Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Spostamento a monte e raddoppio della linea FS. Pietra Ligure: contro tutti?


l Consiglio comunale di Pietra Ligure del 28 Ottobre scorso, passerà alla Storia come quello in cui tutti i rappresentanti eletti dei cittadini hanno serrato le fila per difendere il territorio del loro Comune ed il servizio che dovrebbe esser svolto dalle ferrovie; ma, soprattutto, per preservare quel patrimonio archeologico che il sito dove dovrebbe sorgere la nuova fermata custodisce da venti secoli e che, invece, coi poderosi lavori previsti, verrebbe devastato e perso per sempre.

di Mario Carrara*


Ma non solo: tutto il Consiglio comunale, considerando che l’itinerario del nuovo tracciato e la posizione della nuova fermata non apporterebbero vantaggi, ma, al contrario, danni seri, ha respinto, in sostanza, l’ipotesi degli espropri prospettati, solidarizzando in pieno coi propri tanti concittadini che dovrebbero subirli.

Sì, che senso avrebbe subire l’esproprio dei propri beni per fare un’opera che non serve, che è inutile, anzi, dannosa, a causa delle sue conseguenze, per la città di Pietra Ligure?

Ma questa non è una novità! Già nel 2004, ventun’anni fa, il Consiglio comunale di Pietra Ligure aveva votato contro l’ipotesi in allora prospettata del tracciato “spostato a monte“, così com’era stato concepito, e del decentramento ai confini del territorio comunale della stazione ferroviaria, finora ubicata in contiguità col centro edificato, facilmente ed agevolmente raggiungibile. Ma ancora non basta! Il 23 Dicembre 2024 ed il 16 Giugno 2025, ancora il Consiglio comunale, convocato su richiesta del gruppo consiliare Indipendente, aveva riconfermato questa posizione precisa. Posizione che si è conclamata nell’ultima seduta. In tutte e tre le ultime circostanze, in votazioni “senza distinguo” di posizioni politiche, ma tutte prese all’unanimità! Nell’unica finalità unanimemente condivisa dell’interesse della città e dei suoi cittadini.

Sono, quindi, ben quattro le espressioni della città di Pietra Ligure che, in modo omogeneo e coerente, continuano a rappresentare una ben precisa e chiara posizione! Non si venga a dire che c’è sorpresa per una posizione come quella assunta da Pietra, perché con ben quattro prese di posizione così, non ci possono essere equivoci di interpretazione al riguardo. Quattro votazioni e, quelle di quest’ultimo anno, anche tutte prese all’unanimità: cosa si vuole di più?

E, per di più, all’incontro dei Sindaci a Roma, del 22/10 u.s., al Ministero delle infrastrutture, anche se l’esito ne è stato enfatizzato come quello di un accordo generale senza riserve sul progetto, le riserve, invece, anche in quella sede ci sono state. Ci risulta che le abbia espresse proprio il Sindaco De Vincenzi che, ottemperando alle indicazioni del Consiglio comunale, ha comunicato la disponibilità di Pietra Ligure ad approvare la traslazione della linea dall’attuale sede, ma a condizione che fosse “più a monte” rispetto al tracciato proposto, con la conseguente eliminazione della fermata a Pietra Ligure.

Il 28 Ottobre, il Consiglio comunale, cui non ricordiamo abbia partecipato così tanto pubblico, ha ribadito le sue posizioni, precisandole. Sì allo “spostamento a monte” della linea FS, a condizione che sia “ancor più a monte“, oltre ed in parallelo, con il percorso dell’autostrada; ciò comporterà l’eliminazione della fermata dei treni, considerata “disagevole” e di problematica utilizzazione per la sua distanza dal centro edificato, che, quindi, servirebbe ben poco per gli utenti di Pietra Ligure. In subordine, il Consiglio ha approvato anche l’ipotesi di rivalutare l’attuale sede ferroviaria considerando l’innovativa idea di raddoppio dei binari, interrandoli al di sotto della stessa, ma mantenendo tutte stazioni esistenti, raggiungibili con ascensori. Questa è un’idea proveniente da ingegneri norvegesi, esposta da Gian Luigi Taboga di Assoutenti, durante la fondamentale conferenza dell’ing. Paolo Forzano e fatta propria ed inserita nel dispositivo della Mozione proposta dalla minoranza consiliare, appositamente per convocare il Consiglio.

Quindi, Pietra Ligure non dice di “no” a priori, ma dice un sì condizionato, facendo anche delle proposte alternative.

Il dato eclatante è che questa è la prima volta, dopo anni, in cui viene ripresa l’idea di raddoppiare la linea FS utilizzando l’attuale tracciato; ovviamente, seppur in “sotterranea“. Tuttavia, quest’ultima non è un’ipotesi solo suggestiva, ma moderna, anzi “contemporanea“, perché sono, ormai, innumerevoli i progetti di questo tipo, non solo “sottoterra“, ma anche di tipo “sottomarino“. Quindi, si vogliono offrire delle valide alternative all’attuale progetto se questo dovesse essere rimaneggiato.

