Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I veri patrimoni del nostro Paese
Non è Craxi, 40 miliardi in Svizzera, ma chi ha sacrificato la vita per mafia e terrorismo


Devo rassegnarmi; sono rigido, forse intollerante.

Ai giovani racconto spesso le vite di avvocati, magistrati, poliziotti, carabinieri che hanno sacrificato sé stessi per la legalità costituzionale, uccisi da mafia e terrorismo. Dico loro che persone come Giorgio AMBROSOLI, Fulvio CROCE, Giovanni FALCONE, Paolo BORSELLINO, Ninni CASSARA’, Emanuele BASILE e tanti altri devono farci sentire fieri di essere italiani, sono un patrimonio nazionale. Inizialmente quei ragazzi mi guardano con gli occhi di chi pensa che ho voluto spararla grossa per attirare la loro attenzione. Dopo, al termine del racconto, non lo pensano più, capiscono che quelle vite sono testimonianza vera, in carne, ossa e, purtroppo, sangue, di coerenza e sacrificio per il bene comune.

Torno alla mia rigidità.

Si, sono rigido perché m’indigna considerare, come qualcuno ha detto, un patrimonio un politico, Bettino CRAXI, che aveva incassato 40 miliardi di lire in conti svizzeri, 40 miliardi che le sentenze e, ancor più, le prove processuali indicano come frutto di tangenti, di corruzione, di illecito finanziamento ai partiti.

Si, sono rigido a non considerare un patrimonio chi ha utilizzato quel denaro per comprare case in località prestigiose, sovvenzionare televisioni di amiche, assicurarsi una vita da latitante, ricercato per accuse e condanne.

Sono rigido finanche a ricordare che quel decennio degli anni 80 ha prodotto un disavanzo primario di bilancio (differenza tra entrate pubbliche e spesa pubblica al netto degli interessi), che stiamo pagando noi oggi ed ancor più pagheranno le generazioni future. E si, sono rigido come la matematica; è stato solo in quel decennio che l’Italia ha speso di più di quello che incassava: tra il 1980 ed il 1992 il disavanzo primario complessivo è stato di 140 miliardi di euro; successivamente, tra il 1992 ed il 2012 abbiamo invece accumulato avanzi primari di oltre 600 miliardi. Peccato che gli interessi pagati per i 140 miliardi di quel decennio hanno aperto una voragine 5 volte superiore, A causa degli interessi sul debito, che in quegli anni andavano dal 14 al 20% e che hanno fatto sì che il nostro debito pubblico sia oggi costituito nella gran parte da interessi accumulati per quel disavanzo degli anni 80. Un disavanzo originato da opere pubbliche che, grazie alla corruzione dilagante, pagavamo il doppio degli altri paesi e realizzavamo con ritardi imbarazzanti: un chilometro della metropolitana di Milano costava il doppio di quello di Amburgo, come un chilometro del nostro passante ferroviario rispetto a quello svizzero e tutto eseguito nel doppio del tempo.

Sono rigido ad ammettere che un uomo, un qualsiasi uomo, che arricchisce sé stesso e il suo partito con soldi frutto di delitti che tradiscono la democrazia, può essere perdonato, ma non osannato.

Sono rigido a non considerare un esempio corrotti e corruttori, percettori di illeciti finanziamenti o, in generale, autori di delitti che dissipano le risorse dei cittadini.

Dovrò ammetterlo agli studenti nei prossimi incontri; dovrò confessare di aver scelto le persone della cui vita racconterò perché sono rigido. In verità, non sono io rigido, sono i criteri di selezione di questi uomini ad esserlo: quei criteri si chiamano onestà, coraggio e sacrificio per il bene comune.

Pasquale Profiti, magistrato


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