Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Servizi Ambientali Spa, Nino Roveraro imprenditore rinuncia, arriva Bonifacino avvocato di Carcare. Ecco le storie inedite


I media locali non hanno avuto dubbi: Nino Roveraro ad appena a 6 mesi dalla sua ‘corale’ designazione a presidente di Servizi Ambientali Spa (la maggiore e più appetibile, società pubblica del ponente savonese) ha lasciato per ‘gravi motivi di salute’. Nessuno, finora, è stato sfiorato dal dubbio che per un galantuomo imprenditore di successo ci sono rospi e un ambiente non proprio da relax. Anche per una persona mite, affabile, paziente, rispettoso dei ruoli, le alchimie della politica ‘modello Italia’ e il potere di una certa burocrazia dirigenziale, alla fin fine, impongono una scelta di coscienza e coerenza. Ridicolo gridare a ‘dimissioni scandalo’, ma forse qualche serio interrogativo è corretto porselo. All’orizzonte l’Ato unico, scelte della Spa e di Ponente Acque di cui la ‘Servizi’ detiene il 75% – il rimanente 25 % appartiene alla Sca di Alassio, Laigueglia, Villanova d’Albenga, l’arrivo di Albenga nel depuratore e forse Alassio.

Nino Roveraro ha lasciato dopo appena sei mesi la presidenza della Servizi Ambientali Spa, per i media locali solo motivi di salute. Ma ?

Superfluo invocare coraggio, idee chiare, rigorosi criteri di oculata amministrazione pubblica, piuttosto che un carrozzone sulle spalle dei contribuenti (con tariffe). E non sia la pastoia dei professionisti della politica, né poltronificio. Abbiamo chiesto a Nino Roveraro (la famiglia dello storico oleificio di Borghetto S. Spirito) se era disposto ad un’intervista senza ‘omissis’. Ha preso tempo, ribadendo che in realtà, pur con qualche esagerazione di troppo sulle sue reali condizioni di salute, gli organi di informazione hanno raccontato la realtà. Ovvero lui si è dimesso d’amore e d’accordo con il sindaco che lo aveva designato e la maggioranza consiliare, Forza Italia e Lega.

Approfondiremo più avanti l’argomento ‘dimissioni e dintorni’. Una domanda più personale a Nino Roveraro dovevamo farla. E’ vero, come riferiscono suoi amici, che va ripetendo: “Vorrei tanto vedere realizzato un progetto capace di togliere di mezzo la bruttissima cartolina dello stato di abbandono dell’area dell’ex oleificio di famiglia, se non abitassi fronte mare me ne sarei già andato per non avere ogni giorno sotto gli occhi uno spettacolo che mi rattrista, mi colpisce profondamente, direi quasi che ruba una parte della mia serenità, del percorso di vecchiaia……”. Manco a dirlo, non sono parole testuali, è il senso del suo stato d’animo. Roveraro: “Si confermo, ho detto e ridetto con le persone care e che stimo tutto il mio disagio….”. E le indiscrezioni che attribuiscono lo stallo, ritardi di anni, lo scempio in centro città, ad una divergenza di vedute e di richieste nella ‘contrattazione’ con il Comune, sono fondate o solo voci ? “Preferirei non esprimere giudizi, per quanto mi riguarda detengo il 25% della costruzione centrale, personalmente avrei trattato con una diversa visione, ma quando ci sono interessi in ballo non è semplice, né indolore tirare conclusioni. Penso sia sempre saggio e praticabile quel detto: ognuno deve rinunciare a qualcosa. Io non ho figli e dopo aver perso una moglie esemplare, capace, tenace, insostituibile nella vita e nelle scelte aziendali, anche per non morire di solitudine e inedia, ho trovato un’altra compagna con la quale mi trovo bene e sono felice, ai parenti auguro tanta salute e moderazione….anche sulla sorte dell’oleificio Roveraro”.

Non è un mistero che se Nino Roveraro ha il 25%, il 50 per cento della proprietà complessiva lo detiene il rag. Santiago Vacca, ex sindaco, esponente della prima ora del Pdl, poi di Forza Italia, consulente pubblico e privato, agente immobiliare, quasi decina di società operative, un patrimonio immobiliare, insieme alla sorella, che lo rende il cittadino più facoltoso di Borghetto, il restante del complesso ex oleificio appartiene a Franca Roveraro Cappelluto (sorella di Nino), ex presidente dell’Unione Provinciale Albergatori aderenti a Confindustria, ex Cda banca Carisa di Savona. Va ancora detto che non ha giovato, a suo tempo, la strategia della Regione Liguria che puntava tutto sul trasferimento dei volumi del complesso industriale. L’area potrebbe essere valorizzata senza eccessivo consumo di suolo (ovvero lasciato libero dalla demolizione dell’esistente) in modo da creare attività ed immobili di qualità; un motore capace di rilancio economico, valorizzazione commerciale e dunque possibilità di lavoro. Non è esagerato sostenere che la ‘soluzione oleificio’ sarebbe l’atteso volano per Borghetto, assai più degli insediamenti al Castello Borelli (hotel, residence, edilizia residenziale) che rispetto alle attese i lavori procedono col rallentatore. E ancora dell’area artigianale prevista dal nuovo Puc, senza mettere in secondo piano le potenzialità dell’agricoltura un tempo prima economia cittadina, partivano treni merci diretti al Nord.

