Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il vescovo Oliveri: ultimi appuntamenti. Dimissioni o trasferimento ?


Il tam tam ‘suona’ nella comunità ecclesiastica e tra i parroci.  Mario Oliveri, da 24 anni vescovo della Diocesi di Albenga Imperia, dopo almeno quattro ‘ falsi annunci’  (sui media) di una sua partenza, questa volta è in procinto di lasciare. La notizia non è certo da lui ispirata. Alcuni parroci  asseriscono che il ‘presule’  abbia detto che non può fissare appuntamenti o prendere impegni dopo il 30 settembre. Le ipotesi più verosimili sono due: dimissioni per motivi famigliari (assistere il fratello da tempo con handicap), o richiesta di essere trasferito, esclusa la guida di un’altra diocesi. Tra le ipotesi (fantasiose) la soppressione della diocesi e l’accorpamento con Ventimiglia. La cronotassi del vescovo ingauno risale a Quinzio (451 d.C.), Oliveri è il 61° della storia diocesana. Altra novità certa: l’arrivo di un nuovo parroco dal Perù a Borgo Coscia di Alassio, l’attuale è stato eletto vicario generale dei frati Cappuccini e trasferito a S. Margherita Ligure.  Il 28 settembre grandi festeggiamenti per padre Tommaso Isacco, 50 anni di sacerdozio, 42 nel borgo alassino. Ultima indiscrezione: al posto di mons. Angelo De Canis (Alassio) dove avrebbe dovuto o voluto andare il vicario generale mons. Brancaleoni, torna dalla Svizzera don Radaelli, già pupillo del vescovo, ex padre spirituale in Seminario. Infine è insistente la voce di un’ispezione vaticana che riguarderebbe l’Amministrazione della diocesi, mentre sono annuali le ispezioni all’Istituto  Sostentamento del clero.

Iniziamo proprio da questi ultimi due aspetti, ovvero l’ispezione, con una premessa. Non sono chiacchere o fantasie, esagerazioni, le notizie che le casse della diocesi  di Albenga Imperia stanno attraversando un periodo di gravi difficoltà, senza precedenti. Non siamo al dissesto, ma il ‘buco’ è sull’ordine di qualche milione di euro.  Non aiuta del resto a fare chiarezza il fatto che i bilanci non siano resi pubblici. Nulla a che vedere con i bollettini parrocchiali che riportano introiti e spese. Inoltre, nel caso curiale, l’amministrazione è affidata ad un ristrettissimo team di persone. Pare che fino a quando al vertice ci sia stato monsignor Fiorenzo Gerini, invitato dal vescovo a lasciare per limiti di età la parrocchia di Peagna, i conti siano stati in ordine, senza debiti extra, nessuna corsa a dover battere cassa a questa o quella parrocchia. L’amministrazione venne poi affidata a don Tonino Suetta parroco di Borgio, un loanese che dal gennaio scorso è stato elevato a vescovo della diocesi di Ventimiglia, a lui assai famigliare per essere stato coartefice della cooperativa Il Cammino  di Sanremo (oggi una potenza, con interessi in vari settori, compresa la gestione di stabilimenti balneari), inoltre cappellano del carcere nel periodo in cui esplose il ‘caso della direttrice’. Forse buon senso e logica avrebbero suggerito che al di là della promozione – c’è chi scommetteva invece sulla ascesa del vicario Brancaleoni -, monsignor Suetta fosse destinato ad una diocesi fuori  Liguria, libero da ogni influenza e conflitti (diciamo involontari) di interessi.

Cosa sta accadendo ? Nel silenzio dell’informazione cartacea e web ha preso il posto di economo don Giancarlo Cuneo (trucioli.it aveva dato notizia il 6 marzo scorso vedi) che ha lasciato la parrocchia di Dolcedo ed è gemello di don Marco, provenienza genovese.  E non sarebbero un mistero  le difficoltà e le sorprese con cui combatte il successore di don Tonino. Al punto che viene descritto  molto amareggiato, tra sconcerto e sorpresa, mai più immaginava di trovarsi a scalare le montagne russe del bilancio, suscitando un involontario vespaio per le pressanti richieste alle parrocchie, presunte ‘debitrici’.  Avrà pure contribuito l’impegno di spesa nella costruzione ‘polo scolastico’ di Albenga, tutto sommato un’opera socialmente qualificante, un investimento nel sociale che ha finito per scontrarsi con la grana degli oneri di urbanizzazione e a seguire le cause civili e mancati incassi della Curia. Per fortuna con spese legali compensate. C’è tuttavia il sentore che il periodo di amministrazione di don Suetta non sia stato improntato né al necessario rigore (passo più lungo della gamba), né all’oculatezza del bravo manager. Ora ci sono i debiti da pagare, gli interessi  alla banca. I fedeli hanno diritto di sapere, essere informati ? Quasi quasi verrebbe da dire che si segue la cattiva abitudine di ‘lavare i panni in casa’. Non è condivisibile, per la Santa Chiesa, sotto molti aspetti , in ossequio al vento del rinnovamento di papa Francesco. Non è casuale se sta riscuotendo apprezzamento e successo, tra resistenze sotterranee di cui ogni tanto si legge.

