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Castelvittorio chi paga i danni? La strada costa 1 milione. Indagini dei carabinieri. Individuati i primi ‘corpi di reato’


Alta Val Nervia. A Castelvittorio, sui ‘laghetti’ indagano i carabinieri forestali. Il solo danno alla strada si aggira sul milione di €. Chi paga ?

di Angelo Verrando

I primi 80 mila euro li ha spesi il Comune di Castelvittorio, ma il totale stimato del disastro assomma a un milione, oltre al grave danno di immagine per il turismo. La somma rappresenta una prima, minuscola, goccia per tentare di affrontare con i pochi mezzi a disposizione del centro montano dell’Alta Val Nervia, il disastro provocato alla strada già interpoderale, poi carrozzabile e asfaltata, atta a garantire i collegamenti tra la provinciale che si inerpica dal bivio di fondovalle verso il centro abitato e i laghetti del Gordale.

L’alluvione dell’ottobre 2020 ha in gran parte inghiottito l’arteria con il rio ingrossatosi in poche ore, trascinando con sé gran parte dell’importante accesso verso questo paradiso naturale che appare come un vasto taglio tra il monte Vetta, Baiardo e il maestoso massiccio del Toraggio. La civica amministrazione presieduta dal sindaco Gian Stefano Oddera, nonostante le ristrettezze di bilancio, ha comunque dato il via a un primo intervento, stanziando con la formula della “somma urgenza”, il denaro per i primi lavori in grado comunque di approdare a qualche risultato.

Gian Stefano Oddera sindaco di Castelvittorio

Eccone alcuni: i laghetti del Pereguzzo e della Cappelletta della Madonnina sono tornati accessibili con l’impiego di escavatori meccanici e di una nutrita squadra di tecnici impegnati nell’inclemenza dell’inverno. Discorso diverso per il laghetto dei Ciapazzi non più fruibile: è stato completamente cancellato dalla furia delle acque, mentre quello del Piano della Mola risulta completamente inaccessibile. A mitigare il parziale isolamento della zona impervia, la stessa impresa ha consentito di aprire un nuovo accesso da regione Mattogno verso regione Rovereto, ma solo come strade vicinali per i proprietari di alcuni terreni agricoli.

Una situazione complicata per le “piscine del Gordale” di Castelvittorio e le sue bellezze incontaminate ma fragili così apprezzate dai villeggianti dalla primavera fino all’autunno inoltrato. Ora cosa potrà fare ancora il Comune con le proprie forze per rilanciare i laghetti? Difficile immaginarlo. Provincia di Imperia e Regione Liguria, attraverso la Protezione civile, risponderanno all’appello di Castelvittorio per ottenere finanziamenti in grado di ripristinare la preziosa oasi? Altra domanda ancora senza risposte.

Ma intanto sembra aprirsi un nuovo fronte. Della vicenda si stanno interessando i carabinieri forestali di Rocchetta Nervina, competenti per territorio, i quali stanno indagando per disastro colposo e per altri reati connessi. Un’inchiesta avviata proprio per la rilevanza turistico-sociale del sito, che potrebbe portare a sbocchi inaspettati per tutta la Val Nervia e pure per la vicina Valle Argentina. I documenti già in possesso degli investigatori sarebbero  in un corposo fascicolo pronto per essere trasmesso all’autorità giudiziaria

E, anche se sui contenuti c’è il massimo riserbo, è trapelato che ad attirare particolarmente l’attenzione dei  carabinieri forestali sarebbero stati alcuni lavori eseguiti negli ultimi anni a margine del rio Gordale. Opere che avrebbero comportato il transito di pesanti automezzi i quali potrebbero aver indebolito il sedime della strada. E ancora, un altro punto da chiarire è il rapporto tra la costruzione di una mini-centrale idroelettrica sullo stesso corso d’acqua, ed eventuali danni idrogeologici conseguenti. Una vicenda ancora tutta da chiarire. Ma sulla quale sono già puntati gli occhi di altre amministrazioni, come quella della vicina Pigna, ma pure quella di Triora, in Valle Argentina. Località nelle quali sono già state realizzate centrali idroelettriche simili (Triora) e Pigna dove è ancora in atto un braccio di ferro giudiziaria per lo sfruttamento a fini energetici del rio Carne. Sul rio Gordale di Castelvittorio, quindi, sembrano ora puntati molti occhi, oltre a quelli degli amanti della natura.

Nelle Foto di Samuele Cabò: una vista dall’alto di Castelvittorio con sulla destra la zona dei laghetti; Un primo piano dei danni e di uno dei laghetti; la grossa frana piombata sulla strada nell’alluvione dell’autunno scorso.

Angelo Verrando


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