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Liguria e Basso Piemonte

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Liguria e Piemonte. Peste suina, soldi sprecati (recinzioni), Comuni miracolati


La peste suina africana imperversa tra Piemonte e Liguria. Le Regioni proseguono indipendentemente, con maggior serietà in Piemonte, dove almeno qualche battuta sembra che sia stata fatta (sperando che i cacciatori non… “sbaglino” i colpi!), un poco meno in Liguria.

di Franco Zunino*

Per fermarla, o almeno frenarla, famose (o scandalose!) recinzioni non sono servite a nulla. Lo si sapeva, ma i soldi una volta stanziati bisognava pur spenderli! Intanto proseguono i “monitoraggi” dei morti, ovvero delle carcasse di animali trovate che stanno sempre più facendo allargare la zona rossa, sia la fascia 2 che la fascia 1 (stranamente invertite, per ragioni che non ci paiono logiche, ma che certamente una logica hanno per chi le ha proposte: la 2 è quella maggiormente infetta, la 1 quella marginale).

A mano a mano che si amplia una, si allarga ovviamente anche l’altra. Fatto sta che nel savonese ormai i Comuni limitrofi all’originaria area infetta piemontese stanno aumentando quasi di giorno in giorno. Ma, caso strano, sembra che l’infezione pur avendo colpito Savona e i Comuni limitrofi, compresi quelle dell’entroterra del bacino valbormidese, da Dego, Cairo Montenotte, Carcare, Altare, Mallare, Bormida, Pallare, Osiglia e Murialdo, guarda caso – misteri delle pandemie! – non a quelli rivieraschi e “miracolati” di Quiliano, Vado ligure, Vezzi Portio, Bergeggi, Spotorno, Noli, Orco-Feglino, Calice Ligure, Rialto, Tovo S. Giacomo, Finale Ligure, Pietra Ligure, e via verso Ovest! Una barriera morfologica che se ad Est è stata superata, ad Ovest ciò non è avvenuto (e probabilmente non avverrà mai!).

Mistero o miracolo della natura? Evidentemente i cinghiali dell’area infetta interna si guardano bene dal superare lo spartiacque Tirreno-padano, chissà, magari timorosi dei raid dei mountain biker che imperversano in quella zona della Riviera! Così, mentre ovunque per i biker e gli escursionisti vige il divieto di «uscire dal tracciato dei sentieri, obbligo di effettuare il cambio di calzature alla partenza e all’attivo, provvedere al lavaggio delle suole delle scarpe e delle punte dei bastoncini, oltre alle zampe dei cani (rigorosamente al guinzaglio), spazzolare e lavare le calzature con acqua calda e sapone e procedere alla disinfezione e lavaggio degli indumenti, lavaggio e disinfezione delle ruote delle bici» e forse anche altro, ciò pare che non valga per i Comuni rivieraschi ad ovest di Savona! Si ripete: miracolo della natura… o della politica?

Ovviamente quanto vale per i cacciatori ed i loro cani (sempre soggetti alle restrizioni suddette), non vale per i biker e gli animalisti che frequentano quei Comuni miracolati! Sarà il caso di avvisare il Commissario straordinario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, che per combattere la psa serve più un potenziamento e dispiegamento di biker che non cacciatori “formati” (ciòè autorizzati a combattere la peste)!

Franco Zunino

(Segretario generale AIW)


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