Per concludere. Bisogna distingue tra l’ispezione all’Istituto di sostentamento del clero che ha cadenza annuale, ad opera di due ispettori e che non avrebbero mai rilevato incongruenze, anzi fatto le lodi. Istituto dotato peraltro di un consiglio.  Diverso il discorso dell’Amministrazione  diocesana, quella appunto di un tempo di don Gerini, quindi  don Suetta, oggi don Cuneo. In questo caso non pare ci siano state in passato verifiche del Vaticano. Qualora accadesse vorrebbe dire che esistono dubbi ed interrogativi da chiarire, approfondire ? Ad iniziare dalle schede dei rapporti economici con le singole parrocchie.  Anche su questo aspetto, comunque, non pare utile seminare fango.  La diocesi è stata attraversata da tante e drammatiche turbolenze, non sono mai emersi filoni di corruzione, ladrocinio, dissipazione di beni.  O ancora,  non sono emerse attività immobiliari speculative come è accaduto nella diocesi di Savona – Noli.

DIMISSIONI O PARTENZA DEL VESCOVO –  I travagli della diocesi di Albenga  Imperia, con le scelte e le strategie dell’era Oliveri, sono documentate in decine di articoli, nell’archivio internet. Non è un problema di scandalismo, in buona parte immeritato, e tantomeno l’onestà della persona, il suo disinteresse per i ‘beni materiali‘, il denaro, contrariamente a quanto a volte si legge in altre realtà italiane e mondiali. Il ‘nodo debole’ è iniziato fin dall’esordio. Un  crescendo sconsiderato nell’accogliere ‘vocazioni gay’ da altre diocesi d’Italia o anche sacerdoti  che avevano avuto  problematiche personali di un certo spessore. Anche qui la cronaca e l’archivio sono precisi, categorici, parlano, urlano. Storie, a volte squallide, che nessun sincero e coerente cristiano vorrebbe o si rallegra a leggere. Chi ha consigliato il vescovo ? Ha fatto tutto da solo nel compiere alcune scelte ? Sbagliare è umano anche per un vescovo, perseverare lascia perplessi. L’hanno citato Vittorio Coletti, imperiese, scrittore, docente universitario; il giornalista, inviato speciale, Paolo Crecchi. C’è da tenere conto  l’impatto mediatico che si ripercuote negativamente sulle comunità parrocchiali, quelle che si trovano in prima linea. E che avrebbero bisogno di tanti ‘Francesco’, anche perché il clero, racconta la storia presente e passata, è ricco di tantissime figure  eccellenti sotto ogni aspetto, veri pastori di anime, vicine spesso agli ultimi.

Monsignor Oliveri avrebbe potuto staccare la spina parecchi anni fa, alle prime concrete avvisaglie giornalistiche. Pare, ripetiamo pare, fosse stato sollecitato a lasciare, ma le voci, non sappiamo quanto fondate, riferivano che lui si opponeva, per altri avrebbe messo sul piatto della bilancia la ‘promozione a cardinale’. Lui avrebbe ripetuto che la sua resistenza era essenzialmente legata alle condizioni di salute del caro fratello, al quale è molto legato ed  è umanamente comprensibile. Sta di fatto che siamo  giunti verso l’epilogo finale. A gennaio ha compiuto 70 anni, i prelati vanno in pensione (di vecchiaia) a 75 anni.  Potrebbe scegliere la strada delle dimissioni e magari restare nell’appartamento del seminario che fu prima delle suore, quindi ristrutturato per ospitare monsignor  Alessandro Piazza che scelse di ritirarsi. Due camere, due bagni, cucina, sala, studio. Nei locali, seppure ridimensionati nel corso degli anni, dapprima con don Grasso, poi con don  Radaelli (già cappellano, ex parroco a Diano Castello,  approdato dal seminario dei cammilliani a quello di Albenga), potrebbero trovare ospitalità i fratelli Oliveri.  Altra possibilità è un trasferimento, magari non lontano dal paese natio, oppure a Genova. Pochi credono ad una partenza con destinazione uffici in Vaticano.

