Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Borghetto S. Spirito il Puc di Ferragosto: il rilancio senza ‘consumo zero’. Ok a Roveraro city: grattacielo e una piazza 4 mila mq.
Ma si tace la morte della floricola Rosciano


“Oggi è stata una giornata che definirei storica. Era in vigore un Piano Regolatore Generale del 1978,  con le relative norme tecniche di attuazione, che di fatto non consentiva più una programmazione urbanistica al passo con i tempi. Da qui il valore e l’impatto che il nuovo PUC ed il suo contenuto avranno sul futuro della città. Un buon PUC che, rispetto a quello di 10 anni fa, incrementa e tutela le zone agricole e diminuiscono i carichi insediativi.  Abbiamo solo potuto votare sulle osservazioni pervenute. Non è stato possibile  inserire  il Piano particolareggiato del centro storico che sarà oggetto di variante una volta adottato in modo definitivo il Puc comunale. Respingo ogni accusa di cementificazione. Come lo ha definito il tecnico che lo ha redatto  si tratta di un Piano di contenimento e completamento “.

L’area DTR 1 occupata dal complesso fatiscente ex Oleificio Roveraro.  Nel riquadro in rosso dove sorgeranno un grattacielo di 14-15 piani o due edifici che occuperanno 2 mila mq. dei 6 mila complessivi, il resto diventerà una grande piazza e giardini alberati. Sarà una risorsa importante e qualificante per la città.

E’ il commento significativo del sindaco Giancarlo Canepa, con la sua maggioranza forzista – leghista che lo sostiene. C’è, finalmente, una soluzione definitiva (salvo ricorsi) all’area – scandalo ex Oleificio Roveraro. I volumi riconosciuti sono dimezzati  rispetto a quanto previsto nel 2010 che  li delocalizzava  con un ‘premio bonus’ del 30% sull’esistente: un’area di 6 mila mq, su 4  sarà ricavata una piazza e giardini alberati, sui restanti 2 sorgeranno nuovi edifici.  Si parla di un grattacielo di 15 piani, in alternativa due edifici di 8-9 piani.

L’opposizione consiliare (gruppi Maritano e Villa) descrive invece un’altra realtà verità assai meno generosa e propizia al bene comune: “Complessivamente nel futuro urbanistico di Borghetto sono previsti quasi 60.000 mq (all’incirca 180.000 metri cubi) di nuove costruzioni residenziali per oltre 2000 abitanti in più e senza contare i volumi aggiuntivi derivanti dai piani casa”.  La stessa minoranza che ha disertato il consiglio comunale rivendicando il ruolo di vittime.

Perchè ? Si legge nel comunicato stampa pubblicato dall’indipendente Ivg.it: “Un voto nel quale il pubblico presente (purtroppo meno di venti persone, ‘grazie’ alla data e all’orario assurdi) ha dovuto assistere al penoso balletto con consiglieri e assessori che continuamente uscivano e rientravano sul voto a ogni singola osservazione e a ogni singola parte del PUC, a seconda degli interessi che i vari esponenti della maggioranza hanno nelle varie aree di sviluppo edilizio. Ci siamo accorti di come è finita e soprattutto di chi ha mosso i voti. Finché Borghetto continuerà a rimanere di pochi, finché quei pochi continueranno ad avere (direttamente o indirettamente) il potere e finché questo continuerà a sembrare normale oppure inevitabile, il declino del paese sarà inesorabile”.

