Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Albisola onora Giuseppe Gambaretto.
E il V Voxonus Festival delle Albissole fino al 12 agosto, poi si trasferisce in Piemonte


Nello spazio espositivo di Albisola Superiore, in Via dei Seirullo 12, si svolge dal 5 al 15 luglio, la mostra antologica retrospettiva dal titolo “Un omaggio a Giuseppe Gambaretto”, noto artista veneto (pittore, scultore e ceramista) nato nel 1909 a Verona, ove si forma con il celebre maestro contemporaneo Giacomo Manzù all’Accademia “Cignaroli”. Le due albossole (unite) promuovono fino al 12 agosto le serate del V°  Voxonus Festival con una nutrita serie di sponsor privati che sostengono l’iniziativa: But Port Terminal, O.C.Clim, Vernazza Autogru, Cives, RHT, Società Carmelo Noli e il ristorante “La torre” di Brondello. Con la collaborazione dell’Accademia Musicale di Savona, Associazione Carla e Walter Ferrato e MUseo Diffuso Albissola.

L’artista Giuseppe Gambaretto con Milena Milani

Dal 1936, si trasferisce a Milano e con crescente successo dà vita a molteplici esposizioni collettive e personali. Più recentemente, prosegue la sua attività ad Albisola. Muore a Savona nel 2001. I due fratelli hanno preso parte alla II Guerra Mondiale: Ettore, combattente caduto al fronte, e Mario, partigiano, distintosi nella liberazione di Milano.

L’evento è curato dal figlio, Ettore Gambaretto, detentore dell’archivio memoriale, attraverso l’Associazione di promozione sociale “La Casa delle Arti”. L’unione provinciale Albergatori e il suo presidente Angelo Berlangieri hanno concesso il patrocinio.

L’inaugurazione si è tenuta martedí 5 alle ore 18,30 con gli interventi da parte di Maria Scarfì Cirone, nota scrittrice autrice di oltre trenta libri, che in passato ha presentato le opere dell’illustre pittore scomparso e del nipote Diego Gambaretto.

L’autoritratto di Giuseppe Gambaretto

La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 16:00 alle 19:00

 

 

 

 

 

 

FINO AL 12 AGOSTO LA  V° EDIZIONE DEL VOXONUS FESTIVAL

COMUNICATO STAMPA – L’Orchestra Sinfonica di Savona, la Voxonus Orchestra, in collaborazione con le Amministrazioni Comunali di Albissola Marina e di Albisola Superiore, hanno raggiunto la V edizione del Voxonus Festival (1 luglio al 12 – agosto 2016). Affiancano i Comuni, sostenendo e rendendo possibile il Festival, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la Fondazione de Mari; con il Patrocinio della Regione Liguria. Nutrita la serie di sponsor privati che sostengono l’iniziativa: But Port Terminal, O.C.Clim, Vernazza Autogru, Cives, RHT, Società Carmelo Noli e il ristorante “La torre” di Brondello. Con la collaborazione dell’Accademia Musicale di Savona, Associazione Carla e Walter Ferrato e Museo Diffuso Albissola.

Lo scorso anno si univano per la prima volta le due cittadine albisolesi: questa edizione segna la conferma di un successo, ogni anno crescente. Il Festival è stato presentato martedì 5 luglio, ad Albisola Superiore, nella splendida villa Gavotti, all’interno della Cappella. Maurizio Cadossi, primo violino dell’Orchestra, ha eseguito musiche di Bach e di Telemann.

Il Festival è prodotto dalla Voxonus Orchestra e incentra la sua offerta sul periodo barocco, presentando, accanto ai pilastri della storia della musica come Bach, Vivaldi, Mozart, Handel, Haydn, Corelli e Albinoni, grandi compositori molto apprezzati all’epoca e che il Festival riscopre. Il Voxonus suona con strumenti d’epoca e rigorosa prassi esecutiva filologica.

Il Festival vive, poi, in luoghi simbolici sia per il nostro territorio che per il periodo musicale rappresentato, in una coerente unione capace di dare una somma maggiore delle parti. L’omogeneità del sistema è talmente pregiata e rara da rendere il Festival unico appuntamento di questo tipo in Italia. Appuntamenti musicali dall’8 luglio al 12 agosto.

Ingresso ai concerti: 10,00 euro, gratis fino a 10 anni, ridotto 5,00 per allievi dell’Accademia Musicale di Savona. Biglietteria sul posto, in caso di pioggia salone interno. Villa Faraggiana: parcheggio riservato agli spettatori. Da quest’anno il Voxonus è anche in Piemonte (in corsa e proseguirà fino a fine ottobre) a Castellar, Pagno e Brondello (vicino Saluzzo) con i concerti ospitati in luoghi di eccezionale bellezza. Info 019.824663, ufficiostampa@orchestrasavona.it

8 luglio Voxonus con cena barocca

Sotto la lente di questo concerto due grandissimi musicisti e, nonostante la differenza d’età, amici, i padri del classicismo viennese, Haydn e Mozart.

Con “Divertimento” all’epoca di Mozart si intendevano composizioni per lo più destinate a privata esecuzione per l’intrattenimento di famiglie benestanti, che fungevano da mecenati per artisti di indubbio valore. Il “genere” non aveva precise regole compositive, né organici ben definiti. Erano quindi brani destinati alla celebrazione di particolari occasioni o ricorrenze, per il semplice intrattenimento o per “lustro” nei confronti di importanti ospiti.

