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Il ponte sullo stretto di Messina e promessa salviniana. Analisi dal savonese


Il 22 ottobre 2022 Salvini presta giuramento presso il Palazzo del Quirinale. “I lavori per la realizzazione del ponte sullo Stretto inizieranno entro due anni”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, nonché vicepresidente del Consiglio nel governo Meloni, ospite di Mattino Cinque.

di Alesben B.

“Il ponte sullo Stretto è un diritto dei siciliani. Perché devono spendere di tasca loro 6 miliardi per congiungersi con il resto del paese? E’ da 60 anni che si chiacchiera di ponte, io non ero ancora nato”, ha aggiunto il ministro. Ogni nuovo ministro che scala la piramide del potere “spara” una grande c…a, il ministro Salvini non è stato da meno.

In Italia è diventata la promessa politica per antonomasia. Il Ponte sullo Stretto di Messina ha attraversato ogni epoca, governo e leader del Paese, generando polemiche, cambi di opinione e i famigerati studi di fattibilità. È un tormentone talmente antico da lasciare le prime tracce nel 251 A.C. Secondo la storiografia di Plinio Il Vecchio, già il console romano Lucio Cecilio Metello fece realizzare un ponte fatto di barche e botti tra la Sicilia e la Calabria per agevolare il trasporto degli elefanti sottratti dai romani ai cartaginesi a Palermo.

L’idea tornò d’attualità nell’800 e negli anni della rombante rivoluzione industriale. Mentre la Francia iniziava a pensare al futuro Tunnel della Manica che l’avrebbe collegata alla Gran Bretagna, in Italia ci furono due proposte (nel 1870 e nel 1883) per un primo progetto di ponte sospeso. Nessuna delle due venne approfondita, anche perché pochi anni dopo (nel 1908) un terremoto di magnitudo di 7,1 distrusse quasi interamente la città di Messina, uccise 80 mila persone e portò la politica a riconsiderare i piani del Ponte vista la sismicità della zona. Ma da allora, il Ponte sullo Stretto è diventato un tormentone della politica italiana e l’opera più costosa mai irrealizzata.

Nel 2010, la Impregilo consegna finalmente il progetto definitivo del ponte. A essere incaricato di progettare le principali strutture è nientemeno che l’archistar Daniel Libeskind, ideatore del Museo ebraico di Berlino e del One World Trade Center di New York. Ancora una volta, però, il progetto viene accantonato. A dare una mazzata sono questioni tecniche e poi politiche

Nel 2013, la Stretto di Messina Spa, la società pubblica creata nel 1981, viene messa in liquidazione e il progetto decade. Il governo è costretto a pagare una penale di 300 milioni di euro alla Impregilo, la società che aveva vinto l’appalto per costruire il ponte.

Ma come ha scoperto un’inchiesta de L’Espresso, ancora nel 2021 la società continuava a costare soldi ai contribuenti italiani. La Stretto di Messina spa non ha più dipendenti o attività, ma non può essere completamente liquidata per il contenzioso ancora in corso con l’ex gruppo Impregilo, che chiede quasi 800 milioni di euro tra penali e contenzioso.

Ancora nel 2021 la società costava € 1.500 al giorno. Tra le spese ci sono i compensi del commissario liquidatore (€ 120 mila l’anno), quelli del collegio dei revisori, quello della società di revisione, le spese di “abbonamento alla banca dati fiscale” (€ 1.800 l’anno) e quello dell’abbonamento annuo al Sole 24 Ore (€ 269).

Nell’ottobre 2016 il Ponte sullo Stretto, ormai dimenticato, ritorna nell’agenda politica, dopo essere stato rilanciato dal premier di centrosinistra Matteo Renzi. Il Ponte non è più solo una promessa di centrodestra. E infatti, nel 2016 a farlo ritornare sulla scena è l’allora presidente del Consiglio e leader del Partito democratico Matteo Renzi. Ospite anche lui di Bruno Vespa su Rai 1, annuncia che l’opera “si farà”. Poi, parlando a un’assemblea del gruppo Salini-Impregilo, dice ai costruttori: “Se siete pronti, lo facciamo”. Specie da sinistra, in molti protestano e ricordano al premier gli anni in cui era tra i più accesi avversari del ponte. Molti sui social ritirano fuori le parole che disse nel 2010: “Vogliamo un Paese che preferisca la banda larga al Ponte, che dica no al consumo di suolo”. Gli osservatori ironizzano e parlano di “Ponte verso la destra” di Renzi. Tradotto: l’annuncio del Ponte è un neanche troppo velato corteggiamento del premier nei confronti degli elettori tradizionalmente di centrodestra. Altri fanno notare come nelle promesse Renzi sia ancora più ottimista di Berlusconi. Il Cavaliere nel 2003 aveva parlato della creazione di “appena” “15 mila posti di lavoro”.

