Nuovo scontro tra Sigfrido Ranucci e il Garante per la Privacy dopo la polemica dei giorni scorsi sulla multa da 150mila euro inflitta dall’Autorità a Report.

Un video – andato in onda in prima serata su Rai3, nella prima puntata della nuova stagione documenta l’ingresso del Garante Agostino Ghiglia nella sede di Fratelli d’Italia.
La data è il 22 ottobre, il giorno prima della sanzione al programma per la messa in onda dell’audio tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini sul caso Boccia. L’Autorità “si muove su input politico“, attacca Ranucci in un’intervista alla Stampa. Ma il Garante torna a ribadire “la piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti”, spiegando che le procedure istruttorie sono state “piemanete rispettate“.
Chi è Agostino Griglia? La sua carriera politica.
Un video di Report lo mostra al telefono mentre entra nella sede romana di Fratelli d’Italia ventiquattro ore prima della maxi-multa di 150mila euro comminata dal Garante della Privacy alla trasmissione. Agostino Ghiglia, oggi membro dell’Authority, non dev’essersi sentito un estraneo: viene da quel mondo, e di quel mondo ha fatto parte fino al 2019, quando è stato candidato – ma non eletto – alle Europee per il partito di Giorgia Meloni. Lo slogan nei manifesti elettorali era semplice e diretto: “Dove c’è Ghiglia, c’è destra”.
Ex giornalista torinese, 60 anni, Ghiglia inizia il suo cursus honorum giovanissimo nel Fronte della Gioventù: “Sono stato nella segreteria nazionale”, rivendica in un post su Facebook del 2019: “Ho combattuto la sinistra comunista e la sua ideologia assassina, ho presentato – dopo anni di assenza – le liste del FUAN all’Università”. Per il Movimento sociale italiano in Piemonte diventa consigliere comunale e poi regionale, nel partito torinese è segretario provinciale.
Quando la forza politica cambia pelle, segue Gianfranco Fini nella svolta di Fiuggi: dal 2001 al 2005 è deputato di Alleanza nazionale, nel 2008 torna alla Camera con il Popolo delle Libertà. Si occupava soprattutto di ambiente.
AGGRESSIONI, INTIMIDAZIONI, MINACCE, DELEGITTIMAZIONE AI GIORNALISTI
Aumentano le minacce e le azioni violente Il documento della Direzione Centrale Polizia Criminale nell’ambito delle attività del Centro di Coordinamento per la Sicurezza dei giornalisti presso il Ministero dell’Interno.
Sono disponibili i dati del primo semestre 2025 relativi alle aggressioni, minacce e intimidazioni ai giornalisti. Il report viene periodicamente realizzato dalla Direzione Centrale Polizia Criminale (Criminalpol) nell’ambito delle attività del Centro di Coordinamento per la Sicurezza dei giornalisti presso il Ministero dell’Interno, un organismo interforze che vede insieme varie specialità della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza (tra cui Digos e Polizia Postale) ed a cui partecipano attivamente l’Ordine nazionale dei giornalisti e la Fnsi.
In base alla relazione sono 81 gli episodi di intimidazioni nei confronti di giornalisti censiti nel primo semestre del 2025, un aumento del 76% rispetto ai 46 episodi dello stesso periodo del 2024.
Degli 81 episodi 40 sono riconducibili a contesti socio/politici, 28 a contesti di criminalità comune, 11 a contesti di criminalità organizzata e 2 ad altri contesti. Degli 81 atti intimidatori 31 i casi di intimidazione perpetrati via web. Gli altri modus operandi più utilizzati sono stati scritte ingiuriose/minacciose: 18 (6 nel 2024); aggressioni fisiche: 16 (7 nel 2024); minacce verbali: 12 (8 nel 2024); danneggiamenti 4, (10 nel 2024).
Sono 20 gli episodi che hanno riguardato le giornaliste nei primi 6 mesi del 2025; 46 quelli di cui sono stati vittime colleghi uomini, mentre 15 sono stati i casi registrati contro redazioni giornalistiche, troupe non meglio specificate o relativi a minacce generiche rivolte alla figura del giornalista (ad esempio striscioni esposti durante eventi sportivi).
La Criminalpol conferma che tra le regioni più pericolose per gli operatori dell’informazione ci sono il Lazio, la Lombardia e la Campania; seguono Calabria, Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia; mentre le province in cui è stato rilevato il maggior numero di episodi sono Roma (con 16 episodi) e Napoli (7 episodi), seguite da Cosenza e Milano con 5 eventi ciascuna e Torino (4 eventi).
In tutto 16 le regioni dove si sono verificate le intimidazioni, con le prime 7 regioni che hanno fatto registrare l’81,5% del totale delle intimidazioni.
Qui il Report: CRIMINALPOL Report_A I° sem 2025

 
             
                                             
                                             
                                            