Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Monesi, la Procura di Imperia c’è ?
E a San Bartolomeo ‘assaggia la Liguria’


Io sottoscritto Rinaldo SARTORE nato a Sanremo il 2/7/1946 residente a Sanremo (IM), espongo quanto segue: Monesi, frazione di Mendatica in provincia di Imperia, è stata gravemente danneggiata e semi distrutta dalla frana del 24 novembre 2016. Mi chiedo se detta catastrofe poteva essere evitata, almeno in parte. I dubbi che si sia trattato di un disastro doloso (o forse colposo come è emerso in altre tragedie italiane ndr), a mio modesto parere, sono supportati da quanto segue. Leggi anche a fondo pagina a San Bartolomeo tappa di ‘assaggia la Liguria’ al ristorante La Femme.

Nella relazione “Atlante dei Centri Abitati Instabili della Liguria IV. Provincia di Imperia, nel 2007” a pag. 149 si legge: Mendatica frazione di Monesi “All’atto del sopralluogo i corpi di frana, compreso quello nel quale è direttamente coinvolto il paese, si presentavano in uno stato di attività quiescente (omissis). Non è stato possibile individuare con precisione l’epoca di questi dissesti, tuttavia all’apparenza sembrerebbero, almeno in parte, abbastanza recenti e si ritiene utile suggerire un monitoraggio in via preventiva per questo centro”. (vedi All. 1)

Non è stato attivato alcun monitoraggio e la difesa dalle acque meteoriche completamente disattesa.

Dal 2007 ad oggi, a Monesi di Mendatica, sono accaduti i seguenti avvenimenti:

Frana (premonitrice ?),  nel 2011 è franato un tratto di muro di sostegno, verso valle, (All.2) della sede stradale della s. p. 100 esattamente al centro della grande, recente frana del 24/11/2016 (All.3). E’ stato un evidente quanto ignorato preavviso e, malgrado ciò, alla base del ricostruito muro di sostegno sono stati realizzati pochi micropali,  certamente in numero insufficiente, per la lunghezza del fronte- frana pari a circa 50 m.

Scavo per posa tubo, nel 2014 è stato eseguito uno scavo di circa 2 m. di profondità per ca. 3 di larghezza per la posa del tubo di alimentazione della centrale idroelettrica “Tanarello”. Detta condotta inizia dai piedi del ponte sul fiume Tanarello sulla s.p.100 e corre sotto la sede della stessa, fino al lato a monte, o sinistro, della frana in oggetto (All.3). Ovviamente lo scavo ha comportato il taglio e lo sradicamento degli alberi di alto fusto per una larghezza di circa quattro metri. Mi  chiedo se, vista la citata relazione e la piccola frana premonitrice del 2011, siano state rispettate le norme di sicurezza, siano stati eseguiti adeguati lavori di consolidamento e sia stata osservata la prudenza “del buon padre di famiglia”

Disboscamento larici; ignoti hanno eliminato, nell’estate 2015, tutta la vegetazione arborea costituita prevalentemente da larici di alto fusto sui mappali 545; 534 e gran parte della particella 315, foglio 12 del comune di Mendatica; ( All.4) Detto sito coincide esattamente con l’area interessata dal movimento franoso del novembre 2016. Mi chiedo se quel disboscamento sia stato autorizzato dalla Polizia Forestale e se potrebbe essere stato una concausa del disastro.

Acque meteoriche; secondo quanto si legge a pag. 149 della citata relazione del 2007, è facile supporre che il primo e basilare intervento, volto a mettere in sicurezza la frazione di Monesi di Mendatica, sarebbe stata la responsabile gestione delle acque meteoritiche da convogliarsi nel Rio Bandita, previa pulizia dell’alveo dello stesso che ancora oggi è ostruito da alberi e cespugli. Al contrario non è mai stata ne ripristinata ne tanto meno ampliata alcuna difesa. Le foto allegate a questo esposto, (All. 5 e 6) scattate la sera del 23/11/2016 mostrano come gran parte della superficie della frazione di Monesi sia stata ricoperta, per almeno 12 ore, da una cascata d’acqua durante le piogge torrenziali del 22,23 e 24/11/16. Detto scorrere impetuoso di acque piovane può essere stato una rilevante concausa della catastrofe? La difesa dalle acque meteoriche è affidata al Rio Bandita il cui àlveo si snoda a monte della frazione di Monesi di Mendatica e convoglia le acque nel sottostante fiume Tanarello.  Durante la citata alluvione le acque piovane hanno abbandonalo l’esiguo àlveo del Rio Bandita, in quanto la sua portata è notevolmente ridotta a causa  della totale mancanza di manutenzione da oltre trent’anni. Inoltre alcuni decenni or sono, è stato realizzato un ampliamento del piazzale-parcheggio situato all’inizio della frazione; a tale scopo, in quel punto, il Rio Bandita è stato incanalato (All.7) in un tubo da 40 cm. di diametro interno, posto sotto il manto stradale. La portata d’acqua di detta canalizzazione si è rilevata molto insufficiente. Ad oggi, 17/11/2017 i necessari interventi di recupero della massima portata d’acqua nel Rio Bandita non sono stati neppure iniziati.

