Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albenga, Imperia, Viozene, la Resistenza
Quei tre ragazzi del comandante Siccardi: Sulle Alpi a raccontare pagine di storia
La targa alla memoria. Nicola Nante: ‘Educazione a essere seri piuttosto che furbi’


L’Istituto Storico per la Resistenza e l’età Contemporanea della Provincia di Imperia – ISRECIM ha dedicato il suo prestigioso Archivio con una targa alla memoria dei fratelli Libero, Angioletta Lello Nante, distintisi nella guerra partigiana combattuta sulle montagne della nostra I Zona Liguria (geograficamente compresa tra Ventimiglia e Ceriale). Lo storico Ferruccio Iebole ha arricchito la cerimonia con una interessante commemorazione. Il dr. prof. Nicola Nante ha ringraziato per “alla memoria di mio padre dei suoi fratelli….oggi più di ieri è necessaria la rivalutazione del senso del dovere, educazione civica fatta di rispetto reciproco e non solo di percezione dei diritti, che insegni ad essere seri piuttosto che furbi”.

Ancora Nante con il suo grazie: “Io non mi occupo di politica ma di Medicina, di promozione della salute. Anche la salute, come la PACE e la DEMOCRAZIA, è un presupposto  dell’ancor più imortante valore per cui hanno lottato i nostri genitori: la LIBERTA’. Penso che il nascente Museo possa propugnare un’educazione civica … Qui tra noi sono presenti zia Marisa (vedova di Lello, unica superstite di quella generazione), i miei cugini e le mie sorelle, per concedermi l’onore di rappresentare, in un’occasione così emozionante la nostra Famiglia”. (vedi a fondo pagina il testo integrale).

Il dr. prof. Nicola Nante durante il suo intervento alla cerimonia di Imperia

COMUNICATO STAMPA DELL’ISRECIM – L’Istituto Storico per la Resistenza e l’età Contemporanea della Provincia di Imperia – ISRECIM ha dedicato il suo prestigioso Archivio con una targa alla memoria dei Fratelli Libero, Angioletta Lello NANTE, distintisi nella guerra partigiana combattuta sulle montagne della nostra I Zona Liguria (geograficamente compresa tra Ventimiglia e Ceriale). Lo storico Ferruccio IEBOLE ha arricchito la cerimonia con una interessante commemorazione. All’inizio del 1944, sfuggiti alla persecuzione nazifascita, con i genitori Coluccio e Nannina, dalla natia Oneglia a Viozene, i tre ragazzi vennero reclutati dal mitico Comandante Partigiano Nino SICCARDI (Curto) ed adibiti i primi due (Libero, ventiquattrenne, studente di Medicina, Angioletta, quindicenne) all’organizzazione di un ospedaletto da campo ed il terzo (ventenne) alla prima linea.

Imperia Angioletta Nante staffetta partigiana sul mulo, allora quindicenne

A seguito del terribile rastrellamento di UPEGA, che costrinse i Partigiani, decimati, ad una epica ritirata tra le montagne ghiacciate, la famiglia, in ordine sparso, si ritrovò sul versante piemontese, a Fontane, in val Corsaglia. Qui Lello venne nominato Vice Comandante della neocostituita VI Brigata del celebre Fra Diavolo e Libero venne inviato, con compiti ufficialmente sanitari e, meno dichiarati, informativo-esplorativi, ad Alto in Val Pennavaire.

Lello Nante – Vice Comandante e Commissario Brigata Arnera

IEBOLE ha raccontato di quando Libero, in missione, sfuggì ad un agguato, avendo incontrato nel bosco una ambigua donna, che fungeva da guida ad una colonna nazifascista. Della donna in seguito si persero le tracce. In assoluta anteprima IEBOLE ha svelato, per l’occasione, l’identità della donna. Le sue ricerche, infatti, lo hanno portato ad identificarla in Oliva Fioretta CORDELLA, nata 1913 nel Bellunese, coniugata e residente a Vado Ligure, impiegata nella Croce Rossa savonese: essa si trovava ausiliaria della suddetta colonna nazifascista, dalla quale veniva anche utilizzata come spia per la sua fisica avvenenza e per il suo bilinguismo italiano e tedesco. Come tale venne in seguito giustiziata in segreto, tanto che nemmeno gli stessi Comandi partigiani seppero riferirne a Libero a fine guerra.

