Era il 22 marzo, ricoverato d’urgenza in Rianimazione al Santa Corona. Ha riaperto gli occhi dopo 14 giorni di ‘buoio’. Poi ha risentito la voce dei suoi cari il 14 aprile, il giorno dell’Angelo, suo onomastico. Aveva tanta voglia di parlare. “Appena esco, una ribotta….”. E ora desidera ringraziare, bando ai convenevoli, chi gli ha salvato la vita. Medici, infermieri, personale del reparto. Professionalità, umanità, dedizione, gentilezza. Firmato Angelo De Francesco, tra i professionisti più affermati e conosciuti non solo nel comprensorio loanese. E figlio di quel ‘mitico Cencin’ che a Loano, alle sue tradizioni, ai suoi valori, ha dato tantissimo. Senza mai chiedere per se.
LETTERA DELL’ARCHITETTO ANGELO DE FRANCESCO
AL SANTA CORONA DI PIETRA LIGURE
