Può essere giudicato davvero inquietante il clima da stadio messo su dal M5S attorno a Palazzo Chigi nella serata dell’approvazione della nota aggiuntiva al DEF, varata ieri sera al Consiglio dei Ministri: con i ministri cinque stelle che si affacciano al balcone (siamo di nuovo alla vigilia di qualche balcone fatale?) esultando come – appunto – dopo una vittoria calcistica. Leggi anche il comunicato stampa della Regione a proposito di: 15 progetti presentati in provincia di Savona per 66 milioni di investimenti e per oltre 400 nuovi posti di lavoro. Per ora non sono state rese note le tipologie delle aziende che hanno fatto domanda. Perché quello è il punto dirimente. Leggi anche il comunicato dell’on. Sara Foscolo, savonese, che annuncia lo sblocco del governo degli ‘avanzi di amministrazione’ per investimenti di Province e Comuni.
di Franco Astengo
Il segnale visibile di una degenerazione del clima politico ridotto all’espressione di tifoserie (tra l’altro nel filmato si nota bene cha la “claque” è indirizzata e irreggimentata quasi militarmente) che era già nell’aria alimentata dall’idea dell’“uomo solo al comando” materializzata nel decennio precedente.
Adesso invece siamo al “popolo” in nome del quale surrettiziamente agisce un gruppo di potere retto in maniera del tutto opaca manovrando il web.
Pericoli per la democrazia, tanto più che nel documento in questione si parla di modificare la Costituzione per rafforzare gli strumenti di una presunta “democrazia diretta” riducendo ancora il ruolo dei consessi elettivi e della rappresentanza politica.
Quanto al merito della manovra è evidente che si tratterà di verificare i provvedimenti conseguenti, però qualcosa si può già affermare dal punto di vista di una visione di carattere generale.
Intendiamoci bene: dal nostro punto di vista non è questione del deficit e dell’eventuale scontro con l’Europa.
La questione è di merito cercando di comprendere perché si alza il deficit (con annessi e connessi) e come si va a un eventuale scontro con l’Europa.
Parliamoci chiaro. I tre cardini della manovra: riduzione delle aliquote IRPEF, sovvenzioni ai singoli definite “reddito di cittadinanza”, condono definito “pace fiscale”, assommano due caratteristiche ben precise: avvantaggiano i ricchi e gli evasori fiscali (quindi il documento assume su questo punto una dimensione di “classe”) e alimentano l’assistenzialismo, perché nessuno potrà mai convincerci che il presunto “reddito di cittadinanza” non sia altro che un intervento assistenziale che contiene in sé un concetto negativo del lavoro , dello sviluppo economico, di un’idea di eguaglianza (l’assistenzialismo infatti, lo dimostra la storia del regime democristiano, non solo mantiene ma accentua le disuguaglianze sociali).
Sicuramente è possibile attingere al deficit spending, ci mancherebbe altro.
Accanto alla crescita del deficit spending si poteva pensare a un’imposta patrimoniale progressiva (come prescrive la Costituzione) e a una tassazione adeguata sulle transazioni finanziarie.
Diversa partita, inoltre, sarebbe stata se alla crescita del disavanzo avessero corrisposto almeno tre operazioni necessarie per il rilancio del Paese:
1) Un piano di rilancio industriale destinato all’innovazione e ai settori strategici attraverso una programmazione e intervento pubblico;
2) Un piano destinato alle infrastrutture: ferrovie (quelle normali), strade e autostrade. Anche in questo necessità non solo di programmazione ma anche di progettualità pubblica;
3) Un altro piano straordinario destinato alla scuola, all’Università e alla ricerca
Da far notare infine che l’orrida scena recitata dal balcone di Palazzo Chigi e in Piazza Colonna, fa il paio con quella di qualche sera fa con il Presidente del Consiglio che esponeva un cartello dove si leggeva “decreto Salvini”, dopo l’approvazione del cosiddetto “decreto sicurezza e immigrazione”: fatti assolutamente inauditi che dimostrano come in pochi mesi sia ulteriormente degenerata la già precaria situazione italiana.
Oltre alla questione della nota aggiuntiva al DEF non si può dimenticare quanto verificatosi appunto con il decreto “sicurezza e immigrazione”.
A questo punto, lo ripetiamo da qualche tempo ma ribadire può essere utile, si pone un grosso problema a quella parte di quei settori politici, giornalistici, culturali che intendano muoversi sul terreno dell’opposizione.