Di Lello, oltre al valore militare, IEBOLE ha raccontato l’equilibrio, quando Presidente del Tribunale Partigiano, emise nei confronti di un informatore fascista un giudizio di “pacatezza sconosciuta per quei tempi per la gravità delle colpe”. La sentenza di morte fu, infatti, tramutata da Lello in ammenda di 200.000 lire, molto utili al sostentamento della Brigata. “Che  differenza tra giustizia partigiana e giustizia fascista ! Semi di una pacificazione già presenti prima che fossero deposte le armi; l’impiego della ragione precedeva le vendette e i giorni  difficili dell’ira !Libero concluse la sua militanza ribelle scendendo, il 25 aprile 1945, ad Albenga con il suo distaccamento ed organizzando, nell’ospedale cittadino, corsie per soccorrere i partigiani feriti. Poi ivi rimase come Medico Condotto dell’entroterra ed in seguito creatore delle due case di cura Villa Salus e Clinica San Michele. Angioletta (che in montagna gli era stata “staffetta” e “aiutante”) si fermò con lui ad Albenga, mentre Lello tornò, operaio, ad Imperia.

Alla Cerimonia, introdotta, difronte ad un centinaio di persone (tra cui i figli ed i nipoti dei tre Partigiani commemorati), dal Presidente ISREC IM, On. Giovanni RAINISIO, da Amelia NARCISO e Gianni DE

Libero Nante partigiano, al centro (alla sua sin. Fernandel)

MORO in rappresentanza, rispettivamente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia-ANPI e della Federazione Italiana Volontari della Libertà-FIVL, hanno partecipato, per la Città di Imperia, Pino CAMIOLO, Presidente del Consiglio Comunale e per la Città di Albenga, gli Assessori Simona VESPO e Mauro VANNUCCI. Presente, con altre autorità civili, anche il Sindaco di ALTO (CN), il cui territorio è stato scenario di molte vicende partigiane raccontate da Ferruccio IEBOLE e nel libro “Tempo di ricordi” di Libero NANTE. Significativa anche le testimonianze portate da due Partigiani superstiti: il Dr. Neri VALCADO (Collega di LIBERO) ed il Comm. Athos GIRIBALDI (che ha scoperto la targa con Giovanna, figlia di Libero e Nicoletta, figlia di Lello).

RINGRAZIAMENTI DI NICOLA NANTE A NOME DELLA FAMIGLIA

RINGRAZIO

  • l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea ed il suo Presidente On. Beppe RAINISIO per questo importante riconoscimento alla memoria di mio padre e dei miei zii;
  • Pino CAMIOLO, Presidente del Consiglio Comunale di IMPERIA: una città di profonda tradizione democratica ed esempio di civile convivenza, di cui anche mio nonno NICOLA – COLUCCIO (padre di LIBERO, LELLO ed ANGIOLETTA) fu amministratore;
  • per il Comune di Albenga (appena insignito dal Presidente della Repubblica della MEDAGLIA D’ORO AL VALORE CIVILE), gli Assessori (ed amici) Simona VESPO e Mauro VANNUCCI. La storia della nostra famiglia nasce ad Imperia e, grazie alla Resistenza, approda e si sviluppa anche in Albenga: sono loro grato per essere venuti qui, a testimoniare, con la loro presenza, l’impegno civile e non solo resistenziale della nostra famiglia;
  • l’ANPI, qui rappresantata dalla neo-Presidente imperiese Amelia NARCISO (ma il pensiero non può non andare ad Ezio LAVEZZI, recentemente scomparso), e la FIVL di Gianni DE MORO: mi piace vedere queste due associazioni sempre appaiate, qui come ad Albenga, in una fattiva collaborazione;
  • la “memoria storica” della I Zona Liguria, Ferruccio IEBOLE: a tanti anni di distanza dai fatti, egli tuttora è fucina di scoperte, di novità, anche iconografiche per l’originale simbiosi che ha stabilito con l’amico Pino FRAGALA’;
  • zia MARISA (vedova di LELLO, unica superstite di quella generazione), i miei cugini e le mie sorelle, per concedermi l’onore, oggi, di rappresentare, in un’occasione così emozionante la nostra Famiglia.
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Mi sia consentito, tra tutte le altre Autorità presenti, di salutare anche, in modo particolare, Renato SICCA, Sindaco di ALTO, piccolo paese ma tuttavia importante snodo interregionale, SCENARIO di molte vicende di cui ci ha parlato Ferruccio, ma che, a noi bambini, raccontava nonna NANNINA (Giovanna, moglie di COLUCCIO e madre dei tre). Come di quella improvvisa irruzione di soldati tedeschi nella casa che li alloggiava, quando Lei e nonno COLUCCIO nascosero mio papà nella fessura tra i due materassi del letto, con loro sopra, che si fingevano malati, mentre mia zia ANGIOLETTA offriva ai freddolosi militi, per distrarli, latte fresco e pane appena sfornato.

