Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Cenova merita di risorgere
Mendatica mutilata e silenziosa
frana sul confine di Montegrosso
Monesi di Triora col sindaco arrestato


Il presidente Toti invocala costituzione di una “Piattaforma Liguria”. Lui amministra il florido bilancio della Regione, ma  lamenta che al governo di Roma siano insensibile a finanziare quanto dovuto persino per le ‘somme urgenze’. Chiede dieci e gli danno meno della metà.  Già, ma chi sta peggio in Liguria merita aiuto ? C’è una frana di cui ha parlato solo il ‘papa’ dell’informazione ponentina e di Imperia TV. Mendatica, la più martoriata da anni di frane, ora è mutilata da metà Novembre. Seppure senza echi eccessivi nelle cronache. Ha ceduto un tratto di strada provinciale al confine, in territorio di Montegrosso, di rimpetto al vecchio mulino. Così il paese ‘sentinella’ delle Alpi, si può raggiungere solo attraverso una tortuosa sterrata, sperando che non nevichi troppo e il ghiaccio non si accanisca. Oppure l’alternativa è attraverso Cosio D’Arroscia. Siamo tornati indietro di 50 anni, scrive un lettore.

In caso di soccorso sanitario urgente, salva vita, non resta che sperare nell’elicottero. Ecco il servizio di (Imperia Tv Mendatica frana strada del 15 novembre venerdi…..)

Ecco il segnale stradale posto sulla strada provinciale, al bivio di Montegrosso, 4000 metri prima della frana. Il segnale è di piano viabile dissesta. Anzichè di strada chiusa. Stesso discorso sulla statale ad Acquetico al bivio per Mendatica

Il presidente della Provincia, Domenico Abbo, non ha più a che fare con una struttura che, in tempi di vacche grasse, poteva contare su 13 dirigenti apicali, con relativo macro stipendi, un record in Liguria (la provincia di Savona ne aveva la metà), ma si sa, la memoria corta finisce per far dimenticare il ‘come eravamo’ e perchè. A chi dire comunque grazie. Così non c’erano soldi a sufficienza per le infrastrutture, per la rete stradale provinciale da terzo mondo. Si doveva trovare tanti soldi per pagare i capi. E ora l’eredità di Abbo gli fa dire: “Con i miseri fondi di cui dispongo, impossibile procedere ad interventi strutturali…..A Mendatica la frana è del 3 novembre (sic !), non possiamo neppure inserirla nelle somme urgente dell’alluvione….”. Forse c’è un errore di date, ma a questo punto poco importa visto che nella mappa  diffusa dalla Regione e pubblicata anche dal Secolo XIX,  del 25 novembre, erano indicate, in provincia di Imperia,  Pieve di Teco (frazione Calderara),  Montaldo Ligure in valle Argentina,  Bordigherea in via Conca, Pigna e Langan in via Nervia, a cui si aggiungerà il grande dramma vissuto dai 33 abitanti di Cenova, pittoresco abitato di Rezzo.

E dove continuano ad ignorare l’esistenza dell’Hotel Negro (fino allo scorso anno figurava nella prestigiosa guida internazionale Michelin) che troneggia sui social e fa promozione al paese, con tanti giudizi lusinghieri, soprattutto tra cittadini del centro e nord Europa. Con decine e decine di fotografie che descrivono e raccontano quest’angolo di paradiso dell’entroterra imperiese. Oggi messo a durissima prova, forse uno

La ruspa sul tortuoso e sterrato tratto di strada che unisce Mendatica e Montegrosso Pina Latte e che viene ora percorsa dopo la chiusura della provinciale, a tratti con evidenti pericoli all’incolumità soprattutto in caso di nevicate e ghiaccio. L’unica alternativa è  percorrere la Cosio d’Arroscia .- Mendatica, allungando i chilometri, pure a rischio smottamenti e frane come già accaduto

sfollamento totale non ha precedenti nella storia Cenova, della Valle Arroscia ed è destinato agli annali e agli archivi. Da Cenova si è pure ascoltato a Rai 3 Liguria la testimonianza di un benemerito e generoso abitante che ricordava:….”Altri fanno tante parole, tante promesse, noi facciamo i fatti, ci aiutiamo per quanto è possibile, non aspettiamo domani, dopodomani….”.