Forse pochi sanno (come trucioli aveva già scritto dopo una visura camerale) che la parte centrale del castello è stata acquistata da una coppia di coniugi russi, ospiterà all’ultimo piano una sala ristorante. Intanto l’attesa si fa lunga. Altro particolare non secondario: il castello ha un tratto di fascia costiera – balneare in concessione, c’è chi prevedeva un piccolo approdo.

UN PO’ DI STORIA INEDITA – Roveraro oleficio ha una gloriosa storia, in gran parte riservata a pochi. Nel ’76 quando è mancato il ‘patriarca’ Mimmo, padre di Nino e Franca, lasciandosi alle spalle un progetto di massima del 1973, con l’allora sindaco, arch. Pier Luigi Bovio di Albenga, eletto nel Pci, allora primo partito nella cittadina dei pensionati piemontesi e lombardi; il progetto prevedeva di trasferire l’azienda a Imperia. I dipendenti, all’epoca, erano 35- 40, con un fatturato annuo di 5 miliardi di lire. Tra le prime aziende della provincia. Così suddiviso: il confezionamento era affidato al cugino di Nino, Giovanni Roveraro che per una serie di vicissitudine non ha avuto molta fortuna; la raffineria che si occupava solo di olio e grassi, aveva un fiorentissimo export negli Stati Uniti, in alcuni paesi Arabi e in Australia. All’epoca la carica di amministratore era ricoperta da Nino e nel 1981 la sua  decisione di lasciare le quote ed acquistare Rossello Carta, a cui si sono aggiunte un paio di altre aziende satelliti. E chi ha avuto a che fare con le nuove società Roveraro, difficile dimenticare il ruolo da timoniere della moglie Patrizia.

LA REALTA’ DI SERVIZI AMBIENTALI – Torniamo a bomba, alla Servizi Ambientali,  alla Ponente Acque, all’Ato, rinviando a tempi migliori un’intervista al presidente dimissionario. Possiamo dire, ad ascoltare i commenti, che Nino è rimasto quel ‘gran signore’, nobile d’animo, anche al vertice della Servizi Ambientali: nessun emolumento, neppure il rimborso spese, nessuno ‘scontro’ o polemica. Un presidente che ha scoperto un team professionale ed umano straordinario in una Spa pubblica, con quote tutte a partecipazione comunale, da Borghetto a Borgio, entroterra del comprensorio. Qui ha trovato ottimi collaboratrici e collaboratori: dall’avv. Leale, alll’ing. Gattuso, al geom. Guarino, alla moglie del sindaco Pignocca che si occupa in particolare di buste paga. Tecnici e quadri preparati, motivati, che non remano né contro, né di lato.

L’EMINENZA GRIGIA – Resta l’eminenza grigia, non da oggi, del direttore generale Giovanni Paganelli (agli esordi altri ruoli sempre da ‘generale’), diciamo indipendente, rispetto al presidente; Paganelli che ora sovrintende, da ‘tecnico – esperto’, anche Ponente Acque, ha sede nello stesso edificio della Servizi Ambientali. Non è il caso di rinvangare, ci sono gli articoli di una decina di anni fa su trucioli savonesi e da cinque anni trucioli.it. Paganelli ha saputo conquistare la fiducia del ‘padre padrone’ Angelo Vaccarezza (in chiave politica amministrativa) prima di Loano di cui era sindaco, poi del comprensorio dove ha primeggiato il centro destra, quindi da presidente della Provincia ed ora primo referente nel savonese del modello ‘Toti – Rixi’. Paganelli, insomma, si confronterà come è logico con il Cda di nomina politica,  il suo ‘faro’ e ‘protettore’ resta l’abile potere vaccarezziano.