Nessun voto di sufficienza, dunque, per l’amministrazione del sindaco artigiano. Cerchiamo di capire meglio senza seguire il diseducativo ‘copia e incolla‘. Intanto si è votato ‘solo’ sulle risposte alle osservazioni della Regione di 45 cittadini privati interessati al Puc. Alcune osservazioni sono decadute, non più attuali per via di interventi edilizi già realizzati o mutamenti importanti dei piani di bacino relativamente all’esondabilità che ha imposto tagli edificatori.  Per ogni punto che si votava c’era una ‘lista’ di consiglieri  incompatibili che sono usciti prima della votazione per poi rientrare. Quindi la votazione finale in cui sono escluse le incompatibilità legate a interessi singoli. Questo passaggio non era stato fatto dalla giunta di Santiago Vacca perchè la Regione, in allora, aveva trasmesso le osservazioni negli ultimi 45 giorni del mandato in cui non era possibile assumere atti di ordinaria amministrazione. E’ seguito il governo di centro sinistra – forse tra i peggiori della storia cittadina escludendo l’era cementificatoria di Silvano Barone Dc – del sindaco Giovanni Gandolfo. Nulla di fatto per il Puc nei suoi 4 anni e mezzo. Ci aveva provato il commissario Santanastaso ma gli è toccata una sorte poco invidiabile (arresto per fatti precedenti la sua nomina a Borghetto).

Una prima osservazione. Se per la prima volta nella storia della Repubblica siamo alle prese, alla vigilia di Ferragosto, con la crisi di governo ad opera di Salvini premier, a Borghetto si è seguita la logica della cattiva abitudine, all’italiana, di decidere all’ultimo momento utile. Al punto che, in virtù della legge regionale 2018, senza l’adozione del Puc entro il 22 agosto lo stesso decadeva e bisognava iniziare l’iter daccapo. Tra l’altro con tutti i quattrini che si sono già spesi e non pochi.

LE CONTESTAZIONI DELL’OPPOSIZIONE CONSILIARE – Lamentano dai banchi dell’opposizione via comunicato stampa: “Il materiale del Puc è stato nella disponibilità dei consiglieri solo tra il 5 e il 6 agosto. Sei giorni (fino al consiglio del 12) per esaminare oltre 500 di pagine di testo e svariate decine di tavole. È stato organizzato mercoledì scorso, il 7 agosto, un incontro dei consiglieri con l’estensore del PUC. A questo incontro il sindaco e un paio di assessori hanno presenziato per pochi minuti, mostrando un totale disinteresse alla discussione e al confronto con la minoranza su un tema di questa rilevanza. Dovevano essere coinvolti i cittadini, attraverso un’assemblea pubblica in cui si discutessero o almeno si illustrassero e si motivassero le scelte assunte (a questo proposito precisiamo che le prescrizioni regionali su alcuni punti entravano nel dettaglio ma su altri lasciavano un margine di discrezionalità all’amministrazione). Al contrario, ecco il singolare ‘iter’ dell’approvazione del PUC di Ferragosto. La maggioranza ha convocato le minoranze per la prima volta su questo argomento circa un mese fa, su nostra richiesta. Non ha prodotto alcun documento e non ha detto nulla se non che si sarebbe trattato del PUC dell’epoca del sindaco Santiago Vacca di poco modificato”.

Esatto. Una prima versione del PUC era stata elaborata già nel 2010 durante il mandato Vacca: quella  discussa e approvata nella settimana di Ferragosto è  frutto dell’ultima stesura che ha tassativamente tenuto conto delle osservazioni fatte pervenire dagli uffici della Regione con le ultime normative regionali entrate in vigore.

AREA EX OLEIFICIO ROVERARO DA DECENNI MONUMENTO AL DEGRADO –   Sulla Roveraro story,  per cui si sono spesi fiumi di inchiostro, tra interpellanze, accuse, polemiche perlopiù inconcludenti, molti servizi di denuncia da parte di trucioli.it nei suoi 8 anni di vita e in precedenza con trucioli savonesi. In campagna elettorale l’attuale maggioranza di centro destra (Forza Italia e Lega) si era espressa per il trasferimento a monte dei volumi. Con insediamenti previsti  in due terreni comunali e uno di proprietà dei soci Roveraro – Cappellutto, tra cui lo stesso ex sindaco Vacca, ad oggi ultimo superstite di quanto resta di Forza Italia targata Berlusconi  con la migrazione in massa, parrebbe,  verso l’arancione presidente- dissidente Giovanni Toti, artefice di un patto di ferro che lo unisce a Fratelli d’Italia e alla Lega di Salvini premier.

