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Savona, Pio VII primo Papa moderno


L’espressione Savona città dei papi è ormai diventata titolo onorifico del nostro biglietto da visita. Ai due papi rinascimentali provenienti dalla famiglia Della Rovere, Sisto IV e Giulio II, è invalsa la tendenza ad aggiungerne un terzo, Pio VII, che savonese non era ma che, nolente, soggiornò nella città durante il periodo Napoleonico. Il volume Pio VII (di Maria Luce Gazzano, Laura Arnello, Marco Ghione, Alessio Rògano, con la collaborazione di Giovanni Gallotti), che Storia Patria ha visto crescere nella sua biblioteca ed a cui ha dato il patrocinio, sarà presentato sabato 15 febbraio (ore 16.00, Città dei Papi, via dei Mille).

Alle vicende di tale personaggio è dedicato il volume Pio VII, primo Papa moderno (autori Maria Luce Gazzano, Laura Arnello, Marco Ghione, Alessio Rògano, con la collaborazione di Giovanni Gallotti e le prefazioni di Giovanni Farris e Jean Marc Ticchi), appena pubblicato da Marco Sabatelli Editore, che Storia Patria ha visto crescere nella sua biblioteca ed a cui ha dato il patrocinio.

Si riportano di seguito alcuni stralci delle prefazioni di Giovanni Farris e di Jean Marc Ticchi. Esse danno un primo inquadramento del volume che sarà pre***

(…) Si è parlato a lungo dell’omelia fatta ad Imola nel Natale del 1797 circa un’apertura di Pio VII al concetto di democrazia portato dalla Rivoluzione Francese, in realtà, a ben vedere, si trattava di una importante e chiara spia, che indicava, come orientamento nel temporale, il Vangelo.

Anticipava quindi una netta scelta di linea che porterà a considerare sempre di più l’uomo e meno il sistema. Insomma, siamo davanti ad un problema che si impone alla Chiesa da sempre, quello di non lasciarsi dominare dal sistema, e per garantirsi in questo non c’è che rapportarsi di continuo col Vangelo. La domanda insistentemente è sempre la stessa: la Chiesa ripercorre le orme dell’amore di Gesù? Il Papa vivrà questa domanda nella sua drammatica vicenda storica.

Nella sua consacrazione aveva giurato di difendere il sistema, che egli vedrà in tutti i suoi limiti, in quanto gli era stato presentato come obbligante per la libertà della Chiesa nel compiere la sua missione, quella dell’Annuncio. Fondamentalmente questa è la questione di fondo che la Rivoluzione Francese impose con forza alla Chiesa e al Papa. Pio VII ha risposto senza titubanze che l’unico mandato dato alla Chiesa da Gesù è l’Annuncio della salvezza. Solo così si comprende il Concordato con Napoleone e la dialettica continua con le pretese di Napoleone di instaurare il vecchio sistema della Chiesa come “instrumentum regni”.

Insomma, la figura di Pio VII afferma in modo definitivo che la sua sopravvivenza non era legata al potere monarchico o ad altri poteri che lo sostituivano (Napoleone), tuttavia questo sganciamento sembrava rafforzare la necessità di un sistema (il potere temporale), sia pure apparente. Insomma, la figura di Pio VII, pur nelle sue indecisioni, espressioni del suo dramma interiore, a ben vedere apre la strada alle scelte future della Chiesa. (…)

Giovanni Farris


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