Ad Albenga nel XV secolo fu edificato un monastero dei Frati Minori Osservanti e successivamente dedicato a San Bernardino da Siena, che secondo i documenti predicò nella città durante la Quaresima del 1431, lasciando una forte traccia nella cultura religiosa popolare.
di Danilo Bruno

Esso resistette fino al 1796 quando gli ordini monastici furono progressivamente soppressi e i pochi frati rimasti trasferiti in San Domenico di Albenga ove portarono pure la “speziera”, che incontrava un particolare favore popolare per la gestione attenta e oculata volta alle esigenze popolari.
La struttura ebbe poi diverse vicissitudini: ospedale militare, carcere mandamentale, prigione del Comitato di Liberazione Nazionale per coloro che erano stati compromessi con la dittatura fascista finché il recupero non fu cominciato nel tempo a cominciare dalla lettura archeologica ed artistica proposta nel 1971 dal Prof. Lamboglia, direttore e fondatore dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri fino ad arrivare all’insediamento dell‘Istituto Professionale per l’Agricoltura e del Comando della Polizia Urbana locale.

Il ciclo di affreschi riguarda in particolare il Giudizio Universale e fu eseguito nel 1483 con una misura di metri 8.50 x 5.
Vi si ritrovano numerosi richiami danteschi compresi il Lucifero cornuto e i sette vizi capitali.
I dannati sono poi utilizzati come legna da ardere, immersi nel ghiaccio, torturati e bastonati dai demoni.
Questa breve introduzione è propedeutica al fatto che, secondo notizie di stampa, lo scorso 19 e 20 giugno 2021 il FAI Giovani di Albenga ha organizzato un ciclo di visite guidate a numero chiuso (causa covid) e previo pagamento di un contributo con il patrocinio del Comune.
Ora sorge la consueta domanda ma perché il FAI (Fondo Ambiente Italiano), che si vanta dalle origini di non ricorrere a contributi pubblici, non fa lo sforzo in un periodo di grandi difficoltà come questo di chiamare guide turistiche in modo da aiutare un settore in grave crisi e ricorre invece al volontariato, come si può presumere avendo già lavorato un paio di volte con l’associazione, quando lavoravo nel comune di Noli.
Naturalmente io chiedo e voglio essere smentito ma purtroppo so che il FAI, se non ricorre ai propri volontari, crea progetti con le scuole utilizzando studenti e studentesse in una logica, che in alcun modo favorisce la crescita delle professioni culturali.

Quest’ultimo deve essere utilizzato e valorizzato. come ad esempio negli Stati Uniti e in Germania, sulla base di specifici progetti culturali e sotto la direzione di personale scientifico e non in sostituzione.
Questa è la linea, che la sezione Sabazia dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, si è data rispetto alle proposte improponibili del Comune ma perché non lo fa pure il Fondo Ambiente Italiano, sperando (lo ribadisco ) di essere smentito.
Danilo Bruno