Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il grande sonno delle torri di Noli


Insieme al castello simbolo del potere, sono l’emblema della società Nolese. Una nascita difficoltosa, fortemente voluta dai Consoli di Noli ma molto osteggiata dal Marchesato, sancita dalla convenzione di San Paragorio del 1181. Ancora oggi il forte senso di identità e indipendenza cui i Nolesi tengono moltissimo è imprescindibile dalle torri.Comunque durante sette secoli esse hanno svolto molto bene sia il compito difensivo dai Saraceni e dopo il 1192 da Savona e Finale, che quello dell’ostentazione del potere sociale e del benessere economico. Le prime torri (Comune, Quattro canti, Marina, Papone) furono erette dal comune per proteggere le porte del borgo.

Le torri hanno una valenza architettonica e urbanistica simbolica per la Liguria, la cui tipologia edilizia è conseguente e in coerenza con un territorio carente di spazio.

72 autentici capolavori di ingegneria, semplici, efficaci e solide, certificate dai secoli, hanno resistito ad ogni tipo di evento naturale, terremoti compresi.

Hanno ceduto soltanto alla mano dell’uomo, guidata da grande bisogno e dalla scarsa saggezza, che le ha smontate per la costruzione di nuove case, come se si dovesse attuare un tacito accordo di sussistenza tra le generazioni.

Oggi in un momento di criticità storica, possono ancora una volta essere fondamentali a beneficio di Noli per la ricostruzione di una incisiva immagine di prestigio.

La loro ricostruzione ove e per quanto possibile, in applicazione del virtuoso art.9 della Costituzione, rappresenterebbe un ripristino e la restituzione doverosa di quel prestito storico.

Nel rispetto delle forme e dei materiali originali, il rifacimento filologico, lungi dal falso storico,

risarcirebbe la compiuta immagine autentica di borgo medioevale turrito che è propria di Noli, che un atto di violenza le sottrasse. Inoltre non è secondario il fatto che tutte le torri hanno conservato le basi originali in pietra e una parte del tratto intermedio in mattoni.

Mai occasione fu più utile di questa per riconstatare l’equazione positiva esistente: “torri uguale benessere”:cioè una ricaduta economica e di occupazione, un incremento di spazi abitativi

senza consumo di territorio,

Sarebbe la doverosa cancellazione di un vero falso storico quale fu il loro smontaggio, il migliore risveglio da un sonno secolare, la riqualificazione più incisiva che la cultura possa realizzare per Noli.

Numerosi e notevoli sono gli esempi di ripristino tra i quali tutti i monumenti Europei distrutti dalla guerra, la Mole Antonelliana, l’.Abbazia Benedettina di Cassino, le torri Medioevali di Pavia e Venezia, San Paragorio.

Tutti casi che dimostrano a tutti coloro che sono preposti alla tutela, quanto miope possa essere la scuola di pensiero anti-ripristino, sostenitrice del mantenimento dello stato di conservazione così com’è pervenuto di ogni monumento, a prescindere.

Di fatto tale atteggiamento mentre impedisce la completa percezione del patrimonio culturale nelle sua consistenza originale, risulta inaccettabile se poi sono consentite e giustificate ristrutturazioni distruttive e falsificanti come quelle del Castello di Monte Ursino ancora in corso.

Eppure sul tema delle opere d’arte non originali, esiste il caso eclatante delle sculture greche che in realtà sono delle copie romane, ma che hanno ottenuto un riconoscimento indiscusso di valore assoluto e sono quelle che vediamo nei musei.

Quindi dei veri falsi totali che per il loro valore di testimonianza culturale sono considerate come fossereo quelle originali di Fidia, che vennero fuse nel medioevo quando il bronzo era raro.

Allora a maggior ragione le torri di Noli, che sono tutte autentiche nelle basi e nei tratti intermedi, per le stesse considerazioni culturali, meritano di essere ripristinate nella loro interezza, la sola condizione che ridarebbe l’originale identità a Noli.

Questo affinchè esse possano testimoniare compiutamente un periodo storico di un borgo marinaro unico ed esemplare.

Mentre oggi il profilo della città visto dal Vescovado o scendendo dal castello, oppure dal capo Noli , o infine dal mare, è tanto sminuito da non riuscire più a percepire la splendida immagine dell’antico borgo turrito.

Dunque dopo un lungo sonno, è giunto il tempo di ridare vita alle torri sotto la propria recuperata autentica identità.

La verità storica lo pretende, Noli ne ha bisogno.

Anche perchè i borghi dove questa operazione di ricostruzione dell’identità è stata fatta, sono diventati luoghi di richiamo turistico internazionale.

Nel frattempo fin da subito, è l’ora di operare per rendere fruibili turisticamente le torri rimaste integre. In particolare la torre Papone che offre le condizioni ottimali per svolgere questa funzione mancante, per la città di Noli.

Giovanni Maina


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G.Maina

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