Peccato che nella copiosa intervista a Toti sia mancato lo spazio per ricordare che dagli anni ’80 ad oggi la Liguria di ponente, soprattutto, ha ‘sacrificato’, con destinazione seconde case, oltre mille esercizi ricettivi, alberghi in particolare, anche fronte mare. Neppure molti residence sono scampati al ‘miracolo ristrutturazioni’ in alloggi. E il ‘Piano casa’ abbia dato un regalino agli ‘amici del cemento’.
L’agricoltura della più estesa e fertile pianura, quella ingauna, un tempo motore trainante nella seconda città della provincia, è falcidiata da una media annuale di un centinaio di appezzamenti agricoli lasciati incolti. Aziende agricole più che dimezzate, alcune finite all’asta del tribunale, immobili di famiglia inclusi. Più fortunato chi ha venduto terreni con generosi indici di edificabilità, ora civile, ora commerciale. E il Puc non è avaro.
Anche nell’intero comprensorio ingauno, Ceriale inclusa, le primizie sono una vera rarità, nonostante le spintarelle mediatiche che decantano e intervistano produttori a destra e a manca. Consigliato un tour della Riviera tra centinaia di negozi di frutta e verdura. Un commerciò che non soffre la crisi per la gioia degli importatori.
Le ‘meravigliose’ vallate dell’entroterra conservano l’antico fascino e aria salubre. Ma ridotte a interi paesi e borgate con un ‘patrimonio edilizio’ abbandonato oltre l’80%. Gli ultimi anziani presidiano e tramandano nei loro racconti testimonianze da libri storici. Più di un Comune montano si è impegnato nella ricerca nuovi residenti, promuovendo incentivati da affitti più che calmierati, vendita di case in abbandono da ristrutturare al simbolico prezzo di 1 euro. Sono centinaia i campanili, ultimo simbolo di vita e di fede, dove i negozi hanno le serrande abbassate. E dove resistono possono essere considerati ‘eroi’.
Il neo presidente Bucci, in campagna elettorale, non poteva dimenticare la drammatica desertificazione montana con queste precise e impegnative parole:“Vogliamo creare le condizioni affinché si possa tornare a vivere e ripopolare tutto l’entroterra, attraverso agevolazioni significative per chi apre negozi, chi li mantiene e chi decide di trasferirsi dalla costa all’entroterra o di formare nuove famiglie lì. A loro garantiremo l’esenzione completa dalle tasse regionali, Irpef e l’affitto gratuito per 5 anni“. (Vedi il video ……)
La Cisl ligure ha reso noto il 16 novembre dello scorso anno: “Al primo gennaio 2022 i liguri iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero (AIRE) erano 162.818 mentre al primo gennaio 2024 sono 176.144. Crescono gli iscritti soprattutto a Genova (da 90.866 a 99.462) e Savona (da 30.880 a 33.163). Più lieve a Imperia (da 22.513 a 23.679) e La Spezia (da 18.559 a 19.840). Rimane stabile dal 2022 al 2024 la fascia d’età 18-34 anni….”
INTERVISTA ALL’EX PRESIDENTE TOTI DEL DIRETTORE DEL SECOLO XIX
«Questa, tra le varie accuse che mi hanno fatto, è la più idiota. La Liguria è una regione piccola, ha su per giù un milione e mezzo di abitanti, con una domanda interna aggregata molto fragile, essendo i liguri molto anziani, e molto spesso con una propensione al risparmio nota per essere oggetto di scherno. L’economia della Liguria è basata sui soldi che arrivano da fuori, e per farli arrivare ci devi essere con la comunicazione: altrimenti finisci per essere sconosciuto. Non ho mai apprezzato l’understatement come una virtù. La Liguria è un territorio che può competere con la Costa Azzurra e con tutti i grandi territori del mondo sia di terziario sia di turismo: ma devi farlo sapere. Chi dice “La Liguria a noi piace così'” e si vanta di tenere un basso profilo, non ha capito in che mondo vive ma soprattutto dimostra un egoismo assoluto».