Ebbene la Regione Liguria ha espresso parere negativo vincolante su trasferimenti edificabili nelle aree pubbliche. Si aggiunga che rispetto a 10 anni fa è cambiato il codice degli appalti ed il Comune non può disporre del suo patrimonio senza  un’evidenza – interesse pubblico. Morale, i terreni comunali sono indisponibili. L’unico terreno di proprietà Roveraro non è stato considerato idoneo dal Piano Paesistico. Mani legate si direbbe. La Regione ha indicato in 10.500 mq  la superficie edificabile. La proprietà  che legittimamente bada agli utili e non alla beneficenza, sostiene il diritto ai benefici del Piano Casa con un più 35 %, quindi 14 mila mq.  Nel Puc, seguendo la norma regionale sul cambio di destinazione d’uso (da produttivo a residenziale) viene  riconosciuto  ai Roveraro – Cappelluto il 70% di quanto certificato dalla Regione, dunque 7 mila mt.

L’OPERAZIONE EX OLEIFICIO NELLE CONSIDERAZIONI DEL SINDACO CANEPA – “I volumi riconosciuti sono dimezzati rispetto a quanto previsto nel documento del 2010 (che li delocalizzava con una premialità del 30% sull’esistente). Non è stato possibile prevedere lo spostamento dei volumi a monte. Indicazioni della Regione e indisponibilità di terreni direttamente utilizzabili lo hanno impedito. Ma è stato comunque ottenuto l’importante obbiettivo di prevedere una grande piazza a disposizione della cittadina. Una piazza  (merita di essere intitolata alla gloriosa storia dei Roveraro fondatori ndr) di una dimensione che non ha eguali sul territorio comunale, paragonabile a Piazza Libertà nella sua totalità (piazza, parcheggi e via di accesso al mare lato Ceriale). Anche in questo caso siamo stati accusati di favorire una nuova cementificazione. Ovviamente è l’esatto opposto: attualmente la zona non è un prato fiorito ma un agglomerato di edifici fatiscenti che verrebbero demoliti per realizzare una volumetria in una zona ben delimitata liberando e concedendo un grande spazio aperto per la collettività. Speriamo che questo passo possa portare alla tanto agognata riqualificazione di una zona centrale che potrebbe essere una grandissima occasione di rilancio per il paese intero.”

QUALI INSEDIAMENTI NELL’EX OLEIFICIO – Le ipotesi edificatorie indicano  uno – due edifici solo a ridosso della ferrovia. E Borghetto potrà fregiarsi di due grandi piazze appena a pochi passi dal litorale e dal centro storico più ‘disarcionato’ e desolante, quanto a vitalità commerciale ed immobiliare, della Liguria. Nel Puc, essendo strumento di programmazione generale, non sono previsti dettagli, demandati invece ai SUA o PUO.  Solo allora si conosceranno le ‘finiture’ col progetto esecutivo.  Un solo edificio alto 14 -15 piani (piccolo grattacielo), oppure due di 8-9 piani. C’è chi azzarda che la soluzione del Puc non sarebbe  molto gradita alla proprietà che potrebbe far leva su possibili ricorsi. Si tenga conto che la parte maggiore dell’operazione edilizia (proprietari) riguarda le famiglie Vacca – Roveraro – Cappelluto, con una parte minoritaria  e limitata alla zona  ‘abitativa’ che vede comproprietario Nino Roveraro.

Ancora il sindaco Canepa: “Dispiace per l’assenza a causa di impegni lavorativi di entrambi i membri del gruppo Liberiamo Borghetto Villa Sindaco (Villa e Guzzardi) e per la decisione assunta dagli altri due consiglieri di minoranza del gruppo In Cammino Maritano sindaco (Maritano e Oliva) di non partecipare alla votazione. Come gruppo di Maggioranza abbiamo dimostrato unità in tutto questo percorso di preparazione che è stato curato in prima battuta dal sottoscritto, in virtù della mia delega all’Urbanistica, e dall’Assessore Roberto Moreno in virtù della sua delega all’Edilizia Privata, ma supportato dall’aiuto e dal contributo di tutti, nessuno escluso. Un gran lavoro di squadra coordinato dal Funzionario Comunale geometra Sergio Guarisco, dall’architetto Piergiorgio Castellari per la parte tecnica e dall’Avvocato  Paolo Gaggero per la parte giuridica.”