L’abitato da cartolina di Cenova sui social di mezzo mondo

Che dire mentre i sindaci del sempre più povero e disabitato entroterra montano imperiese (idem nel savonese) non sanno come rimediare i soldi per far fronte alle stesse urgenze (in attesa che  Stato e Regione provvedano). Si legge che a Diano Marina la Tassa di soggiorno a finora fruttato 230 mila euro, 50 mila saranno destinati alle manifestazioni, 40 mila per illuminare  i passaggi pedonali.  Ma l’elenco di soldi pubblici dei comuni rivieraschi spesi per manifestazioni raggiunge milioni e milioni di euro. Quelli per proteggere gli arenili dopo che l’uomo ha invaso col cemento tratti di litorale, arrivano a somme da capogiro. Ben 18 milioni si devono spendere a Bordighera, oltre na decina ad Alassio e così via. Oppure leggere che a Sanremo il Comune, grazie alla lotta all’evasione, ha incassato quest’anno 780 mila euro in più del previsto, con il recupero  di Tari, ex Ici e Imu. Dai 6,3 milioni  si è arrivati a sette. E’ stato possibile con il lavoro degli uffici comunali e di una società esterna.

L’entroterra paga invece per il dissesto idrogeologico una somma di più fattori e concause. L’abbandono dei boschi e delle aree coltivate, l’assenza di prevenzione (che significa pulizia) di tutti i piccoli corsi d’acqua, evitando che si creino potenziali stati di pericolo fino alle conseguenze disastrose.

Mendatica che, per uscire da un semi- isolamento e nuovi disagi – mentre stava già pagando a caro prezzo il disastro Monesi franato -, spera nell’aiuto davvero provvidenziale  dello Stato, della Regione, della Provincia. La ultima frana è nel territorio di Montegrosso, ma le conseguenze sono solo per i cugini mendaighini. Che proprio negli stessi giorni hanno visto chiudere per la seconda volta, in modo definitivo, anche l’ultimo gestore del bar pizzeria U Tecciu. E di cui trucioli  aveva dato conto con la speranzosa riapertura.

In altre realtà – basta conoscere un pochino l’Alto Adige, Val D’Aosta, non parliamo di paesi del centro e nord Europa – di fronte all’emergenza la burocrazia corre e si assume delle responsabilità. Per la nuova mini frana stradale, trattandosi di un intervento che non richiede somme ingenti, i lavori di consolidamento della parte franata (l’altra metà della strada è su una roccia, dunque stabile), dovrebbero procedere spediti. Invece c’è l’iter che prevede l’affidamento di una perizia, in questo caso al geologo Arrighetti dello studio Macciò di Albenga (lo stesso team al quale sono stati affidati in questi anni di frane tutte le cure progettuali), il quale dovrà procedere con approfondimenti. Si parla di due buche d’ispezione del suolo, in altre parole si rendono necessari sondaggi per accertare lo stato dei luoghi e gli interventi necessari. Riuscirà la Provincia ad inserire la frana tra i finanziamenti previsti dalla ‘somma urgenza’ ? Oppure farà testo il calendario e non si può rischiare di forzare ed abbinare l’evento certamente aggravato dall’alluvione di fine mese ?

La pietra lavorata di Cenova trasformata in mosaico

Che può fare un sindaco, in questo caso in croce c’è quello di Mendatica che di croci ne ha già provato diverse, se non convincere il collega di Montegrosso Pian Latte di perseguire uniti e con estrema fermezza, con tutti gli strumenti legali possibili, una soluzione. Se il caso forzando la mano, assumendosi responsabilità che nessuna legge potrà comunque punire da approfittatore. Nessuno è mai stato condannato per aver fatto il proprio dovere in casi estremi. Che, sia detto, dovrebbe prevedere che i lavori urgenti ed indifferibili (a meno che qualcuno non li ritenga tali, visto che comunque il paese si può raggiungere con due strade, in un caso percorribile solo con automezzi adeguati al sedime sconnesso, fangoso, scivoloso) si svolgano anche di notte. No stop. Invece abbiamo preso la bella abitudine che le imprese, per risparmiare, prendano appalti con manodopera solo diurna. Per fortuna non accade così anche per il ponte Morandi di Genova dove le squadre lavorano su tre turni, 24 ore su 24.

All’italiana capita di assistere che nei lavori stradali si arrivi pure a rispettare la settimana corta, dal lunedì al venerdì. Un esempio non lontano sulla statale del Colle di Nava, nel Comune di Pieve di Teco, dove il sindaco si è svegliato in ritardo per sollecitare il fine lavori che vanno avanti  da almeno 5- 6 anni, con il senso unico alternato, code senza fine nei ponti festivi.

