Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Costruisce, con materiali di scarto, scooter elettrici a energia solare e li dona a disabili. 2/Malasanità, il medico c’entra solo 3 volte su 10


Usando materiali di recupero, Samuel Aboagye crea scooter elettrici alimentati a energia solare per aiutare persone con disabilità a spostarsi per brevi tragitti.2/Malasanità, il medico c’entra solo 3 volte su 10. Ortopedia la branca più a rischio.

Samuel Aboagye oggi a 19 anni, ma quando ne aveva 17 ha progettato e poi realizzato da solo uno scooter elettrico fatto con legno riciclato e alimentato a energia solare. Oggi questo ragazzo regala le sue invenzioni a persone disabili che, senza un mezzo di trasporto, non potrebbero muoversi. Un’idea che fa bene al cuore, ma anche all’ambiente perché è a impatto zero.

Le sue creazioni sembrano all’apparenza semplici, ma in realtà dietro c’è un grande lavoro di ricerca e ingegno. Samuel vive in Ghana e la sua idea è nata proprio per aiutare le persone con disabilità fisiche a muoversi per brevi tragitti. Gli scooter sono realizzati con materiali di recupero come pezzi di legno, parti di biciclette e componenti elettriche ed elettroniche provenienti da piccoli elettrodomestici. Hanno un pannello solare integrato per la ricarica, ma la batteria può essere anche collegata alla rete elettrica.

Oggi Samuel studia ingegneria e il suo obiettivo è quello di riuscire a perfezionare le sue creazioni. Il primo scooter era stato realizzato con parti della vecchia macchina da cucire di sua madre, ma dal prototipo di strada ne è stata fatta tanta. La sua storia è finita anche in una mostra fotografica, così come i suoi lavori sono raccontati nell’Electric Revolutionaries del Petersen Automotive Museum.

2/Malasanità, il medico c’entra solo 3 volte su 10. Ortopedia la branca più a rischio.

di Chiara Stella Scarano, Sanità informazione.

Presentati i risultati dell’indagine Eurispes in collaborazione con Enpam e il Tribunale di Roma, per una prima valutazione sull’impatto della Legge Gelli.

Sono stati presentati nei giorni scorsi a Roma i risultati della ricerca intitolata “La legge Gelli-Bianco e l’accertamento tecnico preventivo. Un primo bilancio sull’accertamento della responsabilità sanitaria nel Tribunale di Roma”, realizzata dall’Eurispes in collaborazione con la XIII sezione del Tribunale di Roma.

L’indagine sulla responsabilità professionale in sanità-

L’indagine è stata svolta su 1.380 accertamenti tecnici svolti dal 1° aprile 2017 (data di entrata in vigore della Legge Gelli – Bianco) al 31 dicembre 2021 da parte della XIII sezione del Tribunale di Roma, composta da 16 magistrati che si occupano in via esclusiva di responsabilità professionale. In questo ambito, la responsabilità sanitaria riguarda circa l’85/90% del totale dei casi. Inoltre, il Tribunale di Roma è quello che da solo tratta il 35% delle cause di responsabilità medica e delle strutture sanitarie in Italia, rendendo i risultati dell’indagini ben rappresentativi del dato nazionale.

La Legge Gelli e la medicina difensiva-

L’indagine ha innanzitutto permesso di valutare l’impatto iniziale della Legge Gelli riguardo agli Accertamenti tecnici preventivi volti alla conciliazione della lite. La Legge Gelli, infatti, nasceva con l’obiettivo, tra gli altri, di porre un freno al dilagare della medicina difensiva, posta in essere dagli operatori sanitari nei confronti dei pazienti al fine di prevenire contenziosi civili e penali a danno del medico stesso e/o della struttura sanitaria, e che grava sul SSN per circa 10 miliardi all’anno.

Medici coinvolti in 3 casi su 10-

Dalla ricerca emergono molti dati significativi. In primis, su 1.380 Atp esaminati, il coinvolgimento personale dei medici riguarda solo il 29,7% dei casi. Questo significa che su 10 accertamenti per malasanità, solo 3 chiamano direttamente in causa i medici. Tuttavia, nel 65,3% dei casi gli Atp si concludono positivamente per il paziente, e nel 31,1% dei casi si concludono invece positivamente per la struttura. Questo significa che in 2 casi su 3 risulta effettiva la responsabilità professionale della struttura o del medico. Infine, i dati dicono che nel 29% degli Atp vi è stato il coinvolgimento dell’assicurazione.

Ortopedia e strutture pubbliche più a rischio contenziosi-

Per quanto riguarda le branche specialistiche più coinvolte nei contenziosi, al primo posto troviamo Ortopedia con il 16,3%, seguita da Chirurgia con il 13,2%, e Infettivologia con l’11,7%. Questi tre settori, da soli, costituiscono il 41,2% degli Atp. Per quanto riguarda la tipologia di convenuto, invece, questo risulta nel 40,4% delle volte una struttura pubblica, nel 36,1% dei casi una struttura privata, e nell’11% dei casi un medico persona fisica o assicurazione. Il documento non manca di sottolineare la presenza, in alcuni casi, di criticità che riguardano il funzionamento delle strutture piuttosto che una responsabilità dei medici, e che la lotta alla medicina difensiva dovrà passare necessariamente per interventi mirati ad informare correttamente i cittadini sulla efficacia degli interventi sanitari e a ripristinare il rapporto di fiducia medico-paziente.


Avatar

Trucioli

Torna in alto