Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il carcere di Savona si è impantanato nella melma della politica


Da oltre un lustro, la provincia di Savona resta ancora senza un carcere.

di Gianfranco Barcella

Vittoria Fiori presidente del Consiglio Ordine Avvocati della provincia di Savona

Dopo la chiusura della casa circondariale di Sant’Agostino, ipotesi di nuove sedi, sopralluoghi dopo sopralluoghi, promesse d’ogni tipo ed impegni non mantenuti, la soluzione certa e definita non si è ancora trovata. Ancora una volta la politica ha rivelato le sue lacune e le suoi lentezze, non solo perché imprigionata dalla ragnatela burocratica, per contro si dimostra celere solo nel fare tagli inopportuni. Vedi il caso del tribunale di Chiavari,  prima chiuso ed ora in procinto d’essere riaperto.

E nell’agosto 2022 era scattato un nuovo allarme per il sovraffollamento delle carceri liguri e le conseguenti  difficoltà operative e gestionali per la polizia penitenziaria. Non solo si è chiuso il carcere di Savona ma anche il provveditorato regionale, è stato accorpato a quello di Torino. Il Presidente dell’ Ordine degli Avvocati di Savona, Vittoria Fiori ha così preso carta e penna e scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, segnalando <la grave situazione che si è venuta a creare>. “Nel gennaio del 2016 – è scritto nella lettera– la casa circondariale di Sant’Agostino veniva definitivamente chiusa e da allora, il nostro circondario è rimasto privo di istituto carcerario, con tutti i gravissimi disguidi che a ciò conseguono per magistrati ed avvocati, ma soprattutto per i detenuti e per i loro famigliari”. “le persone in custodia cautelare- prosegue il presidente dell’Ordine degli avvocati savonesi- per i reati di competenza del nostro Tribunale vengono ristrette negli istituti di Genova Marassi, Genova Pontedecimo, Imperia, San Remo e talvolta, più raramente, La Spezia con la conseguenza che ogni contatto e/o visita implica tempo e spese che, inevitabilmente,gravano sul detenuto stesso”.” “Talvolta-osserva ancora Vittoria Fiori- per i congiunti dei detenuti la lontananza costituisce    ostacolo concreto ad esercitare il loro diritto ad un colloquio che, per il detenuto, come  noto è momento fondamentale anche di speranza e di cura dei propri affetti e gestione delle proprie attività extramurarie”. “Considerata- conclude il Presidente dell’Ordine degli Avvocati- l’importanza della problematica e la Vostra evidente e reale attenzione ai diritti degli indagati e/o imputati confidiamo in un Vostro intervento che consente di dare concretezza alle ipotesi e alle promesse di realizzare di un carcere per il nostro circondario”.

Fabio Pagani segretario UilPA

Una nuova struttura penitenziaria nel savonese è ritenuta un tassello essenziale per il sistema ligure della restrizione delle libertà: ora, dopo la crisi di governo e le elezioni politiche, la procedura amministrativa avviata per il nuovo carcere pare in una fase di stallo. Fabio Pagani, segretario regionale del settore per la UIL, ha sottolineato il “sold out”, raggiunto a Marassi che paga l’assenza  di un penitenziario provinciale, precisamente quello di Savona: “ Sono presenti 717 detenuti su una capienza di 550, un sovraffollamento non solo nei numeri,aggravato dalla presenza di circa l’80% di stranieri, praticamente ingestibili in determinati momenti. Marassi oggi, è soprattutto un carcere sovraffollato e in grave difficoltà. Solo grazie allo straordinario impegno della Polizia Penitenziaria, così come riconosciuto dallo stesso Direttore, garantisce dignità e vivibilità ed ha impedito una deriva degradante di una struttura che rischia il collasso non solo per la mancanza di spazi nelle celle”.

Sottolinea ancora Pagani: “A breve l’istituto penitenziario genovese non potrà più ricevere arrestati. Tutti i reparti sono saturi a tappo. A preoccupare la Uil sono anche gli aspetti meramente operativi. Tutto questo nell’ipocrita ed offensivo silenzio di quanti sono pronti a stracciarsi le vesti(per pochi secondi) nelle passerelle mediatiche e poi concorrono di fatto, ad aggravare con una legislazione sclerotica, le condizioni di vita e di lavoro nelle carceri”. E conclude Fabio Pagani:L’apertura delle celle per tante ore al giorno non solo non ha impedito il calare dei suicidi (52 ad oggi) ma ha determinato l’esponenziale numero di aggressioni e di feriti. Noi crediamo che l’agente penitenziario in sezione rappresenti lo Stato perché incarna i voleri dello Stato. Ciò premesso possiamo affermare che lo Stato nelle galere è preso a calci, pugni e schiaffi. Non solo ma si continua ad ammassare detenuti nell’attesa che l’amministrazione penitenziaria si renda conto che Marassi è sold out” .