E qualcosa, in ogni caso, si dovrà rivedere e, quindi, succederà, perché il “vulnus“, il punto debole di tutto l’impianto del progetto attuale di spostamento a monte, è rappresentato proprio dal fatto che, realizzando la (pur inutile) fermata, si andrebbe a devastare tutto il sottosuolo su cui essa dovrebbe essere costruita. Sorretta da poderosi pilastri che dovrebbero tener su l’impalcato, “piantati” in profondità nel sottosuolo. Un sottosuolo dov’è sicuramente presente non “qualcosetta” di antico, bensì un villaggio risalente al l secolo dell’epoca romana..! Un villaggio romano la cui presenza è attestata dalla stessa Sovrintendenza ai monumenti della Liguria, in un suo libro, scritto a piene mani dagli stessi Sovrintendenti, da archeologi e da esperti. Riconfermato in altre pubblicazioni, anche da storici locali. Il “punto debole” è rappresentato dalle domande: ma com’è possibile che trent’anni fa la Sovrintendenza fece cambiare il tracciato del metanodotto perché avrebbe “intaccato” la zona archeologica (seppur con una striscia stretta e minimale) ed oggi, invece, consente opere distruttive e devastanti come quelle del tracciato della linea FS e della nuova “fermata”, che coinvolgono e investono in pieno proprio la zona archeologica nei punti di maggior rischio? Proprio dove dovrebbe trovarsi il villaggio romano? Perché la Sovrintendenza non ha trovato nulla da ridire e non ha chiesto di attuare nessuna misura di salvaguardia per quel sito? Da notare che, stando così le cose, in questa zona del Ponente, le “insorgenze archeologiche romane“, visto che è la stessa Sovrintendenza a parlare dell’esistenza addirittura di un villaggio, farebbero assurgere l’importanza dei ritrovamenti di regione “Corte” di Pietra Ligure, solo come secondari a quelli di Albenga. E allora, come si spiega tutto ciò? Forse il bandolo della matassa si può ritrovare negli allegati al progetto di spostamento a monte della linea, in particolare, quelli che riguardano i “carotaggi” e le indagini sulle eventuali insorgenze archeologiche, prescritte per legge prima di ogni opera pubblica, e che, anche questa volta, ovviamente, sono state effettuate.

Chi scrive è entrato in possesso, finalmente, di tali documenti e, contemporaneamente alla redazione del presente scritto, li sta esaminando.

Bisognerà capire alcune cose: 1) Chi ha compiuto questi “carotaggi” queste indagini archeologiche? Degli archeologi inviati dalla Sovrintendenza, oppure, gli stessi tecnici di chi redige il progetto, cioè Italferr? C’è una bella differenza in un caso o nell’altro, circa l’attendibilità dei risultati. 2) A che profondità sono stati fatti i “carotaggi” d’indagine? C’è chi ci ha riferito che, testimone oculare, durante queste operazioni (ed è pronto a testimoniare), gli scavi stessi non si siano spinti in profondità, ma siano rimasti ben superficiali. Nessun dubbio, in questo caso, che non abbiano trovato niente, perché la Sovrintendenza nel libro da essa stessa pubblicato al riguardo nel 1999, “Dalla villa al villaggio” sui ritrovamenti archeologici in Regione “Corti” nella circostanza del passaggio del metanodotto, scrive espressamente che per raggiungere i reperti archeologici, si deve scavare oltre i cinque metri, perché in venti secoli, quella zona, alla confluenza di due torrenti, ha subito inondazioni ed alluvioni che hanno portato accumuli di pietrisco, ghiaia, sabbia, terra, tali da provocare un ispessimento notevole del livello del terreno.

Queste cose sono state tenute presenti nell’accortezza di fare gli scavi d’indagine archeologica, o no? Lo accerteremo con lo studio approfondito di questi atti.

Quel che è certo è che, come ha deciso il Consiglio comunale, verrà presentata un’osservazione contraria all’esito del parere favorevole espresso dal Ministero della Cultura. Noi abbiamo suggerito e dichiarato in Consiglio comunale che, se l’osservazione non bastasse e se emergessero incongruenze, superficialità o, peggio, scorrettezze, nello svolgimento di tali indagini archeologiche propedeutiche ai lavori, che hanno determinato lo stesso Ministero della Cultura ad esprimere il parere favorevole in questione, il Comune dovrebbe fare ricorso al TAR affinché, se errori sono stati compiuti (che avrebbero gravi conseguenze), vengano corretti ed, a sua volta, venga corretto questo progetto di spostamento a monte.

Mario Carrara

(consigliere comunale della lista Indipendente per Pietra)

 


M.Carrara

M.Carrara

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