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Rezzo, il sindaco eletto presidente dell’Unione dei Comuni Valle Arroscia 2/Pornassio, lettera del parroco. Il ‘parco dell’ombrellone’ e non solo. La verità


RENATO ADORNO ELETTO PRESIDENTE DELL’UNIONE DEI COMUNI DELLA VALLE ARROSCIA. Il primo cittadino di Rezzo scelto dall’assise dell’Ente.

È Renato Adorno il nuovo Presidente dell’Unione dei Comuni dell’Alta Valle Arroscia: il Sindaco di Rezzo ha ottenuto la fiducia del Consiglio dell’Unione riunitosi questa sera a Pieve di Teco.
“Si è trattato di un passaggio necessario- spiega il neo-eletto- in quanto, a seguito delle elezioni comunali di Pieve di Teco, il mio predecessore Alessandro Alessandri, che ringrazio per aver guidato l’Ente in questi primi quasi nove anni di vita, chiudendo la sua esperienza da Sindaco ha anche concluso, per l’effetto, in base alla normativa, anche quella di Presidente dell’Unione”
“In queste settimane – prosegue Adorno – abbiamo dialogato molto sia tra colleghi Sindaci sia con alcuni dei rappresentanti dei Comuni nel Consiglio dell’Unione e ho voluto con piacere offrire la mia disponibilità per questo servizio che penso debba essere un lavoro di squadra, di mediazione, di ascolto, di incontro, che abbia come obiettivo principale il bene della nostra Valle Arroscia”
“Sono tante le sfide che ci attendono- riflette ancora il neo Presidente – non nascondo la difficoltà del cammino che ci attende, ma anche la bellezza di poterci mettere in gioco per la nostra terra”
Compongono l’esecutivo dell’Ente, insieme ad Adorno, il Vice Presidente, Piero Raimondi, Sindaco di Ranzo, e anche Responsabile Finanziario dell’Ente unionale, e gli assessori Piero Pelassa, Sindaco di Mendatica, nonché Referente Aree Interne e Paola Giliberti, Sindaco di Vessalico.
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PONTI DI PORNASSIO- PARCO PARROCCHIALE DON FRANCESCO DRAGO. IL PARROCO CI SCRIVE
PORNASSIO – Gentile Direttore di Trucioli.it, mi permetto di inviarLe uno scritto a commento di un articolo comparso sulla Sua rivista in data 8 giugno 2023. L’articolo in oggetto, come già accaduto in altra circostanza, a mio modo di vedere non descrive con obiettività la realtà, e reca un ingiusto pregiudizio all’immagine della Parrocchia di San Dalmazzo in Pornassio della quale sono parroco.
Le scrivo anche perché alcuni parrocchiani mi hanno parlato di questo articolo con toni molto accesi, chiedendomi di prendere gli opportuni provvedimenti nei confronti della testata di cui Lei è Direttore.
Non voglio per il momento neppure pensarci, ma Le chiedo la cortesia, a tutela della Parrocchia e di tutte le persone che gratuitamente le dedicano tempo e risorse, di pubblicare senza modifiche questo mio scritto con le allegate fotografie.
La ringrazio per l’attenzione e La saluto distintamente.
Don Ruggero Gorletti parroco di San Dalmazzo in Pornassio.
Mi trovo per la seconda volta a scriverLe lamentando l’imprecisione con cui vengono riportati alcuni fatti sulla Sua rivista on-line. Mi riferisco all’articolo apparso sul numero 41 del giorno 8 giugno 2023 a firma di un non meglio individuato Sergio P. di Imperia, nel quale si stigmatizza la deplorevole situazione del parco parrocchiale Don Francesco Drago (già conosciuto come Parco Ombrellone) in località Pian della Chiesa in Ponti di Pornassio e di altri edifici di proprietà della parrocchia.
A differenza di Sergio P. preferisco presentarmi con nome e cognome: sono don Ruggero Gorletti, e sono il parroco di San Dalmazzo in Pornassio. L’articolo in oggetto lamenta che le strutture del Parco siano chiuse. Il Parco, come già spiegavo in altre occasioni, è privato ed affittato ad un privato che lo tiene aperto quando la sua attività lo richiede. Le fotografie allegate all’articolo che sto commentando mostrano l’erba alta nel parco: il tempo piovoso delle ultime settimane ha reso impossibile il taglio dell’erba, ma si è provveduto non appena tornato il bel tempo (prima ancora dell’uscita dell’articolo in questione) come le fotografie qui allegate dimostrano.
Ma passiamo rapidamente ad un altro argomento: come il misterioso signor Sergio P. di Imperia abbia potuto pensare che la Parrocchia di Pornassio sia in difficoltà finanziarie non lo so. Abbiamo avuto grattacapi come tanti in Italia per l’aumento delle bollette dell’elettricità, ma siamo riusciti, con l’aiuto dei nostri fedeli, a risolvere questo problema.
Passiamo alla facciata della chiesa di San Bernardo in Ponti: meriterebbe senz’altro un restauro, ma devo ricordare che la Parrocchia conta ben tredici chiese regolarmente officiate a fronte di appena settecento abitanti, e questo comporta che spesso le opere non urgenti debbano essere necessariamente diluite nel tempo.
Un’ultima ma importante precisazione la merita l’altare maggiore della chiesa parrocchiale: nel periodo dello scorso Natale un’infiltrazione di acqua dal tetto ha causato la caduta di calcinacci sul presbiterio. È di tutta evidenza, gentile Direttore, che il restauro di una chiesa monumentale sottoposta a vincolo delle Belle Arti non possa avvenire senza le prescritte autorizzazioni, che sono state tempestivamente
richieste. Una volta ottenute (ma ordinariamente occorrono diversi mesi) provvederemo al restauro e alla rimozione dei ponteggi.
Gentile Direttore, sono arrivato al termine di questa lunga e (temo) noiosa disamina. Mi permetta una riflessione conclusiva: non sono giornalista, non lo sono mai stato e in materia ho tutto da imparare da Lei, ma da quel poco che so mi risulta che compito di un buon giornalista è verificare la veridicità delle informazioni, e che una testata sia responsabile di quello che pubblica, anche quando l’articolo non è stato redatto da un collaboratore ma da un soggetto estraneo. Basta poco verificare. Lei ha il mio numero di telefono, e ho già avuto il piacere di parlare con Lei in modo cordiale e costruttivo.
La chiedo di pubblicare queste mie righe come doverosa risposta allo scritto di Sergio P. di Imperia, che forse non è Sergio, forse non è P. e forse non è neppure di Imperia, ma, vista la conoscenza dei fatti locali, è qualcuno di molto più vicino ai luoghi di cui si parla.
La ringrazio per l’attenzione che mi ha dedicato, La saluto con cordialità e mi firmo per esteso e in modo riconoscibile, come credo sia doveroso fare quando si pubblica un articolo.
Pornassio, 12 giugno 2023. don Ruggero Gorletti

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