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Lettera 2 / Stupore per l’arresto Toti. In Tv il ‘Giro’ con arrivo ad Andora. Impressionante urbanizzazione della Riviera. Quella volta sul Melogno in auto con un tedesco e fermati da partigiani


Cara redazione di Trucioli.it. Da anziano cittadino ligure, emigrato e residente all’estero, sono stato colpito dalla notizia dell’arresto e relative accuse dei magistrati inquirenti al ‘governatore’ Giovanni Toti, al suo capo gabinetto e a imprenditori di spicco.

di Silvio Laureri

Vedremo come andrà a finire per questo presunto novello Formigoni, che finora, alla luce del sole, appariva (a me lontano) attivo, sollecito ed irreprensibile, destinato ad una brillante carriera politica, spesso ospite di trasmissioni televisive nazionali di approfondimento in prima serata. Ora la GdF – sempre benemerita – rivela che sarebbe tra i devoti fedeli del Dio Quattrino e che si sarebbe ‘sporcato’ le mani e la faccia con meno di 100,000 € di cui si legge. Il quotidiano la Repubblica dà rilievo allo ‘scandalo’ con articoli di prima pagina, mentre il Corriere della Sera sembra svicolare posponendola alle cronache delle guerre.
Il secondo argomento sul quale mi soffermo è la telecronaca della 4° tappa del Giro d’Italia: Acqui Terme-Andora. Non sapevo che Andora fosse stata messa alla ribalta e l’ho scoperto per caso accendendo il televisore “in medias res”, cioè quando i corridori avevano superato da poco il Colle del Melogno.

Questo nome ha scatenato subito nella mia memoria una ridda di ricordi – ormai nebbiosi perché riferiti a molto, esattamente 80, anni fa. Ai primi di settembre del 1944 valicai il Colle del Melogno a bordo della Fiat 1500 (quella con i caratteristici fanali “schiacciati” sui parafanghi). Era di proprietà del signor Hausmann – tedesco, grossista di frutta secca – amico d’un nostro amico, il signor Ramondo, anch’egli grossista, ma di frutta e verdura. Hausmann e signora sedevano sul divano posteriore.

Io ero al posto anteriore di sinistra insieme a mia madre; al volante un autista anziano ed imperturbabile, che perse solo per un attimo la calma perché quel monello che ero io alzava le frecce ad ogni curva. Mio fratello era rinchiuso tra le valige nel vano- merci d’un decrepito furgoncino Fiat Topolino.

Il bombardamento di Andora ed i fatti d’arme di Stellanello avevano convinto mia madre a lasciare la casa di Bossaneto per rifugiarci a Torino, raggiungendo mio padre, che era dirigente alla Carburatori Zenith. Arrivammo a Finale Ligure sotto il polverone fresco fresco d’un bombardamento sugli stabilimenti Piaggio che ci fece decidere di deviare in direzione Melogno.

A quei tempi ogni viaggio era un’avventura più o meno pericolosa, soprattutto nei percorsi montani. In una località boscosa imprecisata del Melogno fummo fermati da una pittoresca pattuglia di partigiani (capigliature e barbe incolte, abiti d’un mimetismo povero e Sten esibiti con nonchalance): il gelo della fifa piombò su di noi viaggiatori perché qualsiasi tedesco in quella situazione poteva diventare – insieme agli accompagnatori – vittima d’una sanguinosa e sommaria resa dei conti.

L’autista fermò l’auto, il tedesco confabulò con il capo-pistolero ed ottenne il via libera. Rimando ad una prossima puntata il seguito della narrazione per riprendere le impressioni sulla tappa del Giro d’Italia. Io seguo le telecronache delle corse ciclistiche soprattutto per ammirare il paesaggio, godendo del fatto che la strada e più ancora il paesaggio vengono filmati da tanti punti di vista. Così ho rivisto la Via Aurelia e la costa ligure da Savona ad Andora con particolare attenzione per il tratto Finale -Albenga-Andora perché ai tempi l’avevo percorso in bicicletta.

Concludo. Ho ammirato Loano ed il maestoso convento- santuario del Monte Carmelo. Tante, tantissime, troppe case: l’urbanizzazione è capillare, invasiva, impressionante. Le case sono dignitose, persino belle ma anonime e costituiscono una copertura cementizia continua, di stampo cittadino. Ho notato le diffuse opere parasassi – reti e gallerie artificiali – e lo sfruttamento inesorabile dei lidi, ora deserti, ma attrezzati per miriadi di bagnanti. Casa Laureri – il Palazzo di Bossaneto – avrà presto la sua meridiana restaurata, così – dopo quasi 10 anni – potrò mettere fine ad un incredibile calvario.

Con incrollabile stima ed amicizia Silvio Laureri

 


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