Mozart

Mozart tra gennaio e marzo del 1772 a Salisburgo scrisse 3 di questi brani, il K136 in esecuzione stasera, e i K137 e 138. Un Mozart quindi sedicenne, adolescente, il quale, pur nella precocità del genio, si sta ancora formando, sperimentando e facendo confluire sul pentagramma (in questo caso) la scuola barocca, il contrappunto, lo stile galante ma, soprattutto la sinfonia d’opera italiana. I viaggi compiuti proprio in quegli anni nel nostro paese furono quantomai utili alla sua formazione. Milano, Verona, Bologna (dove fu messo alla prova da Padre Martini sul contrappunto), Roma, Napoli, tutte città dove Mozart entrò in vivo rapporto con la musica, e l’opera, italiana.

Al gusto di fare musica insieme tipico settecentesco appartengono anche le “serenate” o le “musiche notturne” (come l’”Eine Kleine nachtmusik”). In genere si alternano movimenti in allegro e in andante, o movimenti di danza, con passaggi solistici e più virtuosistici, per mettere in risalto tale musicista o talaltro. Musiche piacevoli, dalla scrittura piuttosto lineare, chiara, solare, equilibrata. Si tratta di una scrittura vicina a quella del quartetto, forme musicali simili a quelle del “padre” del genere, proprio F.J.Haydn che all’epoca stava ancora formalizzando questo tipo di musica da camera.

Haydn

Il concerto n. 1 in do maggiore per violoncello e orchestra fu composto da Franz Joseph Haydn, come il suo gemello n.2 in re maggiore, per mettere in risalto le qualità del primo violoncello dell’orchestra di corte del principe Esterhàzy, di cui Haydn era direttore. Venne alla luce ad Eisenstadt tra il 1761 e il 1765. In seguito lo si credette perduto. Venne ritrovato nel 1961 dal musicologo cecoslovacco Oldrich Pulkert, bibliotecario del Museo Nazionale di Praga, in una raccolta di manoscritti del XVIII secolo (la collezione Radenin). Era stato conservato dal violoncellista dell’orchestra, Joseph Weigl. La prima esecuzione moderna del Concerto avvenne perciò il 19 maggio 1962, a Praga, con l’orchestra della Radio Cecoslovacca diretta da Charles Mackerras e con il violoncellista Milos Sádlo. Ottene subito un grande successo che procurò al concerto un’immediata diffusione internazionale. La sua bellezza lo fa risaltare nell’ambito dei circa 20 concerti composti da Haydn per i più vari strumenti solisti, tra cui il “famoso” Baryton: a metà tra una viola da gamba e un violoncello, suonato dal principe Esterhàzy stesso.

Il concerto n.1 in do maggiore, contiene passaggi di notevole difficoltà per il solista, che emerge in una partitura particolarmente aggraziata, serena e vivace, equilibrata. Non ci sono ancora quei momenti di acceso contrasto tra il solista e orchestra, più tipici del concerto ottocentesco. Anche qui, si possono ritrovare caratteristiche, soprattutto nel Moderato iniziale, del concerto barocco, con episodi solistici, più lirici e cantabili, che partono imitando gli altri archi, e ritornelli del tutti. Ma il padre del classicismo sta già delineando quelle che saranno le linee formali della nuova musica. In particolare l’Allegro Molto conclusivo presenta già una sezione che si potrebbe chiamare uno sviluppo, seguita dalla ripresa del tema iniziale. Il centrale Adagio è forse una delle più note pagine del compositore, con un tema particolarmente bello, intimo, che sfrutta al meglio le potenzialità liriche del violoncello.

Alla stessa logica precedentemente citata, si lega la “piccola serenata notturna” in sol maggiore K525 di Mozart. Un tempo molto eseguita, ora meno presente nei programmi di concerto. Fu composta nell’estate del 1787 (l’autore la data 10 agosto), durante la stesura del suo capolavoro teatrale assoluto: il Don Giovanni che sarebbe andato in scena a Praga il 29 ottobre di quell’anno. Sempre in quell’anno (giugno) Mozart aveva composto l’unico altro esempio di serenata degli anni viennesi, il particolarissimo e ironico “scherzo musicale” (Ein musikalischer Spaß) in fa maggiore K522, in cui si prende gioco dei mediocri, seppur alla moda, compositori a lui contemporanei, parodiandoli. Non è dato di sapere per quale occasione (dato che gli fece interrompere il Don Giovanni) Mozart compose la piccola serenata notturna. Ci sono inoltre giunti 4 movimenti, perdendosi uno dei due minuetti. Come nel Divertimento K136 è la limpidezza e la luminosità quartettistica del suono a dominare nell’opera. Mozart calcola minuziosamente come valorizzare il materiale tematico, rendendo la serenata un qualcosa di popolarmente apprezzabile, pur mantenendo eleganza e carattere nobile. Si compie il miracoloso fondersi dell’artigianato proprio delle serenate del tempo con i tratti del genio classico di Mozart. L’Allegro iniziale, ad esempio, esemplifica una tipica forma sonata, con i suoi due temi (di tipo ritmico il primo, melodico il secondo), la loro libera elaborazione in uno sviluppo, e la loro riesposizione.

Alessandro Acquarone

 

 

 


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