Mendatica che può ora contare, dopo la frana che aveva interessato la parte bassa del paese imponendo l’evacuazione di alcune case, su un sistema di radar e monitor capaci di controllare il minimo movimento che si è finalmente stabilizzato. Ovvero neppure con le ultime piogge alluvionali ha dato segnali di risveglio.

Il Presidente della Provincia di Imperia Domenico Abbo che, si è letto e ascoltato, “a margine del Consiglio Provinciale è intervenuto anche in merito alla frana della strada di Mendatica, evidenziando come il problema sia già stato segnalato alla Regione….e dispiace molto che il paese piccolo  e molto bello, già martoriato, si trovi alle prese con nuove difficoltà, siamo in contatto con la Regione, stiamo seguendo gli sviluppi con fiducia, sperando di dare buone notizie nei prossimi giorni….”.

E il sindaco Piero Pelassa, a Imperia TV, a ricordare che “a tre anni dall’evento che ha colpito Monesi di Mendatica, si è a buon punto con il by pass e servono finanziamenti per interventi in grado di mitigare gli effetti della paleofrana… A Mendatica abbiamo ricevuto i finanziamenti necessari per la sistemazione del suolo franato, a Monesi, ci sono i finanziamenti per la sistemazione dell’acquedotto e fognatura. C’è tutto il nostro impegno che è costante, noi ci mettiamo tutta la buona volontà affinchè questo territorio possa tornare a rivivere meglio di prima”. Da aggiungere che il Comune ha presentato un ‘conto’ di 5 milioni di euro per risolvere la mega frana proprio di Monesi, oltre a quelli già previsti per la viabilità.

Insomma il sindaco Pelassa, al suo terzo mandato, non è tra quelli che mandano a dire: “Siamo stufi di essere presi in giro….la provincia si appella alla Regione che, a sua volta, scarica le responsabilità sullo stato, sui finanziamenti che arrivano con il contagocce e comunque non bastano al fabbisogno neppure delle somme urgenze” e  qualche Comune montano si è trovato ad anticipare denaro (per urgenze) che non ha ancora ricevuto. A fronte di bilanci già all’osso.

E per finire c’è Monesi che si ritrova con la quarta stagione invernale sciistica persa. In compenso hanno riaperto le piste di Garessio 2000 grazie alla neve copiosa e all’intervento di una nuova società che è subentrata a quella fallita. E nei giorni scorsi Monesi di Triora alle prese con un sindaco, eletto lo scorso anno, arrestato con l’accusa di bracconaggio. E’ accaduto lunedì mattina a Massimo Di Fazio, artigiano edile, finito agli arresti domiciliari per utilizzo illecito di armi da sparo e bracconaggio appunto.  Nei guai sono via via finiti altri 12 indagati. Per Monesi in realtà non cambia nulla, è solo lo spaccato di un periodo da maledizione, si direbbe.  La mala sorte, quasi surreale, dell’alta valle Arroscia. Uniti nelle disgrazie (L.C.).

IL RACCONTO DEL POST ALLUVIONE CON I COMUNICATI STAMPA DELLA REGIONE LIGURIA

ORE 19 DEL 28 NOVEMBRE – IMPERIA. “Ho voluto incontrarvi come è stato fatto prima con i sindaci del Savonese per cercare di risolvere situazioni che si sono create sul teRitorio. Abbiamo chiesto al Governo due tavoli: il primo su cui concordare il piano di gestione delle emergenze: ……..per far fronte alle strade isolate e poi serve che il Governo riconosca la specificità della Liguria attraverso un tavolo che abbia il potere di chiedere interventi legislativi straordinari per sbloccare opere, dando un’adeguata copertura economica per la ristrutturazione e la messa in sicurezza delle infrastrutture e per concordare e ristrutturare quello che c’è implementandolo. Siamo ai limiti per garantire il diritto dei cittadini alla mobilità che è un diritto costituzionale”. Lo ha detto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti nel corso dell’incontro con i sindaci dell’Imperiese per la conta dei danni a seguito dell’ultima allerta rossa a cui è seguito l’incontro con le categorie produttive. All’incontro ha preso parte anche la vicepresidente e assessore regionale alla salute Sonia Viale, l’assessore regionale alla protezione civile Giacomo Giampedrone, l’assessore all’Urbanistica Marco Scajola, l’assessore ai Trasporti Gianni Berrino e il presidente del consiglio regionale Alessio Piana. (Tutti del centro destra ndr).

