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Liguria e Basso Piemonte

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Savona capitale della cultura: il senso di una candidatura e di un percorso. 2/ Luciano Pasquale: sosteniamo il progetto al di là dell’esito della valutazione ministeriale


L’esito della contesa riguardante l’elezione della Città capitale della Cultura 2027 che ha visto prevalere Pordenone, va esaminato, per quel che concerne la nostra Città.

 di Franco Astengo (Associazione “Il Rosso non è il Nero”)

Analizzandone gli aspetti di prospettiva sia al riguardo del valore in sé della presentazione della candidatura e ancora rispetto al percorso compiuto per giungere fino alla prestigiosa posizione di finalista.

La presentazione della candidatura ha significato, prima di tutto, una fuoriuscita da una sorta di “minorità” che aveva accompagnato la Città nella fase di fuoriuscita dall’identità industriale, in particolare nel primo decennio del XXI secolo quando la logica di scambio era apparsa l’unica via per cercare di giocare in difesa rispetto ad un declino accettato come apparentemente inevitabile. Diversa era stata la fase precedente nei decenni del secondo ‘900, quella sì di difesa del tessuto industriale ma intrecciata e accompagnata da seri tentativi di ridefinire una soggettività prima di tutto culturale del nostro territorio tenendo conto di una forte identità dettata da quella che un tempo si definiva “etica operaia”

Il percorso che la candidatura ha compiuto fino alla fase finale e il suo sviluppo può rappresentare adesso il punto d’appoggio per un salto in avanti di fase. Un salto in avanti posto sul piano della consapevolezza dell’essere in grado di agire come soggetto di innovazione e di trasformazione ben oltre la fondamentale cura di un territorio già piagato da scelte dettate dalla logica speculativa e incomplete sul piano della “visione”.

Occorre allargare ancora il senso della scelta del tema riguardante le “Rotte”.

L’orientamento della “Savona fuori di Savona” può svolgere una funzione fondamentale di coesione quale vero e proprio riferimento. Il richiamo alla “Savona fuori di Savona” dovrà però essenzialmente valere per il più ampio spettro di azione a livello geografico, storico, artistico.

Il significato di uscita dalla fase di “smarrimento dell’identità” delinea il futuro di una Città che considera la cultura nella diversità e complessità del suo scibile come la “veste” da indossare trovandosi pienamente a proprio agio nonostante le differenze da salvaguardare come ricchezza (comprese quelle di genere, di etnia. di religione, di background culturale, di “status” sociale”).

Il senso della “Savona fuori di Savona” che è ritornata ad avere un ruolo in Liguria, in Italia, in Europa e nel Mondo è quello di rappresentare non una semplice “espressione geografica” o di semplice punto di richiamo ad un “passato perduto” ma quello di una realtà viva, moderna, dinamica che l’itinerario compiuto in questa occasione ha lanciato e suffragato in vista del domani, un domani che fermamente vogliamo essere di pace.

Franco Astengo

2/A CURA DI TRUCIOLI.IT- IVG.IT DELL’11 MARZO 2025, ore 14,42, NON ERA ANCORA NOTO L’ESITO FINALE. Che dire non è ‘sacrilego’ ospitare, con frequenza, il pensiero e le dichiarazioni del dr. Luciano Pasquale che con la Fondazione De Mari, da veterano presidente, è cliente abituale della pubblicità commerciale-culturale di IVG.it. Ovvero a pagamento, utile al bilancio di Edinet Srl di Pietra Ligure.

COMMENTO SU IVG.IT- Capitale della Cultura, Pasquale: “Savona 2027 è un vero e proprio progetto di sviluppo per la comunità”. Lettera aperta del presidente di Fondazione De Mari: “Savona 2027 è un progetto che guarda avanti: non si limita a immaginare il futuro, ma lo costruisce sulle basi di un’identità solida e consapevole”.