LA MINORANZA CON MARITANO E VILLA:

SCONGIURATA LA COLATA DI CEMENTO DEL PUC DI VACCA

La minoranza  (i consiglieri comunali  Giancarlo Maritano, Maria Grazia Oliva, Pier Paolo Villa e Daniela Guzzardi) scrive nel suo comunicato: “Formalmente si tratta del PUC del 2010 (amministrazione Vacca) modificato secondo le osservazioni della Regione e le nuove norme entrate in vigore. Fortunatamente queste prescrizioni, cui il Comune non poteva sottrarsi se non in parte, hanno impedito a questa amministrazione di realizzare la colata di cemento prevista dal PUC di Vacca (e che questa maggioranza non può fingere di rinnegare, visto che in campagna elettorale prometteva di portare avanti proprio quel PUC), ma si tratta comunque di un incremento molto significativo di edificazioni e di consumo di suolo. Complessivamente sono previsti quasi 60.000 metri quadrati (cioè quasi 180.000 metri cubi) di nuove costruzioni residenziali per oltre 2000 abitanti in più. Questo senza contare i volumi aggiuntivi derivanti dai piani casa”. Non solo: “L’area oggi occupata dall’ex Oleificio Roveraro, nel 2010, doveva diventare interamente una piazza mentre ora si prevede di recuperare i volumi in loco, tema su cui chi oggi è in maggioranza fece fuoco e fiamme quando l’ipotesi fu avanzata dalla precedente amministrazione per imporre una procedura più trasparente.”

COMMENTO di trucioli.it

Se si mette a confronto un quotidiano on line o cartaceo della Liguria, della provincia di Savona, con un analogo strumento informativo di una regione del centro o Nord Europa (dove i Verdi, ad esempio, sono tornati alla ribalta tra i più votati), la conclusione è categorica. La nostra attenzione alla tutela (che significa vera valorizzazione) del territorio in cui viviamo dipende soprattutto dai disastri alluvionali che sempre più spesso si susseguono. Con conseguenze più o meno catastrofiche. E che comportano, di volta in volta, costosi interventi, con danni al bene pubblico e privato. Ad ogni disastro titoloni di cronaca, dichiarazioni di intenti, giudizi trancianti, polemiche e commenti sulle colpe dell’uomo e della politica, l’imprevidenza che si perpetua. L’intensità e il pathos aumenta quando ci sono malauguratamente delle vittime. Possiamo definirla lotta a orologeria al dissesto idrogeologico, il richiamo alla salvaguardia, alla diffusione della cultura della prevenzione. Per quel detto poco praticato “meglio prevenire che curare“. Si pensi ai costi ingenti che ricadono sulla comunità tutta, ricchi e poveri. a discapito di altri investimenti e priorità, ad iniziare dalla Sanità pubblica, alla scuola, all’istruzione, alla ricerca che ci vede fanalino di cosa in Europa.

Possiamo tranquillamente testimoniare, in 52 anni di vita nella cronaca di provincia, che un’attenzione vera all’ambiente non ha radici sociali. Non è di casa. Iniziando dalla formazione scolastica dove l’educazione ambientale non va oltre qualche cerimonia e passerella. Gli adulti, in netta maggioranza, continuano a ragionare con logiche di potere, di spartizione, esercitate proprio sullo sfruttamento del territorio. E la ricerca del massimo profitto in tempi brevi. E’  storia urbanistica e vedi la cementificazione assai generalizzata e difficilmente contrastata con successo. E chi non si adegua, oltre alle critiche, subisce etichette e ghettizzazione. O additato al ‘bastian contrario’ di turno.