Una scossa  di terremoto a settimana leva la paura d’intorno. Sono 2 settimane che a cavallo della prima fossa del mar Ligure e le falesie della costa [entrambe fanno parte dell’appennino e delle alpi, se pure con lieve magnitudo, si fa sentire lo scuotimento del suolo. Scuotimento che non ha niente a vedere con gli scuotimenti del Veneto, del Friuli e della costa Dalmata; questi appartengono a faglie attive, di differenti tipologie e lunghezze, alcune delle quali capaci di produrre terremoti di incredibile violenza.

 

Anche la nostra penisola è attraversata da numerose strutture sismogeniche che in passato hanno innescato eventi sismici particolarmente intensi lungo l’Appennino (come il magnitudo 6.4 che nel 1909 colpì il bacino del Mugello, recentemente interessato da una nuova sequenza sismica). La faglia (in inglese “fault”) è una frattura nel sottosuolo in cui si verifica o si è verificato in passato il movimento tra i due blocchi di roccia adiacenti alla faglia stessa.

Faglie Italiane- In parole povere durante un evento sismico la roccia su di un lato della faglia subisce uno spostamento (detto slip) rispetto alla roccia posta sull’altro lato della faglia. Ovviamente maggiore sarà lo spostamento e maggiore energia verrà rilasciata. Il movimento in questione può essere improvviso oppure di lento scorrimento (crepp). Ciò che separa i due blocchi di roccia prende il nome di piano di faglia ed è caratterizzato da una direzione, un’immersione e un’inclinazione.Mentre l’intersezione del piano di faglia con la superficie del terreno viene invece definito linea di faglia (in caso di forti terremoti a volte è visibile proprio uno smottamento del terreno in corrispondenza della linea di faglia).Inoltre i blocchi di roccia separati da una faglia, possono spostarsi e muoversi, lungo il piano di faglia, in qualsiasi direzione.


A seconda della direzione in cui si muovono i blocchi di roccia distinguiamo 4 tipologie di faglie:

  • Faglie normali o dirette
  • Faglie inverse
  • Faglie trascorrenti o trasformi
  • Faglie oblique
  • Faglie normali o dirette

Nelle faglie normali o dirette, durante un evento sismico, si osserva uno scivolamento del blocco di roccia verso il basso rispetto all’altro. In questo tipo di fratture, diffuse sopra tutto lungo la catena montuosa dell’Appennino, il piano di faglia possiede un’inclinazione di 55°-70°.

Faglie inverse – Nelle faglie inverse, a differenza delle prime, durante un evento sismico si osserva uno scivolamento del blocco di roccia verso l’alto rispetto all’altro. Questo tipo di faglie, presenti sopra tutto lungo i margini convergenti e piani di subduzione, possiedono un’inclinazione che va da pochi gradi fino ad un massimo di 45°.
Faglie trascorrenti o trasformi – Lungo le faglie trascorrenti (dette anche strike-slip faults) il piano di faglia è verticale, perciò durante un sisma si osserva uno spostamento orizzontale dei blocchi di roccia (lungo il piano stesso). Le faglie trasformi sono identiche alla trascorrenti ma localizzate lungo le dorsali oceaniche. Una tra le più importanti faglie trascorrenti presenti sul nostro pianeta è la faglia di Sant’ Andrea.

Faglie oblique – Le faglie oblique sono cosi dette poiché durante un sisma il blocco di roccia non si muove solo sull’asse verticale (come le normali e le inverse) o orizzontale (come le trascorrenti). Ecco una lista con alcune tra le faglie attive più pericolose al mondo : Faglia Alpina, di Atacama, Chaman, di Sant’Andrea, di Sumatra, di Messina – Giardini Naxos, Gloria, Nord-Anatolica, Oaxaca, trasforme del Mar Morto, trasforme di Cefalonia, SWIM.

Una faglia si dice attiva se mostra tracce di scorrimento tra i due blocchi di roccia avvenuto nel corso degli ultimi 40.000 anni e per cui si presume che lo scorrimento, quindi un terremoto, possa ancora verificarsi.In conclusione la magnitudo di un terremoto, nonché la sua durata, dipende dalla lunghezza della faglia che ha causato l’evento sismico (più è lunga e più il sisma sarà forte). Ad esempio pare che la lunghezza della faglia responsabile del sisma di magnitudo 9.0 avvenuto in Giappone l’11/03/2011 fosse di circa 280 km.

Ritorniamo al nostro Ponte. Lo Stato Italiano nella persona dell’on. Salvini ha creato una nuova fabbrica: la “Elastichina” dove i materiali da costruzione vengono immersi in grandi piscine e si trasformano in materiali elastici; ed è proprio questi materiali che verranno adoperati per il Ponte sullo Stretto.