Savona. “Savona 2027 non è solo il dossier presentato al Ministero della Cultura, ma un vero e proprio progetto di sviluppo per la comunità savonese e per l’intero territorio provinciale. Con una visione innovativa e lungimirante, è stato avviato un percorso senza precedenti, sia per l’ampiezza del territorio coinvolto sia per la partecipazione attiva di istituzioni, associazioni e cittadini. Per la prima volta, la cultura è stata individuata come asse portante dello sviluppo, non più limitata al tempo libero o al turismo, ma riconosciuta come espressione identitaria, linguaggio condiviso, motore di innovazione e strumento di coesione sociale”. Così inizia la lettera aperta del presidente di Fondazione De Mari, Luciano Pasquale, in relazione alla candidatura di Savona a Città Capitale della Cultura 2027, di cui si saprà domani l’esito finale.

“Quella di Savona 2027 è una sfida complessa – evidenzia -, che si inserisce in un contesto economico e sociale segnato da grandi incertezze. Eppure, un obiettivo resta chiaro: migliorare il benessere economico e sociale della comunità, valorizzando le risorse esistenti e rendendo il territorio più attrattivo per investimenti e talenti. L’educazione e la formazione di qualità, un modello organizzativo dei servizi socio-sanitari efficiente e inclusivo, e un’economia solida sono traguardi imprescindibili. Per raggiungerli, la cultura rappresenta una leva strategica, capace di generare nuovi comportamenti collettivi e rafforzare il tessuto sociale”.

“Il progetto, promosso ed elaborato dal Comune di Savona con il contributo attivo della comunità, getta le basi per un modello di sviluppo che parte dalle radici storiche e culturali del territorio. L’investimento nelle infrastrutture culturali, a partire dal restauro di Palazzo Della Rovere, è essenziale per creare contenuti e competenze. Al tempo stesso, si punta a riscoprire e valorizzare l’eredità culturale del territorio, non come semplice celebrazione del passato, ma come strumento per costruire il futuro. La Fondazione De Mari CR Savona sosterrà il progetto indipendentemente dall’esito della valutazione ministeriale, perché crede fermamente nel potenziale trasformativo della cultura. Da sempre investiamo nei settori creativi, promuovendo progettualità concrete e misurandone l’impatto”.

“Abbiamo investito nel Museo della Ceramica di Savona – spiega – perché la ceramica non è solo un’eccellenza artistica e manifatturiera, ma un esempio perfetto di come il nostro territorio abbia saputo generare sviluppo attraverso il connubio tra artigianato e creatività. Qui, tra Savona e le Albissole, non è stato il caso a far incontrare gli artisti con i laboratori ceramici: è stato un terreno fertile di competenze secolari, un sapere tecnico tramandato nel tempo, a rendere possibile una contaminazione straordinaria tra artigiani e creatori. Dalle pignatte lasciate ad essiccare sulle spiagge di Albisola fino alle raffinate decorazioni bianco e blu delle fabbriche savonesi di epoca rinascimentale e barocca, la ceramica ha sempre trovato in questo territorio una sintesi perfetta tra abilità tecnica e innovazione artistica. Le botteghe ceramiche delle Albissole non erano semplici laboratori, ma autentici luoghi di sperimentazione, capaci di accogliere e dialogare con alcuni tra i più importanti artisti del Novecento, dando vita a opere che ancora oggi parlano di noi al mondo. Questo intreccio tra maestria artigiana e linguaggi contemporanei continua a generare nuove opportunità, testimoniando come la cultura possa essere un motore di sviluppo economico e sociale”.

“Savona 2027 è un progetto che guarda avanti: non si limita a immaginare il futuro, ma lo costruisce sulle basi di un’identità solida e consapevole. Attraverso la cultura, possiamo trasformare la nostra storia in un’opportunità di crescita, rafforzando il legame tra tradizione e innovazione e rendendo Savona e la sua provincia un laboratorio di creatività e competenze: una comunità più consapevole, dinamica e proiettata verso il domani”, conclude Pasquale.


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F.Astengo

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