Causa presunta. La tesi condivisa dai geologi intervenuti nel post alluvione, farebbe risalire la causa della catastrofe alla formazione di una diga, sul Rio Bavera la notte del 24/11/’16. Lo sbarramento sarebbe stato composto da tronchi d’albero giacenti nei pressi dello stesso corso d’acqua e trascinati dalla corrente. Detto invaso naturale avrebbe trattenuto un ragguardevole volume d’acqua per poi crollare sotto la spinta della stessa. Dopo il crollo dello sbarramento, la massa d’acqua avrebbe eroso il terreno sulla sponda destra del torrente Tanarello e causato la frana. Vista la presenza giornaliera, nella zona di Monesi, degli agenti del Corpo Forestale dello Stato, la tesi suesposta farebbe ricadere la responsabilità della causa del disastro su una palese omissione di interventi di prevenzione e manutenzione ordinaria. Avendo constatato che i pareri, sulla causa di questo disastro, dei professionisti geologi e ingegneri, aventi sede nelle provincie di Imperia e Savona sono generalmente concordi sulla tesi della inevitabile fatalità, se avessi la possibilità economica avrei chiesto alcuni pareri a tecnici, di chiara fama, aventi però sedi in regioni diverse dalla Liguria. Desiderando dare il mio modesto contributo affinché Monesi, dopo che sarà ricostruita, non sia più vittima del prossimo nubifragio o dell’incuria dell’uomo, presento questo esposto.

Con osservanza,   Sanremo, 17 novembre  2017                                         Rinaldo SARTORE

ASSAGGIA LA LIGURIA HA FATTO TAPPA A SAN BARTOLOMEO AL RISTORANTE LA FEMME

COMUNICATO STAMPA – Una bella idea. Che va solo perfezionata e adeguatamente promossa per tempo e tramite i giusti canali. Ci riferiamo all’iniziativa “Assaggia la Liguria”, circuito di 12 serate in altrettanti rinomati locali della nostra regione, in occasione delle quali alla bravura degli chef padroni di casa si unisce la presenza di esperti che mettono l’accento sulle eccellenze liguri: i vini e le due dop, vale a dire l’Olio Riviera Ligure e il Basilico Genovese (organizzazione curata da Enoteca Regionale con la collaborazione dei due Consorzi di tutela). Una di queste “tappe” si è consumata l’altra sera al ristorante La Femme di San Bartolomeo al mare, dove i presenti hanno anche avuto di imparare – e provare di persona – la preparazione del pesto al mortaio. Di alto livello, sia dal punto di vista estetico che del palato, i piatti preparati da chef Roberto Rollino e dal suo staff. Ancora una volta gli assenti hanno avuto torto. Sono però giustificati, e sono tanti, quelli che non lo sapevano…

Una bella idea. Che va solo perfezionata e adeguatamente promossa per tempo e tramite i giusti canali. Ci riferiamo all’iniziativa “Assaggia la Liguria”, circuito di 12 serate, in occasione delle quali alla bravura degli chef padroni di casa si unisce la presenza di esperti che mettono l’accento sulle eccellenze liguri: i vini e le due dop, vale a dire l’Olio Riviera Ligure e il Basilico Genovese.

Il ciclo di appuntamenti, ospitato in dodici qualificati ristoranti, in buona parte aderenti al circuito Liguria Gourmet, si svolge, grazie a risorse Psr 2014-2020 Regione Liguria, a cura della Enoteca Regionale della Liguria, in collaborazione col Consorzio di tutela olio extravergine Dop Riviera Ligure e col Consorzio di tutela Basilico Genovese Dop, sotto la una regia della Genova Liguria Film Commission.  Immagini della serata andranno anche in rete, ma meglio sarebbe stato che a degustare dal vivo fossero turisti e soprattutto stranieri. Una di queste “tappe” si è consumata l’altra sera al ristorante La Femme di San Bartolomeo al mare, dove i presenti hanno anche avuto di imparare – e provare di persona – la preparazione del pesto al mortaio. Di alto livello infatti, sia dal punto di vista estetico che del palato, sono stati i piatti preparati da chef Roberto Rollino, già protagonista in tv nella trasmissione Cuochi d’Italia,e dal suo staff. Ancora una volta gli assenti hanno avuto torto. Sono però giustificati, e sono tanti, quelli che non lo sapevano…  

Per concludere, questo il menù della serata, proposto a soli 45 euro, incluse le bavende: street food ligure al tavolo con aiolì artigianale, brandacujun all’extravergine con panizza croccante e salsa di acciughe, piccagge fresche con verdure di primavera e “pesto espresso”, cappon magro di pesci e crostacei, cremino di prescinseua ciliegie e sorbetto al basilico. Vini: Vermentino e Pigato della Riviera Ligure 

Dopo che ieri sera il tour ha toccato Santa Margherita Ligure, queste le prossime (e ultime) tappe: sabato 16 giugno Sassello (Palazzo Salsole), martedì 19 giugno Genova (Le Perlage) e mercoledì 20 giugno Badalucco (Cian de Bià).

 


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R. Sartore

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