Dopo la richiesta danni inviata  da Toti al governo per un ammontare di 450 milioni di cui 85 milioni di euro di somme urgenze, 15 milioni per gli interventi di prima necessità e 350 milioni di euro per danni strutturali, che si aggiungono agli 80 milioni di euro già richiesti per la precedente ondata di maltempo, Toti ha comunicato di aver richiesto all’ escutivo  la possibilità per i comuni di procedere per via speditiva sulle somme urgenze al di sotto dei 500mila euro. Una modalità per consentirebbe alle amministrazioni locali di agire subito, senza rilevazioni in loco da parte del dipartimento di protezione civile nazionale. E in attesa di una conta dei danni esatta in cui siano inseriti anche i danni ai privati, sul territorio le frane continuano e la situazione è in evoluzione anche nelle piccole frazioni.

Presentate le vostre somme urgenze, ha detto ai sindaci Toti, che verranno gestite dal dipartimento di protezione civile. E’ un primo passo ma non appena avremo un interlocutore ci possiamo concentrare sul domani e dopodomani.

L’assessore ai trasporti Gianni Berrino si è ancora una volta si è rivolto al Governo sollecitando il raddoppio Finale – Andora, chiesto da quattro anni da Regione Liguria per poter scendere sotto le due ore di percorrenza tra Genova e Ventimiglia. Richiesta anche un’autorizzazione all’esecutivo per un collegamento Tpl tra Imperia e Nizza, necessaria per consentire all’azienda che verrà individuata di poter fare trasporto pubblico. 

SANITA’ – Per quanto riguarda le misure intraprese a seguito della frana che ha interessata la strada di accesso al Comune di Rocchetta Nervina (SP 68) l’assessore Sonia Viale ha comunicato: Presenza di un presidio sanitario fisso in paese a monte della frana con stazionamento di un’ambulanza della Croce Azzurra. Realizzazione di un percorso d’urgenza di circa 60 metri in un terreno a monte della frana per gli eventuali trasferimenti in barella. Gli eventuali codici rossi saranno garantiti tramite ambulanza o elisoccorso Liguria e Piemonte, nel caso in cui quello ligure fosse impegnato altrove.

DISTRETTO 3 IMPERIESE – In Valle Arroscia risulta isolata la frazione Calderara (Pieve di Teco) dove non ci sono ad oggi pazienti in trattamento domiciliare. Nel caso in cui si dovesse procedere alla chiusura della strada vi è la possibilità di utilizzo di strade alternative con il coordinamento del 118; per la frazione di Vessalico attualmente isolata si segnala che non vi sono pazienti in assistenza domiciliare.

LA STRATEGIA D’AREA INTERNA PER LA VALLE ARROSCIA –  GENOVA. Dopo cinque anni di iter, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato la Strategia d’Area Interna per la Valle Arroscia. Grazie all’accordo quadro i comuni coinvolti potranno beneficiare a partire dal 1 gennaio 2020, e per i prossimi tre anni, di 3 milioni e 700 mila euro di fondi statali per la sanità, i trasporti e le scuole. Dal punto di vista sanitario si punterà alla promozione di esperienze già adottate nelle altre aree (IFEC, RSA nonché un potenziamento ambulatoriale e un tentativo di rispondere alle emergenze). Per quel che riguarda la scuola le risorse verranno impiegate sull’accrescimento dell’inglese e del francese nell’offerta formativa e sull’istituzione di un liceo potenziato in valle. Mentre sui trasporti si ipotizza un sistema di trasporto alternativo al TPL, più flessibile e rispondente ai bisogni del territorio.

“Un ottima notizia – commenta l’assessore allo Sviluppo economico di Regione Liguria Andrea Benveduti -, che va in direzione di uno sviluppo locale che punta sempre più alla crescita di un mercato sostenuto dal turismo, principalmente attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici e del patrimonio paesistico. In questo modo potremo produrre un valore aggiunto anche per la popolazione residente, in termini di servizi e opportunità di lavoro. Come Regione, dobbiamo sfruttare quest’occasione per mettere tali risorse a sistema con altrettanti milioni, derivanti fondi europei regionali, utilizzabili per supportare e favorire lo sviluppo economico dell’area”.


Avatar

Trucioli

Torna in alto