I contenuti di questi provvedimenti, infatti, chiudono un cerchio ponendo proprio il discorso dell’opposizione al di fuori da semplici riferimenti politico – culturali ma spostandoli sul piano antropologico della concezione della natura umana.
Franco Astengo
SVILUPPO ECONOMICO, AREE CRISI COMPLESSA: CHIUSO BANDO INVITALIA CON 15 PROGETTI PRESENTATI PER 66 MLN DI INVESTIMENTI E OLTRE 400 NUOVI POSTI DI LAVORO. ASSESSORE BENVEDUTI: “BILANCIO POSITIVO: BUONE BASI PER IL RILANCIO DELLE AREE”.
COMUNICATO STAMPA / GENOVA. Si è chiuso ieri, 2 ottobre, con un bilancio positivo il bando nazionale di Invitalia per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa del savonese. Sono 15 le domande di finanziamento pervenute per progetti di impresa, con investimenti superiori a 1 milione e mezzo di euro ciascuno, che vedranno l’assunzione di 449 persone sul territorio, per una richiesta di agevolazioni pari a 66 milioni di euro.
Il bando, a valere sulla Legge 181/89, aveva una dotazione finanziaria nazionale di 20 milioni di euro. La fase di istruttoria, che si chiuderà a novembre, determinerà l’ammissibilità dei progetti che porteranno nei 21 Comuni della provincia di Savona (Altare, Bardineto, Bormida, Cairo Montenotte, Calizzano, Carcare, Cengio, Cosseria, Dego, Giusvalla, Mallare, Millesimo, Murialdo, Osiglia, Pallare, Piana Crixia, Plodio, Roccavignale, Vado Ligure, Quiliano, Villanova d’Albenga) investimenti per il rilancio e la rivitalizzazione del sistema economico locale e la riqualificazione de lavoro.
“Siamo soddisfatti – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Andrea Benveduti – del bilancio finale del bando perché pensiamo costituisca una buona base per il rilancio di un’area, quella della Val Bormida e del savonese, che ha perso molti posti di lavoro negli ultimi dieci anni per effetto della chiusura di grandi gruppi industriali. Il riconoscimento della complessità della crisi di quest’area ha consentito di attivare risorse e strumenti sinergici ai diversi livelli istituzionali così da favorire e sostenere la riconversione e la riqualificazione dell’area attraverso la ricerca e l’innovazione, la riqualificazione energetica, l’attrazione di nuovi investimenti produttivi, la nascita di nuove imprese, l’occupazione e l’inclusione sociale e azioni di marketing territoriale”. Entro la fine dell’anno saranno pronti i bandi regionali per integrare la proposta di Invitalia. “Attraverso il Fondo europeo di Sviluppo regionale – prosegue Benveduti – Regione metterà altri 20 milioni di euro per sostenere le piccole e medie imprese e i progetti di ricerca e sviluppo”. Si apriranno, infatti, giovedì 11 ottobre i termini di presentazione del bando per le infrastrutture di ricerca e innovazione con un plafond di 3 milioni di euro di fondi Por Fesr, con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il sistema della ricerca e dell’innovazione, come motore di sviluppo regionale e per il rafforzamento della competitività del territorio.
L’on. Sara Foscolo, Lega, deputata eletta in provincia di Savona
COMUNICATO STAMPA – Roma, 4 ott. “Una boccata di ossigeno per gli enti locali grazie alla Lega e al Governo. Dopo anni di sofferenze e restrizioni, finalmente Province e Comuni potranno utilizzare gli avanzi di amministrazione per investimenti in favore dei cittadini. Il Governo ha sbloccato importanti risorse che consentiranno a sindaci e presidenti di Provincia di investire in modo massiccio per dare servizi e opere al territorio. La Corte Costituzionale ha ribadito che ‘l’avanzo di amministrazione rimane nella disponibilità dell’ente che lo realizza’ e ‘non può essere oggetto di prelievo forzoso’ attraverso i vincoli del pareggio di bilancio: il parere della Consulta mette in risalto le scelte sbagliate e poco lungimiranti del PD e della sinistra, che per anni, con i Governi Letta, Renzi, Gentiloni, ha punito gli enti locali. Diverse centinaia di milioni di euro saranno ora riversati sui territori: nel dettaglio, 140 mln per il 2018, 320 mln per il 2019, 350 mln per il 2020 e 220 mln per il 2021. Gli enti locali, trascurati per anni, tornano protagonisti: un’altra promessa mantenuta da Salvini e dalla Lega, nell’interesse dei cittadini e del territorio”. Lo dichiara l’on. Sara Foscolo, deputata della Lega.