Vorremmo solo qui ricordare che il ‘sacco’ edilizio – immobiliare di Borghetto S. Spirito ci vedeva tra solitari giovani cronisti alla fine degli anni ’60, con La Settimana Ligure e La Nuova Liguria (5 mila copie diffuse nelle edicole tra Andora e Spotorno), poi dal 1970 sul Secolo XIX con il direttore Piero Ottone. Nonostante il quotidiano genovese ospitasse decine di pagine di annunci immobiliari. Era una battaglia, in gran parte persa, di civiltà e la conseguenza più vistosa è stata la massificazione turistica, la morte di centinaia di aziende alberghiere che potevano offrire posti di lavoro, oltre all’indotto. I palazzinari, non tutti, una volta ultimata l’opera mettevano a frutto gli utili lasciando alla comunità un tessuto socio economico da Caporetto. Dopo aver dato vita ad una catena di interessi perversi e spesso occulti, favoriti da aggregazioni elitarie e massoniche.

Sulla Settimana Ligure una prima pagina del 1968 titolava “Borghetto piange….avanti con la rapallizzazione senza limiti. Qui la storia pare non abbia insegnato granché visto come è andata a finire e dove siamo arrivati. Le difficoltà della sua economia, la sorte discendente del valore dello stesso mercato immobiliare. Il carburante e il motore elettorale non erano a salvaguardia dell’ambiente. E la diffusa carenza di un’informazione, del giornalismo di inchiesta contribuisce al resto. Controprova ? A Borghetto neppure un Puc ha mobilitato i cittadini. E la memoria ci porta a ricordare e chiedersi: dove eravate negli anni del boom sfrenato ? In qualche caso tra i beneficiari i gruppi famigliari che oggi cavalcano la protesta da coscienza critica.

Non è motivo di vanto ricordare il passato, chi c’era, chi remava e chi frenava. Conserviamo un’utile rassegna stampa a testimonianza. Oggi fa riflettere l’humus che ci circonda. Borghetto S. Spirito prima di essere la capitale delle seconde case, simbolo di bieca cementificazione e degrado, era un paesone ricco di risorse, frutto del lavoro nei campi. Era un centro agricolo per eccellenza si direbbe oggi. Dove i prodotti della terra (ortofrutta in particolare) partivano per il Nord Italia su treni merci. Sarebbe bastato un corretto bilanciamento nello sviluppo, in una visione futura meno egoista.

Oggi il Puc (strumento di programmazione) quale interesse dovrebbe ancora riscuotere per le categorie agricole ? Per l’ultimo manipolo di resistenti ? Nel caso di Borghetto, l’Ufficio Studi (?) del giornale on line più popolare in questa provincia, dedito a esemplari approfondimenti, permette di scoprire che la Coldiretti (il sindacato di categoria più rappresentativo non solo della provincia) non ha fatto assolutamente nulla. Alla Ponzio Pilato ! Anzi, l’archivio di trucioli.it ci ricorda che era persino favorevole all’osceno PUC  2006, prima versione Castellari che ha ora partorito il Puc 2019, rivisto e corretto. Erano pro Puc perché, pur cementificando ciò che resta della ‘pianura’, permetteva di realizzare case agricole più grandi ? Magari pensavano di coltivare sui terrazzi pavimentati ?! Sempre dal benemerito Ufficio Inchieste Ivg è possibile sapere che le uniche osservazioni, in buona parte accolte dalla Regione, sono farina del sacco di Confagricoltura, peraltro sottoscritte pure dalla Cia. Ovvero le altre due associazioni di rappresentanza degli agricoltori italiani.

E sicuramente l’intervento, prima della Provincia, poi pesantemente della Regione e l’attuazione del nuovo Piano di Bacino, ha ridotto il business delle aree edificabili. Qualche tecnico sostiene che rimane, tuttavia, un’edificazione esagerata in zona Madonna degli Angeli,  già generosamente urbanizzata. Si continua a costruire verso nord, divorando altri ettari di pianura fertile. Ad arte abbandonata da anni per farci altro, più lucroso, per potenziali investitori ? C’è da aggiungere che più segnalazioni indicano che il mercato delle seconde case ha ripreso a tirare.