Partecipo, su mandato dell’Istituto, in collaborazione con Giuliano ARNALDI, Claudio ACASTO ed altri al progetto di strutturazione, ad Albenga, di un MUSEO DELLA RESISTENZA DELLA I ZONA LIGURIA; non solo e non tanto perché esso diventi archivio di documenti e reperti ma perché possa diffondere cultura civile. Sono infatti convinto che la NOSTRA GENERAZIONE non abbia solo la responsabilità di perpetuare le memorie coeve di ANGIOLETTA, LELLO e LIBERO ma di RILANCIARE UN IMPEGNO DI CIVILTÀ.

Della civiltà sono  presupposti la PACE e la DEMOCRAZIA, che Loro ci hanno lasciato in eredità, ma che vanno continuamente alimentate e difese con COESIONE SOCIALE e PROGRESSO ECONOMICO.  Credo, questo mi ha insegnato mio padre, che non possa esistere benessere se non c’è progresso economico e che non possa realizzarsi progresso economico se non c’è coesione sociale. Penso che sia precipuo compito della Politica armonizzare le esigenze sociali (ed anche ambientali) con lo sviluppo economico. Io non mi occupo di Politica ma di Medicina, di PROMOZIONE DELLA SALUTE. Anche la SALUTE, come la PACE e la DEMOCRAZIA, è un presupposto  dell’ancor più imortante valore per cui hanno lottato i nostri genitori: la LIBERTA’.

Penso che il nascente Museo possa propugnare un’EDUCAZIONE CIVICA fatta di RISPETTO RECIPROCO, di rivalutazione del SENSO DEL DOVERE e non solo di PERCEZIONE DI DIRITTI, che insegni ad essere SERI piuttosto che FURBI.

Lotterò con tutte le mie forze a che il nascente Museo non proponga cultura settaria, ma dialogo, nella costante ricerca di mediazione culturale.  La GUERRA è VIOLENZA. Le testimonianze racchiuse negli archivi, le fotografie di Pino FRAGALA’ e Pino GHISALBERTI devono mostrare ai nostri figli ed ai figli dei nostri figli a quali estremi può arrivare l’inciviltà; essa, alimentata dall’ odio,  produce VIOLENZA; questa, se fisica, va a finire sui giornali e nei tribunali, ma, se psicologica, fa danni anche più importanti, non è immediatamente tangibile, nè appannaggio solo di un sesso o di una parte politica o di una etnia. La VIOLENZA è frutto dei più brutti istinti della natura umana, che la civiltà deve saper assopire.

Grazie a Voi tutti, parenti, amici per la dimostrazione che state dando alla nostra Famiglia: la Vostra presenza dà senso ad un impegno civile, che spero possa perpetrarsi anche con le nuove generazioni: mi piace in questo senso cogliere la coincidenza della data scelta dall’Istituto per questa commemorazione con il compleanno di mio figlio RAFFAELE. Ho chiesto ai miei familiari di firmare, tutti, la dedica di alcuni volumi del libro “TEMPO DI RICORDI”(partigiani) di mio papà, con cui omaggiare le autorità presenti.

Per Beppe RAINISIO approfitto di un’altra, meno felice, coincidenza: arrivo or ora da Siena, dove la mia Università è in subbuglio per alcune sparate apologetiche postate su facebook da un suo fino a ieri sconosciuto Professore. Nel 1990, l’allora Rettore e poi Ministro Luigi BERLINGUER ha fatto coniare questa MEDAGLIA per celebrare i 750 anni di vita di una Università che ha un pedigree democratico impossibile da scalfire, nonostante tante avversità ed insidie che una così lunga storia, nel tempo, le ha teso.

Nicola Nante


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