Non da oggi e neppure da ieri, la Servizi Ambientali è la società pubblica che resta fuori dall’orbita dei media. Quasi un fortino a prova di impenetrabilità giornalistica, con qualche eccezione, ci sia consentito per obiettività professionale, con l’ing. Franco Malpangotto. Una fortezza che ha resisto alle cannonate, agli attacchi, ai tentativi di penetrare nei bilanci, nel fare le pulci sugli acquisti (quando aveva il servizio di Nettezza Urbana), sui preventivi, sui fornitori maggiori, sulle assunzioni. Bisogna ammettere che esposti inviati alla magistratura non hanno avuto esito. Non solo, il bilancio della Servizi Ambientale è in attivo, la regia delle opere realizzate non pare abbia dato particolari criticità. Semmai c’è da far fronte al deficit di Ponente Acque che fattura l’acqua potabile e la depurazione affidata a Servizi Ambientali. Ponente Acque, gestisce il ciclo idrico del territorio compreso tra Laigueglia e Borgio Verezzi, con relativo entroterra, alle prese con l’invio di bollette straordinarie (2016 – 2017), per molti utenti un salasso, da qui le code agli sportelli, i malumori, le proteste. Il susseguirsi di doverosi comunicati destinati ai cittadini. L’ultima nota stampa riferisce che “si è concluso l’invio di bollette straordinarie agli utenti di Borghetto, Pietra Ligure e Borgio Verezzi  relativi ai consumi effettuati fino al quarto trimestre 2017. (Loano il servizio idrico e privato, Gruppo ing. Enrile con interessi in altre zone e località savonesi).

Si fa inoltre presente : “Le risorse ottenute consentiranno alla società di coprire i costi di gestione e garantire un servizio sempre puntuale ed efficiente, nonchè gli investimenti per la manutenzione ed il potenziamento delle infrastrutture. Tra queste l’ampliamento del depuratore consortile di località Cappellotti a Borghetto ed il completamento del collegamento dell’area della Val Maremola e di Borgio all’impianto. Inoltre quello idrico è un comparto a ‘copertura totale’ e perciò tutti i fondi ottenuti dal pagamento delle bollette sono utilizzati per coprire i costi”. Va da se  quanto sia importante gestire un servizio di valenza primaria e sociale all’insegna di una struttura snella, meritocratica, tesa alla razionalizzazione della spesa, altrimenti finirà sempre che paga pantalone.

LA DIFFICILE CONVIVENZA CON L’ING. FERRO – Dal presidente dimissionario Roveraro avremmo voluto sapere se corrisponde a verità le sue ‘lamentele’ o meglio disagio  vissuto negli incontri con l’ing. Giovanni Ferro, dal 2006 al 2009 presidente di Ata (oggi disastrata nel servizio e divorata da debiti, affidata al risanamento dell’avv. loanese Chicco Garassini, ex Dc, poi voluto dalla Lega genovese); Ferro, dal 2009 presidente del Consorzio Depurazione Acque del Savonese. S.p.a., e coinvolto nell’Ato provinciale.  Altra domanda a Roveraro: se è corretto riferire che nel suo breve mandato ha trovato grande disponibilità e collaborazione dal prof. Pietro Oliva, vice presidente, già vice sindaco di Loano, ex consigliere regionale, ex presidente del consiglio comunale, già segretario locale e provinciale del Pdl.  Se sia vero il buon rapporto, nei sei mesi di presidenza, con l’ing. Eleonora Bertolotto (figlia di Marco, ex presidente Dc della Provincia, primario ospedaliero, migrato verso Forza Italia ai tempi di Claudio Scajola big). Clamorosa e taciuta a quanto pare, la sistematica diserzione alle riunioni del Cda della commercialista Mariangela Palazzo, in quota Comune di Pietra Ligure.

LE FUTURE PARTITE DA GIOCARE – Le partite da giocare, almeno nell’ottica di scelte della politica, sono la nascita dell’Ato unica, resta esclusa l’Ato 2  della Valbormida, con l’obiettivo restare in maggioranza, dopo che è sfumato l’Ato del Nord Ovest. C’è l’allacciamento di una parte di Albenga ed il potenziamento dell’attuale, non avendo la capacità di reggere i reflui ingauni e facendo  in modo che restino esclusi il quartiere  Vadino, Alassio e l’entroterra. Le indiscrezioni parlano che Nino Roveraro fosse tra i fautori che Albenga, Alassio e comprensorio, dovessero comunque realizzare un loro depuratore come era nei progetti iniziali sfumati per resistenze varie, campanilismi inclusi. E tra gli oppositori si ricorderà la tesi dell’ex sindaco ed assessore Mariangelo Vio (ex Psi, ora Pd) secondo il quale si rischia di creare danni ai pozzi idrici.   Come non bastasse il tira molla della Provincia sulle necessità di adeguare le tariffe, mettere ordine nei bilanci spesso allegri.