Dal Casello Autostradale un altro scempio, non troviamo altra definizione. Con il DTR6 che rende edificabile e commerciale un’area agricola di molti ettari. Condannando a morte, nel silenzio perfetto, la meravigliosa azienda Floricola di Vittorio Rosciano che esporta in mezza Europa centinaia di migliaia di vasi fioriti ogni anno. Con quale alternativa? Realizzare capannoni commerciali ? In mezzo alla pianura agricola. A chi servono? Se non ai soliti noti impresari/ proprietari terrieri che già tanto hanno avuto da Borghetto .
C’è poi l’operazione fallimentare e fallita – già accennata da trucioli.it qualche anno fa senza rispettare l’impegno all’approfondimento che meritava – in quel di Toirano al confine con il Centro Commerciale Il Ponte. Immobili a Toirano, con box  interrati che sconfinano a Borghetto. La curiosa  ‘cittadella’ pare abbia generato 5 milioni di debiti alle imprese che ci hanno lavorato. Alcune sono fallite, altre in grande difficoltà, e a parte Conad e Cura, si arrancano con affitti insostenibili in proporzione all’incasso.
Che ruolo ha avuto in questo scenario l’arch. Fabio Violin, nato a Loano, laureato con 110/110 con Lode e diritto di pubblicazione. Un professionista che può fregiarsi del Conferimento del premio OPTIME, riconoscimento al merito nello studio per l’anno 1999 dall’Unione Industriali di Torino. E’ stato vittima di chi gli ha dato fiducia ? Il Comune di Toirano aveva affidato, tra l’altro, ad un affermato legale  savonese, esperto di contenzioso edilizio, alcune pratiche delicatissime di fidejussioni che sarebbero risultate ‘clonate’ e comunque non riscuotibili.
Capita di leggere che, fuori Liguria, si approvano PUC a consumo di territorio zero. Si costruisce solo in bio edilizia, ‘case passive’. Il consumo di suolo è una tragica emergenza così come il cambiamento climatico. Siamo alle prese di disastri climatici e si approva un  PUC fondamentale per i prossimi 20-30 anni di Borghetto, rinunciando però al ‘consumo zero’.
Resta il grande rammarico di avere in Liguria e al governo nazionale, una classe dirigente inadeguata, incapace di cogliere sfide globali. Per prima la sfida ecologica di contribuire alla salvezza del pianeta terra, gestire le migrazioni con il rispetto di popoli alle prese con dittatori, guerre e carestie. Papa Francesco ci ricorda ogni giorno il dovere di combattere la povertà in ogni sua forma, ma anche investire in cultura e in tutte le attività che possono migliorare il contesto sociale e ambientale in cui operiamo e viviamo.
Invece si è persa la cultura del Bene Comune. Scelte collettive che spesso sono una sommatoria di egoismi. Gli interessi personali e l’arricchimento facile di pochi a discapito di tanti. Se rimane qualche briciola viene distribuita tra crescenti, laceranti, disuguaglianze.
La speranza che anche i figli dei borghettini scelgano di vivere e poter lavorare nel paese degli avi. Non sarà facile osservando le proiezioni, di quanto non lo sia stato per la nostra generazione. Non ci resta che resistere, resistere. E non lo dice soltanto il Papa argentino, figlio di migranti valbormidesi.
Concludiamo con la disarmante riflessione di un nonno che ha vissuto e conosciuto Borghetto. “Questo è un PUC del secolo scorso, poteva andare bene 50 – 60 anni fa. Oggi servirebbe riqualificare la quasi totalità delle 9000 (?) seconde case. Ricostruire con tecnologie moderne ecosostenibili, mettendo in sicurezza fabbricati e territorio. Investendo su turismo, ambiente, agricoltura, cultura, artigianato di qualità e tutte le connessioni fra queste attività. Solo incentivando il recupero edilizio dell’edificato anni 60 e 70 si creerebbe lavoro di qualità per le imprese locali in edilizia per i prossimi 30 anni, senza consumare un ettaro di suolo fertile”.  Buon Ferragosto !
Luciano Corrado
ECCO LA PARTE ‘NASCOSTA’ DEL COMPLESSO ROVERARO
NEI GIORNI IN CUI SI FESTEGGIAVA DI ‘BOGHETTO IN FIORE’
 
Questa è l’area che costeggia la ferrovia dove il Puc prevede sorga la nuova zona residenziale, un grattacielo o due palazzi


L.Corrado

L.Corrado

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