Nel sito, in elaborazione, della diocesi e curato da monsignor Galdolfo del quale abbiamo scritto un lungo servizio il 16 gennaio 2014 (vedi…), risulta che nel mese di settembre il vescovo Oliveri, sabato 13, sarà a Balestrino per le cresime in occasione della festa di S. Andrea,  domenica 14 a Ranzi di Pietra Ligure per le cresime. Dal 18 settembre  seguono tre giorni di “programmazione pastorale, meditazione ed esortazione, lavori di gruppo” preparata da tre gruppi  intervicariali, compresa una conferenza del brillante sacerdote di origini loanesi, Gabriele Corini, classe 1975, studi  teologici in seminario ad Albenga, trasferito a Gerusalemme  dove si è dedicato alla Sacra Scrittura  e alle lingue bibliche presso lo Studium Biblicum Franciscanum.  Autore di diverse pubblicazioni.

Conclusione: queste sono le fonti di un piccolo blog senza pretese, senza suggeritori palesi o occulti. Per dovere verso i lettori, seguiamo le vicende della diocesi di Albenga – Imperia, da cronisti indipendenti. Ha ‘fruttato’ fino ad oggi un paio di denunce, rimaste tali, oltre a ‘lavatine di capo’. Interessarsi, approfondire le tematiche della nostra chiesa, da credenti, imporrebbe secondo qualcuno la riservatezza, evitando di ripetere notizie già pubblicate, con solo risultato “di far del male alla chiesa stessa”. Altri hanno rinfacciato di non saper imparare dalla scuola giornalistica di Rai Liguria.  Nel 2013 abbiamo contato ‘solo’ 53 interviste al primate di Genova, Angelo Bagnasco, anche nella veste di presidente Cei; a queste si aggiungono  una cinquantina di interventi sempre via telegiornale.  Nel 2014 siamo ad una sessantina di ‘apparizione e dichiarazioni’ via piccolo schermo, sempre Rai Liguria. Nessuno discute il diritto – dovere del giornalista, forse da un’emittente pubblica c’è chi si aspetta che  a monsignor Bagnasco siano poste ogni tanto domande di stretta attualità che coinvolgono la vita pastorale delle diocesi, come emerge dalle cronache. Non interessa sapere se, come ha titolato Il Secolo XIX il 20 novembre 2013, “Il cardinale genovese resta isolato, il papa ora punta su Montenegro e Forte”. Semmai una parola di chiarezza su fatti e  misfatti che hanno  coinvolto  sacerdoti e sull’interminabile ping pong in cui si è trovato il vescovo di Albenga che potrebbe aver subito l’influenza  di un frequentatore del vescovado che non ha mai nascosto l’ammirazione per Silvio Berlusconi, nonostante lo stile di vita pubblico e privato. Essere trasferiti, al di là del codice di diritto canonico, non  significa necessariamente disonore o lesa maestà: accade ai prefetti (‘eccellenza’), ai questori, agli ambasciatori, ai generali e alle eminenze cardinalizie.

L. Cor.

Ps: un parroco della diocesi che ha letto l’articolo ci comunica …’il vescovo aveva preso l’impegno per le cresime il 23 novembre e non ha mai disdetto l’appuntamento…”. Un secondo parroco segnala che a ottobre 2014 è previsto il sinodo dei vescovi, con assemblea generale straordinaria, sul tema ‘testimonianze e proposte dei vescovi per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia’.

Ecco il ritratto curriculum di Wikipedia:

Nato da una famiglia contadina e ultimo di quattro fratelli, Mario Oliveri nacque a Campo Ligure, diocesi di Acqui e provincia di Genova, nel 1944. Dopo gli studi presso il seminario di Acqui e quello di Torino fu ordinatosacerdote il 29 giugno 1968 dall’allora vescovo di Acqui Giuseppe Dell’Omo, e incardinato nella diocesi di Acqui. In seguito fu mandato a studiare a Roma, dove si laureò in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense, discutendo una tesi dottorale pubblicata dapprima dall’editore Marietti, e poi dalla Libreria Editrice Vaticana.

