Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Le due Pasque: dell’uomo e del Signore Gesù


Una delle sfide più importanti, cui bisogna in ogni tempo rispondere, è la sfida della visione integrale dell’uomo. L’uomo è sempre tentato di avere di sé una comprensione riduttiva, unilaterale e, nei nostri tempi, di tipo materialista.

di Max Anselmi*

 

Padre Max Anselmi

È indispensabile sempre nuovamente recuperare l’immagine cristiana dell’uomo che sappia stimare in sé, in modo retto, sia l’aspetto umano che l’aspetto spirituale. La via più facile per difendere l’immagine integrale dell’uomo è quella via meditativa che si collega col mistero pasquale, come fa ad es. la spiritualità di san Paolo della Croce.

La Pasqua dell’uomo e la Pasqua del Signore GesùIn questo mondo si possono distinguere due pasque: la pasqua dell’uomo, cioè il rinnovamento, il miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo tramite il lavoro, la sofferenza, l’impegno, e la pasqua di Gesù Cristo che con il suo sacrificio in croce e la sua risurrezione promette e vuole attuare la trasformazione del mondo, di tutti gli elementi disumanizzanti che attentano la vita e la dignità dell’uomo: peccato, cattiveria, malattia, povertà e morte.

La pasqua di Gesù Cristo è celebrata continuamente a livello sacramentale con la santa messa o l’eucaristia. Per il cristiano la pasqua sacramentale è determinante per riuscire in questo progetto. Per l’uomo in genere invece l’elemento determinante è il lavoro, il progresso e tutto ciò che concorre a migliorare le condizioni di vita dell’uomo.

Il compito grande della meditazione della Passione  La meditazione, più precisamente la meditazione della Passione ha lo scopo di collegare queste due pasque in modo che non si renda vano lo sforzo titanico dell’uomo, ricordando che se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori (cf. Sal 126, 1) .

La elaborazione culturale del pensiero della croce tramite la meditazione orante non può però essere una operazione ideologica. Ognuno di noi, nel cammino della vita e alla scuola della sua esperienza terrena ha certamente maturato delle convinzioni positive e valide. Appunto qui sta in agguato il pericolo ideologico, quando cioè si vuole applicare a se stessi e agli altri le proprie convinzioni, buone e giuste, rendendole norma di azione e di comportamento. Il punto di partenza veramente valido deve essere invece quello che si matura alla scuola della pratica della Parola di Dio, ossia questo: tutti siamo uguali e tutti siamo sotto la Parola di Dio. Il punto di partenza giusto non può  essere che quello della fede: credere nel lieto messaggio di Gesù il Cristo. Solo dopo, al secondo posto, possono essere valorizzate le convinzioni personali.

La scelta d’amore di Gesù Cristo, cioè l’opzione cristiana, assunta, dopo averla criticamente vagliata nella meditazione, come norma di pensiero, di vita e di azione, all’inizio può apparire insignificante. Il vangelo stesso ne parla e lo riconosce nella parabola del piccolo seme e del lievito (cf. Mt 13, 31 ss.). Dato che la scelta di porre Gesù Cristo come centro nascosto, come lievito invisibile della cultura umana, coinvolge tutto l’amore dell’umanità, essa viene almeno all’inizio sentita come inopportuna e come una realtà che disturba e di cui si può fare a meno. Con l’andar del tempo, se si resta fedeli all’accoglienza di tale seme divino, cresce in importanza e Cristo da seme e da lievito diventa decisivo, determinante e talmente importante che senza di lui non avrebbe più gusto e senso neanche l’amore umano. Questo pensiero della croce è grazia per la cultura umana e la storia dell’amore umano.

La meditazione della Passione ha davvero un compito grande: il compito di unire le due Pasque, la Pasqua dell’uomo e la Pasqua del Signore Gesù, in modo che niente vada perduto, al contrario tutto conservato, redento, santificato. Abbiamo bisogno tutti di tanta gioia e questa meditazione la comunica in sovrabbondanza, perché facendo così la Pasqua di Gesù diventa la propria Pasqua, la sua festa la propria festa e la Pasqua dell’uomo diventa pane e vino consacrato, diventa Eucaristia, realtà lodata, conservata, santificata, diventa Pasqua nella grande Pasqua del Signore. Alleluia.

*Max Anselmi, Passionista 


Avatar

Trucioli

Torna in alto