A Silvia Andreetto  del Secolo XIX, Roveraro ha detto: “Ho preferito anche per una questione morale, fare un passo indietro e presentare le dimissioni”. Nel bilancio dei suoi sei mesi può annoverare 6 riunioni del Cda e 5 assemblee molto partecipate. I corrispondenti, i cronisti, contrariamente ai consigli comunali, non assistono. Ne sfogliando i giornali e social c’è notizia di quanto discusso, affrontato, deciso, se non in rarissimi casi. Si direbbe un segreto di pulcinella se si tornasse ai vecchi tempi del ‘giornalista di strada’, piuttosto che al desk e al cellulare. Eppure le tematiche riguardano miglia di cittadini: vengono spesi ed amministrati i soldi delle ‘bollette’.

Forse ha ragione un amico di lunga data di Nino quando sostiene: “Ha preferito andarsene, pur con qualche problemino alla vista ‘ballerina’, perchè quello non sarà mai il suo ambiente, preferisce occuparsi ancora di ciò che gli è rimasto in aziende fuori provincia e la compagnia degli amici veri”.

IL RUOLO DELL’AVVOCATO ALBERTO BONIFACINO – Intanto il 2 maggio l’assemblea dei soci della Servizi

L’avvocato Bonifacino al centro della foto, a Carcare, lo scorso anno, mentre presenta l’associazione Oltre per le prossime elezioni comunali del 10 giugno (foto Savona News)

Ambientali sarà chiamata a ratificare la scelta del sindaco di Borghetto, Giancarlo Canepa: senza troppi indugi e bilancini ha designato l’avv. Alberto Bonifacino, volbormidese di Carcare con studio anche a Savona. I patti parasociali tra i due soci di maggioranza: Loano nomina l’amministratore delegato a Borghetto il presidente. Per Loano è in carica da oltre un lustro, l’avvocato Alessandro Vignola,  studio a Pietra Ligure, già militante di FI  e in quota Vaccarezza e C. Bonifacino è apparso improvviso sulla scena pubblica locale quando la neo giunta Canepa l’ha presidente Sael, azienda speciale che gestisce la farmacia comunale ed in predicato per essere messa all’asta, con l’opposizione della minoranza consiliare. All’epoca avevamo annotato che, al di là della professionalità, la nomina aveva un ‘sapore’ di fratellanza e di loggia massonica. Non è il primo, né l’ultimo e non è reato, visto che gli elenchi ufficiali vengono depositati in prefettura.

Il sindaco Canepa a Valeria Pretari de La Stampa – Savona ha fatto presente:Bonifacino, oltre ad essere una persona di mia fiducia, ha alle spalle le competenze professionali giuste per ricoprire questo incarico. Ho dato priorità ad un professionista valutando soprattutto l’idoneità e le capacità secondo un profilo giuridico in quanto la Servizi Ambientali dovrà affrontare e gestire due importanti questioni nel prossimo futuro…il depuratore, ma anche l’Ato idrico….sicuramente sarò criticato per non aver scelto uno di Borghetto….al di là delle polemiche ho scelto un professionista capace e competente per tutelare al meglio gli interessi di Borghetto”. Non è difficile immagine che per molti borghettini appariva prima e ora una scelta caduta dall’alto. Borghetto che ha un concittadino, il dr. Gianluigi Figini, che è stato sindaco socialista, una carriera all’Asl 2 quale direttore del servizio farmacia, con risultati di bilancio e di risparmi, da azienda privata modello. Figini pare non sia entusiasta di avere i galloni in aziende di emanazione comunale, resta il fatto di una ‘professionalità’ sempre in panchina, il suo appuntamento settimanale restano le riunioni del Rotary di Alassio, con lo stesso Nino Roveraro, il dr. Giancarlo Maritano che di Nino è cugino.

Il 18 novembre 2017, Savona News dava notizia che, a Carcare, si è costituito il Comitato Oltre con l’obiettivo di  ascoltare tutti (residenti, associazioni e partiti) indipendentemente dal colore politico ed il programma elettorale sarà stilato in base alle esigenze della cittadinanza. Oltre all’avv. Bonifacino, il vice sindaco Cristian De Vecchi e Alex Perducani (titolare di un’importante officina meccanica). Anche su questo fronte la ‘fratellanza‘ pare assai attiva. L’avv. Bonifacino osservava: “ Intendiamo sviluppare un percorso localistico e non partigiano, lontano dalle fazioni e vicino alle comunità locali. Partirà da questa mattina un percorso nuovo per sentire le categorie, le associazioni, i quartieri, le frazioni, per sviluppare un progetto per Carcare e presentare una lista per le prossime comunali”. Ora invece dovrà misurarsi con i gravosi impegni della Servizi Ambientali, del suo futuro, le prossime sfide. Carcare addio ? Non è detto.

Luciano Corrado


L.Corrado

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