Dal 1970 al 1972 frequentò i corsi della Pontificia Accademia Ecclesiastica. Il 1º luglio 1972 entrò nel servizio diplomatico della Santa Sede, dapprima come segretario della nunziatura apostolica di Dakar, in Senegal, e successivamente a Roma, presso la Segreteria di Stato, come segretario di monsignor Giovanni Benelli, poi cardinale. Dal 1978 al 1985 prestò servizio nelle nunziature apostoliche di Londra e di Parigi, per poi esser richiamato a Roma, presso la nunziatura apostolica in Italia.

Fu eletto vescovo di Albenga-Imperia il 6 ottobre 1990 e ricevette l’ordinazione episcopale il 4 novembre successivo dal cardinale Giovanni Canestri (co-consacranti il cardinale Luigi Poggi ed il vescovo Giuseppe Dell’Omo). La celebrazione si svolse nella chiesa parrocchiale di Campo Ligure. Entrò nella sua diocesi il 25 novembre 1990.

Ricopre attualmente anche l’incarico di membro della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e del consiglio internazionale per la catechesi della Congregazione per il clero.

Il vescovo Oliveri è balzato all’onore delle cronache per il fatto che domenica 26 ottobre 2008 celebrò, nella basilica di San Maurizio a Imperia, in occasione della professione perpetua di alcune suore francescane dell’Immacolata,[2] un pontificale solenne utilizzando il messale di san Pio V, dopo il motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI del 7 luglio 2007 che liberalizzava l’uso del messale antico.

 

IL CURRICULUM DAL SITO DELLA DIOCESI

Mons. Mario Oliveri è nato a Campo-Ligure (diocesi di Acqui e provincia di Genova) il 22 gennaio 1944. E’ originario di una modesta famiglia contadina dell’entroterra ligure. Il padre è deceduto a Campo Ligure, nel maggio 1989, all’età di 87 anni.La madre è invece deceduta ad Albenga, all’età di 86 anni. E’ l’ultimo di quattro fratelli, uno dei quali deceduto nel 1986. Un altro fratello è grande invalido per un incidente sul lavoro avuto all’età di 20 anni, e vive con il Vescovo, ad Albenga.
Dopole scuole elementari a Campo Ligure, è entrato nel Seminario di Acqui Terme AL), all’età di 11 anni. Vi ha compiuto gli studi medi inferiori e superiori e quindi quelli di filosofia e di teologia, in preparazione al sacerdozio (l’anno di propedeutica alla Teologia nel seminario metropolitano di Torino-Rivoli).
E’ stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968, nella Cattedrale di Acqui, da S. E. Mons. Giuseppe dell’Omo.
Ha conseguito quindi la laurea di Diritto Canonico nella Pontificia Università Lateranense. La tesi dottorale (“Natura e fun zioni dei legati pontifici nella storia e nel contesto ecclesiologico del Vaticano II”), già pubblicata per i tipi della Marietti, è ora edita alla Libreria Editrice Vaticana. E’ stata altresì pubblicata una edizione ridotta in lingua inglese.
Ha ottima conoscenza dell’inglese e del francese;
conosce pure lo spagnolo. Dopo i corsi di Diplomazia nella Pontificia Accademica Ecclesiastica (anni 1970 – 1972), entrò nel servizio diplomatico della Santa Sede, il 1 luglio 1972 ed ebbe come prima destinazione la Rappresentanza Pontificia, a Dakar (Senegal), che serviva allora tutti i Paesi dell’Africa occidentale di lingua francese. Nel 1975 fu trasferito alla Segreteria di Stato, alla Segreteria particolare dell’Em.mo Cardinale Giovanni Benelli, di v. m., allora Sostituto. Successivamente prestò la sua opera presso le Nunziature Apostoliche in Gran Bretagna (dal gennaio 1978 all’ottobre 1982) ed in Francia (dall’ottobre 1982 all’ottobre 1985). Dal 4 novembre 1985 al 6 ottobre 1990 è stato presso la Nunziatura Apostolica in Italia, in qualità di Consigliere.
Nel 1987 era divenuto Prelato d’Onore di Sua Santità E’ stato nominato Vescovo di Albenga-Imperia il 6 ottobre 1990, ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale nella chiesa parrocchiale di Campo Ligure il 4 novembre successivo dale mani del Cardinale Giovanni Canestri (con-consacranti il Nunzio Apostolico in Italia, S. E. Mons. Luigi Poggi, dd il Vescovo emerito di Acqui, S. E. Mons. Giuseppe Dell’Omo). Il 25 dello stesso mese ha fatto l’ingresso nella Diocesi di Albenga-Imperia. E’ membro della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, nonché del Consiglio Internazionale per la Catechesi.

 


L.Corrado

L.Corrado

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