Il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, in visita di recente in Liguria, per acclarare la situazione del sistema carcerario locale e per cercare  di risolvere il problema del sovraffollamento ha dichiarato : “Dobbiamo capire perché Savona come provincia non sia dotata di una struttura penitenziaria, all’epoca chiusa perché fatiscente Su questo c’è l’interesse a cercare di capire se ci ci può lavorare anche se è un fatto che abbiamo scoperto ed ereditato da poco. Credo che il savonese debba avere come tutte le altre province d’Italia, il suo carcere”. Il rappresentante di governo ha ribadito la promessa di assegnare a tutti i 190 penitenziari un direttore entro dicembre ed un comandante della polizia penitenziaria entro marzo 2024.

E’ previsto anche un programma straordinario di assunzioni: “Abbiamo 1.479 allievi che stanno terminando il corso adesso. E nel contempo 1.758 si apprestano ad iniziarne uno nuovo. Altri 1.500 cominceranno a frequentare le lezioni nel 2023. Intanto mille extra assunzioni sono state previste da questa nuova finanziaria. Siamo parlando complessivamente di 5-6 mila persone. Tra le novità esposte da Delmastro vi è anche quella di “una costituzione di gruppi di pronto intervento per sedare le sommosse sul modello francese: quando a dicembre approderanno 190 direttori per 190 istituti avremo la forza e la capacità di conoscere il detenuto anche nel momento della rivolta e quindi di intervenire, a volte anche anticipatamente, per contenere la sommossa” Infine ha concluso: “Ci saranno strumenti sanzionatori precisi per i detenuti che aggrediranno le forze dell’ordine. E forniremo loro i protocolli operativi”.

Nel savonese tuttavia, la discussione sulla nuova e attesa struttura penitenziaria è rimasta in stand by dalla scorsa primavera – estate, dopo i primi sopralluoghi e gli atti politico-amministrativi avviati nella precedente legislatura. Al vaglio era stato valutato lo stesso P.n.r.r. per la realizzazione del nuovo carcere in provincia di Savona. La struttura commissariale aveva già indicato la Val Bormida come area territoriale, in particolare nel comune di Cairo Montenotte, nel quale era già stata individuata una superficie di circa 76 mila mq a 500 metri dalla struttura che ospita proprio la scuola di Polizia penitenziaria, in zona Tecchio adiacente alle aree di Villa de Mari.

Dopo la validazione del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, lo step successivo previsto avrebbe dovuto essere quello del via libera da parte del Comitato Paritetico- MIMS e GIUSTIZIA– sulla progettazione e l’appalto, con l’obiettivo di un appalto integrato-progetto e lavori che possa così accelerare la costruzione della nuova e attesa struttura penitenziaria. In merito alla nuova struttura penitenziaria  della provincia di Savona, il deputato Andrea Orlando, già ministro in quota Pd, ha affermato: “ Sono però già state effettuate più conferenze dei servizi, con il coinvolgimento del DAP, per la costruzione del nuovo carcere ed è stata chiarita la preferenza degli amministrazione penitenziaria e degli enti locali per il sito di Cairo Montenotte come località più idonea per la costruzione di una nuova struttura penitenziaria. Ora servono risorse  e tempistiche certe, più che proporre nuovi siti. Il Sottosegretario dovrebbe far sì che il Provveditorato Regionale per l’amministrazione penitenziaria ed il Provveditorato dei Lavori Pubblici possano lavorare insieme agli enti locali per completare urgentemente il percorso per la realizzazione del carcere di Cairo Montenotte”, ha concluso il parlamentare.

Quando parliamo di mala gestio politica di per sé ci riferiamo ad un’area specifica del diritto, non ha cioè un’applicazione generale verso tutte quelle situazioni giuridiche che presentino un’anomalia. Si tratta, fondamentalmente, di un tipo di responsabilità inerente un soggetto che ha una certa qualifica politica! Ricordiamoci del passato per poter interpretare il futuro!

Gianfranco Barcella 


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G.F. Barcella

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