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Liguria e Basso Piemonte

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Mendatica, si ritrovano i ‘Becchei’ (Pastorelli) nel giorno della festa patronale


Ginetto Pastorelli, di Garlenda, sta ricostruendo l’albero genealogico dei Pastorelli (“Becchei”) già pastori di Mendatica. Un cognome che può onorarsi di aver raggiunto, ai nostri giorni, sette generazioni.

Il prezioso libro scritto dal compianto Pietro Porro (Pierin da Posta) che ha raccolto, con un paziente lavoro di anni, documenti, testimonianze, ricordi, trascrivendoli fedelmente, offrendoceli nella loro integrale, fresca genuinità. La stampa risale al dicembre 2001.

“Il 28 luglio 2024, in occasione della storica festa patronale dei Santi Nazario e Celso, ci riuniamo dopo tanti anni nel paese natio dei nostri avi. Visto che il direttore di Trucioli.it, il giornalista Luciano Corrado, è nato nello stesso paese, sarebbe utile ricordare l’avvenimento sul prossimo numero del blog”. Inviato gratuitamente a 11.655 iscritti alla newsletter settimanale, non solo in Liguria e Basso Piemonte “.

“La  nostra storia inizia dal 1700 con Pastorelli Giovanni e moglie Banaudo Maria, il figlio Antonio, nato nel 1815 e sposato con Lanteri  Maddalena; a sua volta nacque Antonio Francesco nel 1855, la moglie Margarita anche lei Pastorelli. I genitori di lei furono Giobatta e Floccia Dominica; si sposarono nel 1879, dopodiché ebbero, nel 1882, il primo figlio Antonio, dove  nacque a Pre Villar una cappeletta tra San Bernardo di Mendatica e Monesi. Con le doglie nacque Antonio, lo mise nel grembiule “Fauda” e scese a Mendatica, dove la donna disse cosa aveva nel grembiule.

Questo aneddoto fu raccontato, per la Regione Liguria, da Giovanni Spalla architetto con origini imperiesi.
Pastorelli, figli, furono maschi e 2 femmine alla distanza di due anni l’uno da l’altro fino al 1898. Poi nel 1901 nacque un maschio e nel 1904 l’ultima femmina. I nomi sono: Antonio,  Giobatta, Giacomo; (morto all’età di 4 Anni); Giovanni e Giacomo diedero lo stesso nome del bambino; Maria, Bartolomeo, Pietro, Ottavio, Martino e Duminica. Tutti pastori e per questo presero il soprannome “Becchei” che è il siero proveniente dal formaggio”.  
I Becchei” possedevano ‘tecci’ a Monesi, la prima e la seconda generazione. Sono tutti deceduti. Siamo rimasti in 23 della terza generazione con i relativi figli e nipoti. Ricapitolando. Partendo dal 1700 siamo 7 generazioni, che dopo alcuni anni ci rivedremo appunto il 28 luglio a Mendatica. Nelle famiglie non ci sono stati Caduti in guerra nel 15-18;  furono arruolati tutti dal 1882 al 1898. Il primo Antonio in Fanteria e gli altri nel 1^ reggimento Alpini, con i battaglioni Pieve di Teco, Saccarello e Val d’ Arroscia. Un altro aneddoto. Mio nonno Bartolomeo fu ferito nel monte Grappa e ritrovato dopo tre giorni dai suoi fratelli. C’è un Pietro Pastorelli  che era dei ‘Becchei’ e morto nel 1965.”
Per la storia di Mendatica -raccolta nel documentato e meticoloso libro dell’indimenticato Piero Porro, Pierin da Posta, organista della chiesa- sappiamo che dei ceppi antichi dei cognomi, per distinguere le varie ramificazioni, sono nati i soprannomi. I Pastorelli sono suddivisi tra: Becchei, Munferin, Bubui, Martinoi, Busarin, Biciarelli, Perantugnin.
Il cognome con più ramificazioni è Porro con 12 nuclei  (di cui faceva parte Cichetta di Storti, nonna materna di Luciano Corrado).  Seguono i Pelassa, sei ramificazioni, tra cui quella dei Gnancoi con il nonno materno (di Corrado), Pietro (Peantugnin). Un trisnonno di Luciano è raffigurato in un dipinto che si trova nella navata centrale della chiesa parrocchiale ed era considerato l’uomo più forte del paese.
Luciano Corrado con mamma Pierina raffigurata con due immagini nel libro di Pierin da Posta perchè era considerata la giovane donna più affascinante del paese. Pierina che da giovanissima aveva assistito, a Monesi di Mendatica, con la mamma, all’eccidio e sepoltura in un prato di famiglia, di 5 soldati tedeschi (ai quali fu imposto di scavarsi la fossa e consegnare la fede nuziale). Pierina, a 19 anni, aveva sposato Armando, origini in quel di Trappa (Garessio), muratore, tre fratelli e quattro sorelle, un nipote è stato medico di famiglia dell’Asl 2 di Cuneo e per 3 mandati sindaco (1990-2004) di Serravalle Langhe. Armando ha realizzato, tra l’altro, per conto dei rispettivi Comuni, i muri di cinta del vecchio camposanto di Mendatica e di Piaggia (Briga Alta).
Insomma ogni ramo famigliare del paese ‘sentinella’ della Valle Arroscia ha una sua storia.
Mendatica che era considerata la ‘capitale dei pastori’ della vallata, con seimila capi, tra pecore, capre e mucche, muli. E tante gloriose tradizioni popolari che ci ha tramandato nei ricordi il caro Pietro Porro. Fortunati quanti hanno potuto conoscerlo di persona e motivo di orgoglio per i suoi famigliari e discendenti.
La gloriosa storia di Mendatica che i Pastorelli (Becchei) rappresentano con il loro incontro, è fatta di tanti personaggi illustri. Pensiamo all’on. Aldo Amadeo (Dc) che fu anche presidente provinciale dei Coldiretti; al frate cappuccino Stanislao De Marchi che è stato confessore della Regina Margherita, moglie di Vittorio Emanuele 3°, padre Raffaele Bracco dei Padri Agostiniani che ha svolto servizio anche nella Casa Generalizia del Vaticano, studioso e scrittore della storia di Loano dove ha voluto essere sepolto nella tomba degli Agostiniani. Tra i suoi libri ‘Donna Zanobia Del Carretto Doria-La Prima turista di Loano’.
Hanno origini famigliari a Mendatica l’ex deputato e già assessore regionale Vittorio Adolfo, classe 1945, oggi sindaco di Pornassio. Così come Luciano De Michelis che è stato presidente della Provincia. Tra gli amministratori provinciali Giuseppe Ghiglione. Senza dimenticare le ultime generazioni, sempre con origine mendaighina, con una decina di laureati.
E il popolarissimo, nel ponente ligure, chef Renato Grasso, mendaighino e varazzino, che può anche vantare di essere stato prescelto a Mosca per inaugurare ristoranti vip e fare da maestro della cucina ligure e del pesto.

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