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Savona da salvare, aiuto! Complesso San Giacomo: razziato da Napoleone e derubato del ‘piano Astengo’: biblioteca, hotel, piscina, centro congressi, ristorante.Chiabrera piange


Tra il 1471 e il 1476, epoca nella quale Savona offriva alla Chiesa due papi, Sisto IV e Giulio II Della Rovere, i frati minori savonesi, osservanti della regola francescana, edificarono il complesso conventuale di San Giacomo, composto dalla chiesa omonima(19m.x 23m.) dotata di dieci cappelle gentilizie che fungevano da luogo sepolcrale per i Savonesi Illustri e di 15 altari.

di Gianfranco Barcella

E’ annesso convento che nei tempi d’oro ospitavano ben 25 frati, e questi edifici religiosi furono poi adibiti ad uso civile, su una collina dominante il centro ed il porto di Savona da uno dei luoghi più suggestivi e panoramici della città. Il complesso di San Giacomo rappresenta forse l’esempio più significativo di mecenatismo del Pontefice Savonese Francesco Della Rovere, assurto al soglio pontificio con il nome di Papa Sisto IV e già legato a Savona in qualità di ministro della provincia francescana.

In una delle cappelle funerarie della chiesa, unico esempio di edificio sacro medievale, restante in Savona, si trova tra l’altro, la tomba di Gabriello Chiabrera, uno dei poeti più importanti dell’epoca barocca che la sua città nativa ha dimenticato da tempo, dopo avergli dedicato il teatro civico ed il liceo classico. (Tutte le antologie letterarie riportano la sua celebre canzonetta dal titolo <Belle rose porporine> con la quale il poeta omaggia le rosee labbra della donna amata, immagine tipica del Seicento galante e lezioso).

La navata centrale della chiesa presenta un soffitto con capriate in legno ed è divisa dall’abside tramite l’originale pontile, uno dei pochi in Italia, dopo il Concilio di Trento. Il pontile o jubé, (prima parola dell’invocazione a Dio, pronunciata dal diacono francese) è un elemento architettonico che caratterizza l’interno delle chiese conventuali, principalmente gotiche. Separa il coro dedicato ai presbiteri dalla platea dei fedeli. E’ un camminamento con una tribuna rialzata dalla quale venivano lette le Scritture. Come accennato in precedenza, dopo il Concilio di Trento e fino a tutto il secolo XIX, il pontile-tramezzo cominciò ad essere progressivamente smontato rendendo i pochi rimasti, preziose testimonianze liturgiche ed artistiche da conservare gelosamente.

Per continuare la descrizione di questo tesoro savonese in stato di abbandono e di degrado da oltre cinquant’anni e pertanto non visitabile, ora dobbiamo scrivere al passato. L’interno della chiesa era arricchito con i quadri delle cappelle gentilizie ad opera del Mazone, di Tuccio D’Andrea, del Brea e del Fasolo.

Il presbiterio e l’abside semi – ottagonale erano affrescati da Ottavio Semino, uno dei pittori più stimati della scuola raffaellita dell’epoca che nel 1500 affrescò Palazzo Marino e una cappella di S. Maria delle Grazie. I chiostri erano dipinti dal Ratti ed i testi antichi riportano che vi fossero anche trenta dipinti, rappresentanti la vita di San Francesco. Alcuni quadri si trovano nella pinacoteca civica e nel museo della cattedrale di Savona. Il convento era dotato di una ricchissima biblioteca in cui studiarono sia il futuro papa Giulio II che Chiabrera e fu un polo culturale per tutto il nord d’Italia fino al 1650 circa. Basti pensare che nel 1563 il convento donò al re di Spagna Filippo II svariati manoscritti in greco che presumibilmente furono archiviati nell’Escorial, a tutt’oggi risultano ancora dispersi.

Alcuni superstiti volumi della fiorente biblioteca sono custoditi nella biblioteca del seminario vescovile di Savona e i più importanti sono stati restaurati negli ultimi anni. Nel 1810 le armate napoleoniche spogliarono le cappelle sepolcrali anche di alcuni quadri che hanno arricchito il Louvre almeno in parte, ed altri si presume che abbiano preso la via della Germania. Con la soppressione degli ordini religiosi, voluta sempre da Napoleone, il convento ebbe diverse destinazioni d’uso: acquartieramento di truppe, opificio, fabbrica di vele, reclusorio militare, lebbrosario. In seguito fu realizzata la caserma Damiano Chiesa e l’attuale facciata lo ricorda, riportandone non solo il nome ma anche i segni distintivi.

Il complesso di San Giacomo, di proprietà pubblica, essendo stato lasciato al degrado, ha privato i Savonesi ed i turisti della possibilità di poter godere di un tesoro prezioso che avrebbe offerto anche un ritorno economico; anche alcuni locali che furono dati temporaneamente in uso a varie società dilettantistiche e ricreative sono stati chiusi per la dichiarazione di inagibilità. Dopo un crollo nel 2009, nell’ala settentrionale del convento, nel 2012, un intervento del Comune ha contenuto i danni delle parti artistiche fino a cadere nel totale abbandono nel quale giace ai giorni nostri.

Oltre all’urgentissimo consolidamento dell’abside tutto il complesso conventuale necessita di un importante lavoro di recupero. Gli affreschi con un intervento appropriato potrebbero essere almeno parzialmente recuperati. Illo tempore era stato stilato un progetto per riqualificare l’area di grande pregio storico-culturale. Si prevedeva, per bocca del consigliere comunale Giampiero Astengo, la riconversione dell’area con biblioteca, centro congressi, albergo, ristorante e piscina; la rivalutazione rientrava all’interno della proposta: <percorsi pedonali turistici> che aveva l’obiettivo di proporre agli escursionisti delle crociere che arrivavano in città, un percorso culturale e paesaggistico per far visitare la chiesa di Santa Lucia, la salita S. Giacomo, il relativo ponte rinascimentale ed il Belvedere San Giacomo.

Giugno 2016 da Storia Patria: Alcuni mesi or sono Gianni Venturino, architetto e storico dell’arte, donò a Storia Patria un modellino fedele della chiesa di San Giacomo, importante monumento medievale savonese. Il modello era la parte tangibile di una pubblicazione del 2010, edita da Grafiche Fratelli Spirito (La chiesa fantasma. San Giacomo apostolo, l’ultima chiesa medioevale di Savona), in cui sono raccolti gli studi preparatori e le vicende storiche della chiesa e dei tesori d’arte che vi erano racchiusi, ora sparsi in molti luoghi, tra cui alcuni di notevole prestigio.
San Giacomo

Dal 16 al 21 marzo 2015, Savona ha dedicato al complesso monumentale ed al promontorio roccioso sul quale sorge, insieme al sottostante vallone che si sposa all’insenatura di Miramare, una settimana di studi per fare il punto della situazione con le relative possibilità di recupero e di riuso ma… Nel 2016 si è anche costituita “l’Associazione Amici di San Giacomo” che ha lo scopo di riportare l’attenzione della popolazione e dell’autorità di Savona sul problema del restauro e della valorizzazione di un vero gioiello architettonico. Per adesso ci resta almeno il pregevole volume di Gianni Venturino: “La chiesa fantasma”, edito da Grafiche Fratelli Spirito con il patrocinio della Consulta Culturale Savonese, coordinamento di quattro associazioni: A.Campanassa, Istituto Internazionale di Studi Liguri, Italia Nostra e Società Savonese di Storia e Patria.

Gianfranco Barcella

DAL PERIODICO A CAMPANASSA 2011

 

 

 


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G.F. Barcella

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