costituzionale) è attualmente oggetto di analisi e riflessioni.

di Franco Astengo

I candidati  sindaco Russo e Schirru, una stretta di mano di ‘civismo politico’

Analisi avanzate da più parti, anche in vista delle prossime scadenze amministrative e quindi tendenti a una sorta di “sindrome imitatoria” in molti casi però posta soltanto sul piano della mera esemplificazione.

Da più parti si parla (anche impropriamente) di “metodo Russo”, commettendo l’errore di personalizzare un impianto politico che è stato costruito assolutamente in dimensione collettiva e di interscambio tra una pluralità di soggetti: in particolare ciò sta accadendo (almeno per quello che traspare fin qui ) nella fase preparatoria per le elezioni genovesi del 2022 laddove i partiti stanno, invece, ripetendo nella sostanza gli errori che portarono, alla fine, alla sconfitta della candidatura di Ferruccio Sansa.

E’ il caso allora che, sia pure molto schematicamente, siano offerti al dibattito alcuni spunti di interpretazione del percorso che ha portato al risultato emerso dalle elezioni savonesi:

1) Va ricordata la priorità assunta dal lavoro progettuale portato avanti dal “Laboratorio” di cui, per anni, è stato principale animatore proprio Marco Russo ma composto da una pluralità di competenze in diversi campi. Questo lavoro progettuale (dal quale è derivata la formazione della lista del “Patto”) è risultato fondamentale prima di tutto perché è stato posto in collegamento con altre elaborazioni poste in sintonia sullo stesso terreno (prima fra tutte quella portata avanti nel documento “Savona Visione e Progetto” redatto dal gruppo “Il Rosso non è il Nero” con la collaborazione di un ampio concerto di soggettività sociali e culturali: documento che ha rappresentato la base di una inedita costruzione della presentazione unitaria della sinistra). E’ stato così, attraverso un intreccio concetamente elaborativo,che si è potuto superare la difficoltà di partiti privi di sedi di dibattito nelle quali rinvenire una possibilità di ricerca di un baricentro politico che si è realizzato “altrove”. L’indispensabile recupero dei partiti sul piano dell’equilibrio progettuale rimane, in ogni caso, il vero punto di difficoltà della nostra democrazia;

2) Il vero punto di vantaggio su cui ha poggiato la candidatura è stato quello dell’esistenza di un quadro già consolidato come espressione di un “civismo politico” verso il quale poteva essere considerata quasi spontanea un’aggregazione tra “diversi” ma “convergenti”. Il “civismo politico è risultato la chiave contro il quale non è stato facile muoversi se non creando contrapposizioni che sono state evitate esercitando una complessiva forza egemonica della proposta;

3) La candidatura di Marco Russo è sorta così come frutto (ampiamente maturo nella soggettività della rappresentanza) di questo impegno. Una candidatura collocata in un quadro di sottolineatura del già richiamato doppio aspetto aspetto civico – politico. In questo senso è emerso con chiarezza la definizione di alcune discriminanti di progetto che davvero hanno fatto la differenza nel corso della campagna elettorale, anche perché accompagnate da candidature per il Consiglio Comunale che, nelle diverse liste, hanno fornito un forte segno di rinnovamento posto soprattutto sul terreno del riferirsi all’interesse generale dopo che per molti anni la Città era stata governata nel segno dell’egemonia di istanze particolaristiche e corporative;

4) Deve infine essere valutata l’efficacia dimostrata, nel corso della campagna elettorale, di prese di posizioni esterne non propagandistiche ma rivolte essenzialmente alla necessità di contribuire al prosieguo del progetto e poste in un quadro di diretta interlocuzione con il complesso dell’operazione politica che si stava portando avanti, rifuggendo da polemiche sterili e di semplice contrapposizione. In sostanza un successo elettorale ottenuto, una volta tanto, dalla “pars costruens“.

Franco Astengo


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F.Astengo

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