Un nuovo studio condotto sui fondali marini dello Stretto di Messina e sulla sismo-tettonica dell’area – frutto di una collaborazione internazionale tra il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali dell’Università di Catania (Giovanni Barreca e Carmelo Monaco), il Center for Ocean and Society- Institute of Geosciences dell’Università di Kiel in Germania (Felix Gross e Sebastian Krastel) e l’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Luciano Scarfì e Marco Aloisi) – svela, per la prima volta, l’ubicazione e le caratteristiche geometriche della possibile faglia da cui si originò il devastante sisma.

La ricerca dal titolo “The Messina Strait: Seismotectonic and the Source of the 1908 Earthquake” è stata appena pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale ‘Earth-Science Reviews’.

Una risposta scientifica che arriva dopo quasi 113 anni da quella mattina del 28 dicembre 1908 quando, alle 5:20 locali, un devastante terremoto di intensità XI della scala Mercalli (magnitudo stimata 7.1 Ritter) provocò distruzione e morte tra la Sicilia e la Calabria .

Il movimento tellurico, che oggi è ricordato nei cataloghi sismici come il più potente mai registrato in Europa in epoca strumentale, fece vibrare la terra per più di 30 secondi e portò alla distruzione completa delle città di Messina e Reggio Calabria e di altri numerosi centri minori causando la morte di 100mila persone. Lo scuotimento fu avvertito distintamente in tutta l’Italia meridionale, in Montenegro, in Albania, ma anche in Grecia e a Malta e fu seguito, in meno di 10 minuti, da un’onda di maremoto (tsunami) che superò localmente i 10 metri di altezza.

L’onda si abbatté impetuosa sulle coste dello Stretto aggiungendo devastazione e morte lungo le aree costiere già gravemente danneggiate e dove molti abitanti, impauriti, si erano rifugiati. Sebbene agli albori della sismologia strumentale, il terremoto fu registrato da numerose stazioni sismiche sparse in tutto il mondo che ne collocarono l’epicentro in mare lungo l’asse dello Stretto di Messina.

«L'”ecografia” del fondale ha consentito di individuare in modo inequivocabile una profonda spaccatura nel fondale dello Stretto di Messina – spiegano i ricercatori -. La faglia mostra evidenze di attività recente poiché disloca il fondale marino con scarpate fino a 80 metri di altezza . L’analisi sismica in ambiente 3D e studi geomorfologici sul terreno hanno poi permesso di seguire la faglia per tutto il suo sviluppo ottenendo, dunque, preziose informazioni sulla sua lunghezza, un parametro fondamentale per la stima della magnitudo massima attesa in caso di riattivazione della stessa ma anche un raffronto con l’evento del 1908».

«La struttura corre lungo l’asse dello Stretto ed è individuabile a circa 3 km dalle coste della Sicilia – aggiunge Barreca, coordinatore della ricerca. Alla latitudine di Messina, la spaccatura curva verso Est penetrando nell’entroterra calabro per proseguire poi lungo l’asta fluviale del torrente Catona, una incisione fluviale tra Villa S. Giovanni a Nord e Reggio Calabria a Sud. La faglia è inclinata verso Est e raggiunge la lunghezza massima di 34,5 km.

Secondo le relazioni lunghezza-magnitudo, la faglia è in grado di scatenare terremoti di magnitudo 6.9, una energia molto simile a quella liberata durante il terremoto del 1908. Questo dato, insieme all’analisi critica delle fonti storiche (ad esempio la distribuzione del danno e della fratturazione al suolo, la rottura di un cavo telefonico tra Gallico e Gazzi) e allo sviluppo di modelli matematici di dislocazione, suggerisce di fatto che la struttura tettonica individuata sia verosimilmente proprio quella che più di 100 anni fa causò la più grave

sciagura sismica del ‘900»

 

Linea sismica (“ecografia”) da Messina a Reggio Calabria mostrante la faglia responsabile del terremoto (linea rossa) che deforma chiaramente i sedimenti al di sotto del fondale marino ed il fondo marino stesso.




Terra di miti e di leggende lo Stretto di Messina, ancora oggi, continua ad interrogare e a far discutere il mondo della scienza. Basti pensare che ancora oggi abbiamo più di una teoria riguardo la nascita e l’evoluzione dello Stretto di Messina durante le varie ere geologiche. Tra queste quella che può essere ben applicata alla realtà dello Stretto rimane quella della struttura a “Graben”. Tradotto nel vocabolario geologico il termine “Graben” indica una fossa oceanica tettonica, ossia una porzione di crosta terrestre che è sprofondata a causa dell’azione combinata di un sistema di faglie normali (o dirette) in regime tettonico di tipo distensivo. In poche parole ciò vuol dire che lo Stretto di Messina non è altro che una depressione di natura tettonica, formatasi in 125mila anni, grazie al ripetersi di grandi terremoti (generati da faglie di tipo distensivo) che hanno gradualmente allontanato la punta nord-orientale della Sicilia dalle coste della Calabria meridionale e dal resto del continente.

Giustappunto viene utile la nuova fabbrica “elastichina” dove i due suoli si allargano o si restringono in alternativa.

Alesben B.

 

 

 


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